Nuova storia! E posso dire due al prezzo di una visto che
ieri sera Vanessa190 ha pubblicato quella che abbiamo scritto a quattro mani!
Visto quanto mi piace la saga di Harry Potter non potevo fare
a meno di scrivere una Brittana nel suo mondo.
Perché non abbiate dubbi la storia si svolge dopo la morte di
TuSaiChi.
Questa volta sarà una long seria… almeno per i miei standard
;-) diciamo che sarà sui venti capitoli.
Bando alle ciance ci vediamo alla fine!
Buona lettura!
Brittana e le bacchette gemelle
Prologo: La bambina al
di là del muro
Era stesa a pancia in su, sentiva i richiami della madre, ma
non si mosse, osservava il cielo azzurro. Le piaceva quel colore e quel giorno
d’autunno era particolarmente bello. Una risata felice la fece sobbalzare. Si
voltò ad osservare l’ampio muro di cinta che circondava il maniero della sua
famiglia. La loro casa era avvolta da numerosi incantesimi, tra cui numerosi
respingenti, nessuno era mai andato a vivere vicino a loro, lei non aveva mai
sentito dei rumori al di là del muro, figurarsi una risata! Incuriosita e di
certo per niente spaventata decise che sarebbe andata a vedere. Senza alcuna
difficoltà si alzò nell’aria fino a giungere in cima al muro.
L’autrice della risata era una bambina. Era sola e osservava
affascinata delle anatre che facevano il bagno nell’acqua del ruscello che
costeggiava quella parte del muro.
“Ciao!” Le urlò facendola sobbalzare, era sicura di non
essersi fatta sentire!
“Ciao…” Le disse lei poi visto che la bambina non sembrava
intenzionata a smettere di guardarla con quel sorriso disarmante oltrepassò il
muro e ridiscese. Si aspettava dello stupore, magari un po’ di spavento, ma
niente, la bambina continuava a guardarla tranquilla.
“Ti piacciono le anatre?” Le chiese allora cercando di distogliere
quegli occhi da sé.
“Sì! Sono buffe e tenere!” Lei non le aveva mai considerate
degne della sua attenzione, se non quando gliele servivano a tavola, ma si
trattenne dal dirlo,
“Cosa fai qui?” Chiese e la piccola la guardò perplessa e
confusa,
“Guardo le anatre…” Sentì le labbra incresparsi in un sorriso
e ne rimase stupita, eppure trovava lo sguardo confuso della giovane dolce,
“Ok… ma voglio dire, qua c’è il bosco e niente altro…”
“Oh, papà e mamma hanno comprato una casa un po’ più giù, al
villaggio… e io ho pensato di vedere se c’erano delle fatine anche in questo
bosco, come in quello vicino alla mia vecchia casa!” C’era un piccolo paesino
sotto alla collina che ospitava casa sua, i genitori della giovane dovevano
esservi trasferiti, poi si rese conto di quello che aveva detto la bambina,
“Fatine hai detto?”
“Sì, tu ne hai viste?” Le chiese speranzosa,
“No…” Nel vedere lo sguardo deluso della giovane aggiunse,
“Però conosco un elfo domestico!” la bambina che fino a quel momento era
rimasta sdraiata scattò in piedi, lo sguardo che scintillava di gioia,
“Davvero? Posso conoscerlo? Me lo presenti?” Rimase stupita
da quella reazione e per un istante pensò di accontentarla, poi si trattenne,
“No” Il volto della bambina si fece immediatamente triste, il
suo sguardo si abbassò mentre strusciava i piedi a terra. Lei la guardò e capì
che era sul punto di piangere, “Voglio dire, ora non può venire, è molto
impegnato sai…” La bambina alzò di nuovo gli occhi sorridendo,
“Hai ragione! Scusa, magari un altro giorno allora…”
“Certo…” annuì lei ottenendo in cambio un altro sorriso
luminoso.
“Io mi chiamo Brittany, mi sono
dimenticata di dirtelo!” Ridacchiò portandosi la mano davanti alla bocca,
trovando la dimenticanza chiaramente divertente,
“Santana Lopez” Rispose lei fiera del cognome che portava,
“Che nome strano… però mi piace proprio!” Le sorrise ancora
poi le prese la mano sorprendendola, “Vieni, ti faccio vedere una cosa!”
Santana la seguì nel bosco lanciando sguardi preoccupati alle sue spalle, il
muro si allontanava, le era proibito superarlo, si ricordò. Poi i suoi occhi
tornarono sulla biondina che la stava guidando per il bosco, in fondo a lei le
regole non piacevano!
Il giorno dopo si ritrovarono al ruscello e così quello dopo
ancora, i giorni passavano, arrivò l’inverno e poi la primavera. Oramai non
passava istante in cui Santana non pensasse con impazienza al momento in cui
sarebbe potuta scivolare oltre il muro ed esplorare il bosco con Brittany. La bambina era piena di idee e si entusiasmava
per ogni cosa, starle vicino era la cosa più bella e divertente che Santana
avesse mai fatto. E proibita, perché Santana sapeva che se l’avessero scoperta
a passare così tanto tempo con una babbana
l’avrebbero punita. I suoi genitori erano gentili e la amavano, la riempivano
di attenzioni e regali, ma erano molto fieri del loro lignaggio, la famiglia
Lopez era rispettata per essere una delle famiglie di maghi dal sangue più
puro, da secoli non vi era stato immesso un solo goccio di sangue babbano e
questo doveva rispecchiarsi anche nelle loro frequentazioni. Santana era una
bambina e non sapeva queste cose, non consciamente almeno, ma aveva ascoltato i
discorsi dei suoi genitori a sufficienza dal comprendere che mai avrebbero
permesso che lei giocasse con una babbana. Oltre al
fatto che Santana non nascondesse in alcun modo i suoi poteri a Brittany, anzi, faceva di tutto pur di stupirla e
sorprenderla.
Un giorno saltò il muro con un sorriso enorme sulle labbra, Brittany era lì, come sempre intenta a giocare con le
anatre che ormai abituate a lei le correvano attorno,
“Oggi posso presentartelo!”
“Ciao San!” Disse la bimba con un enorme sorriso
raggiungendola,
“Brit ti ho detto che posso
presentartelo!” La bambina la guardò perplessa,
“Chi?”
“L’elfo!” Brittany iniziò a
saltellare dall’eccitazione,
“Ora? Proprio ora?”
“Sì, te l’avevo detto!” Quel mattino sua madre le aveva
regalato l’elfa che prima si occupava della cucina,
era troppo anziana, così ne era stato preso un altro e l’elfa
era stata trasferita al suo particolare servizio.
“Devra!”Chiamò e una piccola figura
in un elegante livrea nera e porpora apparve al suo fianco. Brittany
aveva un sorriso enorme che metteva ben in vista i due dentini mancanti.
“Padroncina…” Quando l’elfa vide
che non era sola sgranò gli enormi occhi verdi, “Padroncina… non…” Iniziò
confusa e preoccupata,
“Piacere! Io sono Brittany, come ti
chiami?” Le chiese la ragazza,
“Io… padroncina, vostra madre… lei non sarà contenta…”
“Ti è stata fatta una domanda…” Le fece notare lei e allora l’elfa sbatté le palpebre e disse,
“Devra… signorina Brittany…” La bambina batté le mani felice,
“Grazie San! Ho sempre desiderato conoscere un elfo! Sei
bellissima!” Aggiunse facendo sgranare gli occhi all’elfa,
“Santana!” La voce proveniva dall’altra parte del muro, ma in
un istante la madre fu accanto a lei, Santana si morse un labbro, dallo sguardo
stupito e poi arrabbiato della mamma capì che era nei guai,
“Vai immediatamente nella tua stanza, faremo i conti più
tardi!”
“Ma mamma…”
“Niente ma! Subito, se non vuoi che Devra
torni ad occuparsi della cucina!”
Santana guardò Brittany,
“Ciao…” Disse e poi prese la mano di Devra
che la smaterializzò riportandola nella sua camera.
La signora Lopez guardò la bambina davanti a lei, era
chiaramente una babbana,
“Scusa mia figlia…”
“Sei la mamma di San?” La bambina sorrideva e la donna corrugò
la fronte,
“Sì… da quanto tempo la conosci?” La bambina sorrise,
“Oh giochiamo insieme da quando sono arrivata qui…” Strinse
gli occhi nello sforzo di ricordare,
“Non mi ricordo il giorno… però era autunno!” La donna sgranò
gli occhi, ora era primavera, Santana si incontrava con quella bambina da mesi!
Non era accettabile che sua figlia frequentasse dei babbani.
Alzò la bacchetta, un leggero movimento,
“Oblivio” Disse e gli occhi della
ragazza si velarono, pochi minuti e la bambina tornava verso casa saltellando,
felice di aver visto delle anatre fare il bagno.
“Mamma…”
“Santana, hai usato la magia davanti ad una babbana, ti sei vista con lei per mesi! Le conosci le
nostre regole!”
“Ma…”
“Niente ma! Non lo avresti tenuto nascosto se dentro di te non avessi saputo
che era sbagliato e male frequentare quella… babbana!”
Santana sobbalzò quel termine era uscito in maniera così spregiativa! Era male Brittany? Era sbagliato che loro due fossero amiche?
“Sei in punizione, niente magie per due settimane e non
voglio che Devra ti aiuti, è chiaro? Farai da sola!”
Santana non disse niente, due settimana senza magia era sufficiente, sapeva che
sua mamma poteva anche fare di peggio se voleva! Sua madre ritornò alla porta
della camera poi si voltò,
“Non vedrai più quella bambina… mai più! E lei di sicuro non
ti cercherà…” Fece una piccola smorfia, poi se ne andò.
Santana guardò la porta chiudersi su quella sentenza, cosa
aveva fatto sua madre? Doveva aver usato la magia, perché lei sapeva che Brittany l’avrebbe aspettata accanto al muro qualsiasi cosa
sua madre le avesse detto…
“Devra, cosa ha fatto mamma?” Era
curioso cosa potessero fare e sapere gli elfi domestici,
“Un incantesimo della memoria, padroncina…” Santana sentì il
suo stomaco stringersi, Brittany… non avrebbe nemmeno
più ricordato di conoscerla, con un colpo di bacchetta sua madre aveva
cancellato da lei anche solo il ricordo del suo nome. Si gettò sul letto
lasciando che le lacrime scorressero sul suo volto, Devra
le si sedette accanto e lei si lasciò abbracciare mentre l’elfa
le accarezzava dolcemente i capelli. Non l’avrebbe mai più rivista. Avrebbe
perso per sempre il piacere di tuffarsi in quei due occhi azzurri come il
cielo.
Note
Allora cosa ne dite? Questa volta non mi sono limitata nel
prologo! (Cosa ne dici Pidocchia?)
Vi anticipo solo che nel prossimo capitolo ci sarà un salto
temporale…
Piccola postilla, Santana può usare la magia a quel modo
perché, si sa, i bambini maghi la usano in maniera molto più libera e sicura
rispetto a quando crescono… insomma… concedetemelo! ;-)
Oltre a questa storia, come vi dicevo, Vanessa190 ne ha
pubblicata un’altra che abbiamo scritto insieme! Il titolo parla da solo, se
non l’avete ancora letta ve la consiglio, naturalmente!
Grazie mille a tutti voi che siete arrivati fino a qua e se
vorrete scendere ancora un pochino e lasciarmi un commento sarò ancora più
grata!! ;-)
Ciao ciao e al prossimo capitolo!