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Autore: Aesir    10/11/2012    0 recensioni
La canzone potrebbe continuare, raccontare come il Flagello era stato sconfitto, che le due eroine erano andate a vivere insieme... Sarebbe una bella storia, sì.
Nessuno vorrebbe mai ascoltare questa, di storia, lo so. La vita è come una rosa, nessuno vuole vederne le spine. Nessuno vuole sapere che adesso la cantastorie è sola, e la ladra è fredda, appoggiata ad un altare.
A chi importa, in fondo?
Alla cantastorie, soltanto.
Ad una cantastorie che si chiama Leliana.

[LelianaXCustode]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Leliana, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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LA VERITÀ DIETRO ALLA ROSA

 

Play for me, minstrel, play
And take away our sorrows
Play for me, minstrel, play
And we’ll follow
Hear, listen, can you hear
The haunting melody surrounding you
Weaving a magic spell all around you


Blackmore's Night - Play ministrl play


 

Dunque, eccoci qui. Questa è la fine... siamo giunti fin qui. E' strano sapere che i nostri destini verranno decisi nel giro di qualche ora. Siamo sull'orlo di un precipizio, dinanzi alla più grande battaglia della nostra era. Mi chiedo se gli eroi antichi si siano mai sentiti in questo modo.”
Lei mi aveva sorriso: “Hai paura?”
Tanta. E anche tu ne hai, lo so. Ma, per il bene ti tutti coloro che ripongono la loro fiducia in noi, dobbiamo far finta di no.
Non ho paura. Andremo a combattere per una giusta causa, e non desidero altro. Sei la mia più cara amica e la mia amata... Hai illuminato il mio cammino attraverso l'oscurità, e resterò al tuo fianco, qualunque fine ci attenda. Oggi forgeremo la nostra leggenda.”

Mi guardo intorno, sospirando. É così che si chiude il sipario? Così, con tante domande lasciate aperte, con così tante altre cose da dire, da fare? Lo specchio mi restituisce l'immagine di una ragazza dai capelli rossi, con gli occhi gonfi di pianto. E perchè non dovrebbe essere così? Sono tre giorni che non ho pace, che non riesco a chiudere occhio la notte perchè non sono più abituata a dormire da sola, senza di te accanto. Alloggio al palazzo di Denerim, il letto è morbido e le coperte sanno di pulito.
Non sanno di te.
E io non riesco ad andare avanti, non riesco a credere che sia accaduto... che sia accaduto ciò che è accaduto. Dubhe, perchè? Perchè mi hai lasciata? Perchè non hai consentito che fosse Loghain a morire? Lo odiavi di più di quanto non amassi me? Eppure non mi sembrava così. L'avresti ucciso subito, altrimenti. Perchè, perchè hai voluto fare l'eroe, perchè mi hai lasciata?
Continuo a chiedermelo, ora dopo ora, giorno dopo giorno, perchè non posso fare altro, eppure, dentro di me, io... io la risposta a queste domande la conosco. Non è bella. Perchè q
uesta non è una storia, questa è la vita. E se c'è una cosa che ho imparato della vita, è che è profondamente ingiusta.

Heruamin lothirie'
Allai waithi marethia
Harucum alle enam bahna
Dorlin anava mame'

Mi sono rifiutata di partecipare all'incoronazione di Anora, e tutti hanno capito. Anche troppo. A consolarmi, sono venuti! Come se gliene fregasse qualcosa! Gente che non ho mai visto che mi faceva le condoglianze! Non ho bisogno di nessuno che mi stia accanto, di nessuno che mi consoli! Io rivoglio lei, rivoglio la ragazza che amavo, qui accanto a me, come se questi giorni non fossero mai esistiti! La rivoglio accanto perchè... perchè... perchè sono un'egoista, ma è l'unica cosa che potrebbe farmi star meglio. Perchè sei morta, maledizione? Perchè? Me lo sanno forse dire, perchè? No, l'unica cosa che sanno dire sono cazzate... eufemisticamente, condoglianze. Condoglianze, accidenti a loro! Che ne sapevano, della mia Dubhe? Ci hanno mai parlato? Sono rimasti con lei una notte intera a guardare le stelle, per dimenticare quello che avevamo passato? Sono andati a letto con lei, per caso, e si ricordano ogni maledetta volta che l'abbiamo fatto? No? E allora non possono dire di conoscerla.
Come possono anche solo minimamente affermare di capire ciò che provo? I miei amici, i miei compagni, loro sì hanno capito. Non si sono fatti vedere, forse verranno più avanti, forse non li vedrò più. Ormai non m'importa più niente. Ma al tuo funerale, Dubhe, ci devo andare. Te lo devo, almeno questo. Non sono stata capace di proteggerti in vita, che possa almeno salutarti un'ultima volta.
Ma prima, c'è qualcosa che voglio fare, che devo fare io sola.
Qualcosa che ti devo ancora di più.

Alla anin, alla nathiamin
Alla anin heruamin

Apri. Quella. Porta.”
Devi capire, non è perchè non voglia, ma...”
Adesso devo precisare che normalmente io non sono così, si capisca. Anzi, per fare il mio lavoro la pazienza è un requisito essenziale,e io non faccio eccezione. E anche per fare il menestrello nelle taverne ne serve, fra risse tra gli avventori che hanno alzato troppo il gomito e un idiota su tre che cerca di palpeggiarti mentre raggiungi il camino, dove di solito ci si siede per suonare. Peccato che adesso Leliana, la ragazzina tranquilla, tanto carina, da “ooh, guarda che bei colori”, che non perde le staffe neanche davanti alla donna che si è fatta una vita alle spese della sua, si sia rotta quelle che non ha.
Con una mossa che sorprende anche me, agguanto Anora per il colletto e me la avvicino al viso. Dalla manica, incidentalmente - o, forse, non tanto - mi sbuca la lama di uno stiletto. Cosa c'è? Ero un'assassina, una volta, anche se non mi piace ricordarlo.

Ssst, non urlare”, le sussurro. “Il tempo che occorre alle tue guardie per entrare è di molto maggiore a quello di cui io necessito per mandarti a scambiare due chiacchiere con il Creatore. Sono convinta che tu abbia parecchie cose da dirgli, non trovi? Annuisci se hai capito.”
La regina del Ferelden, la persona più potente in questa parte del mondo, mi rivolge un'occhiata terrorizzata e fa lentamente cenno di sì. Mi viene quasi da ridere.

Bene. Adesso mi porti dov'è lei. Alla svelta.”
Ma...”
Stringo la presa. La cantastorie sempre educata, sempre controllata, con il sorriso pronto è andata definitivamente al Creatore: “Stammi a sentire, sgualdrina. È stata lei a piazzare il tuo sedere sul trono, e sono stata io a tirarti fuori da quel casino in cui ti aveva ficcato Howe. Mi sa che un favore proprio ce lo devi, cosa dici?”
Con gli occhi spalancati, sussurra un: “Va bene...”

Vedo che capisci.”

La guardia non si accorge di niente. D'altronde, chi mai sospetterebbe di una ragazza smilza, con i capelli rossi, gli occhioni verdi da cucciolo, un abitino di buon taglio e l'aria più innocua del mondo? Probabilmente non ha neanche badato al mio viso. Sarà stata troppo presa dalla scollatura.
Ovviamente crede che Anora mi stia facendo una gran concessione, e dal canto mio non faccio niente per smentirla. Apre la porta, e la regina mi consegna le chiavi.

Posso andare?”, mi chiede supplichevole.
Le faccio un cenno, poi, colta dal rimorso, la fermo: “Ascolta, per prima... guarda, non ero in me, mi sono fatta trascinare. Non avrei mai dovuto permettermi di arrivare a tanto, e mi dispiace di averti minacciata e insultata...”
Lei mi sorride, per la prima volta: “Non preoccuparti, non fa niente; non me la sono presa. In fondo sono davvero in debito con te e con Dubhe. È solo grazie a lei che mio padre è ancora vivo. È vero, è un Custode Grigio e la corruzione forse lo ucciderà prima del tempo, ma intanto non mi ha lasciata.”
Annuisco. Lei mi si avvicina: “Ti capisco. Mi dispiace che sia finita così. Davvero.”
No, non puoi capire. Proprio perchè hai ancora un padre.
Eppure, questo tentativo di tirarmi su mi commuove comunque: “Grazie”, riesco a mormorare.

Heruamin oh lohnae'
Elai name' maeriulai

La porta si apre. È la prima volta, da quando entro in chiesa, che il mio pensiero non è rivolto al Creatore. Ma forse è giusto così. In fondo il mio posto non è mai stato dentro un monastero, ma di corte in corte, fra spionaggi e intrighi, con un pugnale in mano, libera. E mi manca immensamente colei che me l'ha fatto capire.
Tu, Dubhe.
Sei composta sopra un altare, vestita con la casacca e il corpetto di cuoio nero che avevi quando sei morta. Sotto la tua schiena c'è il mantello, il cappuccio ripiegato dietro la testa. I tuoi pugnali, i coltelli da lancio e l'arco sono adagiati di fianco al tuo corpo. Hai gli occhi chiusi, come avrei voluto. Quel grigio non deve spegnersi, nella mia mente voglio continuare a vederlo brillare, quando sorridevi e quando piangevi. Lo amavo, quel grigio, lo amo ancora oggi. È semplice l'anello che porto al medio della mano destra, non è vero? Forse una delle eroine che ha salvato il Ferelden non può permettersi di più? Certo che potrei, però l'opale che vi è incastonato ha lo stesso colore dei tuoi occhi.
Il tuo volto non mostra segno di corruzione. A non sapere la verità, sembra quasi che tu stia dormendo. La mia preghiera silenziosa è stata esaudita: non avrei mai sopportato di vedere la persona che amavo sopra ogni altra devastata dalla decomposizione.
Mi chino sul tuo viso. “Dubhe...”
La chiesa è vuota, non c'è nessuno.
Nessuno saprà mai.
Mi avvicino alla tua bocca, e ti bacio.
Un bacio lungo, tenero e delicato.
Vorrei aprirti le labbra, sentirti un'ultima volta dentro di me, ma non ce la faccio. Non posso trovarti inerte, non posso sopportare che tu non risponda. È già stato un errore venire qui, un errore che mi perseguiterà per molto tempo. Ma accetterò tutto ciò, soffrirò se dovrò soffrirne, per te, Dubhe.
Mi stacco dalle tue labbra, e mentre passo sul tuo collo, sento i contorni di qualcosa, sotto l'abito.
Trasalisco.
Sarà molto più dura di quanto possa mai aver pensato.
Ti apro il colletto, tremando per ciò che so di trovare. C'è un ciondolo d'argento, a forma di Spada della Pietà di Andraste. Lo so senza vederlo, senza tastarlo. Come faccio? Perchè te l'ho regalato io, quel ciondolo, Dubhe. Volevo che lo tenessi tu, che una parte di me restasse sempre con te.
Buffo, no? Te l'ho dato perchè avevo paura di morire, e invece io sono qua, viva. Tu no, amore mio. Slaccio la catenella con mano tremante, e sento che attorno al simbolo è avvolto un pezzo di carta. Lo prendo, svolgendolo piano.

Leliana, qualunque cosa accada, sappi che ti amo. Ora e sempre.

Dubhe

Una lacrima mi cade dal volto, finendo al centro del monile.
Una gemma per te, amore mio.
Come sapevi che l'avrei trovato?
Stringo la Spada di Andraste nella mano, fino a conficcarmela nella carne.
Il mio sangue, Dubhe.
Accettalo.
Ah, bastasse un po' di sangue per farti tornare in vita, come nella storie. Mi dissanguerei tutta, per te.
Appoggio la testa sul tuo petto – è freddo! Per il Creatore, perchè è freddo? - e faccio l'ultima cosa che mi resta da fare.
Mi lascio andare.
Piango.

Alla anin, alla nathiamin
Alla anin heruamin

Non so per quanto tempo sia rimasta lì a singhiozzare, il volto affondato nel tuo vestito, Dubhe, a cercare il tuo profumo per non dimenticarlo. Sarò andata avanti per ore, conoscendomi.
Ma adesso sono più calma.
Il dolore non è passato, non passerà mai, ma il corpo può finire le lacrime.
Sposto le tue gambe di lato, per sedermi al tuo fianco. Porto la mano dietro la schiena; dove fino a qualche giorno fa c'era un arco, ora c'è un liuto. Quello che mi hai regalato tu...
Le mie dita volano sulle corde, provando alcuni accordi, così, d'istinto. Inizio alcune battute, che presto si trasformano in una melodia tranquilla. Non è In uthenera, quello era un brano di vita, l'ho cantato per te e non credo di farcela ad eseguirlo un'altra volta. No, è qualcosa di nuovo, che sorge spontaneo assieme alle note.
È la storia di un bardo, di una cantastorie, e di una ladra, un Custode Grigio. Di come le due si fossero conosciute in un villaggio, durante il Quarto Flagello. Di come le due si fossero innamorate l'una dell'altra al primo sguardo, e di come avessero entrambe troppa paura di confessarselo. Di come la verità fosse venuta a galla pian piano, e le avesse trovate pronte ad accoglierla. Di tutte le volte in cui si erano baciate, in cui si erano amate. Di quanto bello fosse il loro amore.

E ora... e ora la canzone potrebbe continuare, raccontare come il Flagello era stato sconfitto, che le due eroine erano andate a vivere insieme... Sarebbe una bella storia, sì.
Nessuno vorrebbe mai ascoltare questa, di storia, lo so. La vita è come una rosa, nessuno vuole vederne le spine. Tu, noi due, eravamo come due rose, nessuno aveva mai visto le spine che portavamo nascoste. C'era voluta l'altra per mostrarcelo. Come abbiamo fatto a non capirlo nel primo istante, che eravamo fatte l'una per l'altra?
Quanto tempo sprecato! Quanti momenti in più che avremmo potuto trascorrere insieme! Quanti...
No. Basta. Non devo iniziare a piangere. Non devo. Non devo...
Pensa a qualcos'altro...
Ci siamo viste, Dubhe, e anche se non siamo riuscite a leggere subito nei nostri occhi, abbiamo subito capito che ci assomigliavamo, noi due. Una rosa è una rosa, che essa sia bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà...
*
Nessuno vuole sapere che adesso la cantastorie è sola, e la ladra è fredda, appoggiata ad un altare.
A chi importa, in fondo?
A chi interessa sapere se ti ritenevo una rosa?
Alla cantastorie, soltanto.
Ad una cantastorie che si chiama Leliana.

Alla anin, alla nathiamin
Alla anin...

Questa canzone non finirà, la lascerò così.
E non la canterò mai a nessuno.
Se mai ne vorranno una, la comporrò ex novo, e non parlerà di questo.
Questa canzone, questa sola, appartiene a me e a te, Dubhe mia.
In silenzio mi alzo, ti do un ultimo bacio e mi allaccio al collo il ciondolo; è rimasto con te, per tutta la tua vita, adesso resterà con me per tutta la mia...
Ehi... è un effetto della luce, sono io che ho spostato le tue labbra quando ti ho baciata, o mi stai davvero sorridendo, Dubhe?
Oh, cosa importa? Il mio ultimo ricordo di te non può essere da viva, sia almeno il tuo sorriso.
Io sono Leliana, io sono quella che ti è sempre stata accanto.
Domani il tuo corpo brucerà, ma io non piangerò. Ti ho salutata adesso, amore mio, e quando la Morte verrà a prendermi, sarò contenta. Alzo gli occhi verso la volta. Il Creatore mi sta parlando ancora, così. Mi sta dicendo che ciò che desidero sopra ogni altra cosa è solo rimandato.
Da oggi in avanti, so che sarà solo un'attesa.
Ogni giorno attenderò con ansia la sera, e i sogni ti riporteranno a me.
Attenderò la sera, e sarà un giorno in meno.
Alla fine, sarò di nuovo con te.
Saremo di nuovo insieme, Dubhe.
Per sempre.

Alla anin, alla nathiamin
Alla anin heruamin

 

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* Lady Oscar

Seconda One-Shot su Dragon Age... fa schifo, lo so. Il presupposto è che, al contrario della precedente, la Custode si sia sacrificata per uccidere l'arcidemone, Anora sia salita al trono, e Leliana è stata "indurita". La canzone elfica è una trascrizione che ho trovato di "I Am The One", il tema finale di Dragon Age Origins: http://www.youtube.com/watch?v=CdKwLkEGjhg
Leliana ha gli occhi verdi perchè l'aspetto è basato sul trailer "Sacred Ashes". Di nuovo, a chi ha da criticare sul linguaggio di Leli, ricordo che, primo, quando ci vuole ci vuole, secondo, la ragazza non è del tutto estranea a simili frasi: una delle linee di dialogo con Morrigan è "Andraste forgive me, but you, Morrigan, are a bitch".
Altra nota: quella di Leliana non è necrofilia, dai, è solo il suo modo di dare un'ultimo saluto alla persona che ha amato. E comunque, se non è chiaro, non va oltre un bacio sulle labbra. Non penso possa turbare, comuqnue l'ho segnalato.

ATTENZIONE: In seguito a modifiche sostaziali del testo, ho preferito ripostare l'intero racconto.

   
 
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