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Autore: shadowsymphony    10/11/2012    1 recensioni
“te l’avevo promesso a dicembre, ti ricordi? Eravamo lassù…” e indicò la strada che passava vicino alla spiaggia, sopra di loro, arrotolando una ciocca di capelli al dito. “E chi se lo dimentica” sorrise lei, continuando ad accarezzarlo “e io ti avevo promesso un ringraziamento all’altezza, se fossi riuscito a farmi surfare, ti ricordi?”. “E chi se lo dimentica” rispose anche lui
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Stef, sei pronta?” gridò Taylor, bussando alla porta della sua casa sulla spiaggia. “un attimo! Sta cosa non mi entra…” sentì dal dentro. Il ragazzo appoggiò la tavola da surf al muro e aprì leggermente la porta. “posso entrare? Ti aiuto io”. “sì dai, vieni qua tu. Non ci arrivo”. Taylor entrò nella stanza immersa nel buio e vide la sua ragazza davanti allo specchio in mezzo alla stanza, con la muta infilata fino alla vita. “Non entra!” si lamentò Gaga, cercando di infilare le braccia nelle maniche. “arrivo” disse il ragazzo, e andò da lei. Prese i due lati aperti della muta e li tirò, permettendole di infilare le braccia. Allacciò la zip e le spinse fuori i capelli dal colletto. “ecco fatto” sorrise, accarezzandole i fianchi fasciati dalla stoffa attillata, che mettevano in risalto le sue forme. “grazie! Ora possiamo andare” disse lei, baciandolo sulla guancia. Infilò le infradito e i due uscirono. Furono investiti dal luminoso e caldo sole di una San Diego primaverile che scintillava sul mare, dalle voci della gente sulla spiaggia, le urla dei bambini che giocavano, le onde che si infrangevano sugli scogli. Taylor prese la sua tavola e Gaga la sua, e si avviarono. “stammi vicino in acqua però” disse la ragazza. “tranquilla, ti seguo io, non ti lascio da sola” sorrise lui, e si avvicinarono alla spiaggia.

C’era molta gente, intenta a prendere il sole, giocare a pallavolo, a mangiare il gelato; passarono oltre e raggiunsero un luogo più appartato oltre gli scogli, dove c’era un gruppo di surfisti amici di Taylor. Il ragazzo li salutò e presentò loro la “nuova arrivata”. “E’ la prima volta che surfi?” le chiese un bel ragazzo biondo. “beh… in realtà ci ho già provato qualche volta… ma lasciamo perdere” ridacchiò lei “oggi mi insegna lui”. “Allora ce la farai di sicuro!” esclamò un altro ragazzo, dando una pacca sulle spalle a Taylor. I ragazzi risero, poi lui disse “voi andate. Le faccio vedere due cose poi vi raggiungiamo!”. I surfisti allora iniziarono a mettere le loro tavole in acqua. Quel giorno c’era un bel vento, e le onde erano magnifiche: una giornata perfetta per surfare. I ragazzi si sdraiarono a pancia in giù sulle loro tavole, si spinsero in avanti e, appena l’onda li raggiunse, si alzarono in piedi. Gaga li guardò a bocca aperta, stupefatta. “oddio guarda quella, è enorme!” esclamò, indicando l’onda che stava per arrivare. Taylor sorrise al suo stupore, quasi infantile, che l’aveva sempre affascinato. “ce la farai anche tu a cavalcare quelle onde” le disse. La ragazza improvvisamente si spaventò, capendo che quelle onde erano veramente enormi e che non era nemmeno capace si stare in piedi sulla tavola per più di pochi secondi. “oddio…” mormorò “ma… e se cado?”. “Risali” rispose il ragazzo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “e se non riesco a risalire?”. “Ti aiuterò io, stai tranquilla! Ti ho già detto che ti seguo io” la rassicurò con un sorriso. In seguito le mostrò, sdraiati sulla sabbia, come nuotare per entrare in acqua e come alzarsi in piedi sulla tavola nel modo più stabile possibile. “ricordati di infilare il legaccio alla caviglia, sennò quando cadi… addio tavola” la avvertì. Lei annuì e cercò la corda alla fine della tavola.

Il gruppo di surfisti tornò a riva, pronti a vedere come se la sarebbe cavata la “nuova arrivata”. Si slacciarono la tuta, svelando i corpi abbronzati e muscolosi, e appoggiarono le tavole sulla sabbia. “restate qui a guardare?” chiese Gaga, cercando di infilare la cordicella al piede “non sarà un bello spettacolo”. “al massimo si fanno quattro risate, e tu di più!” rise Taylor, aiutandola. Lei, una volta assicurata alla tavola, si avvicinò al ragazzo e imitò ogni suo movimento con attenzione. Spinsero la tavola in acqua, si sdraiarono sopra di essa e con le mani avanzarono. Un’onda non troppo alta si stava avvicinando ai due. “quando la vedi a una decina di metri da te, mettiti in ginocchio e poi alzati in piedi” le disse. Lei annuì e fissò l’onda avvicinarsi sempre di più. S’inginocchiò sulla tavola e provò ad alzarsi in piedi, ma l’onda la raggiunse troppo presto e la fece sobbalzare e cadere in acqua. Si aggrappò alla tavola e il ragazzo si avvicinò. “porca puttana, non sono riuscita a mettermi in piedi” si lamentò, cercando il fondo con i piedi. “fa niente, riproviamo... magari è meglio andare dove l’acqua è più bassa, così posso tenerti io” le disse, prendendole la mano e aiutandola a tornare indietro e toccare il fondo. Taylor spinse la sua tavola a riva e portò Gaga qualche decina di metri più in là, dove il livello del mare era più basso e le acque più calme, e le rispiegò come mettersi in piedi sulla tavola. La tenne per mano, cosicché potesse avere un appoggio. “ok ho capito adesso! Ce la faccio, possiamo tornare là” disse la ragazza, quando finalmente riuscì a tenersi in piedi sulla tavola senza aiuto. “sicura?” chiese lui, tendendo le braccia per aiutarla a scendere dalla tavola. Lei gli prese la mano e ridiscese. “sì, possiamo andare. Grazie!” e lo abbracciò. “dai che ce la farai!” le sussurrò nell’orecchio, scostando le ciocche bagnate dal viso e baciandola sulla guancia.

I due tornarono sulla spiaggetta; gli altri surfisti avevano preso delle sdraio e qualche bottiglia di birra, e si erano stesi al sole. “ce la farò, vedrete!” gridò Gaga, ridendo. “Vai così!” la salutarono i ragazzi, stappando le loro birre. “lasciatene alcuna anche per noi!” disse Taylor, riprendendo la sua tavola.
Le onde, a quell’ora, iniziarono a diventare un po’ più alte. L’alta marea rendeva ancora più instabili le tavole, ma la ragazza era decisa a riuscire a cavalcare almeno un’onda per qualche secondo, senza cadere. Riprovò, imitando esattamente i movimenti di Taylor, ma continuava ad alzarsi in piedi quando l’onda era già troppo vicina. “inginocchiati appena la vedi!” le ricordò il ragazzo, arretrando verso riva. La ragazza lo ripeté tra sé e sé, sicura, e ritornò subito in mare. Appena vide l’onda davanti a sé, s’inginocchiò sulla tavola e provò ad alzarsi in piedi. Riuscì a tenersi in quella posizione per qualche secondo, ma appena l’onda investì la tavola cadde in acqua. Taylor la raggiunse subito; galleggiando seduto sulla tavola, la aiutò ad aggrapparsi alla sua. “dai, che ce la stavi facendo” le sorrise. Lei scostò i capelli bagnati dalla faccia e risalì sulla tavola, sbuffando. Provò di nuovo: appena l’onda fu in vista, s’inginocchiò replicando ciò che il ragazzo le aveva mostrato poco prima, e si alzò piegando leggermente le ginocchia per avere maggiore equilibrio. Il cavallone la raggiunse, e riuscì a rimanere in piedi. Sentì la tavola seguire la curva dell’onda, su e giù, ma improvvisamente perse l’equilibro e cadde di lato. Riuscì ad aggrapparsi alla sua tavola e riemerse. Mentre la corrente la trascinava verso riva, sentì i ragazzi urlare e applaudire, e capì di avercela fatta. Taylor la raggiunse a nuoto e le disse “visto che ce l’hai fatta?”, afferrando la sua tavola per tenerla ferma. La ragazza allora urlò, felicissima, e lo abbracciò e baciò dappertutto. “si! Si! Grazie!!!” esclamò. “hai fatto tutto tu, amore” sorrise lui, aiutandola a riportare la tavola sulla spiaggia “io ti stavo solo guardando da qui”. Misero i piedi sulla sabbia bollente, e lei capì che il ragazzo non l’aveva seguita. Senza avere tempo di replicare, i surfisti si alzarono e le portarono una birra, facendole i complimenti. La ragazza strizzò i capelli fradici, e Taylor la aiutò a slacciare la muta. L’aria calda le sfiorò la pelle, coperta solo dal bikini nero; la birra ghiacciata fece l’effetto opposto, e rabbrividì. “bravissima! La prossima volta surfiamo tutti insieme, ok?” le disse un ragazzo, alzando la sua birra. “certo!” sorrise lei, facendo cin-cin con le bottiglie.

Poco dopo Gaga chiese di poter andare ad asciugarsi. Taylor la seguì, lasciando la tavola e la muta sulla spiaggia. Entrarono nella capanna. “sono quasi le 7. Ceniamo?” chiese la ragazza, entrando in bagno. “credo che i ragazzi vogliano fare un falò sulla spiaggia. Che ne dici se portiamo un po’ di carne e ceniamo con loro?” propose lui, passandole l’asciugamano. “sì, dai! Non ho mai fatto un falò sulla spiaggia” esclamò la ragazza, eccitata, tamponando i capelli. Attaccò il phon alla corrente. “davvero? Ma com’è possibile?” rise il ragazzo, prendendo la salvietta e asciugandosi a sua volta “quante cose ti sei persa! Devi recuperare”. Gaga accese il phon e, sorridendo, rispose “ci pensi tu, vero?”. Mentre asciugava i capelli, Taylor andò a prendere la cena. Ricomparve sulla porta del bagno con due scatole di bistecche. “vado a portare queste e riprendere le tavole, torno subito!” urlò per farsi sentire sopra al rumore del phon. Lei si asciugò velocemente i capelli, poi prese gli occhiali da sole e uscì, per vedere se il ragazzo stava tornando con la sua roba. Dopo qualche minuto lo vide arrivare, seguito dagli altri ragazzi. “cosa ci fate tutti qua?” chiese lei, appena furono vicini. “dobbiamo fare qualche foto, non potete dimenticare questa giornata!” disse uno dei ragazzi, accendendo la sua fotocamera. “ma qui le facciamo?” domandò la ragazza. “sì, ma poi anche sulla spiaggia. Dai Taylor, una foto con la tua ‘alunna’!” lo invitò. Taylor e Gaga risero e posarono per qualche foto vicino alle loro tavole, poi il gruppo tornò sulla spiaggia.

Il cielo era ancora chiaro, il sole ancora caldo, ma accesero lo stesso il fuoco. “non hai mai fatto un falò?!” proruppero i ragazzi, increduli, quando la ragazza ammise che quella era la prima volta. “ma è vergognoso! Taylor, dille qualcosa anche tu!” esclamò uno dei ragazzi, preparano la carne sugli spiedi. Taylor rise, bevendo la sua birra, e disse “ci penso io”. Si avvicinò alla sua ragazza e le sussurrò qualcosa all’orecchio. I due ridacchiarono e lei lo baciò sulla guancia. Passarono la serata a mangiare bistecche cotte sul fuoco, bere birra e scherzare. Gaga non si era mai divertita tanto. Parlò del più e del meno con i ragazzi, e promise che sarebbe tornata a surfare con loro appena possibile.

Il tempo passò velocemente, ed era calata la notte. La mezza luna si specchiava, bianca e luminosa, sul mare calmo. Tutti erano sazi e mezzi ubriachi, e i surfisti decisero di tornare alle loro capanne; salutarono la coppia, lasciando il fuoco acceso.I due rimasero sdraiati sulla spiaggia vuota e silenziosa, a fianco a fianco, parlottando e ridendo. All’improvviso la ragazza si mise su un fianco e iniziò ad accarezzare la pancia di Taylor con le dita, guardandolo alla luce intermittente emessa dal falò. “grazie ancora per oggi, T. È stato bellissimo. Se non ci fossi stato tu, non ci sarei mai riuscita” gli disse, stringendosi a lui. La sua treccia improvvisamente si allentò e alcune ciocche bionde ricaddero sul collo del ragazzo, che iniziò a giocherellarci. “te l’avevo promesso a dicembre, ti ricordi? Eravamo lassù…” e indicò la strada che passava vicino alla spiaggia, sopra di loro, arrotolando una ciocca di capelli al dito. “E chi se lo dimentica” sorrise lei, continuando ad accarezzarlo “ed io ti avevo promesso un ringraziamento all’altezza, se fossi riuscito a farmi surfare, ti ricordi?”. “E chi se lo dimentica” rispose anche lui, mettendosi su un fianco, rimanendo a faccia a faccia. Si baciarono, illuminati dal falò, e il ragazzo iniziò a slacciarle il reggiseno. Le accarezzò la schiena e poi slegò anche il sotto del bikini. “hai le mani fredde!” rise lei, quando le sfiorò le natiche. Iniziò anche lei togliergli i bermuda, ma all’improvviso il ragazzo la strinse a sé e la prese in braccio, portandola in acqua. Si sdraiò sul basso fondale sabbioso, con lei sopra, e lì continuarono a baciarsi. La treccia della ragazza si sciolse completamente, e i capelli bagnati si appiccicarono alla schiena nuda. Gli tolse i bermuda, che galleggiarono lì attorno per qualche minuto, poi portati lontano dalla marea. Lì rimasero tutta la notte, immersi nel mare, bagnati dalle piccole onde, ricoperti di sabbia e sale e illuminati dalla luce della luna, come un naufrago e la sua sirena salvatrice. 
   
 
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