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Autore: Ichiria Chan    10/11/2012    2 recensioni
Estratto:
Quella notte, quella fatidica notte nella quale gli Uchiha vennero sterminati, Sasuke non fu l'unico ad essere risparmiato da Itachi, non fu l'unico che Itachi salvò perché provava troppo affetto per poterlo uccidere....No. Infatti ci fu un altro superstite alla tragedia degli Uchiha: Kuria, una bellissima ragazza dai capelli neri come la notte che contrastavano con gli occhi di un azzurro chiarissimo e limpido come l'acqua cristallina.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kisame Hoshigaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Ecco il secondo capitolo della mia fan fiction.^^ 

 

L'inizio di una nuova vita

Kuria scappò per tre giorni, nei quali si fermò solo per qualchè ora di notte, il minimo indispensabile per riprendere le forze. Non incontrò nemici sulla strada, siccome la maggior parte del viaggio lo svolse nella foresta. Ormai Konoha era abbastanza distante. Si fermò in un piccolo paesello ai confini tra la terra del Fuoco e quella della Pioggia, non voleva uscire dal suo paese. Aveva paura che se andasse troppo lontano lui non l'avrebbe più trovata.  Si stabilì là, con i soldi che aveva preso da casa prima di partire affittò una stanza presso un locale. E aspettò. Aspettò che Itachi la trovasse e le spiegasse finalmente cosa stava succedendo. Peccato che a trovala per prima però, furono le notizie sui quotidiani,  che a quanto pare, viaggiavano molto più velocemente...

Dopo aver ucciso tutto il clan Uchiha e dopo aver instaurato in Sasuke l'odio di cui aveva bisogno per diventare più forte, Itachi aveva ancora una cosa da fare a Konoha: assicurare l'immunità da parte degli anziani del villaggio al fratello. Subito dopo infatti andò da loro, e li minaccio, dicendogli che se avessero tolto anche solo un capello a Sasuke sarebbe tonato, e avrebbe detto a tutti la verità, ossia che furono loro gli artefici dell'omicidio degli Uchiha, che furono loro a dargli quell' ordine terribile, che furono loro ad obbligarlo ad uccidere la propria famiglia. Questo avrebbe compromesso gravemente la loro situazione, e come previsto da Itachi accettarono di far restare l'ultimo superstite del clan Uchiha a Konoha, e ne assicurarono l'immunità da parte loro. Adesso, sul coprifronte di Itachi c'era un taglio, che andava disegnandosi da destra a sinistra, tranciando gravemente in due il simbolo di Konoha e segnando il suo tradimento nei confronti della Foglia. 

Ora sarebbe entrato nell'Akatsuki, una pericolosa organizzazione criminale, formata da ninja potenti, che avrebbe potuto tenere d'occhio molto più facilmente facendone parte, perchè potevano essere una minaccia per la città di cui ora era traditore. Ma prima di addentrarsi completamente nella sua nuova vita da criminale, doveva chiudere ogni legame con la vecchia... Doveva trovarla, spiegarle, mentirle e farsi odiare, perchè se ci sarebbe stato ancora dell'amore nel suo cuore per lui, non si sarebbe potuta creare una nuova vita felice, lontano da Konoha, lontano dagli Uchiha , lontano da lui...   

Seguirla non fu difficile, Kuria aveva lasciato appositamente tracce del suo passaggio ovunque affinchè lui le seguisse e la trovasse, lunghi fili di capelli neri o qualche incisione sugli alberi a forma di K. Certo il lavoro gli era facilitato, ma anche senza, sarebbe riuscito a trovarla, sarebbe riuscito a trovarla anche in capo al mondo semplicemente seguendo il profumo della sua pelle candida, o inseguendone il ricordo. Quel dolce, dolcissimo ricordo....

Arrivò in un piccolo paesello al confine con la terra della Pioggia. Era stata brava, era arrivata lontano, o per lo meno abbastanza lontano da Konoha. Si camuffò per bene affinchè nessuno lo potesse riconoscere, e cominciò a setacciare casa per casa cercando di non dare nell'occhio, finchè non la trovò. Si trovava in una piccola locanda per turisti e viaggiatori. Entrò dalla finestra della stanza al secondo piano che Kuria aveva affittato. Fu agile e veloce, e nessuno se ne accorse. Lei non c'era. Itachi osservò quella stanza che profumava di buono, di lei. In un'angolo era appesa la felpa nera col cappuccio con la quale era scappata la sera dello sterminio, andò li e la stinse tra le mani, mentre il cuore gli doleva terribilmente. Non doveva essere arrivata da molto, al massimo un giorno prima di lui, anchè perchè la sua corsa fu rallentata da continue svolte e cambi di marcia per poter sfuggire agli Ambu della Foglia che gli davano la caccia. L'aspettò seduto su una sedia in un'angolo della stanza, tra le mani la sua felpa.

Dopo una mezz'oretta la porta della stanza di aprì. Entrò lenta, lo sguardo assente, triste, vuoto. Nella mano sinistra una busta semivuota, con qualche alimento per sfamarsi. Il viso, il suo bellissimo viso era solcato ora da due profonde occhiaie viola, segno che non aveva dormito quasi per niente la sera pima, e la faccia era pallida, quasi bianca. Itachi ebbe una fitta al cuore quando la vide ridotta in quella maniera. Erano passati quattro giorni da quando l'aveva lasciata, ma sembravano un'eternità a vederla così.... Quando lo vide lasciò cadere la busta che teneva in mano, mentre sgranava gli occhi dallo stupore... o dallo spavento. Poi velocemente gli chiuse e abbassò la testa scoppiando in lacrime.

-Perché?

Fù quello che gli disse, piano sottovoce. E in quel "perché" era racchiuso un dolore immenso.

A itachi scese una lacrima sulla guancia, ma fu svelto ad asciugarla, e a non farsi notare mentre lo faceva.

-Perché? 

Ripetè allora lei. Ma in questo secondo "perchè" oltre al dolore c'era anche una nota di rabbia, e infatti alzò la voce.

-Perché!? Perché tutti i giornali dicono che tu...

Fece una pausa e respirò profondamente. Come se quello che stesse per dire non volesse uscire dalla sua bocca. E riprese più calma, abbassando la voce.

-Perchè tutti i giornali dicono che tu hai ucciso il clan Uchiha?

-Perché è vero.

Fu la risposta fredda e tagliente di Itachi. Una risposta che gli costò molto. Avrebbe voluto correre da lei ed abbracciarla, stringerla forte a sè, baciarla, falla diventare sua, e spiegarle tutto, chiarire, farle capire che non aveva voluto farlo, ma che era stato costretto. Per un'attimo si era immaginato come sarebbe stata la sua vita con lei, come sarebbe stato rinunciare alla sua identità, a tutto ciò che era stato, e ripartire da zero, con lei al suo fianco, farla diventare sua moglie e vivere con lei una lunga vita tranquilla, piena di amore. Ma si riebbe subito. Sapeva che se lei avrebbe continuato ad amarlo, sarebbe andata a fondo con lui, se la sarebbe trascinata nell'oscurità. E per quanto avrebbe voluto, non poteva rinunciare alla sua identità, era una cosa impossibile. Konoha avrebbe continuato a dargli la caccia, e prima o poi lo avrebbero trovato, e con lui anche lei. Le avrebbe messo in pericolo la vita. Perché da solo, nessuno o quasi, riusciva a metterlo alle strette ed a sconfiggerlo, ma se avrebbe dovuto proteggere anche lei, non ci sarebbe riuscito, perché l'avrebbero usata come suo punto debole, e le avrebbero fatto del male. E lui non voleva che lei soffrisse. Non voleva che lei avesse una vita fatta di continui spostamenti, per poter seguire lui.  Una vita di continue mancanze e sofferenze. No! Lei doveva odiarlo, dimenticarlo e costruirsi una nuova vita felice, magari con un'altro uomo, un uomo che avrebbe saputo amarla e che avrebbe saputo regalarle una vita tranquilla, felice e lunga.

-Ho ucciso tutti! I miei genitori, i nostri amici, tuo zio... Tutti! E sai perchè?! Semplicemente perchè mi ero stancato di quel clan che andava a fondo, che si deteriorava e si distruggeva lento. Così ho messo fine alle sue sofferenze, ho cancellato tutti in una volta i suoi dolori.

Kuria cadde in ginocchio. Una mano stretta a pugno si appoggiava al petto, lì dove batteva il cuore, e l'altra le faceva da sostegno al suo corpo stanco e provato da troppe emozioni tutte insieme, poggiandosi a terra. Perché Itachi, il suo dolce, tranquillo, affetuoso Itachi si era trasformato improvvisamente in un assassino senza cuore, che ora le diceva quelle orribili cose.

-E allora io...!? Io perchè sono viva? Perchè mi hai risparmiata?!

Itachi sentì il cuore fermarsi. E ora? Cosa poteva inventarsi?! Cosa poteva dirle!?

-Perché tu eri l'unico bagliore in quel pozzo di oscurità.

La risposta gli uscì dalla bocca spontanea e improvvisa, senza che ci avesse pensato, senza che avesse voluto.

Si guardarono. Entrambi stupiti da quella risposta. Poi lui abbassò lo sguardo, e lei capì: qualcosa non andava, Itachi le stava nascondendo nuovamente qualcosa.

-Che mi stai nasc...

-Dimenticami!

La interruppe improvvisamente Itachi.

-Odiami,  dimentica tutto ciò che eravamo, dimentica i bei momenti passati assieme, ora non esistono più e non potranno più esistere! Rifatti una vita, dimentica il clan, dimentica di essere stata un Uchiha, reprimi lo sharingan. 

Fece una pausa piena di dolore, ma poi continuò.

-Trova qualcun'altro che ti possa amare e rendere felice, costruisciti nuovi ricordi, ricordi felici. Dimentica l'assassino che ti ha rovinato la vita...

Poi lentamente lui si avicinò a lei, e altrettanto lentamente si abbassò per poter arrivare al livello della sua fronte. Le spostò delicatamente i capelli dalla fronte, e con dolcezza appogiò le sue labbra sulla fronte di lei. L'unica cosa affrettata di quel momento fu la lacrima di dolore che scese dal occhio sinistro di Itachi, e cadde sulla guancia di Kuria.                                                                   Ora lo aveva ritrovato, il suo tristissimo Itachi era lì, e le stava baciando la fronte. Kuria alzò lentamente la testa, lo guardò negli occhi. Stettero così per un pò, a fissare l'uno gli occhi dell'altro. Poi si baciarono intensamente, perchè sapevano entrambi che quello poteva essere l'ultimo bacio che si sarebbero dati. Un bacio intenso, ma corto, perché Itachi si sottrasse dopo poco, e in un attimo fù alla finestra da cui era entrato. Prima di uscire da quella finestra, per poi scomparire, le ripetè un'ultima frase.

-Dimenticami, e rifatti una vita, sii felice...

Poi si voltò e con un balzo fu fuori, lontano da lei, lontano da tutto ciò che avevano provato, lontano da quel bacio che si erano apena dati... 

Con quel balzo era cominciato il momento più buio e solitario della vita di Kuria.

  
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