Fanfic su artisti musicali > Gotye
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Autore: Tennant_is_a_puppy    10/11/2012    2 recensioni
EMA 2012. Francoforte. Volevo andare a vedere Carly Rae Jepsen. Non immaginavo nulla di tutto questo. Si faceva chiamare Gotye. Era straordinario.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, avevo promesso di continuarla subito ed ecco qua. Da adesso sarà tutta a capitoli ma per trovare il primo capitolo, per chi ha pensato che questa è una storia a sè, dovete trovare la One Shot intitolata così. Dovrebbero essere vicine. Vabbè, che altro devo dire? Ah già, aspetto recensioni con ansia...;)

Non sapevo se seguirlo o no. Lanciai uno sguardo a Milena ma la vedevo tutta affascinata da un americano. Sentii che mi tirava, anche se con delicatezza, era incredibilmente forte. Lo seguii. Mi portò lungo di stessi corridoi che a me sembravano tutti uguali. Mi aveva lasciato la mano e camminavo leggermente davanti a lui -Di qua- mi diceva ogni tantoindicandomi una porta quasi invisibile dato che il muro era tutto uguale. Alla fine salimmo una piccola scala e arrivammo in un corridoio bianco, con tutte porte di legno. Alcune avevano una targhetta dorata -Sono..i camerini?- domandai emozionata -Già- disse portandomi davanti una porta. Si trasse una chiave di tasca e mi lasciò entrare. La camera era abbastanza vuota, c'era una scrivania, un letto, uno specchio sulla scrivania di quelli con le lampadine tonde tutt'attorno. Appeso al muro c'era un grosso quadro. C'era lui, Wouter, senza maglietta con alcune parti del corpo dipinte. Sotto c'era una scritta : Somebody That I Used To Know. Ecco dovevo lo avevo visto! -Ma sei un cantante!- dissi quasi urlando. Lui scosse i ricci come per negarlo con sè stesso. Ero rimasta un po' spaesata -Sei candidato agli EMA- dissi, come per ricordaglielo. Lui si avvicinò alla parete e staccò il quadro, posandlo sul letto in maniera che l'immagine non si vedesse -Non ti ho portato qui per farti vedere come sono bravo e famoso, semplicemente là fuori saresti morta assiderata- io continuavo a parlare a macchinetta. Lui si limitò ad avvicinarsi e a togliermi la giacca con delicatezza, posandola sul tavolo. Poi si posò un dito sulle labbra alzando leggermente le sopracciglia, e, quasi ipnotizzata, mi azzittai. Lui mi fece un bel sorriso -Siediti- disse indicando con il mento la sedia -Bè, che vogliamo fare?- dissi sprofondando nella poltroncina. Lui si accomodò sul letto -Da dove vieni?- mi chiese -Italia- lui alzò le sopracciglia. Più lo vedevo e più lo avrei mangiato vivo per quanto era bello -Città?- chiese -Roma- lui inarcò completamente la fronte -Non sei troppo vicina. Ci dovevi tenere molto a vedere gli EMA- diss come se fosse una domanda -C'è gente da tutto il mondo. America. Inghilterra. Spagna. Belgio...- dissi squadrandolo enfaticamente -Veramente io vivo in Australia- disse. Io spalancai la bocca -Ci dovevi tenere molto a venire agli EMA-Lui ridacchiò. In quel momento mi si annebbiò la vista. Boccheggiai un momento e caddi luga per terra.

Quando riaprii gli occhi c'era il suo viso sopra il mio. Mi teneva il volto tra le mani e aveva le sopracciglia inarcate, al solito -Brava, respira profondamente- feci un lungo sospiro -Troppi sbalzi di temperatura- disse. Io cercai di richudere gli occhi -No no, ehi!- disse scuotendomi -Tienili aperti. Tienili aperti ho detto- io cominciai a riprendermi meglio-Su, piano piano- con una mano mi sorreggeva la testa e con l'altra la parte bassa della schiena, e piano piano mi alzò in piedi, tenendomi quasi abbracciata -Ecco qua- disse. Io mi sentivo un po' ritronata e vagavo con lo sguardo per la stanza -Ti senti bene?- disse prendendomi il viso tra le mani -Sì..- dissi scuotendo la testa -E' meglio che ti riaccompagno a casa..o all'hotel- disse poggiandomi una mano sulla schiena e conducendomi fuori. Mi infilò in una macchinina che doveva essere la sua e guidò fino all'hotel che gli avevo detto -Coraggio- disse fermandosi davanti all'entrata. Mi ero ripresa bene, ora. -Domani sera voglio proprio sentirti cantare- gli dissi -Se ritorni...- disse lui con aria invitante -Ci sarò. Buonanotte- dissi e chiusi il portello dirigendomi all'hotel
  
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