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Autore: BeeMe    10/11/2012    7 recensioni
#Annie - Athazagorafobia - Paura di essere ignorati, o di dimenticare.
#Effie Trinket - Chromofobia - Paura dei colori sgargianti
#Haymitch - Phasmofobia - Paura dei fantasmi
#Gale - Filofobia - paura dell' amore
#Enobaria - Fobofobia - paura di avere una fobia, di avere paura.
#Pollux - Laliofobia - paura di parlare, paura delle parole.
#Johanna -Dendrofobia - paura di alberi, foreste e legno
#Alma Coin -Atomosofobia- paura delle esplosioni atomiche.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esistono ricordi che svaniscono nel vento come cenere dopo un incendio.

Chaff li conosceva bene quei ricordi. Di solito erano i migliori, sorrisi che scomparivano nell’oscurità della sua mente.

I peggiori restavano sempre.

Si nascondevano nei tuoi pensieri più belli e ti ritornavano in mente nei momenti meno opportuni.

Chaff non dormiva più.

Come fai a chiudere gli occhi quando dietro alle tue palpebre si nascondo gli innocenti che hai dovuto uccidere?

Era sporco di sangue, vedeva le macchie scure allargarsi sulla sua pelle senza che potesse opporsi.

I ricordi ferivano, era più dolorosi di una spada affilata.

A Chaff la morte non aveva mai fatto paura, aveva sempre combattuto in prima linea. Aveva ucciso senza pensarci due volte quando aveva avuto l’occasione.

Eppure visioni insanguinate lo perseguitavano e lui non poteva fare altro che aggiungere whisky al suo bicchiere già troppo pieno.

Haymitch lo capiva, i loro fantasmi erano fin troppo simili.

Ma Haymitch non era come lui. Lui si era limitato ad allontanarsi, a usare l’astuzia.

Chaff non rifletteva mai troppo prima di agire.

Lui aveva ucciso, si era buttato nella mischia.

Axel non meritava di morire.

Lei era troppo piccola, troppo pura.

Dodici anni ed era già il tributo per un Distretto che odiava.

Dodici anni ed una lama nel petto.

Chaff l’aveva protetta fino alla fine, poi erano rimasti in due.

Axel sapeva già cosa sarebbe successo, aveva provato a scappare.

Chaff l’aveva trovata ed era tornato a casa.

Ma un’ombra di lei era rimasta con lui e non lo lasciava mai.

Axel era sempre al suo fianco, con il suo solito sorriso triste ed una spada infissa nel petto.

Era piccola, troppo.

Poco più di una bambina che era tornata a casa in una bara scura solo perché Chaff aveva voluto sopravvivere.

Era giusto lottare per vivere se poi alla fine i ricordi ti uccidono dentro?

L’alcool gli annebbiava lo sguardo, non gli faceva vedere Axel seduta al suo fianco, gli annebbiava la mente e i ricordi si mescolavano tutti insieme.

L’alcool non riusciva mai ad annebbiargli il cuore.

Chaff lo sentiva tremare, ribellarsi a quei ricordi che lo stavano trafiggendo lentamente e che l’alcool non spegneva.

Il suo cuore continuava a vedere Axel.

Ogni anno rivedeva il suo volto in quello dei giovani tributi estratti, ogni anni cercava di salvarli.

Uno era tornato.

Era felice di aver vinto, di essere sopravvissuto, ma i ricordi lo stavano già assalendo.

Chaff si chiedeva chi vedesse, chi lo perseguitasse.

Ogni tanto vedeva il ragazzo camminare per il Villaggio dei Vincitori con gli occhi bassi, spenti. Sembrava spento, come se l’arena l’avesse ucciso.

E l’aveva fatto.

Chaff sapeva che le ferite che sopravvivere lasciava erano più profonde di quelle di una spada, sapeva che erano mortali.

Sopravvivere ti uccideva.

Axel rideva quando Chaff pensava a queste cose e altro sangue usciva dalla sua ferita.

Cadeva sul pavimento formando una grande macchia scura, ma Chaff sapeva che non l’avrebbe vista nessuno.

Sangue invisibile per chi non riesce a dimenticare i morti.

Sangue invisibile per chi ha paura dei suoi ricordi, per chi ha paura del suo passato.

A volte Chaff desiderava non aver mai vissuto, non aver mai imparato a combattere.

Si era addestrato per sopravvivere, si era offerto volentario.

Aveva scelto lui il suo destino.

Aveva deciso lui di vincere.

Eppure non aveva mai pensato a quello che sarebbe venuto dopo, ai ricordi che sembrano non voler andare mai via.

Nel Distretto 11 non ci sono volontari, lui era stato un’eccezione.

Uno strappo alla regola, ecco cos’era.

Non aveva voluto una nuova mano, preferiva venire sommerso dai suoi ricordi che tornare a viverli.

Perché con due mani puoi impugnare un’ascia, puoi ancora uccidere.

Un moncherino non può fare a nessuno, Chaff ne era sicuro.

Eppure quando Snow aveva annunciato che i vincitori sarebbero tornati a combattere Chaff aveva desiderato avere ancora due mani.

Per uccidere.

Nell’arena i ricordi non esistevano, c’era solo il presente.

Axel era rimasta. L’aveva seguito nella giungla e dietro ai cespugli dove si era nascosto.

Axel l’aveva guardato quando Brutus l’aveva trafitto con la sua spada, aveva riso quando Chaff si era accasciato a terra.

E mentre l’uomo chiudeva gli occhi per l’ultima volta lei era sparita.

Perché prima o poi i ricordi scompaiono.

  
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