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Autore: rescuemejustin    11/11/2012    10 recensioni
il vuoto sotto di me, sentivo solo il vuoto.
un vuoto che mi dava i brividi, un vuoto che mi spaventava. ero nel bagno, come ogni fottutissima volta. confusa.
piangevo, mi facevo del male. i brividi mi percorrevano la schiena con violenza, le gambe erano sempre meno forti, la vista mi si appannava.
rimaneva solo la mia anima, lacerata da quel dolore, ma sempre viva.
era iniziato tutto quel fottutissimo giorno, quel fottutissimo giorno che mi portò via tutto ciò che amavo.
tutto ciò che mi rendeva felice.
liam.
"arrivo liam".
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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over again
 

 
 
il vuoto sotto di me, sentivo solo il vuoto.
un vuoto che mi dava i brividi, un vuoto che mi spaventava.
ero nel bagno, come ogni volta.
confusa.
piangevo, mi facevo del male. i brividi mi percorrevano la schiena con violenza, le gambe erano sempre meno forti, la vista mi si appannava.
rimaneva solo la mia anima, lacerata da quel dolore, ma sempre viva.
continuavo a tagliarmi, a farmi del male, ma non sentivo alcun dolore.
piangevo e piangevo, non riuscivo a smettere.
era iniziato tutto quel maledetto giorno, quel giorno che mi portò via tutto ciò che amavo.
tutto ciò che mi rendeva felice.
liam.
un brivido di freddo mi fece sobbalzare.
gettai la lametta per terra e presi un asciugamano. Mi disinfettai le ferite e le coprii con delle bende.
le lacrime continuavano a solcarmi il viso e la vista si faceva sempre più offuscata.
pensavo al suo sorriso, al suo ultimo sorriso.
pensavo a quella notte che me lo portò via.
pensavo a lui, e per questo non riuscivo a smettere di piangere.
era successo tutto troppo in fretta.
quella macchina, lui e poi l’inferno.
cercavo di asciugarmi le lacrime e di andare avanti come sempre, ma non potevo.
non potevo fare finta che tutto andasse bene mentre invece era tutto uno schifo.
sì, un vero e proprio schifo.
senza di lui niente aveva senso.
“liam” questo era tutto quello che riuscivo a dire mentre mi facevo del male.
non riusciva ad uscire dalla mia testa, era come una droga.
ripensare a quell’incidente era quello che mi faceva più male, al di là del dolore fisico che mi facevo.
liam era tutto quello di cui avevo bisogno, avevo solo lui, lui che mi voleva bene, che mi proteggeva e che avrebbe dato la vita per me. peccato che la sua vita è stata portata via troppo presto a causa di un ubriaco.
riuscii a smettere di piangere e a cambiarmi.
non avevo forze, ero debole, ero molto più debole del solito.
forse avevo esagerato, ma era più forte di me.
“avevi solo 18 anni” sussurrai percossa da un singhiozzo. non riuscii a controllarmi e riscoppiai a piangere.
continuavo a chiedermi “perché proprio a lui? perché proprio al mio liam?”. non riuscivo a fermarmi, la sua immagine era fissa nella mia mente.
era come se il mio cervello vivesse della sua immagine.
era come se senza il suo volto nella mia mente il mio cuore avrebbe smesso di battere.
ero troppo fragile.
senza liam era come un inferno.
senza liam la mia vita era solo sangue e lacrime.
“PERCHE’CAVOLO, PERCHE’? ALL’INFERNO A TUTTI” sbraitai in preda ad una crisi e mi buttai a terra.
dai miei occhi scendevano fiumi di lacrime, di ricordi, di odio, di paura. non sapevo di preciso di cosa, ma sapevo che erano provocate dalla sua mancanza.
continuai a gridare e a piangere.
“liam, torna da me” sussurrai appoggiandomi al muro ghiacciato.
strinsi le gambe al petto e appoggiai la testa sulle ginocchia. singhiozzai ancora per un po’ e pensai.
pensai e ripensai al mio angelo.
il mio angelo che mi aspettava tra le nuvole, il mio custode.
non sarei riuscita ad andare avanti ancora per molto.
il dolore era troppo, la forza era troppa poca.
era come se la mia anima fosse morta. il cervello e tutti gli organi funzionavano perfettamente, ma la mia anima era morta.
mi alzai dal pavimento e uscii di corsa, non presi neanche la giacca.
pioveva, ma non mi importava. iniziai a correre più forte che potevo.
cercai di liberare la mente anche se era praticamente impossibile.
arrivai alla mia meta: la scogliera.
faceva freddo, ma ormai il mio corpo non sentiva più niente.
salii sullo scoglio più alto e mi sedetti.
era notte fonda perciò non riuscivo a vedere molto.
riiniziai a piangere e a singhiozzare.
liam poteva vedermi, ne ero sicura. poteva anche sentirmi. era tutto questo che mi faceva sentire sempre più in colpa.
lui voleva che io fossi felice. avevamo fatto una promessa: “quando uno di noi morirà, l’altro non dovrà piangersi addosso, dovrà andare avanti.”. all’inizio mi era sembrata una cosa ridicola, pensavo che saremmo morti tutti e due molto vecchi, invece non è andata così.
ci volevamo bene, ci volevamo troppo bene.
non glielo avevo mai confessato, ma io lo amavo. amavo ogni suo piccolo modo di fare. lo amavo e basta.
lui non lo sapeva e io ogni giorno speravo di trovare il coraggio di dirglielo.
proprio quel giorno avevo preso coraggio e mi ero decisa a fare il grande passo, quindi lo avevo chiamato e gli avevo detto di venire a casa mia perché gli dovevo parlare.
non è mai arrivato.
proprio in quei pochissimi chilometri che ci separavano un’auto lo investì.
morì sul colpo, non ci fu niente da fare. tutto il coraggio che avevo trovato andò in frantumi per colpa di un alcolizzato che passò con il rosso.
rimasi seduta per un altro po’ sullo scoglio, poi mi alzai.
no, non ritornai indietro. ero decisa a farlo, ero decisa a porre fine a tutte le mie sofferenze.
ero decisa a tagliare la corda.
tutto sarebbe ricominciato daccapo.
liam mi ripeteva sempre questa frase: “alla fine va tutto bene e se non va bene, allora non è la fine”.
beh liam, ti sbagliavi, perché niente va bene, ma per me è arrivata la fine.
finalmente è arrivata la fine liam, finalmente ti raggiungerò.
prendo coraggio, mi asciugo le lacrime e trovo la forza di dire le mie ultime parole.
“arrivo liam”.

   
 
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