L'UNICA SPERANZA,ERA SOLO LA SUA VOCE.
Le
sue dita
si chiusero attorno ai fili d'erba che ricoprivano il campo di Detroit.
Un rumore
lieve-che risuonò in quel silenzio irreale,quel silenzio
simile a quello che
segue una tempesta,dopo che ogni cosa è stata distrutta e di
quel che c'era prima
non rimangono che frammenti che giacciono abbandonati -
e gli steli caddero a terra,troncati dalle
loro radici.
Polvere e
terra si alzarono in nuvole grigie che si depositarono sui suoi
vestiti,ma lui
non vi badò.
Altri fili
d'erba raggiunsero i primi. E poi altri. E altri ancora.
Affondò le unghie
nel terreno duro e le sue mani si richiusero a pugno,iniziando a
scavare. Le dita
si scontravano con la terra dura e con i sassi, le sue unghie si
spezzavano e si
coprivano di sangue e terra, ma a lui non importava. Scavava,con una
tenacia e
con una frenesia crescente,che rasentava la disperazione.
Scavava,come
se potesse servire ad arginare la tempesta che gli stava esplodendo nel
petto, come se potesse spostare quel macigno che gli schiacciava il
cuore, come
se potesse essere l'unico appiglio per impedirgli
di pensare che non poteva fare
nulla, e che aveva fallito.
Come se
quello scavare ossessivo potesse salvarlo da quelle coltellate che gli
trafiggevano il corpo che facevano più male di ferite
vere.
Come se fosse
davvero una speranza per raggiungerlo, per afferrarlo, stringerlo a
sè e
nasconderlo dal mondo, quel mondo che lo aveva strappato da lui.
Quello stesso
mondo dal quale avrebbe dovuto proteggerlo.
Un'ombra
apparve al suo fianco,ma lui non diede segno di averlo vista. Non
alzò la
testa, non si mosse, non si fermò.
Continuò a scavare.
- Dean -
Non rispose.
Non era la voce che voleva sentire. Era la voce sbagliata. Era
famigliare,ma
non quella giusta.
Non era quella voce,
l'unica che avrebbe potuto salvarlo in
quel momento, che avrebbe potuto buttargli il salvagente per farlo
riemergere da
quell'oceano di dolore destinato a non placarsi mai.
Quella non
era la voce che gli avrebbe impedito di massacrarsi le mani e di urlare
fino ad
avere la gola in fiamme. Fino a non emettere più alcun suono.
Non era
quella che gli avrebbe impedito di lasciarsi scivolare a terra e
piangere fino
a non avere più lacrime, non era quella che lo avrebbe fatto
sorridere solo con
un "coglione"appena mormorato in tono esasperato.
Non era quella che
voleva sentire. Non era
quella che poteva salvarlo.
Dean sentì
un sospiro e poco dopo Bobby comparve nella sua visuale, inginocchiato
accanto
alla sua figura accucciata.
- Dean -
ripetè, afferrandogli i polsi
e fermando
il suo scavare ossessivo. - Sapevi che sarebbe successo.-
Lo sapeva,ma non per questo faceva meno
male. Faceva male da morire.
- Lo avevi
accettato.- continuò Bobby,a voce bassa.
Non lo aveva accettato. Era l'unica cosa che
non avrebbe mai potuto accettare. Mai.
E Non avrebbe mai dovuto permetterlo.
-Stare qui,a
torturarti le mani, scavando come un pazzo con la stupida speranza di
poterlo
raggiungere, non lo riporterà indietro-
Dean alzò lo
sguardo, puntandolo sul volto di Bobby.
Occhi verdi
gonfi di pianto e di lacrime trattenute,si scontrarono con quelli del
cacciatore.
Una smorfia
di dolore sul suo viso, gli angoli della bocca curvi
all'ingiù, i denti che
mordevano forte le labbra per trattenere i singhiozzi che faceva morire
in
gola.
- Lo
rivoglio,Bobby. Lo rivoglio indietro.- La sua voce si spezzò.
Bobby
abbassò lo sguardo e si concentrò sulla minuscola
buca che Dean era riuscito a
scavare.
-Non è qui che lo
troverai. Fosse per
me, potresti stare qui a scavare fino a raggiungere il centro della
Terra. Ma
lui non
vorrebbe questo.-
- Bobby,lui...lui
è nella gabbia,da solo,è solo e Lucifero in
questo momento lo sta
torturando, gli sta facendo del male, e io..io non posso fare niente
per aiutarlo..Non
posso sopportarlo-
La voce di
Dean stava insieme per miracolo.
- Dean..-cominciò
Bobby, ma l'altro lo interruppe.
- Non dovrei
aiutarlo? Non dovrei tirarlo fuori dall'Inferno? Non dovrei salvare
quell'idiota
di mio fratello che è stato così stupido a
sacrificarsi per questo fottutissimo
pianeta?!-
Dean stava urlando. -Avrei dovuto impedirglielo, avrei dovuto dirgli
che avremmo trovato un altro modo, senza che lui dovesse morire per
salvare il
culo a tutti!-
-Gli hai
fatto una promessa,Dean. - mormorò Bobby,con voce roca.
Non era la persona più adatta per consolare Dean
in quel momento. Se non sapeva
come consolare sè stesso,come poteva farlo?
Se non poteva accettare la morte di
quello zuccone di Sam Winchester, come poteva pretendere di saper
consolare
Dean?
Ma anche se avesse potuto farlo,non ci sarebbe riuscito.
Non c'è
sollievo,per un perdita del genere. Non c'è una luce di
speranza per tornare ad
essere felici. C'è solo buio. C'è solo dolore.
-Gli avrei
promesso anche la luna, se fosse stato necessario. Era già
abbastanza spaventato
senza che lo facessi preoccupare anche per me. Senza che si dovesse
preoccupare
di quello che avrei fatto per riportarlo qui.-
Mi hai fatto una promessa,Dean.
E la sua
voce, quella voce che aveva un disperato bisogno di sentire e che
risuonò tanto
chiara e nitida,come se Sam gli stesse urlando nelle orecchie, esplose
nella sua
testa e gli procurò un dolore tanto acuto che
gli mozzò il fiato. Il suo cuore
batteva forte e così velocemente che avrebbe potuto
schizzare fuori dal petto.
Poteva davvero battere un cuore
che era stato spezzato e ridotto in briciole?
Dean chiuse
gli occhi, per trattenere quella lacrima che minacciava di cadere,
quella lacrima
che aveva trattenuto da quello che gli pareva un secolo. Il volto di
Sam gli
comparve davanti agli occhi.
Rivide il
suo viso corrucciato in una smorfia preoccupata.
Rivide i
suoi occhi tristi, che si illuminavano quando sorrideva.
Rivide le
fossette che gli comparivano sulle guancie quando rideva, anche se
erano passati
secoli dal'ultima volta che l'aveva visto ridere.
Rivide quel
suo sorriso appena accennato, quel segno di addio che gli aveva rivolto
prima di
cadere nella Gabbia.
La lacrima
gli rigò il volto, ma Dean non si mosse per asciugarla o
anche solo per
nasconderla.
Promettilo.
La sua voce
che lo implorava di promettergli di avere una vita normale e di
lasciarlo
laggiù.
La sua
risata.
Il tono
esasperato che ostentava davanti ai suoi scherzi.
Il suo
"coglione" bofonchiato tra i denti e il suo sbuffo divertito di
fronte alla sua risposta.
Il suo tono
da saputello sono- il- migliore -a-
fare-ricerche.
Le sue
battute che lo facevano ridere sotto i baffi, anche se non lo avrebbe
mai
ammesso.
I suoi scherzi
infantili, in risposta ai suoi ancora più infantili.
La sua
voce, prima di gettarsi dove lui non poteva raggiungerlo.
Va tutto bene, Dean. Ce l'ho in pugno.
E senza che
potesse controllarlo, Dean esplose. Non si può contenere
tanto dolore.
Non si può
venire spezzati in modo così orribile e riuscire a
sopportarlo.
Dean chinò
la testa verso il petto, piegandosi ancora più su
sè stesso, arrivando a toccare
la terra con la fronte. Le mani si chiusero a pugno, le unghie
affondarono nei
palmi, i singhiozzi uscivano dalle sue labbra,
il suo corpo tremava, le sue spalle
erano scosse violentemente.
Bobby gli
posò una mano sulla schiena, mormorando qualcosa, ma a Dean
non importava nulla
della promessa che aveva fatto, non importava nulla se poteva avere una
vita
normale, non gli importava di quel
fottutissimo mondo che avevano salvato.
Voleva solo morire.
Voleva solo raggiungere
suo fratello.
Voleva solo stringerlo tra le sue braccia un'altra volta, voleva
solo sentire il suo corpo e saperlo al sicuro. Voleva solo poterlo
proteggere
di nuovo.
Voleva solo
poterlo chiamare Sammy e vederlo voltarsi verso di lui,con una luce
negli
occhi che sapeva di casa ,di famiglia,di Sam.
Voleva solo
riavere la persona che amava di più al mondo al suo fianco.
Non avrebbe
potuto smettere di soffrire anche se lo avesse desiderato con tutto
sè stesso.
Dean lo
sapeva, avrebbe rispettato quella stupida promessa. Ma avrebbe cercato
di riportarlo
indietro,e se ci fosse riuscito,avrebbe ripreso a respirare, avrebbe
ripreso
ad essere felice.
Ma fino ad allora, sarebbe stato il fantasma
di sè stesso. Un fantasma che non può
vivere se la persona che ama di più
muore.
Un'ombra,che non può vivere senza suo fratello.
Senza la sua famiglia.
Senza la sua casa.
Buonsaaaalve :D Se siete arrivati fin qui,complimenti! Ottimo lavoro,vi manderò un Gabriel con un cesto di caramelle per ringraziarvi :)
Anyway,lo so,lo so fa schifo ed è deprimente delle serie-tagliamoci -allegramente -le -vene -tutti -insieme- ma mi frullava nelle testa da un sacco di tempo e non potevo non scriverla.
Si,d'accordo,potevo evitare di tormentare il mondo con la mia schifosissima fic,ma l'ho fatto lo stesso,d'accordo? Un po' di comprensione,suvvia u.u
Ecco,ecco,non ho mai scritto niente su Supernatural, anche se lo amo da morire,e questa è la mia prima storia. E per coloro che stanno pensando "speriamo che sia anche l'ultima" tsè,le speranze sono le ultime a morire u.u
Non smetterò mai MUAHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAH.
Comunque,dato che tutti angstano,angsto anche io.
"Questo si chiama conformismo,cara mia." Tsè,ho pure una mente ingrata che non mi capisce.
In ogni caso amo l'angst,lo amo e non c'è niente da fare. "Questo vuol dire essere sadici". Sarà.
Anyway,se mi lasciaste qualche piccola recensione mi farebbe piacere :D E vi manderei Dean a bussarvi alla porta di casa vestito da coniglio pasquale(?).
Ma Sam me lo tengo io,perchè tanto è mio u.u
Baci e abbracci,Gossip Girl.
Alla prossima <3