Ho camminato su marciapiedi.
Percorso tutta la città a piedi nella speranza di trovarti.
Strade dove ti vedetti spesso.
Birrerie.
Gelaterie.
Ristoranti.
Quelle strade che abbiamo percorso insieme.
Seguivo quella scia invisibile per occhi estranei.
La tua via.
La tua finestra.
Ancora le percorro, forse riuscirò a vederti prima o poi.
Riuscirò a vedere ancora i tuoi occhi neri.
Voglio rivederli, nei miei, su di me.
Ancora ci sei, mio signore amato.
Nella mia testa.
Nei miei sogni.
Ancora ci sei, signore amato mio.
Guardami.
Sono io.
Nessuno potrà mai cancellare il nostro istante che accadde.
Un anno fa.
No, non dimenticarlo.
Non dimenticare.
Non dimenticarmi.
Te lo impedirò.
Mio signore amato.
Ti ho soprannominato, ora sei diverso su queste pagine.
Ricordi?
Oh sì, ricorderai.
Animale invertebrato.
Eccoti.
Mio amato animale invertebrato.
Dove sei ora?
Cosa fai?
Mi pensi?
Mi pensi come ti penso io?
Sei sempre nella mia testa.
Non lo sai.
Non devi saperlo.
Oppure…
Lo vorresti sapere?
E se lo sai?
Dimmelo.
Fai cessare questa dolce e lenta tortura di cui mi hai resa prigioniera.
Fai cessare i sogni, le tue labbra sulle mie.
Che lente… mi baciano.
Morbide…
Calde…
Non andrai via, non sei ancora andato via.
Ancora ci sei.