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Autore: Alyssia Black    11/11/2012    9 recensioni
Nei dì di festa i bambini più piccoli piangevano. Non amavano mettere i vestiti più belli ed eleganti. Con quelli indosso non potevano rotolarsi nel fango o salire in cima agli alberi più alti per guardare il panorama. Rischiavano di sporcarsi e, quindi, di far arrabbiare le mamme. Odiavano pulirsi le orecchie, pettinarsi i capelli e doversi comportare bene.
***
GrisamxPervinca | One-shot
[Storia partecipante al contest "Romantic Contest" di Silvia Fencis
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grisam Burdock, Pervinca Periwinkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: Alyssia Black [EFP], PiccolaStellaSenzaMeta [forum]
Titolo: L’amore nei dì di festa
Pacchetto: Buio (Grisam/Pervinca)
Genere: Romantico
Avvertimento: One-shot (799 parole di Word escluse le citazioni)
Introduzione: Nei dì di festa i bambini più piccoli piangevano. Non amavano mettere i vestiti più belli ed eleganti. Con quelli indosso non potevano rotolarsi nel fango o salire in cima agli alberi più alti per guardare il panorama. Rischiavano di sporcarsi e, quindi, di far arrabbiare le mamme. Odiavano pulirsi le orecchie, pettinarsi i capelli e doversi comportare bene.
NdA: Questa è la mia prima storia nel fandom di Fairy Oak. Ho letto i libri tempo fa ma, per informarmi meglio, li sto rileggendo tutti ora. Comunque grazie al tuo contest ho iniziato a scrivere su questo fandom e te ne sono immensamente grata! Inoltre non so quando sia nata Tomelilla ma ho immaginato fosse in settembre. Spero che mi concederai questa piccola “licenza”. Le frasi scritte all’inizio e alla fine della storia sono tratte dalla poesia “Il sabato del villaggio” di Giacomo Leopardi. Comunque spero che la storia ti piaccia. Un bacio. 
 
 
 
 
 
 
 
L’amore nei dì di festa

I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dì del suo riposo.
 

Nei dì di festa i bambini più piccoli piangevano. Non amavano mettere i vestiti più belli ed eleganti. Con quelli indosso non potevano rotolarsi nel fango o salire in cima agli alberi più alti per guardare il panorama. Rischiavano di sporcarsi e, quindi, di far arrabbiare le mamme. Odiavano pulirsi le orecchie, pettinarsi i capelli e doversi comportare bene. 
Ed erano le fate e le mamme a doverli inseguire tra le vie del villaggio con cravatte, fiocchi o camicie. 
Di solito erano i maschi a odiare quei dì di festa, loro erano i più ribelli.
Eppure anche io, nonostante fossi la tata di due bambine, avevo diversi problemi.
Vaniglia adorava le ricorrenze. Le piacevano i vestitini che Primula Pull le confezionava. E meglio ancora se erano ricchi di fiocchi e merletti. 
Pervinca, che invece preferiva i pantaloni alle gonne, odiava le feste. Non le piaceva dover indossare quei vestiti che la sua gemella amava.
Spesso, prima dei compleanni o delle feste cittadine, scappava, ancora in pigiama. Sovente la trovavamo appollaiata come un merlo sui rami più alti degli alberi del giardino. E solo Barbo Tagix sa come faceva a salirci! Lei non poteva mica volare di giorno.
Comunque quasi sempre Dalia riusciva a convincerla a indossare fiocchi e pizzi e se ciò non accadeva, interveniva la figura autoritaria di Cicero che andava a stanarla.
Nonostante questo, Pervinca ripeteva in ogni occasione di odiale le gonne. 
Con quelle non poteva mica correre a casa di Flox o di Grisam!
E anche a casa di quest’ultimo c’erano diversi problemi. Grisam Burdock, nipote dell’illustre mago Duff, era restio ai dì di festa. Spesso, assieme alla mia Pervinca, si nascondeva nella folta chioma di Quercia o a casa di Campanula e Meum McDale. Non entravano nell’abitazione, ovviamente, ma stavano nel loro giardino. Quel luogo, con arbusti dalle fitte fronde, era stato scenario di mille giochi, da Nascondino a Calciopalla.
E i McDale non se ne accorgevano! O forse erano al corrente delle marachelle dei ragazzi della Banda, ma li assecondavano.
Comunque molto spesso nei dì di festa Grisam e Pervinca scappavano insieme. E proprio così accadde quel giorno.
Era  il compleanno di Lillà, una calda giornata autunnale. Vaniglia e Pervinca si apprestavano a compiere quattordici anni ed erano divenute, ormai, delle signorine. Erano due ragazze graziose, buone e gentili. E in particolar modo Vaniglia. Molti erano i ragazzi che la seguivano, innamorati. Tuttavia lei rifiutava cortesemente tutti quegli spasimanti. Il suo cuore batteva solo per un ragazzo che proveniva da lontano, il cui nome era Jim. 
Invece Pervinca era fidanzata già da diverso tempo con il Capitano. Erano fatti l’uno per l’altra, perfetti assieme. 
Comunque, tornando alla nostra storia, quel dì si sarebbe festeggiato il compleanno di Tomelilla. Si sarebbe svolta una festa in Via degli Orchi Bassi, a casa della famiglia Periwinkle. Già da tempo le gemelle avevano invitato i loro amici più cari ma, come ogni anno, oltre metà del villaggio si sarebbe presentata a quell’occasione.
La festa sarebbe iniziata alle ore sedici e già due ore prima Vaniglia era pronta.
Indossava un vestito di candido tulle bianco cucito, ovviamente, dalla magnifica sarta del villaggio, Primula. 
Anche Pervinca avrebbe dovuto indossato qualcosa di simile, ma il problema era farglielo mettere.
Dalia aveva tentato in ogni modo di convincerla ma Pervinca era scappata. Le importava della festa della zia, ma odiava i luoghi colmi di gente. Preferiva starsene con Grisam. 
Quel giorno si trovarono in prossimità degli Alti Boschi, a ridere e scherzare insieme. Erano fatti l’uno per l’altro. Entrambi maghi del Buio, forti e potenti, coraggiosi e leali. 
Pervinca anche quel giorno salì su un albero, il più alto della zona. Amava leggere accucciata tra i rami, la facevano sentire protetta. 
E poco dopo arrivò Grisam. Non si può dire che amasse le festività, ma non era particolarmente restio ad esse, almeno non come Pervinca! E sapeva che la sua fidanzata si rifugiava sempre in un determinato luogo. Lui correva a consolarla se era triste, sapeva rallegrarla, sapeva farla sorridere. Solo lui era capace.
-Pervinca!- si sentì chiamare la più grande delle gemelle. La ragazza guardò cosa accadeva sotto ad essa. Il Capitano la guardava. Per la sorpresa quasi cadde dal ramo, ma cercò di mascherare la sua felicità nel vederlo. Con un balzo scese e corse ad abbracciarlo. E lui la strinse a sé, donandole un bacio sulla fronte. Tuttavia Pervinca gli rispose, baciandolo. Le loro bocche si unirono, le loro labbra si congiunsero in un piacevole bacio. Non era mai accaduto prima. 
E lì, all’ombra di uno degli alberi più antichi degli Alti Boschi, i due ribadivano ancora una volta quanto si amassero. Ed era così. I due maghi del Buio, si volevano veramente bene. 
Per la prima volta un dì di festa era stato piacevole, anche per Pervinca. 
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.



 

Alyssia's corner
Buongiorno a tutti, amanti di Fairy Oak. Dal momento che sono nuova del fandom, mi sembra obbligatoria una presentazione. Io sono Alyssia Black (ex PiccolaStellaSenzaMeta) e sono una veterana (parolone) nel fandom di Harry Potter. Ho letto la saga di FO da piccola ma ora, per un contest, ho deciso di riprenderla e di scrivere anche qualche fan fiction. Ho scritto questa storia durante una profiqua ora di latino xD. Come ho già precedentemente detto, mi sono presa una licenza riguardo al compleanno di Lillà. Non so quando sia nata e, per questo motivo, ho immaginato fosse in settembre. Le frasi scritte in grassetto all'inizio e alla fine della storia sono tratte dalla poesia "Il sabato del villaggio" di Giacomo Leopardi. Non so come ho caratterizzato Pervinca. L'ho immaginata impulsiva ma anche schiva. Spero che la storia vi sia piaciuta.
Un bacio.
A.
   
 
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