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Autore: Animalus    11/11/2012    1 recensioni
Il Tempo è inscindibile, ma se qualcuno di nascosta ci viaggia per studiare il passato
, e quel qualcuno volesse fermare il Disastro…
è qui che inizia la nuova avventura di Jess 16enne pronto a scoprire se stesso e i suoi poteri…”
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
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Inghilterra 1903
 
Robert correva nella foresta, non aveva quasi forze, tutto quello che non pensava possibile, tutto quello che non doveva accadere era successo. Lo avevano liberato ed ora Lui cercava vendetta, doveva fare qualcosa al più presto. Doveva diffondere la cura, il messaggio prima che il mondo crollasse a causa sua.
 
Uscì dalla boscaglia e vide un piccolo villaggio, vedeva qualche fuoco acceso, dove si trovava? Quando aveva usato la Macchina non era sicuro di sapere dove si trovava o in che tempo. Doveva fare presto!
Si avvicinò di corsa quando vide che il villaggio era contadino, sembrava antico, forse primi del '900?
Imprecò tra se, troppo presto!
 
Iniziò a bussare alle porte del villaggio, dovevano essere le prime ore del giorno, forse le 3 o le 4. Sperava che non lo avessero preso a fucilate, o peggio.
Una porta si aprì
Robert si avvicinò di corsa, in quale lingua avrebbe dovuto parlare? Imprecò sottovoce, quando vide uscire una donna, aveva in mano una piccola lampada a gas
La donna era sulla quarantina, bionda, con un seno prosperoso e delle forme ormai non più giovanili. Si copriva con una piccola mantellina di lana e indossava una lunga gonna che toccava a terra.
 
Donna: chi è? Fatti vedere!
Almeno era una lingua che capiva, L'inglese.
 
Robert si avvicinò, vide la donna stupirsi, certo come poteva essere diversamente?  Tutti lo avrebbero fatto vedendolo, con i capelli lunghi, sul biondo sporco, barba incolta.
 Vestiva un pantalone nero strappato, di un tessuto che in quell'epoca non era stato creato, la camicia bianca era strappata e sporca di sangue, mostrava il suo corpo scolpito, aveva una spada sul fianco. Una collana con una croce argento al collo. 
Robert: aspetti non fugga...ho bisogno di aiuto...dove siamo?
Donna: lei...non può stare qui...vada via....
Robert si fece avanti e le prese il polso, la donna poteva urlare, ma doveva tranquillizzarla, doveva tenerla a se, le prese il volto e si guardarono negli occhi, Robert vide la donna cedere, ai suoi occhi, la vide immobilizzarsi.
Robert: brava ora dimmi, dove siamo?
Donna: Siamo in Inghilterra, vicino Cardiff nel 1903 signore.
Robert: cazzo! Troppo presto....ora ti scorderai di tutto quello che hai visto, e te ne andrai a dormire, domani tornerai alla tua vita...
Poi gli venne un idea
Robert la prese di nuovo e la fissò
Robert: quando avrai dei nipoti e starai per morire, devi dir loro queste parole…
il messaggio si perse, quando una folata di vento interruppe i due, Robert sapeva cosa era quel segnale, ma lui aveva la sua missione doveva continuare a cercare, guardò la Donna e gli sorrise, gli accarezzò il viso
Robert: andrà tutto bene...ricorda il messaggio e diffondilo...hai  più di un secolo per salvare il mondo!
La donna lo fissava con sguardo ebete, i suoi poteri erano troppo forti, si tolse la croce dal collo e lo mise al collo della donna
Robert: dallo in eredità al tuo primo figlio, che questa cosa non si interrompa...fallo e saprò  che hai portato la notizia.
Sentì avvicinarsi una nuova folata di vento, si girò e lascio la donna davanti alla porta, Robert la fissò mentre il vento lo circondava e si lasciò trasportare.
Doveva diffondere il messaggio, doveva portare l'avvertimento. Non si sarebbe dimenticato di quella donna, quella famiglia sarebbe stata unita alla sua fino alla fine dei tempi, e Robert sapeva che la fine dei tempi era troppo vicina.
 
 
Orwell,NY, Ottobre 2012
 
Jess era disteso sul letto, come ogni mattina si era svegliato molto presto, aveva fatto i suoi esercizi, ed ora osservava il soffitto della sua stanza, era decorato con piccole stelle, odiava quella carta da parati, ormai a 16 anni doveva essere diverso, non era più un bambino.
Si toccò la croce che aveva al collo, era d'argento, suo padre gliela aveva fatta trovare l'anno prima, da quel momento non era mai riuscito a toglierla. L'adorava.
Si alzò e si guardò allo specchio, aveva un corpo muscoloso, ma non eccessivo, delineato; come ogni mattina era in boxer, adorava dormire senza vestiti, lo faceva sentire più libero. I suoi occhi celeste chiaro erano sempre la cosa di lui che più aveva attratto la gente, tutti lo osservavano per questi occhi stupendi, uniti ai suoi capelli biondo scuro, aveva fatto da subito faville a scuola. Ma lui non era interessato a quelle attenzioni, lui doveva essere concentrato sullo stare bene. La sua famiglia non se la passava bene, la crisi economica aveva portato suo padre ad abbandonare la famiglia dopo aver rubato i soldi a tutto il paese, e sua mamma lavorava sempre e non riuscivano più ad avere lo stesso rapporto di prima. Ma lui era forte e andava avanti.
Sentì la croce appesantirsi sul petto, la prese in mano era ghiacciata
Jess: cavolo!
Sembrò quasi illuminarsi, non capiva, poi vide come se qualcuno stesse incidendo una scritta sul retro della croce, apparve scritta in rilievo, stupì il ragazzo
C'era scritto a lettere quasi antiche, come se fosse stato scritto da sempre.

We Are Coming

 
Jess si stupì, cosa significava quel piccolo messaggio, chi stava arrivando? Cosa stava succedendo?
Suonò la seconda sveglia quella che segnava l'ora di andare a scuola, colse Jess immerso nei suoi pensieri ma doveva andare ora. Si rivestì di corsa, con una maglietta a maniche corte e jeans, prese lo zaino sulla spalla ed uscì, dando un ultimo sguardo allo specchio, lo faceva tutte le mattine, non era per vanità, per controllare come stesse vestito, era solo un riflesso dovuto al suo passato, al suo cupo padre.
Usci dalla stanza e chiuse la porta. In quell'istante lo specchio si ruppe. Dall'armadio uscì Robert aveva visto tutto, lui era il discendente di quella donna, lui portava il messaggio, guardò lo specchio rotto e rimase stupito, guardò dalla finestra Jess che si incamminava verso la scuola con le cuffie  dell'iPod sulle orecchie. Quel ragazzo era più di quello che si fosse aspettato...forse non aveva fallito del tutto...oppure si era sbagliato di grosso?
Un bracciale che aveva al polso si illuminò, qualcuno lo stava chiamando, premette un pulsante ed un ologramma apparve davanti ad i suoi occhi. Non si sarebbe mai abituato a quelle nuove tecnologie.
Subito la chiamata venne inoltrata, e comparve lei, il suo capo, la Dottoressa Summers, Andrea Summers.
Andrea: agente Dweet manca da troppo tempo ai rapporti...dove si trova?
Robert: sono in America nel 2012
Andrea: cosa? Le è stato proibito interferire con quegli anni
Robert: non mi importa, qui stiamo mettendo in gioco il tempo e lo spazio non se ne rende conto?
Andrea sembrava furiosa
Andrea: sta cercando di mettersi nei miei panni?
Robert: sembra che io sia l'unico che stia facendo qualcosa...e ho trovato la soluzione
Andrea: e quale sarebbe?
Robert: avvertire la popolazione di cosa accadrà tra 6 mesi!
Andrea: non faranno mai in tempo
Robert era sicuro di ciò che aveva visto, Jess era un messaggero, ma conteneva anche una possibilità di salvezza
Robert: qui si sbaglia...ho trovato chi può salvare il mondo, chi può impedire tutto ciò...ho trovato un Telecineta
Andrea: non sia sciocco, sono stati varcati futuri su futuri e nessuno ha mai potuto salvarli dal Disastro, che ha portato alla distruzione totale e quasi all'estinzione e tu ora dici di aver trovato un Telecineta? Il primo della sua specie!
Robert: si signora
Andrea aveva paura, la storia stava per essere riscritta, il suo stesso futuro poteva cambiare, ma non poteva permettere che quell'uomo, pur considerandolo una persona fedele, mettesse le mani su quella rarità
Andrea: lasci il posto a persone più importanti di lei
Robert: no, voi non avete voluto ascoltarmi....ora farò di testa mia!
Andrea: sa che arriveremo lo stesso? E lei verrà severamente punito?
Robert sorrise aspettava quel momento
Robert: si lo so...ecco perché in questo momento , il virus che ho immesso nella Macchina ha appena fatto il suo lavoro, e ha cancellato le mie coordinate. Per quando ristabilirete la connessione, me ne sarò già andato in un altra nazione portando il Telecineta con me...ho commesso già errori in questo mondo è ora di rimediare anche ai vostri!
Andrea parve sorpresa, era senza parole
Robert: salutami tua madre!
E chiuse la chiamata.
 
Jess arrivò a scuola, faceva il secondo anno, gli piaceva andare a scuola anche se con tutto quello era successo negli ultimi mesi aveva perso interesse in tutto. La gente lo osservava passare, quasi come se fosse un estraneo, e pensare che per molti lui era il compagno di banco in alcune classi, o li conosceva dall'asilo. Il liceo purtroppo fa capire che tipo di persona si diventa...nel bene e nel male.
Si avvicinò al suo armadietto e prese i libri di chimica e di fisica le prime materie della giornata, in quel momento si sentì chiudere l'anta dell'armadietto.
Jess: che cazzo!
Si girò e vide Tom, il capo della squadra di lacrosse, uno di quelli che conosceva da una vita.
Tom: ecco il piccolo Sawer cosa ci fai ancora qui?
Jess: sai la scuola bisogna frequentarla
Tom: si vero...i piccoli geni devono stare qui, no? Però tu devi pagare!
Jess non aveva idea di cosa stesse parlando
Jess: cosa?
Tom: tuo padre era a capo di tutti i negozi di macchine  di Orwel! Ed è fuggito lasciando tutti sul lastrico...tua madre nega, ma tutti sanno che i soldi li avete quindi devi pagare!
Jess rimase ferito da quelle parole, ogni volta tornava quella storia, suo padre aveva rubato i soldi ed era fuggito lui non conosceva la verità su quella storia, ma ora, come sapeva anche lui, era costretto comunque a subire quelle angherie. Non ne poteva più.
Fisicamente Tom era più basso e mingherlino rispetto a Jess, ma si leggeva nei suoi occhi castani la voglia di lottare, Jess non aveva voglia di farlo doveva cercare di andarsene da lì
Jess: lasciami stare, non so nulla su questi soldi
Tom si era portato i suoi scagnozzi, erano due armadi, Jess non avrebbe potuto affrontarli tutti e tre in nessuna maniera.
Tom: guardate che femminuccia sei proprio come tuo padre
E lo spinse, Jess non cadde a terra, si voleva girare per andargli contro, ma si piazzò in mezzo a loro Mary, la ragazza di Tom, non era una cheerleader, come qualsiasi telefilm americano poteva far immaginare. Una semplice ragazza  dai capelli neri e gli occhi dorati, abitava nella stessa via di Jess i due non si parlavano mai, sua madre aveva perso il lavoro per colpa del padre, doveva odiarlo anche lei.
Mary: ehi ragazzi calmate i muscoli
Tom la cinse in un abbraccio
Tom: sto mettendo in chiaro la questione con Sawer
Mary guardò Jess, il ragazzo notò uno sguardo simile alla compassione più che all'odio
Mary: guardatelo non mi sembra che abbia molti soldi no?
Tom: già magari li nasconde per il padre, non credi?
Mary: non credo che sia così stupido...dai, poi non roviniamoci l'anno abbiamo tante cose da fare...anche ora.
E lo baciò intensamente, dalla piccola folla che si era riunita attorno a quella che doveva essere una rissa uscirono fuori delle risate e dei fischi di incoraggiamento
Tom: ok dai lasciamolo stare per ora...ma tornerò e riavrò i miei soldi!
Jess non rispose e vide che la gente se ne andava, lui rimase ad osservare la scena schifato, sentiva odio e rabbia dentro di se, toccò l'armadietto prese gli ultimi libri e si avvicinò alla classe per la lezione.
Girò l'angolo del corridoio e sentì un rumore metallico, pensò che fosse qualcuno che aveva sbattuto contro un armadietto, non ci badò ed entro in classe.
Anna la reporter della scuola, vide invece che tutti gli armadietti davanti a dove c'era stata la mini rissa tra Tom e Jess si aprirono e si accartocciarono tutti come se qualcuno con una forza invisibile li avesse piegati. Anna amava quel tipo di cose, fece qualche foto. La campanella suonò e dovette rientrare in classe con la speranza di poter chiedere qualche informazione a Jess sull'accaduto.
 
USS Nature. Orbita Terrestre, Ottobre 673 P.D. (2685)
 
Andrea era comandante della nave dei Teleporta chiamata Nature. Da quasi 5 anni, aveva esplorato tutto il passato e il futuro mai avrebbe immaginato una crisi del genere, da quasi 80 anni si era scoperto il modo di viaggiare indietro del tempo per cercare rimedio al disastro che aveva colpito l'umanità 673 anni prima, ma nessuna riscrittura temporale era possibile, ed ora invece il suo più caro amico pareva aver trovato la soluzione, ma era troppo stupido per poterla condividere con tutti, persino con lei.
Quello strano saluto finale l'aveva inquietata nel profondo. Cosa voleva dire quel "salutami tua madre?"
Un vecchio insulto? No qualcosa di più, sua madre era al comando dell'operazione Disaster , prima di accertarsi di tutto doveva controllare i danni della Macchina.
Si recò nell'hangar delle partenze temporali, tutti i blocchi di partenza erano bloccati. Gli agenti temporali non potevano in nessun modo interferire con la storia, ma dovevano solo osservare immedesimarsi, studiare i comportamenti, ovviamente avevano causato alcuni danni nel tempo ma nei 5 anni questo era il più grave problema che si era trovata ad affrontare.
Gli umani mentre passava facevano il saluto militare, lei era soddisfatta, quella posizione era importante per lei e lo aveva sempre desiderato.
Andrea: voglio un rapporto dei danni tra 5 ore, ora datemi un primo referto
Subito uno scienziato in tuta bianca e nera si avvicinò, sembrava con aria titubante, la sua famiglia era forte e potente nella Confederazione Terrestre, suo padre reggeva il Senato, ma i rapporti con lui si erano persi da tempo.
Scienziato: signora il rapporto implica la non attività della Macchina per le prossime 12 ore.
Andrea: riusciamo a recuperare le coordinate dell'agente?
Lo scienziato scosse la testa, la risposta non gli piaceva
Scienziato: non ne siamo certi, ma l'anno è il  01 A.D. Ovvero il 2012 signora, il mese e il luogo saranno sicuramente più sicuri da raggiungere quando avremo notizie sicure sui danni.
Andrea era insoddisfatta, si girò e se ne andò senza dire una parola. Ora doveva affrontare le sue domande.
Entrò nella sua camera privata e compose il numero di sua madre, in quel momento apparve l'ologramma della madre
Andrea: Buona sera madre
Samantha: Andrea cara buona sera, come mai questa chiamata?
Andrea aveva quasi timore
Andrea: abbiamo avuto un problema con la Macchina. Un nostro agente ha inserito un misterioso virus che ha costretto un riavvio dei sistemi per 12 ore.
Samantha parve sorpresa
Samantha: come è potuto accadere?
Andrea: ha trovato un Telecineta
Samantha: quale sarebbe la novità...figliola stai parlando troppo complicato
E gli fece un sorriso, sua madre era stata una bellissima donna, ora era l'ombra di se stessa.
Andrea: l'ha trovato nel 2012 signora...vuole evitare il Disastro...
Samantha sembrò quasi urlare, Andrea rabbrividì dall'espressione della madre
Samantha: non è possibile sono state fatte ricerche su ricerche in quell'epoca, loro arriveranno e nessuno potrà salvarli...questo è certo!
Andrea: Robert dice di si...
Samantha rimase sconcertata, quell'uomo ce la stava facendo...doveva impedire che li avvertissero, doveva fermarlo
Samantha: dovete fermarlo...come ha avuto accesso alla Macchina?
Andrea non sapeva ancora dare una risposta
Andrea: non posso dirlo con certezza, ma è stato aiutato
Samantha fece la voce dura
Samantha: basta figliola adesso devo entrare in gioco io, tu verrai mandata a prendere l'agente e lo farai ragionare come si deve. Arriverò domani così potremo subito partire
Andrea doveva fargli quella domanda che gli premeva
Andrea: mi ha detto di salutarti...sai il motivo?
Samantha rimase silenziosa poi parlò
Samantha: farneticava...a domani figliola, sistemeremo tutto
E chiuse la chiamata, Andrea tornò a sistemare il casino successo, il tempo scorreva e il pericolo di alterare la storia era troppo forte.
Samantha si girò verso la scrivania, era furiosa, quell'agente l'aveva fatta franca pensava di averlo ucciso invece era diventato una minaccia per il suo piano, non doveva trovare quel Telecineta, dovevano essere tutti messi al sicuro , come poteva essere sfuggito, come?
Con quelle domande si preparò al viaggio verso la Nature, colma di rabbia e di paura che quell'agente ribelle potesse rivelare la natura della sua vera missione.
 

 

Orwell,NY, Ottobre 2012

 

 Jess seguì la lezione pigramente, come era sempre solito fare andava bene a scuola, era sveglio e capiva tutto subito ma non gli piaceva stare lì con tutti quei pensieri.
Suonò la campanella ed uscì seguito da tutti gli studenti per il cambio classe, passò davanti al suo armadietto e vide che era transennato, e si trovano sul posto due guardie della sicurezza e il preside, era accaduto qualcosa, cercò di avvicinarsi.
Il preside un uomo anziano ma sveglio lo vide
Preside: Sawer qui c'era il tuo armadietto?
Jess indicò una serie di rottami di metallo
Jess: era lì...ma cosa è successo, è esplosa un bomba?
Preside: non si sa nulla al momento, sembra che il metallo si sia deformato con tale forza da essersi rimesso in quella forma...non ci voleva proprio.
Jess venne trascinato via da una mano e si trovò di fronte Anna, la ragazza con i capelli ramati e gli occhi di ghiaccio così la chiamava alle medie, era ancora più carina. Ma a sue spese l'aveva conosciuta quando cercava di fargli la corte per scoprire torbidi segreti sulla sua famiglia.
Anna: ho visto tutto! Dimmi come hai fatto?
Jess non capiva
Jess: cosa?
Anna: non fare lo stupido quello che hai fatto con gli armadietti è stata una figata!
Jess era più confuso di prima
Jess: non pensavo che la fama di reporter fosse così dannosa alla tua salute sai?
Detto questo prese lo zaino e si diresse verso la classe lasciando Anna a bocca aperta.
Robert osservava la scena sotto copertura vestito da bidello della scuola, la situazione stava precipitando il ragazzo stava iniziando ad usare i poteri, ma cosa li aveva scatenati...e soprattutto lui sapeva cosa stava facendo?
 
Jess si godeva l'ora del pranzo come al solito sugli spalti del campo sportivo, era sua abitudine ormai da quando era fuoriuscito lo scandalo di suo padre, non aveva paura degli altri ma preferiva essere solo e non accerchiato dagli sguardi dei suoi compagni.
Amava essere solo, lo sentiva dentro di se, la solitudine lo aveva accolto e lui ci si trovava bene, ma queste erano sue parole oppure era lui stesso che si auto convinceva di questo?
In quel momento sentì un presentimento, alzò la testa e vide un pallone da football che gli si stava avvicinando, Jess alzò la mano e senza pensarci fermo il pallone.
Si guardò la mano e il pallone, da quando aveva quei riflessi?
Sentì avvicinarsi a passo pesante John, era vestito con la classica felpa dei giocatori di football, capelli castani tagliati alla militare e occhi azzurri, era il classico che tutti consideravano il suo migliore amico, lui gli voleva bene ma era distaccato.
John: wow che presa Jess ma sei migliorato in quest'estate?
Jess sorrise e glielo rilanciò e notò che l'amico a momenti non cadeva all'indietro per gli scalini degli spalti per il contraccolpo del lancio
John: ehi che mi vuoi ammazzare?
Jess: dopo chi mi verrebbe a rompere tutti i santi giorni?
John sorrise e si mise vicino all'amico
John: dai, se non fosse per me tu te ne saresti già andato da questa scuola!
Jess: si vero il mio amore per te mi ha fatto rimanere
E lo abbracciò
John fece gli occhi dolci, i due scherzavano sempre così, John aveva confessato a Jess di essere gay e lui lo aveva accettato, poi era successo lo scandalo con suo padre e John gli era rimasto affianco, non sapeva il perché visto che anche sua madre aveva perso soldi con suo padre, forse si sarebbe vendicato successivamente, o era veramente suo amico?
John: ehi non fare tanto il pensieroso, sennò ti tiro di nuovo il pallone in faccia
Jess: scusa alle volte mi perdo nei pensieri
John: io lo so di cosa hai bisogno tu
Jess: ah si e cosa?
John mimò un atto sessuale
Jess gli diede una gomitata
Jess: sempre a quello pensate voi gay?
John: si certo questo e a non farci scoprire
John non era dichiarato a tutta la scuola, da quel che sapeva Jess era l'unico che conosceva la verità, i due si conoscevano dalle elementari da sempre andavano d'accordo, il fatto di essere custode di quel segreto era una cosa molto bella ma pericolosa allo stesso tempo.
John: sono passato davanti al tuo armadietto, ma cosa cazzo è successo?
Jess: non lo so guarda stavo in classe e poi uscito ho trovato quel macello
John: vandali?
Jess: da quello che ha detto il preside si tratta di un vandalo in grado di lavorare l'acciaio e ridurlo in quel modo
I due si guardarono e risero.
Jess: secondo Anna sono stato io sai?
John: e da quando credi alle cretinate di quella?
Jess conosceva Anna per le sue storie, aveva denigrato quasi tutti a scuola tranne lui, quando era uscito fuori lo scandalo. Era feroce e senza pietà così lei stessa si definiva.
John: secondo me lei ti viene dietro
Jess: ma la smetti?
John: guarda che non sono geloso, te l'ho detto se fossi stato gay e fidati li so riconoscere i gay, saresti già il mio ragazzo
Jess sorrise, ricordava quando una volta avevano provato a baciarsi, Jess gli aveva sputato per il ridere
Jess: mah Anna è strana, sembra senza cuore
John: una Donna della costa Est!
Jess non capiva
Jess: cosa?
John si mise le mani sui capelli
John: ma come non la leggi quella storia sul web che ti ho consigliato? Venice Globe!
Jess: lo sai che non sono molto fan di cose da leggere
John: ma dai! Devi aprirti amico mio, siamo a meno di 50km da New York la città delle stelle e tu hai tutta la vita davanti, non usare questo tempo per deprimerti con un padre che non ti merita anzi che farebbe bene a non farsi rivedere ad Orwel
L'attacco dell'amico era forte ma non aveva tutti i torti
John: io comunque so chi ti piace
Jess: ah si? Prima di me?
John: ti conosco anche se fai tanto il pensieroso...e sta salendo ora le scale...conquistala avanti!
Jess guardò e vide davanti a se Mary, John gli mise una mano sulla spalla e si alzò
Salutò Mary e poi alle spalle di lei fece mosse sconce
Jess sorrise
Mary si sedette vicino a lui
Mary: ti disturbo?
Jess: no certo che no
Sentìi avvampare dentro di se, John aveva ragione?
Mary: volevo chiederti scusa per quello che è successo con Tom questa mattina
Jess: non sei stata tu la stronza sono io che devo ringraziare te per aver evitato che prendessi a pugni il dolce viso del tuo ragazzo
 
Mary sorrise, Jess la colpiva da sempre ma la sua vita da lupo solitario era troppo per capire cosa volesse da lei.
Mary: di certo il tuo viso è più dolce di quello di Tom
Jess: dicono tutti così...ma lui è il capitano della squadra di lacrosse, io cosa sono?
Mary: tu potresti batterlo...tutti vedono quando sei veloce perché non provi ad entrarci?
Jess: per essere schernito?
Mary: anche la Bibbia credo dica che non bisogna punire i figli per le colpe del padre no?
Jess scosse la testa
Jess: dillo a quei cretini
Mary: tra cui il mio ragazzo?
Jess non voleva offendere
Jess: scusami
Mary sorrise
Mary: hai ragione Tom è un cretino a trattarti così...proverò a parlarci
Jess non capiva perché tutta quella gentilezza
Jess: perché lo stai facendo?
Mary si alzò sarebbero ricominciate le lezioni a breve
Mary: perché non dovrei aiutarti? Sei un ragazzo simpatico...non fa male unirsi al gruppo invece che fare il lupo solitario
Si girò facendo ruotare il suoi capelli neri e scese le scale, Jess rimase a fissarla quasi incantato da quelle parole, non si accorse che Anna era sopraggiunta e seduta accanto a lui
Anna: togliti quello sguardo da ebete e ascoltami
Jess era irritato da quella prepotenza
Jess: cosa vuoi Anna?
Anna: voglio capire cosa è successo
Jess: non vedo perché chiedi a me io non c'ero!
Anna: io ho visto tutto e tu c'entri non puoi negare è stato in un secondo...come se qualcuno avesse mangiato gli armadietti...non te lo posso spiegare
Jess: perché credi che sia stato io?
Anna: è iniziato tutto da te eri così furioso che forse qualcosa...
Jess la fermò
Jess: cosa? Vuoi dire che sono stato io? E con cosa non mi pare che sappia maneggiare l'acciaio con facilità come pensi
Anna: qualcosa nella tua mente
Jess non voleva ascoltare un altra parola si alzò
Jess: lascia stare Anna, cosa vuoi da me uno scoop su mio padre? Il figlio del ladro è diventato pazzo e vandalo?
Anna era ferita da quelle parole, ma come poteva, tutti a scuola la consideravano una maniaca del potere, ma lei non era così
Anna: non capisci
Jess: già non capisco cosa ci fai ancora qui tu!
Anna questa volta sentì di essere ferita sul serio.
Anna: ti sei mai chiesto perché la gente oltre qualche parola non ti dice nulla...o perché non ti ho mai fatto un articolo? Pensaci e poi capisci che la gente ti vuole bene ma sei tu a non farti amare! Stronzo!
Prese e se ne andò lasciando Jess a bocca aperta.
 
Robert aveva assistito a tutta la scena, il ragazzo era strano, e lo rendeva doppiamente strano il fatto che lui portava il messaggio ed era anche un Telecineta, lo incuriosiva, doveva parlarci al più presto.
 
Anna era furiosa del comportamento di Jess, ma doveva cercare di trovare una soluzione, doveva cercare di aiutarlo, ma perché lo faceva, forse gli piaceva? Lei stessa non gli importava, ma conosceva il suo migliore amico forse parlare con lui avrebbe aiutato la situazione.
Lo beccò all'ingresso degli spogliatoi maschili prima dell'allenamento di football.
Anna lo sbatté contro il muro
Anna: dobbiamo parlare
John: we ciao Anna, cosa vuoi?
Anna: dobbiamo parlare di Jess
John: che cosa cerchi da lui?
Anna: voglio sapere cosa ha fatto questa mattina
John: cosa avrebbe fatto di sconvolgente?
John fece una faccia stupita
Anna sapeva che doveva sembrare una pazza
Anna: sono sicura che abbia distrutto gli armadietti
John: che palle...ma dai non è possibile questa cosa
Anna: non sono stupida lo so che non è possibile...ma sono sicura che lui c'entri qualcosa!
In quel momento passarono due studenti e li guardarono sorridendo
John: e adesso dovrò spiegare se abbiamo una storia...perché ti interesso?
Anna sbuffò
Anna: lascia stare sei un idiota come il tuo amico
Fece per andarsene, ma John le prese un braccio e la fermò
John: ho notato che è strano oggi...più del solito...e non so cosa intendi fare, né se sia stato lui l'artefice di quella cosa.. ma dimmi cosa fare per cercare di aiutarlo e ci sto...non è idiota per capire che la gente lo vuole aiutare, è lui che fa finta che non gli serva nessuno, quindi dimmi cosa fare?
Anna: cerca di capire se ti dice qualcosa in più di quello che sappiamo, magari manco lui sa cosa sta succedendo.
John: probabilmente è così...ti lascio il numero così ci sentiamo dopo?
Anna sorrise
Anna: ho già tutti i numeri...con chi credi di avere a che fare?
John le sorrise
John: sei proprio Donna River
Anna sembrò curiosa e poi sorrise, il ragazzo farneticava
John: posso chiederti perché questo interesse verso Jess?
Anna non sapeva che rispondere, e si vedeva dall'espressione di stupore di John
John: ti piace eh?
Anna era rossa in volto
Le mise un dito davanti per farlo stare zitto
Anna: zitto e chiudi quella bocca! Non hai capito nulla mio caro
John sorrise, fece la classica espressione di chi aveva capito tutto, Anna si sentì arrossire
John: ecco spiegato tutto il fatto, perché ti sta così a cuore...brava la nostra Anna
Anna: siete proprio uguali voi uomini
E se ne andò, sentendo le risate di John.
 Jess era stanco di stare a scuola, per fortuna mancavano pochi minuti alla fine delle lezioni, si recò vicino ai resti del suo armadietto, a cercare qualche libro, erano ancora li, molti erano distrutti e da ricomprare, la zona era delimitata da una striscia rossa, come se ci fosse stata una scena del crimine, non gli importava più di tanto, raccolse qualche libro e mentre se ne stava andando si trovò davanti un bidello, era alto biondo con un po' di barbetta, Jess si rese conto che non lo aveva mai visto
Jess: salve è nuovo?
Robert sorrise
Robert: si oggi è il mio primo giorno...che disastro, ne sai qualcosa?
Jess: purtroppo no sembra esplosa una specie di bomba non lo so
Robert: fidati qui non ci sono state delle bombe
Jess: eri un militare?
Robert: una specie, ho visto all'opera le bombe e queste non sono nulla
Jess: speriamo che il preside non mi dia la colpa
Robert: perché dovrebbe?
Jess: la gente qui mi odia...ma che sto a parlare con lei...sicuramente ha del lavoro da fare
Robert: no tranquillo ho terminato il mio turno...come mai ti odiano?
Jess: mio padre ha fatto dei casini
Robert: capisco
Robert notò la croce che portava al collo, doveva essere sicuro che lui avesse il messaggio
Robert: che bella collana
Jess istintivamente la toccò
Jess: grazie era di una mia trisavola, c'è una leggenda dietro...viene tramandata da padri e figli, mio padre la lasciò sul mio comodino prima di darsi alla macchia, doveva esserci una lettera, me l'aveva fatta vedere ma quella mattina non c'era boh se c'erano dei soldi li avrà presi lui per fuggire
Robert era furioso, non sapeva il messaggio, ma quella collana aveva già iniziato il suo messaggio, il Messaggero non conosceva il messaggio quello era un guaio!
Robert: mi dispiace per i tuoi problemi
Lo toccò su un braccio, il ragazzo sentì come una scossa elettrica
Jess: ahi...mi hai dato la scossa
Robert: non era mia intenzione
Jess lo guardò, perché gli aveva detto tutte quelle cose?
Jess: ora devo andare...ci vediamo domami
Robert sorrise e lo salutò con una mano, poi si recò nella stanza delle scope e prese dalle mani il piccolo congegno che aveva nelle unghie, quello aveva provocato la scossa, doveva esaminare il sangue del ragazzo. La tecnologia dopo il Disastro aveva fatto passi da gigante, ora con quella piccola scossa aveva ottenuto tutto i dati che gli servivano per rafforzare la sua tesi.
Il ragazzo stava mutando, il suo D.N.A. era cambiato, i suoi poteri erano li da sempre? Non era possibile, qualcosa li aveva innescati, qualcosa di potente. Ma ora doveva cercare di far recepire al ragazzo il suo Messaggio.
 
USS Nature. Orbita Terrestre, Ottobre 673 P.D. (2685)
 
Andrea sentì l'allarme, cosa diavolo stava succedendo ancora, si recò nella sala comando
Andrea: cosa sta succedo ancora?
Un ingegnere premette un pulsate e si accese una schermata di dati
Andrea guardò allibita, il passato stava cambiando
Andrea: cazzo! Sta mutando il tempo...dannazione!
Ingegnere: signora abbiamo il 50% di possibilità che il cambio non ci riguardi
Andrea: da cosa è dovuto?
Ingegnere: un contatto signora, uno del futuro ha toccato un membro del passato
Aveva già vissuto momenti simili, durante le missioni spesso capitava di toccare un membro del passato, e scattava l'allarme, il passato non doveva subire grandi cambiamenti si rischiava un implosione del sistema, ma quel giorno sapeva benissimo cosa stava succedendo e chi aveva causato l'allarme, e se le cose stavano come prevedeva avrebbe sentito più di un allarme da contatto, avrebbe visto il sistema implodere. E di questo lei ne era certa.
 
Jess rientrò a casa, era stanco la giornata era stata pensante, vide accesa la luce della cucina, ormai era pieno autunno e il sole scendeva presto, gli piaceva essere nella costa Est, a dispetto di tutti quelli che volevano abitare in California lì stava proprio bene.
Apri la porta e si trovò davanti sua madre, Sophia.
La madre dimostrava appena 30 anni invece ne aveva quasi 38 era una bellissima donna, ma purtroppo era anche lei vittima di suo padre, lasciata sola a crescere un figlio senza neanche una spiegazione, cosa mai poteva fare se non cercare di tirare avanti con tranquillità, ma la tranquillità purtroppo quella sera sarebbe mancata.
Jess entrò in cucina e la vide
Jess: ehi mamma, come mai già a casa?
Sophia: mi hanno mandato via prima
Jess notò subito che qualcosa non andava, lavorava adesso in un centro commerciale della zona, ma prima era un ottima perita dell'assicurazione, ma suo padre l'aveva fatta licenziare.
Jess: come mai?
Sophia: quell'idiota di Cassie ha detto che avevo fatto pagare di meno un pacco, quando invece non era vero
Jess: e quindi ti hanno mandata via?
Sophia: no mi hanno dato modo di spiegare, mi hanno solo sospeso il pomeriggio...spero che domani vada meglio
Jess: mamma cerca di essere forte
I due si guardarono e stavano entrambi pensando che la colpa era del padre.
Sophia: sono stata di sopra...cosa diamine hai fatto allo specchio?
Jess: cosa?
Sophia: é rotto...perché lo hai fatto?
Jess era stupito non credeva che potesse succedere una cosa simile, e poi lui non c'entrava affatto per quella cosa
Jess: assolutamente mamma non ho fatto nulla!
Sophia: mah qualcuno allora è entrato
Jess non capiva
Jess: anche a scuola è successo qualcosa di strano, il mio armadietto è come stato mangiato da qualcosa
Sophia: mah che stranezza, ah senti vai a lavarti le mani ho preparato la cena, oggi almeno ceniamo insieme
Jess era contento di questo era da parecchio che non accadeva, in quel momento squillò il suo telefono era John, rispose.
John: ecco il mio don Giovanni
Jess: ehi come va? Andati bene gli allenamenti?
John: certo ovvio...io invece ho saputo che hai avuto un incontro galante...anzi due
Jess: non capisco a cosa ti riferisci
John: non fare lo stupido...Mary e poi Anna! Amico che te le passi tutte e due?
Jess sorrise
Jess: ma che dici! Mary è fidanzata con Tom, e Anna ha per la testa quelle sue stupide teorie
John rise
John: magari vuole un motivo per parlare con te...Mr. Silenzioso
Jess: si certo come no...ehi passi stasera ci mettiamo a vedere un po' di tv?
John: si certamente...tua mamma è a casa?
Jess: si problemi a lavoro
Non disse altro, ma John aveva capito
John: ok porto il dolce se volete...ci vediamo, cosa, Dexter?
Jess: mah, vedremo, ho registrato Once Upon A Time
John: buono vediamo quello! Salutamela...e comunque dobbiamo finire il discorso donne mio caro
Jess: parla l'esperto gay!
John: noi gay amiamo tanto le donne che non le frequentiamo!
I due risero e poi si salutarono.
Jess tornò dalla madre e andò a cenare, mentre passava davanti alle scale vide come una figura entrare in camera sua, non ci fece caso forse era una sua fantasia.
 
Robert cercò nella camera di Jess ma non trovò nulla, qualcuno l'aveva presa, oppure non era quello che pensava, questa cosa lo mandava in crisi e non poteva viaggiare nel tempo per cercarla, sentì la porta della camera aprirsi e si trovò davanti la madre di Jess, Sophia.
Sophia: sapevo che c'entrava qualcosa con te
Robert non capiva
Robert: cosa?
Sophia: so cosa sei, o anzi mi sono fatto un idea, conosco la storia che mio marito doveva tramandare a Jess
E mostrò la lettera
Robert: quella non ti spetta
Sophia: invece si...voglio risposte su quello che accadrà è vero?
Robert: si tutto è vero
Sophia: e Jess?
Robert: Jess è qualcosa di speciale...lui vi salverà
Sophia: da cosa?
Robert: hai letto?
Sophia: si ma non capisco
Robert: non spetta a te capire, ma a Jess
Sophia: non l'avrà per ora
Robert: il tempo scorre troppo velocemente...manca poco
Sophia: lo so ma ora non posso permettere che accada
Robert guardò la donna era distrutta
Robert: dove si trova tuo marito?
Sophia: lontano al sicuro
Robert non capiva
Robert: al sicuro da chi?
Sophia lo guardò negli occhi
Sophia: da quelli come te.
 
Londra, Ottobre 2012
 
Franck era nel suo albergo a studiare alcune carte, sul mobile aveva la fotografia di suo figlio Jess e di sua moglie Sophia, gli mancavano da morire ma doveva fuggire, lo stavano cercando e il tempo stava per scadere, aveva fatto dei grossi casini, e lui lo sapeva ma doveva farli per riuscire a metterli in salvo.
Sentì bussare, non andò ad aprire. Non voleva essere disturbato
Il bussare cessò, ma poi sentì aprire la porta come per magia, si voltò e sentì un ondata di vento che lo bloccò alla sedia; lo avevano preso.
 Entrarono due guardie in tuta d'assalto, poi entrò un vecchio, completamente calvo con una giacca e un vestito molto elegante
Franck: vi prego lasciatemi!
L'uomo si avvicinò e gli toccò il collo
Uomo: dove si trova?
Franck: chi?
Uomo: ho viaggiato a lungo Franck, nel tempo e lo spazio fino a giungere qui da te...ed eccomi sono qui, ora lo voglio!
Franck non capiva
L'uomo lo schiaffeggiò e poi vide la fotografia
Uomo: tuo figlio sciocco, non lo salverai tanto...ormai il suo destino è segnato
Franck: cosa volete da lui?
Uomo: vogliamo il suo potere!
Franck: non ha nessun potere!
Uomo: tu credi?
E gli strinse il collo, Franck vide gli occhi dell'uomo diventare completamente azzurri, poi svenne.
Uomo: portatelo via...qui abbiamo finito
Una guardia si avvicinò
Guardia: Mr. Robins cosa ne facciamo, qui ci sono tracce di tempo
Mr. Robins: fate esplodere tutto, il futuro non deve sapere dove siamo, e che cosa stiamo facendo, mancano 6 mesi al loro arrivo, e dobbiamo formare la nostra specie, per il loro esercito. E il ragazzo è la chiave di tutto questo!
   
 
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