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Autore: Silver dawn    11/11/2012    1 recensioni
Ultima chiamata per l'alcol.
"Adesso che ha il whisky dalla sua parte sa come fare, eppure certe volte le lacrime rigano il suo viso "
Un guscio vuoto riempito di alcol, questo era diventata.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che cosa succede quando smetti di lottare per i tuoi sogni?
Che cosa accade quando ti senti lontana dalle persone che ti circondano?
Quando ti senti diversa e sbagliata?
Che cosa succede quando smetti di credere all’amore, all’amicizia e alla felicità?
Se decidi di rifiutare i valori che la società ti offre come farsi una famiglia, possedere una bella casa, una bella macchina e una buona posizione sociale?
Se dentro hai un gran vuoto lasciato da tutto questo?
 
Questo è il racconto di chi ha deciso di colmare quel vuoto con il whisky.
 
Susanna è al supermercato, davanti allo scaffale dei liquori, l’ipod è sintonizzato su Perfect day di Lou Reed. Si guarda intorno, poi muove gli occhi sullo scaffale: Vodka, Rum, Grappa, Gin, tante belle bottiglie, diverse marche, sgargianti etichette, poi infine la sua mano si muove e afferra una bottiglia dal liquido ambrato, Whisky.
Potrei raccontarvi di Susanna, del suo passato, dei suoi amici e della sua famiglia, ma lei è una ragazza come tante altre, la sua vita rientra in quella che tutti chiamano normalità, ma sotto la superficie si agita un mare tempestoso di emozioni, sotto al suo giubbotto di pelle, sotto all’epidermide macchiata dall’inchiostro di un tatuaggio. La sua frustrazione non fa che allargare quel buco dentro di lei che continua a riempire giorno dopo giorno con il whisky e le canne.
Ha provato a ribellarsi, ma non è stato facile, anche perché nonostante tutto non sa contro chi farlo: il datore di lavoro che pretende troppo da lei e la considera solo un mezzo di produzione, gli amici e la famiglia avvolti in una foga consumistica che la inducono a fare altrettanto, sua madre che la vede come un ovulo gigante pronto a essere fecondato e dovrebbe essere sposata e accasata, la società con la sua autorità anonima pronta a declassare tutti quelli che la pensano diversamente e coloro che non possono fare parte del meccanismo di produzione.
Davanti allo scaffale dei liquori, Susanna ha deciso di arrendersi, anestetizzarsi con l’alcol, rendersi piacevolmente insensibile, a questo le serve il whisky.
 
Sono le 7:30, non riesce ad alzarsi dal letto, è andata a dormire molto tardi e ora il solo pensiero di mettere un piede fuori dalle coperte la fa rabbrividire, non solo di freddo, ma anche di paura, paura di non riuscire ad affrontare un’altra giornata, eppure nel cassetto del comodino di fianco al letto tiene una piccola boccetta di whisky che riempie ogni sera, nonostante il liquido le dia il voltastomaco di prima mattina, non riesce a farne a meno, l’unico stimolo ad affrontare quello schifo di mondo. Appena dopo il primo sorso sente il liquido bruciargli nel petto e dopo diverse sorsate è in grado di alzarsi dal letto.
 
            QUANTO ANCORA ANDRA’ AVANTI TUTTO QUESTO?
 
Susanna beve quando va a fare la spesa per la sua mamma, beve sul lavoro, beve quando deve fare qualche commissione per la famiglia, beve con gli amici oppure chiusa nella sua stanza.
Nasconde le bottiglie vuote per poi buttarle via di nascosto, si lava spesso i denti e quando non può mastica una gomma per evitare l’effetto “alito al whisky”
Beve poco più di una bottiglia al giorno, eppure nessuno si è ancora accorto di qualcosa, anzi ritengono che ultimamente Susanna sia sempre di buonumore e allegra, senza sbalzi d’umore, la famiglia e gli amici ignorano che la “Susanna divertente, affabile e disponibile” che è diventata è solo un guscio vuoto riempito d’alcol, una persona che si anestetizza con il whisky contro il dolore.
C’è ancora qualcosa nella sua vita che riesce a scuoterla da quel torpore alcolico: la musica, il rock!
Quelle canzoni che sembrano parlare di lei, che la colpiscono senza farle provare dolore, che le fanno vibrare l’anima,  scuotendola e facendola sentire viva, con la voglia di urlare che ritorna, ci prova, spalanca la bocca, ma il grido le muore in gola soffocato dall’alcol.
Susanna sa che se alza il volume della musica riesce a superare il rumore dei pensieri, persino quando beve troppo e ha la testa pesante, la musica sembra essere l’unica cura.
Giorno dopo giorno ha imparato a essere la figlia, la sorella, la nipote e l’amica che tutti desiderano, adesso che ha il whisky dalla sua parte sa come fare, eppure certe volte le lacrime rigano il suo viso perché è consapevole di mentire, agli altri ma soprattutto a se stessa, ha voglia di annullarsi, di distruggersi ma nonostante tutto trova la forza per afferrare la bottiglia, di nuovo, perché è quella il segreto della sua forza, per non crollare sotto il peso delle pressioni, per comportarsi come tutti si aspettano.
  
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