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Autore: SaraPallina    11/11/2012    4 recensioni
Tadakira
Vi siete mai chiesti cos'è successo quel giorno in cui Tadashi e Akira sono scappati dalla festa di yahiro?
E quando si sono incontrati per la prima volta?
Sarà davvero... amore a prima vista?
Per scoprirlo... leggete!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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AMORE A PRIMA VISTA... O NO?

 

Non avevo molta voglia di andare alla festa di Yahiro ma che potevo farci?

Insomma, era il mio migliore e unico amico (contare Takishima era eccessivo, al tempo...) perciò non potevo fare altrimenti, ma non avrei mai immaginato cosa sarebbe successo quella sera stessa.

Mia madre mi aveva costretto ad indossare il mio abito migliore: era lungo e lilla, e secondo lei risaltava i miei occhi.

Ovviamente, non avendo altri amici che mi potessero accompagnare, il maggiordomo mi aveva portato fin sotto casa Saiga. Uffa!

A quel punto però non potevo più tornare indietro, perciò sfoggiai il mio sorriso migliore e suonai il campanello della sua splendida villa.

C'era troppa gente per i mie gusti, e per di più non trovavo nemmeno Yahiro, così mi limitai a lasciare il mio sontuoso regalo (ovviamente comprato da mio padre) e, subito dopo aver preso la solita tazza di tè (stavolta alle violette), andai verso la mia poltroncina preferita, su un balconcino nascosto da occhi indiscreti.

Infatti preferisco stare da sola piuttosto che essere in mezzo ad una folla chiassosa, e comunque conoscevo ogni singolo angoletto di quell'enorme labirinto che Yahiro usava come casa.

Ma fui davvero sorpresa quando alla fine raggiunsi mio posticino segreto. Tanto sorpresa che per sbaglio feci cadere il piattino della tazza da tè, perché quell'adorabile posticino era già occupato.

Il ragazzo che occupava la mia poltroncina si girò e lo riconobbi all'istante. Non era possibile! Come faceva ad essere lì?

Tutto era cominciato l'estate passata al mare...

 

La piccola Akira era seduta all'ombra di una larga tettoia sul ponte del grande yacht affittato dal padre. Ovviamente anche quell'anno, per motivi di lavoro, all'ultimo momento l'uomo non aveva potuto trascorrere le vacanze insieme alla figlia, ed avevano deciso di ripiegare sul fidato maggiordomo.

Lei non ne era mai stata felice, ma non riusciva a esprimere il suo malcontento per il timore di rendere tristi i genitori.

Stava tranquillamente pensando ai fatti suoi quando vide un ragazzino che si sbracciava dalla spiaggia più vicina e la incitava a raggiungerlo, forse semplicemente per giocare insieme.

Incuriosita, la ragazzina decise di andare a vedere: chiese il permesso al maggiordomo, si tolse il pareo, e lasciò per terra il cappello a tesa larga. Dopodiché,rimasta in costume, fece un tuffo olimpionico (aveva solo 7 anni!) giù dallo yacht e raggiunse riva per sapere cosa voleva quello strano ragazzino.

Più si avvicinava più notava ogni sua particolarità: capelli castani spettinati, occhi dolci di un marrone scuro... Ma soprattutto , cosa impossibile da non notare, il ridicolo costume rosso con motivi floreali. Probabilmente quel ragazzetto se ne vergognava perché continuava a cercare di nasconderlo (con poco successo) .

Alla fine, sfinita, raggiunse la spiaggia. Si sedette tutta bagnata vicino al bambino, ma non sapeva cosa dire: non era mai stata brava nelle conversazioni... Probabilmente, si diceva sempre, era mancanza di esercizio.

Ma fece quasi tutto il ragazzino .

Gli offrì il suo asciugamano e iniziò: “ Ehi, ciao! Io sono Tadashi Karino, molto piacere! Vorrei conoscerti, perché ti stavo fissando da un secolo e ti vedevo un po'... non saprei... depressa e triste, ecco.”

A quel punto la ragazzina gli avrebbe volentieri tirato un pugno... Strano, non aveva mai provato un sentimento così strano, ma ci si sarebbe abituata.

Insomma, mi faresti l'onore di dirmi il tuo nome?” fece Tadashi in tono scherzoso.

Akira Todo” si limitò a dire la bimba.

Ma dai, per caso sei la figlia del proprietario di quell'importante compagnia aerea?” disse il ragazzino, interessato.

Come facevi a saperlo?” si accese Akira, un po' imbarazzata: non aveva mai amato queste attenzioni.

Mia madre ne parla spesso...” aggiunse Tadashi un filo imbarazzato pure lui

Ma dai! Non ci credo! Sai sono qua da sola con il mio maggiordomo e mi annoio un pochino, posso rimanere ancora un po' qui?” quasi supplicò la bambina

Ma certo! Le mie domande non sono ancora finite!” Disse con uno splendido sorriso il piccolo Karino subito dopo aver addentato un panino tirato fuori da una borsa gialla che teneva di fianco a sé.

Akira non si era mai sentita così libera di parlare apertamente ad un suo coetaneo, ed era talmente felice che alla fine abbracciò il suo nuovo amico. Subito dopo, però, si ritirò imbarazzata e lui si mise una mano tra i capelli ancora un po' bagnati da un recente bagno.

Così il tempo passò velocemente, finché verso il tramonto il maggiordomo della famiglia Todo richiamò la bimba e lei si allontanò da quel ragazzino da cui era rimasta incantata sperando in cuor suo di rincontrarlo un giorno. Però,dentro di sé, sapeva che non sarebbe successo. Allora gli mandò un bacio da lontano, anche se di sicuro lui non avrebbe potuto coglierlo.

E lo yacht si mise in moto, e si allontanò nel nel tramonto.

 

 

Non era assolutamente possibile, probabilmente stavo solo sperando in tutto ciò, però...

“Ciao Akira! Ne è passato di tempo.” fece Tadashi proprio in quel momento.

Non ci potevo credere, si ricordava il mio nome! Ovviamente io ricordavo il suo.

“Che ci fai tu qui?” dissi in modo un po' incerto.

“Beh, mia madre dice che devo partecipare a queste feste tra gente importante, perciò... eccomi qua!” mi rispose il ragazzino grattandosi la testa con fare imbarazzato.

“No, che ci fai qui nel mio balconcino segreto!” mi scaldai io.

“Ah, scusa... non lo sapevo... se vuoi me ne vado... Sai, non conosco nessuno e non voglio stare in mezzo a tutta quella folla schiamazzante... Mi spiace...” mi disse ultra imbarazzato facendo già il movimento di andarsene.

No, guarda non è un problema, rimani pure, tanto c'è spazio per due...” aggiunsi fermandolo

Sul serio? Allora grazie! Invece tu che ci fai qui?” fece sollevato tornando a sedersi e facendomi spazio.

Beh, Yahiro è il mio migliore amico, ecco perché sono qui” dissi, quasi per convincere anche me stessa.

“Ti ricordi ancora di quella volta al mare?”

“Come avrei potuto dimenticare...”lo interruppi.

“Beh, pensavo non di non rivederti mai più... Ed invece eccoti qua!” sorrise lui.

Poi cominciò a parlare delle sue vacanze e a farmi domande su come avevo passato le mie.

Io avrei potuto ascoltarlo all'infinito. Non so, quel ragazzino mi infondeva fiducia e sicurezza. Quando sentimmo una musica provenire dal salone immaginammo che fossero iniziate le danze,

gli proposi di andare a vedere e magari di ballare anche noi, però lui mi rivelò di non saper ballare e così tranquillamente continuammo a chiacchierare.

Ad un certo punto però verso le otto e mezza, mancavano ancora circa due ore e mezza prima della fine della festa, a Tadashi venne un' idea folle.

“Senti vorresti vedere un bel posto?” mi disse tutto eccitato.

“Io conosco già ogni luogo di questa casa...” gli risposi io.

“Non qua fuori! Non è troppo lontano ed io potrei portarti in bici... Non dirlo a nessuno però perché è il mio posto segreto, ma visto che io ho già visto il tuo...” fece lui tutto d'un fiato.

“Non so...” sussurrai, non potevamo uscire senza permesso, però la voglia era veramente tanta.

“Ti prometto che torneremo in tempo! Per favore!” mi supplicò lui.

“D'accordo però torneremo in tempo e nessuno dovrà saperlo, ok?” dissi un po' impacciata.

Urrà!!!” esulto lui “Dai, allora, andiamo!”

“Vieni da questa parte, c'è la porta di servizio chiusa da una chiave che è presente anche all'interno” mi scopri a dire.

“Perfetto, allora... pronti e via!” mi prese la mano e mi porto correndo verso la porta.

Non avevo ancora notato i suoi vestiti, gli stavano decisamente meglio del costume rosso e al solo ricordo ridacchiai. La sua mano era calda e forte. Non riuscivo, però ancora a capire cosa mi attraesse di quello strano ragazzino. Perché con lui facevo e dicevo cose che non pensavo avessi mai potuto fare o dire? Però mi lasciavo condurre senza oppormi e raggiungemmo presto l'uscita.

Fuori l'aria era gradevole e Tadashi mi fece raggiungere la sua bici, un modello non scadente e particolare; come lui d'altro canto!

Mi chiese se volessi salire in bici, ma al momento non mi dispiaceva camminare.

A quel punto ci incamminammo. Mi fece fare una stradina pianeggiante per raggiungere un lungo stradone piena di ogni sorta di bancarella e negozietti.

Tadashi si fermo un attimo ed un po' titubante e mi chiese: “...Vuoi qualcosa? Perché sai... io ho un certo languorino...”

Feci cenno di si e lui si diresse verso una bancarella e mi offrì una polpetta di riso fritta.

Era veramente squisita! Non avevo mai assaggiato un cibo del genere, abituata a pietanze sofisticate giù di lì.

Finito lo spuntino continuammo a camminare. Ogni sorta di luce colorata mi faceva sembrare di essere in un sogno.

Il piccolo Karino mi stava facendo vivere un' avventura davvero indimenticabile!!

Percorremmo infine una stradina in salita per raggiungere la cima di una verdeggiante collinetta e Tadashi tutto contento mi disse che eravamo quasi arrivati.

Non stavo più nella pelle!

Però ad un certo punto il ragazzino mi disse di aspettarlo a metà della salita. Io ero un po' preoccupata, ma lui subito dopo essere salito sino in cima, lasciando lì la sua bici, mi raggiunse di corsa. Mi fece chiudere gli occhi e pian piano mi fece raggiungere la vetta.

Ero emozionatissima!

Quando mi diede il permesso di guardare si aprì ai miei occhi uno spettacolo stupendo:

In cima alla collina c'era un grande spiazzo da cui si poteva osservare una magnifica vista della città.

Non ci potevo credere! Così corsi verso la recinzione per vedere meglio.

Da quel luogo potevo riconoscere la via percorsa da poco, tantissime case e grattacieli.

Troppo presa dalla vista non mi accorsi che Tadashi si era avvicinato.

Ad un certo punto sempre immersa nella magia di quel momento mi voltai e mi accorsi che il bambino mi guardava. Distolse subito lo sguardo sorridendo.

“Bello, eh?” commentò.

“Veramente incantevole!!” aggiunsi io colma di felicità.

“Questo posto l'ho trovato una volta mentre girovagavo qui intorno.” mi racconto in quel momento.

Io ero un po' invidiosa, non mi era mai capitato di poter girare senza meta e trovare posti sconosciuti talmente belli, però non feci caso a quel sentimento.

Ero intenta a guardare una cosa bellissima, bella quanto, o forse ancora di più, del panorama.

Poi diventando rossa come il farfallino, leggermente storto del mio amico distolsi a mia volta lo sguardo e ritornai nella meravigliosa favola dalla quale mi ero momentaneamente allontanata.

Non sapevo cosa fare ringraziare Tadashi sarebbe stato il minimo, però meritava qualcosa di più! Mi aveva fatto entrare nel suo mondo segreto che comprendeva quel fantastico posto!

Ma io essendo solo una bambina cosa potevo offrirgli?

Feci una cosa che non mi sarei mai aspettata di fare: Misi la mia mano sopra quella del piccolo Karino. Allora, imbarazzatissima dovetti trovare una scusa:

“Grazie per tutto questo! Ora io ti insegnerò a ballare!” che idea stupida, stupida, stupida, stupida!!!

Lui sembrava sorpreso e all'inizio era davvero impacciato però poco dopo cominciò a prenderci la mano finché, verso le dieci divenne un ballerino molto bravo.

Quella serata, iniziata male stava finendo stupendamente!

Era ora di tornare alla festa così da non destare sospetti nel caso l'arrivo anticipato dei genitori di Tadashi o del mio maggiordomo.

Ero un po' stanca per cui non rifiutai l'offerta del ritorno in bici.

Chiusi un momento gli occhi e mi rilassai.

“Akira... tu mi piaci!”

quelle parole mi arrivarono opache e per questo penasi che fossero un sogno o un desiderio ma lo stesso spalancai gli occhi.

“Hai detto qualcosa?” chiesi titubante.

“No, proprio niente!” fece lui.

“Invece secondo me hai parlato!” gli ripetei io.

“Ti ho già detto che non ho parlato!” si scaldò lui.

“Dai dimmelo tanto lo so che hai detto qualcosa!”

“Non è vero! Ma quanto insisti!”

Continuammo ancora un po' così finché non cedetti e lasciai stare.

Arrivammo a casa Saiga mezz'ora prima della fine della festa, sperando con tutto il cuore che nessuno si fosse accorto della loro mancanza.

Per fortuna avevamo tenuto le chiavi della porta sul retro e così indisturbati potemmo rientrare.

Tornammo velocemente al balconcino per osservare le magnifiche stelle nell'immenso cielo notturno.

La vista da quel balconcino non era niente rispetto a quella della collina.

“Perfetto, nessuno si è accorto della nostra mancanza” disse Tadashi tirando un sospiro di sollievo, ma proprio in quel momento arrivò da dietro le tende il festeggiato.

“Salve, io sono Tadashi Karino, figlio della preside della scuola qui vicino. Tu probabilmente sei Yahiro, il festeggiato! Tanti auguri!” fece il ragazzino con tono calmo e naturale.

Yahiro manco lo considerò: “ Akira, non ti ho visto in giro e allora pensavo ti avrei trovato qui. Solo che poco fa non c'eri. Dov'eri finita?”

Ero molto in difficoltà e Tadashi se ne accorse. Mi fece alcuni segni per darmi consiglio, tanto per il giovane Siga era come se lui non esistesse. Mi trattenni dal ridere era così buffo!

“Beh, infatti ero qui... però probabilmente non mi hai visto perché ero tornata in sala per riporre il piattino del tè... e poi sono dovuta andare in bagno... Scusa...” gli feci un po' incerta.

“Ok, ma la prossima volta vieni a salutarmi prima!” fece con il suo solito tono freddo.

“Ma non ti trovavo...” mi accesi io.

“Va bene, ma chiamami se lui- indicò un irritato Tadashi- ti da fastidio” rispose e si allontano come se nulla fosse.

“Fiuuuu, c'è mancato poco!” si rilassò il mio nuovo amico.

Io ero sollevata ma ancora terrorizzata dal fatto di essere quasi stata smascherata.

“Ho avuto tanta paura” dissi sull'orlo delle lacrime.

Lui era sbalordito e un filo imbarazzato, quindi per il suo bene trattenni il bisogno di piangere .

Lui ne fu sollevato.

Avrei voluto che quella serata con lui non finisse mai ma alle undici in punto arrivo la madre di Tadashi poté rimanere ancora qualche minuto ma poi dovette subito allontanarsi anche se dopo esserci scambiati gli indirizzi e i numeri di telefono.

Senza di lui tutta la tristezza mi ricadde addosso, però ora potevo sperare veramente in un nuovo e in seguito molti altri incontri con quell'affascinante, nonché molto strano ragazzino che in una sola sera mi aveva dato tanta sicurezza, mostrato un luogo fantastico e parlato con me come se fossimo amici da un infinità di tempo.

“Tadashi, aspettami. Un giorno o l'altro ci rincontreremo!” mi dissi con fare deciso avviandomi

verso la sala invitati per partecipare ad una, benché breve, pubblica relazione.

Durante quella sera, grazie ad uno strano ragazzino, superai molte delle mie paure.

 

 

Angolo dell'autrice:
Salve!
Questa è la mia prima storia, a cui a breve giungerà un seguito (dalla parte di lui).
Siate clementi, mi raccomando!
Ogni critica è accettata!
A presto, un bacione, vostra
SaraPallina ^^

  
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