Gossip

 
Si svegliò di soprassalto e rotolò da una parte fino a cadere per terra. Fu solo il contatto  col pavimento freddo di marmo che lo fece tornare alla realtà. Quello affianco a sé non era un avversario morto, il rumore che lo aveva svegliato era un gatto domestico della padrona di casa, la quale non era per niente morta, russava, nella sua parte di letto matrimoniale.
Finnick strinse le labbra e si sistemò in ginocchio, solo in mutande, appoggiando le mani al bordo del letto, spiando la donna che vi dormiva, indeciso se risalire o meno. Chissà se Annie sapeva cosa stava facendo. Probabilmente, se non si era persa, se lo immaginava.
Una vita tranquilla, una vita di ricchezza, aveva detto qualcuno, se esci dall’arena con le tue gambe. A lui non sembrava fosse così, non era comunque libero dal suo fardello, passare la notte con gente che paga per averti è tutto fuorché una vita serena e libera. Era sempre e comunque un divertimento per la capitale, un burattino, un burattino molto bello.
Si morsicò le unghie mentre la luce della luna filtrava dalla finestra. Segreti, aveva scelto i segreti, si sentiva meglio, rispetto al farsi pagare con gioielli e ricchezze, ma che cosa ne avrebbe fatto di tutti quei segreti, di tutti quei pettegolezzi e delle indiscrezioni che era venuto a conoscere, sul presidente Snow e su chiunque altro avesse una personalità di spicco a Capitol City? Niente, non poteva farci niente, era solo un pettegolo.
 
Aki_Penn parla a vanvera: Non è davvero un granché, è venuta perfino peggio di come me l’ero immaginata al momento di crearla, ma DOVEVO scrivere qualcosa su di lui. Grazie per aver letto.