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Autore: PersiNelFumo    11/11/2012    0 recensioni
La primavera aveva portato con sé fiori di pesco e rondini in cerca d'amore, ma si era dimenticata di custodire con tenerezza quel nido di semplice vita della libellula.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E la libellula si librò nell'aria disegnando le note di una canzone silenziosa nell'aria spenta della notte. La primavera aveva portato con

sé fiori di pesco e rondini in cerca d'amore, ma si era dimenticata di custodire con tenerezza quel nido di semplice vita della libellula.

In volute piene di sorrisi amari, la libellula continuò a volare e vibrare con lo sguardo che vagava alla ricerca di quel fiume che aveva

lasciato solo una stagione fa e ora non ritrovava.

Gli alberi erano stati spazzati dalle intemperie portate dall'uomo. Le nuvole sembravano più grigie in questo giorno di primavera rubato alla

fine febbraio. Non c'è molto da dire quando un letto si prosciuga, quando il silenzio inizia ad avvolgere ogni cosa e non c'è più nulla che

possa risollevare il volo di un libellula viola.

Si posò su un sasso, quell'espressione pensierosa che non indossava da molto tempo. Si posò e un brivido le percorse le ali stanche e dai

colori smunti e privi di allegria. Il cuore sembrò incrinarsi, non passò molto prima che si trasformasse in polvere, ma la libellula rimase

ferma nella sua posizione, investita da una trasparente pellicola di apatia.

Una voragine le si aprì dentro al petto, e pian piano ogni cosa che la ricordava venne risucchiata come in un buco nero. I colori cancellati

da lacrime invisibili, i fiori e i prati finirono tutti nel vortice tenebroso che terminava dentro all'anima della libellula. Gli occhi

stanchi si chiusero, fotografando quel momento, amandolo e assaporandolo mentre ogni cosa veniva aspirata, mentre anche il vuoto ora sembrava

più vuoto.

Riaprì gli occhi e attorno a sè non vide più nulla. Nemmeno la roccia sulla quale si era seduta era ormai presente, il grigio dominava ogni

cosa, sembrava che i suoi occhi percepissero piccole stelle tremare in fondo all'orizzonte, ma non ne fu del tutto sicura. Si librò ancora

una volta in volo ma non ci riuscì, non c'era più aria attorno a sè. Non c'era più vento nè tempesta. Il vuoto che aveva dentro si era

colmato, trasformando la realtà che la circondava e rendendola triste e grigia così come i suoi pensieri.

Sbatte le palpebre un paio di volte, si portò una zampetta al petto per accertarsi che il cuore non battesse più e si rese conto che qualcosa

palpitava, il mondo era dentro di lei.


Ora poteva morire.
  
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