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Autore: Love me please_    11/11/2012    2 recensioni
Era una ragazza difficile da capire ma semplice da amare. Voleva solo un'amica da amare.
Eppure face un grosso errore..
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Entrò dentro la stanza tutta sorridente, come sempre, nonostante sapesse che l'avevo chiamata per spiacevoli notizie. La cosa che mi lasciò di stucco è che anche se sapeva che ero lì per ferirla, per farle del male e insultara, lei si interessò a me. Mi lasciò stranamente perplessa e iniziai a provare sensi di colpa. Ma me ne fregai. Sapevo che dentro di lei c'era una parte che sperava che io non lo avessi fatto davvero, eppure......  Iniziò a parlarmi con il suo solito fare dolce. Aveva quegli occhi, così grandi e verdi, che spesso mi incantavano. Eppure non mi lasciai distrarre. Quando ebbe finito mi guardò come sempre, facendo un dolce sorriso in attesa di sapere. Sapevo benissimo quanto lei ci tenesse a me, ma io avevo solo bisogno di lei, di qualcuno da usare un pò. Quando iniziai a parlarle, il suo volto iniziò a cambiare espressione. I suoi occhi che spesso riuscivano a mascherare il dolore, lo mostrarono. Sapevo che la stavo ferendo, sapevo che ogni mia singola parola la colpiva come coltelli infilati sempre più profondamente nell'addome. Eppure continuai, incurante. Quando ebbi finito, per lei fu un'immenso sollievo, vedevo che tratteneva a stento le lacrime e teneramente tentava di sorridermi. Mi facevo talmente schifo per quello che le avevo fatto, ma ancora di più per lo sguardo che aveva assunto da quando sapeva tutto. Le avevo promesso tante cose senza pensare, le avevo detto che sarei stata migliore per lei, le avevo detto troppe cose.... Il verde dei suoi occhi, così chiaro e avvolgente si era spento del tutto, erano solo colmi di dolore. Si alzò in silenzio, mi guardò un'ultima volta e lentamente apri la porta. Mentre l'aprii, strinse la maniglia e per un secondo sussultò, poi uscii. Sapevo che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista, e capii che era finito tutto a causa del mio patetico orgoglio ed egoismo. Eppure prima ero così sicura, così forte, così cattiva. Ora in quella stanza diventata fredda mi sentii stranamente sola, inutile e sporca. Di colpo, lasciai cadere una piccola ed inutile lacrima in quel pavimento sul quale mi ero gettata. Mi avvicinai al muro in silenzio e ascoltai i suoi passi frenetici, mentre preparava la valigia. Iniziai a sentire un forte dolore al petto, non pensavo che il sentirla andare via dalla mia vita mi avrebbe fatto questo effetto, ma non trovai la forza di fermala. Sapevo bene che le mie scuse non sarebbero più bastate. Dannazione! Mi facevo talmente schifo che a malapena riuscivo a guardare la foto insieme a lei appesa nella mia stanza. Ora comprendevo tutto! Il dolore, il rancore, l'amore. L'avevo illusa e poi spezzata, come una piccola marionetta nelle mani di una persona troppo avida. La sentivo, avevamo i muri così maledettamente sottili. Riuscivo a sentirla singhiozzare e stavo male a sapere che era solo colpa mia. So, che nel suo cuore sperava che tutto questo fosse solo un'incubo. Era troppo buona per me, era come un'agnello perso nella tana di un vecchio lupo affamato. Delusa appoggiai la mano al muro, respirai lentamente chiusi gli occhi e mi soffermai su quei brevi ma intensi istanti con lei, finchè non mi comparve di nuovo il suo volto deluso, ferito. Che stupida che sono stata pensai. Ero così dannatamente orgogliosa da non aveve nemmeno il coraggio di alzarmi e abbracciarla. Avevo distrutto tutto. Stupidamente sperai, che quel muro fosse ancora più sottile, da permetterle di sentire le mie inutili parole. Mi resi conto che ormai tutto era freddo, il muro, il pavimento, il letto ma sopratutto il mio cuore. Mi rimaneva solo quel grande muro, che ancora per poco l'avrebbe tenuta in parte, vicino a me. Così, chiusi gli occhi e avvicinai le labbra. Mi lasciai andare, feci scendere qualche lacrima, che sciovolò lentamente sul mio viso. Le avevo promesso il mondo, le avevo dato l'inferno. Appogiai la mano e sottovoce dissi: ''Addio amica mia, perdonami per essere stata come tutti''..
  
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