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Autore: None to Blame    12/11/2012    1 recensioni
« Sarebbe ora di lasciarsi il passato alle spalle, sire »
« Mai, Gaius. Mai. »
Un amore che è vendetta, anima che vive di dolore e rancore che lo prende a pugni, incubi che bagnano il cuscino.
Uther coltivava odio, respirava sangue e bramava morte. Il viso indurito, la gioia ibernata in un angolo del suo cuore ed ogni sentimento congelato sottopelle.
Non sorrideva, non piangeva.
Era rabbia con una bocca per urlare e mani per stroncare la vita, gambe che calpestavano la pietà ed anima rinchiusa nella gabbia della sofferenza.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Uther
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Piedi nudi danzavano sull'erba.

Il corpo rivestito di risate e fili d'oro le incorniciavano il volto.

Braccia aperte ad abbracciare il vento, il prato che le accarezzava la pelle.

Ygraine danzava.

Danzava per Uther, danzava per il sole.

Rideva e veleggiava nell'aria, aggraziata e felice. E Uther la guardava, rapito e sempre sorpreso da ciò che la vita gli riservava, da ciò che la sua giovane moglie era capace di regalargli.

 

« Vieni qui! »

 

Era voce, una voce che si confondeva col polline che svolazzava attorno a loro, le forze della natura che si inchinavano allo splendore di quella donna.

Una ninfa, una dea.

Gli afferrò le mani e lo trascinò con sé in quel vortice di emozioni accompagnato dalle farfalle. Vento gentile che suggeriva loro i movimenti, che portava le mani di lui suoi fianchi. La sollevò, ringraziando il cielo e l'erba, ringraziò il vento che allora gli era amico e ringraziò Ygraine per il destino che avrebbero condiviso.

Rideva, lei.

Ed implodeva di gioia il cuore del giovane re.

 

 

 

 

 

 

 

« Non lasciarmi.. »

 

Il bel volto della regina era umido, il sudore che si mescolava alla spossatezza, al desiderio di aprire gli occhi senza sforzo e poter di nuovo osservare tutto ciò che amava.

Uther, la bocca in una smorfia di dolore, non chiudeva le palpebre – aveva paura, terrore, non distoglieva lo sguardo da Ygraine, non una volta. Le stringeva la mano delicata, inconsistente fra quelle di lui, sempre d'acciaio e sempre pronte.

Ma ora tremava. Tremava l'anima e tremava la pelle.

 

« Questo è il prezzo da pagare »

 

La strega gli stava rubando tutto ciò che aveva.

 

« Artù.. »

 

Un singulto, sussurro invisibile che lasciò le labbra della donna – amore di una madre.

Il cerusico le porse un fagotto urlante e lo depose al suo fianco, Uther le spostò i capelli dalla fronte in una carezza.

Il viso paffuto del neonato smise di contorcersi nel pianto, le pieghe degli occhietti ancora chiusi che si spianarono un poco.

Ygraine osservò il bambino – suo figlio, il suo sacrificio – fra le ciglia, sollevando pesantemente il braccio e sfiorandogli le gote piene col dito.

 

« Sii felice, figlio mio »

 

Artù emise un gorgoglio e si dimenò fra le sue coltri, addormentandosi col calore della madre sulla guancia.

La mano di Ygraine cadde e l'ultimo respiro abbandonò il suo corpo.

 

Artù pianse per tutta la notte fra le braccia di Uther, la dignità del re che si scioglieva rigandogli il volto.

 

 

 

 

 

 

« Sarebbe ora di lasciarsi il passato alle spalle, sire »

 

« Mai, Gaius. Mai. »

 

Un amore che è vendetta, anima che vive di dolore e rancore che lo prende a pugni, incubi che bagnano il cuscino.

Uther coltivava odio, respirava sangue e bramava morte. Il viso indurito, la gioia ibernata in un angolo del suo cuore ed ogni sentimento congelato sottopelle.

Non sorrideva, non piangeva.

Era rabbia con una bocca per urlare e mani per stroncare la vita, gambe che calpestavano la pietà ed anima rinchiusa nella gabbia della sofferenza.

 

« Non sarà mai abbastanza. Artù non potrà crescere in un Regno invaso dal Male. »

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ygraine rideva, la luna che rendeva opalescente la sua pelle.

 

« Tuo figlio mi ha dato un calcio »

 

Uther le toccò la pancia rigonfia, accostandovi le labbra.

 

« Principino, non è da gentiluomini far male ad una signora »

 

Lei gli spettinò i capelli, baciandogli la fronte.

Rimasero così, illuminati dalla notte, l'orecchio sulla pancia ed il naso affondato nell'incavo del collo.

 

« Spero che prenda da me l'abilità da spadaccino. Nel combattimento dimostrerà il suo valore come futuro re. »

 

« Saprà condurre bene il popolo, lo so. Lui è un brav'uomo »

 

« Un Re non è mai un brav'uomo »

 

« Artù lo sarà. Perché è tuo figlio »

 

La donna sorrise, sorrise al futuro e alle stelle, alla felicità che scorreva nelle vene.

 

E Uther rideva.

 

 

 

















NdA


Adoro questa storia d'amore che praticamente è rimasta quasi ignorata dalla serie.
Tutti hanno etichettato Uther come un personaggio "cattivo", quasi un antagonista. Tipo Piton. E, invece, credo che sia uno dei più complessi, dopo Morgana.
E' un uomo dal cuore infranto e che sa perfettamente di esser stato responsabile della morte dell'unica donna mai amata.
Odia se stesso e odia ciò che gliel'ha portata via. Questo odio non scompare mica tanto facilmente.
Fino alla fine (e anche dopo la morte *SPOILER* coltiva questo odio per la magia, perfino se lo stregone è un membro fidato della corte come Merlino) non fa altro che odiare la magia e amare solo i suoi figli. E' fantastico. E quando scopre che Morgana è una strega.. No, dico, riuscite ad immaginare il tormento interiore? Io lo adoro. 

BTW, volevo scrivere qualcosina su questo personaggio e - soprattutto - su questa coppia.
Lei che muore e lui che vuole uccidere tutti e poi, magari, suicidarsi (scommetto che l'ha pensato, ci metto una mano sul fuoco). 
Mi sa che non è venuta fuori tanto bene.
Beh, spero che piaccia.
Come al solito, l'ho scritta di getto e potrebbero esserci errorucci qua e là.

Grazie per aver letto e accetto critiche costruttive e distruttive!

Alla prossima!

   
 
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