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Autore: KeyDavis_    12/11/2012    0 recensioni
Delusioni,nuovi amori, vecchi amori rinnovati, amicizia, musica....... ossa.
Bones è il continuo di ''no consequences'' quindi se volete capire di più leggete anche quello!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Avevo dimenticato che tipo di aria si respirava ‘’dalle mie parti’’ . A Nashville la gente era tutta così gentile, persino chi non ti conosceva, quando ti incontrava per strada ti salutava, o al massimo ti sorrideva. Mia sorella Beth mi venne a prendere in aereoporto col mio vecchio pick-up rosso, che io chiamai Todd.
Fu un regalo per il mio sedicesimo compleanno, anche se il pick up non era più di tentenza, io l’accettai come se niente fosse, e un po’ per certi versi lo rimpiangevo. In aereoporto, trovai mia sorella grazie il suo biondo canarino. Beth aveva solo diciassette anni, ma aveva iniziato a tingersi a quindici, ovviamente grazie al cattivo esempio che le davo io.
‘’sorellona!’’  Urlò alzandosi da una sedia venendomi incontro: aveva un pantaloncino a vita alta,una canottiera e una camicia maschile, simile ad una camicia di Jeremy, rimasi a guardare a lungo la camicia così tanto che nemmeno salutai Beth
‘’Ciao anche a te.. sei più strana del dovuto’’ Prese una delle mie valigia continuando a guardarmi, così l’abbracciai ‘’No, è che…wow! Sei fatta più alta di me e i miei stivaletti sono alti 5 cm!’’ cambiai discorso per poi abbracciarla, e nel frattempo cercavo l’etichetta della camicia per vedere se fosse davvero di Jeremy, voglio dire, magari era nel mio armadio e lei l’ha presa, come si permette? Non puoi aprire il mio armadio quando io non ci sono, e non puoi nemmeno toccare ciò che mi appartiene
‘’Non che ci voglia molto, guarda che gambe corte che hai!’’ Guardai le mie gambe coperte dai leggins, in effetti aveva ragione, la guardai annuii e scoppiammo a ridere. Poi ci incamminammo verso il mio, che ormai era diventato suo, pick up.
‘’Nonna appena ha sentito che tornavi ha iniziato a preparare torte torte e ancora torte’’ Mi girai verso di lei scioccata
‘’Beh, non puo’! guarda che pancia ho fatto, sembro incinta! La mia amica ha una pasticceria quindi mangio torte e dolcetti praticamente tutti i giorni e tutte le notti! Un po’ di dieta..’’
Lei mi guardò male alzando un sopracciglio ‘’Non mangiarle, così le mangio tutte io, papà era felicissimo, ma non ha voluto farcelo vedere..perchè… sai com’è lui no?’’ mio padre  era freddo con tutti, a volte pensavamo non provasse emozioni, si limitava a non farle vedere, a tenerle nascoste per il troppo orgoglio, e io avevo uno strano ascendente su di lui, andavamo d’accordo, come vanno d’accordo due migliori amici, parlavamo di tutto e di tutti, uscivamo insieme, e a volte mia sorella mi rinfacciava di essere la cocca di papà, ma cosa potevo farci io? ‘’Si, certo che lo so..oddio, ma aspetta…quello la..è il mio Todd!?’’  Mia sorella aveva riverniciato in rosso il mio pick up, gli aveva cambiato le ruote  e in più non aveva né un graffio –e io praticamente strisciavo ovunque- né altre ammaccature,  in più i sedili all’interno erano stati cambiati con sedili nuovi in pelle marrone. ‘’Mi ha aiutato Bob, il mio migliore amico’’ alla parola migliore amico, il mio cervello ebbe la geniale idea di allegare un allegra foto di me Chad e Jeremy insieme, rimasi immobile per più di un minuto a pensare , pensare e ancora pensare, pensare a quanto mi mancavano entrambi, gli scherzi che mi facevano, e non avevo nemmeno salutato Chad, gli avevo solo dato un bacio in guancia mentre dormiva, e spero con tutto il cuore che non scopra niente, che non scopra che io sono rotta, distrutta in mille pezzi, come un vaso d’argilla caduto contro il pavimento, se l’avesse saputo probabilmente avrebbe sclerato contro me e Jeremy, lui non poteva sopportare la mia sofferenza, eravamo come connessi da un filo invisibile che solo noi vedevamo, quando stava male lui, stavo male anche io, e così via come per i pensieri, le parole e tutto. Come se l’avessi previsto, pensandolo ,il mio iphone squillò, una foto di Chad che mi teneva in braccio con una sola mano e contro la mia volontà illuminò il display. Scusai Beth e mi allontanai da lei:
‘’Oh’’
‘’Key, perché sei andata via?’’
‘’perché due non puo’ fare tre’’
‘’beh, se devo prendere la tua risposta letteralmente e non come un modo di dire, ti rispondo che..sì, hai ragione, due non puo’ fare tre’’

Pensai sulla sua risposta. Aveva già capito tutto, aveva capito che se fosse successo qualcosa, non ci sarebbero più state tre persone, ma solo due, e quella risposta mi aveva fatto, tanto, ma tanto male, così rimasi in silenzio
‘’Quando non mi dai del filo da torcere è perché stai male, e sai cosa? Anche io sto male, a non vederti gironzolare per casa con le mie felpone o le mie canottiere, a non ridere perché, cazzo, chi le spara le cazzate tutto il giorno? È passato nemmeno un giorno e casa nostra è praticamente vuota, anche Rebecca sta zitta, sai di cosa abbiamo parlato oggi a tavola? Delle condizioni climatiche! Cioè..non posso crederci! E la cosa che più mi fa rosicare il culo, è che tu stai male e sei lì da sola, e non sono con te’’ Il suo tono di voce era davvero distrutto, immaginavo la sua faccia, la sua bocca piegata verso il basso e lui che gesticolava mentre parlava, classico comportamento da Chad
‘’Mi aiuterà il tempo’’
‘’No, peggiorerà la situazione, andiamo, sii realista, le cose vanno affrontate, non puoi scappare, devi affrontarle e basta! Senza andare a piangere dalla mamma!’’
‘’Pensi io stia andando a piangere dalla mamma?’’
‘’Penso tu stia piangendo’’

Chiusi la chiamata e misi il cellulare in tasca, andando da Beth che mi aspettava seduta sul pick up.
‘’Vogliamo andare!? Ho famissima, siamo qua da tipo…mezz’ora?’’
Salii in macchina e mi addormentai durante il viaggio.
A svegliarmi la grande baldoria nel soggiorno, mi ritrovai sul bel divano in pelle di casa mia, con una copertina di lana fatta dalla nonna sulla quale c’era scritto il mio fantastico nome di merda, mia mamma aveva una certa classe nello scegliere i nomi che quasi era commovente.  Mi alzai infilando le mie ciabatte rosse  e percorsi il corridoio sorpassando tutte le foto che ritraevano me e mia sorella da piccole, una volta arrivata, osservai un lungo tavolo in legno, attorno al quale sedevano papà, mamma, la nonna e infine io Beth e il suo amico Bob, che continuava a guardarmi allibito.
Mi accolsero cantando una vecchia canzone che si cantava sempre dalle nostre parti quando un membro della famiglia arrivava da un altro paese, le parole non riuscivo a ricordarle mai, ma diceva cose come ‘’Adesso che sei qui la tavola è al completo’’  e bla bla bla bla. Bob, si alzò e mi spostò la sedia come un gentleman, guardai mio padre, che con lo sguardo mi obbligò a sedermi e a non fare la ribelle, come ho sempre fatto, così poggiai il mio sederino sulla sedia e ringraziai Bob
‘’Allora Key, come sta Chad?’’ chiese mamma allegramente, mia mamma amava Chad, perché in realtà è stato lui a crescermi, non loro. Passavo tutte le giornate a casa sua, a volte dormivamo anche insieme, semplicemente perché.. non ho mai avuto un buon rapporto con la mia famiglia, non quando ero una teenager in cerca di una spalla, voglio dire, ognuno di noi passa il momento ‘’odio tutti, voglio scappare’’ e il momento ‘’amo tutti, il mondo è mio’’ beh, io ho sempre avuto il primo momento, il secondo non è mai successo, e ormai non ero più un’adolescente, ma una ragazza. Ovvio, mica potevo essere un unicorno. Mamma impiegò del tempo però, prima di farsi piacere Chad, inizialmente odiava ritrovarselo per casa, e credeva che io e lui scopavamo come i maiali, quando in realtà i rumori che sentiva dalla mia stanza erano soltanto dovuti al fatto che continuava a vincere lui quando giocavamo a morra cinese, mio padre non ha mai espresso un giudizio vero e proprio su Chad, lui era tranquillo se io ero tranquilla.
‘’Sta..bho, bene.. sai com’è Chad no?’’ Spezzai  un pezzo di pane e lo masticai
‘’No com’è?’’ Il pane mi andò di traverso, così versai un po’ d’acqua nel bicchiere e la portai alla bocca, riempendola per poi tenerla un po’ e buttarla giù, bere in quel modo mi rinfrescava e dissetava di più, anche se esteticamente vedere una ragazza bere così faceva schifo. Fortunatamente mia mamma cambiò discorso prima che io potessi rispondere ‘’Ma Key, bevi ancora da camionista, ma perché?’’
‘’Ma lasciala stare se vuole bere così !’’
Ogni tanto la nonna si risvegliava e tutti scoppiammo a ridere.
Mentre cenavamo, studiavo ogni singolo comportamento di  Bob e Beth, quei due si piacevano, e davvero tanto, ad entrami brillavano gli occhi quando dicevano qualcosa contemporaneamente, e  trovavano sempre una scusa per sfiorarsi le mani, la cosa più carina è che non riuscivano a guardarsi negli occhi, perché se l’avessero fatto, prima o poi sarebbe scappato un bacio. Sorrisi imbarazzata dalla situazione e una volta finito di mangiare aiutai mia sorella a sparecchiare.
‘’Ragazzo, ti va di vedere la partita con me?’’ Mio padre di solito guardava la partita di football con persone che riteneva degne, l’unica persona con cui riusciva a guardarle era Jeremy, così un po’ Bob mi diede fastidio. Guardai male mio padre il quale mi fece l’occhiolino per poi baciarmi in guancia ed entrambi andarono a sedersi nel divano sul quale qualche ora prima dormivo in santa pace.
Una volta sparecchiato, sciacquai  i piatti per poi infilarli in lavastoviglie
‘’Papà guarda la partita con Bob, strano, ricordi? L’ha sempre fatto con Jeremy’’
‘’Mh hm’’
‘’ti da…fastidio?’’

Mi alzai per guardarla negli occhi e annuire, così poi lei sorrise
‘’Va be, Jeremy è lontano, deve pur trovarsi..qualcuno, no?’’
‘’Si,certo, certo.’’
ci fu un momento di silenzio imbarazzante. Interrotto dal suono della vibrazione del cellulare di mia sorella, alla quale lessi il messaggio : ‘’Sei più bella del solito, ed è da parte di…Bob!’’ lei arrossì per poi continuare a sciacquare e mettere in lavastoviglie
‘’Hey, si vede che ti piace’’
‘’Come si vede che a te piace Jeremy ancora?’’

Ultimai il nostro lavoro, la presi per mano e la portai al piano di sopra nella mia stanza
‘’Io so perché sei qua, sicuramente tu hai scoperto di continuare a provare qualcosa per lui, e non vuoi accettarlo, quindi sei scappata, da questo grosso …bho non mi viene la parola’’ Si fermò per sorridere mostrando la sua dentatura imperfetta ‘’perché, comunque, diciamocelo, non sei abbastanza forte da supportare sentimenti troppo grandi, che sono racchiusi dentro di te e non vuoi sprigionare,Tuny’’
Mi buttai sul letto a peso morto con le mani in testa ‘’ma da dove l’hai capito?’’
Giocherellai con i miei anelli, come facevo usualmente quando ero nervosa. ‘’Key, tu..ami Chicago e i tuoi amici, non penso tu sia ritornata per vedere le nostre facce, e poi seguo su twitter quel coglione di Jeremy, e ho saputo che ha una mezza storia con Sierra.. quindi.. pensandoci ..sono arrivata alla conclusione’’ Beth spiegò tutto in modo ovvio. La furbizia l’aveva presa da me, lo so. ‘’Mezza storia? Gliel’ha pure data!’’ Beth fece una faccia…tranquilla. ‘’Cos’è quella faccia, signorina!?’’ lei spalancò gli occhi ‘’perché..tu…proprio..niente..?’’ arrossì. Io aprii la bocca stupita, se lei a diciassette anni aveva già scopato e io a venti ero più vergine della madonna qua la situazione era davvero persa ‘’non con Bob, purtroppo, ma con un coglione, però…ok dai, te lo dico visto che siamo sorelle e dobbiamo dirci tutto. Penso di provare qualcosa per Bob, e comunque non ci credo che tu a vent’anni sei ancora vergine, che aspetti? Il principe azzurro?’’ rimasi scandalizzata ‘’Va be, ho fatto altro..’’  amavo l’espressione curiosa che aveva Beth durante la conversazione ‘’tipo? Tipo? Hai fatto un…..’’ imitò un lavoretto con la bocca e io nascosi la mia faccia in un cuscino che lei tolse ‘’no dai, siamo sorelle, devi raccontarmi tutto, o vado a leggere nel tuo diario segreto, lo scrivi ancora vero?’’ Le tirai un cuscino  e finimmo per addormentarci abbracciate.


La mattina seguente, a Nashville tirava un vento fantastico e il sole riscaldava abbastanza, così mi andai a fare una doccia. Mi sarebbe piaciuto andare a cercare un po’ di Jeremy nei nostri posti che amavamo. Lasciai mia sorella abbracciata al cuscino  e mi recai in bagno, amavo la mia stanza per il bagno in camera, che adesso utilizzava quella stronza di Beth. Ovviamente si era già appropriata delle mie cose. Una volta uscita, infilai le mie calze a rete per poi abbinare i miei pantaloncini, e una canottiera, infilai gli anfibi senza allacciarli  e contornai i miei occhi con un filo di eyeliner, misi il mio giubotto di pelle e passai dalla cucina, dove mamma stava preparando i pancake, ne presi uno e la salutai ‘’Ma non senti freddo? Dove stai andando’’
‘’no, e in un posto che solo io so’’
salii sul mio pick up, e mi diressi nel posto mio e di Jeremy. Parcheggiai qualche kilometro più avanti, e dopo aver scavalcato diversi cancelli bucando le mie calze a rete, e dopo aver scacciato quantità industriali di moscerini e insetti, trovai, nel nostro posto, Jeremy.
‘’Non puoi andare via, non ancora, non senza di me’’
la sua voce calda riuscii a riempire tutto il mio corpo e un brivido attraversò la mia schiena, rimasi senza parola e senza respiro, odiavo tutto ciò.
  
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