2.
New York, qualche tempo prima...
La Pendragon
Bookstore era la libreria più “in” di New York. Affiliata alla Pendragon Press,
la famosa casa editrice di tutti i romanzi di Howard P. Jackson, ne condivideva
i locali. Praticamente come avere la produzione e la distribuzione nello stesso
posto. Una vera chicca per chi, come tanti, amava i romanzi dello “Scrittore
Maledetto”, come lo aveva soprannominato il Post,
che si beava nel pensiero di ricevere il libro direttamente dalla fonte. Un po’
come quelli che cercavano di prendere la palla lanciata dal battitore in home
run ad una partita di baseball.
Se aveste chiesto a
Ben Ridgewick, il custode dello stabile che qualche giorno prima era stato
interrogato in merito alla vicenda di Thomas Bailey, il diciannovenne matricida
che era passato alla casa editrice poche ore prima di commettere il terribile
delitto, vi avrebbe detto che era come quella storia dove il ragazzo crede di
comprare un cavallo che caga oro, e quando mette il cappello sotto il buco
dell’animale, anziché materia gialla viene fuori materia marrone.
Quell’idiota folle scrive libri di merda che vanno
a comprare come se fosse pane. Ah, questo è uno di quei Re Mida che sanno
trasformare in oro anche la merda, ecco
cosa vi avrebbe detto.
Quel giorno Ben era
come al solito intento a spazzare l’ingresso della libreria, borbottando di
quando nel 1974 era in trincea assieme ai suoi compagni a sparare ai fottuti culi gialli vietnamiti che li caricavano di chicchi roventi sulla testa, quando sollevò lo sguardo e si trovò di fronte un ragazzo biondo.
- Ciao Ben – lo
salutò Niall, sorridendo – Come va oggi? –
- Ehi Niall –
ricambiò il vecchio – Potrebbe andare meglio, se questo dannato negro d’un presidente si decidesse a
prendere delle decisioni sensate. Tutti così, quegli stupidi democratici… Per
lo meno Clinton si limitava a mettere le stagiste sotto la scrivania, questo
sotto la scrivania ci mette tutto e tutti, se continua così! –
Ridacchiando, ben
consapevole delle solite sparate del vecchio Ben, Niall rispose bonario – Non
sta bene chiamare così una persona democraticamente eletta, Ben. Dopotutto, è
anche il tuo presidente. –
- Già – convenne il
vecchio, tirando fuori una banana dalla tasca della tuta marrone da lavoro e
iniziando a sbucciarla – Sei qui per la nuova cazzata del Grande Maestro
Jackson? –
Sempre sorridendo, Niall
rispose – Proprio così. Johnny è dentro? –
Addentando la banana,
rispose – Se non si sta esercitando a far precipitare aerei su noi cittadini
americani, dev’essere sicuramente dentro che muore dalla voglia di far cadere
aerei su tutti voi fan sfegatati di quell’imbecille che crede di essere uno
scrittore – concluse, ridacchiando. Niall rise con lui, dandogli un’amichevole
pacca sulla spalla.
- D’accordo, vado. –
- Ehi Niall! Lo sai
cosa ebbe a dire mio padre, prima di schiattare, nel 1980? –
Niall si fermò e si
voltò verso il vecchio – No, che cosa ti disse? –
- Che prima o poi i
comunisti ci seppelliranno, ingozzandoci di retorica e farcendoci di
letteratura. Stai attento, mi raccomando! Voi giovani siete il futuro, non
lasciatelo in mano alla feccia della società! –
Per dire la verità,
Niall conosceva parola per parola quel monito, e avrebbe tanto voluto
rispondergli Ben, vecchio imbecille
repubblicano e guerrafondaio, siamo nel 2012, la guerra in Vietnam è finita da più di trent'anni
anni, e alla tua età tu sei ancora imprigionato in schemi mentali preistorici,
nonostante tu debba ringraziare anche quel Presidente se stringi ancora quella
scopa nella mano come se fosse un fucile… Ah, Ben, Ben… lasciatelo dire, sei
vecchio e stupido. Invece, rimase sul classico – D’accordo, Ben, farò
tesoro di questa tua perla. Ciao, ci vediamo! – disse, e si avviò verso
l’entrata della libreria.
*****
Anche quel giorno la
libreria era strapiena di ragazzi e ragazze, tutti affezionati lettori di
Howard P. Jackson. Il suo ultimo romanzo, Dark
Blood, aveva venduto più di quindici milioni di copie, ed aveva ricevuto un
ampio ventaglio di opinioni, dalla più generosa alla più amara: Jackson meriterebbe che gli spezzassero
entrambi i polsi per manifesta demenza letteraria. I suoi sono romanzi di
consumo che, passata l’onda dell’innovazione, tutti dimenticheranno. Sarà,
intanto continuava a scrivere e vendere, con buona pace della Pendragon Press e
delle librerie affiliate. Niall si guardò intorno, cercando con gli occhi
Johnny. Lo vide dietro al suo banco di vendita, intento a tenere buona una
folla di ragazzini urlanti.
- Ragazzi, ragazzi!
Vi prego, un attimo di silenzio! Stiamo verificando la disponibilità del libro!
–
Niall si avvicinò un
po’ di più, cercando di non mettersi troppo vicino alla folla, per capire bene
cosa stesse succedendo. Una ragazza con il gilet rosso e il cartellino della
libreria appeso al collo andò vicino a Johnny. La sua faccia era una maschera a
metà tra il triste e il disperato. Disse qualcosa a Johnny, che si toccò la
fronte in un gesto di disperazione nell’apprendere ciò che la sua collega gli
aveva detto.
- Ehm… ragazzi,
purtroppo le copie di Dark Blood sono terminate. Dovrete aspettare che… -
Non l’avesse mai
detto. La folla urlante si scatenò in un coro di proteste.
- Ma com’è possibile!
Io ho prenotato su internet! Ecco qui la ricevuta!!! – disse una ragazza un po’
in sovrappeso, sventolando la stampa di una e-mail.
- E io ho prenotato
tramite Facebook! Non è giusto! –
- Ragazzi, vi prego –
disse Johnny tentando di ristabilire la calma – Purtroppo non possiamo farci
nulla, le copie sono terminate e non abbiamo più disponibilità a negozio! –
- Buffoni! – urlò un
ragazzo – siete attaccati alla casa editrice, fatevi dare un paio di copie di
riserva! –
- Non è così
semplice, Einstein! – sbottò Johnny – Anche le copie di riserva sono state
esaurite! –
- Io da qui non mi
muovo senza il mio libro! –
- Oh, cristo – disse
Johnny, portandosi le mani nei capelli - Janine, per favore, pensaci tu.
Procedura d’emergenza. – Aveva deposto le armi di fronte a tanta ignoranza dei
fan.
- Ehm – esordì Janine
– Dunque, adesso uno alla volta, in fila, mi date i vostri nominativi e vedremo
di riservarvi dei libri, che arriveranno domani. Okay??? –
Nonostante i
borbottii di scontentezza, era l’unica soluzione. Lentamente, i ragazzi
iniziarono a fare una fila ordinata per riservarsi una copia.
*****
Poco dopo Niall era
insieme a Johnny nel suo ufficio, a sorseggiare una tazza di caffè.
- Deduco che la mia
copia non ci sia più, vero? –
- Purtroppo – rispose
Johnny. I suoi lineamenti giapponesi si corrugarono in un’espressione
corrucciata – Si accampano la sera prima, quando c’è una nuova uscita. Ho
dovuto esaurire tutte le copie, altrimenti rischiavo che mi distruggessero il
negozio, e lassù non sono tanto gentili con gli store-managers che non accontentano i clienti. –
Niall rise – Eviterò
di denunciarti alla Pendragon Press solo perché sei mio amico – gli disse.
Johnny gli sorrise di
rimando, quindi sorseggiò un po’ del suo caffè.
- Ci sono novità da
parte della Grande Casa? –
- Hmh. Forse. –
rispose Johnny, accennando un sorriso furbetto mentre posava il bicchiere di
carta sulla scrivania – voci di corridoio parlano di un nuovo libro, il cui
lancio è previsto fra due mesi. –
- Wuao! – esclamò
Niall, facendo quasi un salto sulla sedia – Dimmi tutto! –
- Non ci penso
neanche – rispose Johnny, guardandosi intorno con aria divertita – Top secret.
–
- Daaaaaiiii…. –
- No… -
- Ti prego! – Niall
gli andò vicino, congiungendo le mani. Johnny sorrideva, ben deciso a non dire
nulla.
- Ti prego ti prego?
–
- No, no! –
- Ti prego ti prego
ti prego??? –
- Niall! Se dico
anche solo una parola, mi licenziano! –
- Ah, è così?! Allora
io vado su a spifferare che non hai tenuto la mia copia nonostante te l’avessi
chiesta ben un mese prima del lancio! – lo minacciò bonariamente Niall.
- Uffa! Che piattola!
E accidenti a me che vado ad accennarti cose che non dovrei… vieni qui. –
Come se stesse
assistendo allo spoglio di una scheda segreta, Niall si avvicinò guardandosi
intorno. Anche Johnny si guardò intorno, mentre dalla scrivania prendeva fuori
una scheda prodotto che aveva stampato poco prima.
- Si chiama In the eyes of
darkness. È il romanzo che dovrebbe
chiudere la pentalogia delle tenebre. Le stesse voci di corridoio dicono che
sia una bomba. Una bomba pari all’atomica lanciata su Hiroshima! –
- Oh no, anche tu fai
riferimenti ad una guerra? –
- Lasciami
indovinare, hai incontrato Ben all’entrata, vero? –
- Sì. Oggi è
abbastanza arzillo, il vecchio. Che gli avete fatto? –
- Nulla. Solo
suppongo che sia ora per il vecchio di andare in pensione. Se non altro in un
castello di riposo troverà qualcuno con cui condividere le sue lamentazioni
geremiache. – disse, e Niall si mise a ridere, facendo ridere anche Johnny.
- Se qualcuno non gli
pianta una pallottola in mezzo agli occhi prima, s’intende. – concluse,
provocando un nuovo accesso di risa in Niall.
- Eh già… ehi, ma…! Non
cambiare discorso! Non mi hai detto la cosa più importante! –
- E cosa dovrei dirti
di più? – domandò Johnny, con aria di sufficienza.
- Quando esce la bomba?
–
- E chi lo sa? –
- Come sarebbe a
dire? Dovresti saperlo! –
- Be’, mi dispiace
amico mio, ma non so proprio quando uscirà. So solo che Jackson lo sta ancora
scrivendo, ma a breve dovrebbe finirlo, e quando lo finirà… bang! Sarà pronto per essere
inghiottito, digerito e defecato dalle nostre rotative, nonché venduto nella
grande stanza qui a fianco! –
- Uhm. Dove si ritira
di solito Jackson per scrivere le sue storie? –
Johnny guardò Niall
con gli occhi spalancati.
- Non ne ho la minima
idea, sai? Questo bisognerebbe chiederlo su, all’amministrazione. –
- Bah, lo sapevo. Non
si cava mai un ragno dal buco, a parlare con te. –
Ridacchiando, Johnny
si alzò dalla scrivania, dando una pacca amichevole sulla spalla di Niall. –
Forse. O forse è ora per me di tornare a lavorare, se non voglio perdere il
posto. La nostra amichevole conversazione finisce qui per oggi, e… -
- …e stai
dimenticando ancora una cosa. –
Johnny sbuffò – Cosa
c’è ancora? Ti ho detto tutto quello che sapevo! –
- Cioè niente –
concluse Niall per lui. Prima che Johnny potesse ribattere, gli disse – hai
dimenticato che devi tenermi una copia di Dark
Blood. Mi raccomando! Altrimenti prendo il primo ascensore del palazzo
accanto e spiffero tutto quello che mi hai detto. –
- Umpf – mormorò
Johnny – Lo ammetto, ancora una volta mi hai dato scacco matto. Ma come può un
ragazzo come me avere un amico così perfido come te? –
- Forse perché sono
il tuo miglior cliente? –
- Ah-ha. Spiritoso.
Ringrazia tuo fratello, se mi conosci. –
- Non mancherò. Ciao
Johnny, a domani! –
- Ciao Niall, e
salutami Chris. –
Uscendo, nel
corridoio adibito a magazzino c’erano i promo-stand con le nuove uscite. C’era
uno stand che raffigurava cinque ragazzi con una stella sullo sfondo. Sulla
descrizione, c’era il nome del gruppo: 1D
- Che nome del cazzo,
per una boy band. – commentò Niall, avviandosi verso la porta di servizio e
uscendo in strada.