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Autore: Egle    28/06/2004    27 recensioni
Ci sono cose per cui vale la pena morire…che cosa significano in realtà queste parole? che cosa hanno significato per i Malandrini?E che cosa significano per l'ultimo di loro che sta correndo verso la morte?
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L

L’ultimo dei Malandrini

 

I miei passi risuonano come al rallentatore nella mia testa , frammezzati dal mio respiro pesante. Affondo nel fango, con la pioggia che cade fitta sul mio corpo indolenzito e sanguinante, ma continuo a correre. Corro come non ho mai corso in vita mia. Corro verso la morte. Corro verso quel destino che ho cercato di tenere lontano da me. Corro contro quella che credevo fosse la forza più grande dell’intero universo: lo spirito di sopravvivenza. Non il potere. Non l’amicizia. Non l’amore, ma l’attaccamento alla vita.

“ci sono cose per cui vale la pena morire”

Non sono parole mie. Come avrebbero potuto essere state pronunciate da me, dacchè non le ho mai capite. Mai prima di questo momento, anche se sono sempre rimaste qui, con me, in un cantuccio del mio cervello.

Io non volevo morire.

Io non voglio morire.

Non lo voglio ora come non lo volevo quasi vent’anni fa, eppure sto correndo.

Sto correndo per quelle poche, semplici parole.

“Ci sono cose per cui vale la pena morire”

Ci sono persone per cui vale la pena morire.

Ci sono ricordi per cui vale la pena morire.

Ci sono sorrisi per cui vale la pena morire.

Ci sono istantanee sbiadite dal tempo per cui vale la pena morire…

James, in piedi nello scompartimento dell’Espresso per Hogwarts con la bacchetta puntata verso il colosso del quinto anno che mi aveva aggredito.

Sirius stravaccato sul divano nella Sala Comune, che si scusava del fatto che si fossero dimenticati del mio compleanno…e poi gli altri Malandrini che sbucavano dalle scale, che conducevano al dormitorio, con una torta e gridavano “Tanti auguri”

Remus , piegato sul mio libro di esercizi, che correggeva i miei compiti. E la sua voce che mi incoraggiava, calda, affettuosa.

E Lily. La bella e dolce Lily che mi scompigliava i capelli e diceva che Sarah Pearl non sapeva che cosa si perdeva a non volere uno come me.

E Harry. Harry che mi guardava fisso fisso , agitando i pugni e reclamando il suo ciuccio.

E la luna piena, alta nel cielo di giugno. Le acque del lago tremolanti sotto il manto notturno punteggiato di stelle. L’erba fresca di rugiada.

E Ramoso che mi portava sulla sua groppa.

E Lunastorta.

E Felpato.

Ed io…Codaliscia.

Sempre noi.

Sempre noi quattro.

Io sono l’ultimo.

L’ultimo dei Malandrini.

E quando io morirò…perché io morirò, è come se moriranno tutti…di nuovo.

Il primo è stato James.

L’ho visto combattere. L’ho visto ricorrere a tutto il suo potere. L’ho visto … bello. L’incarnazione stessa della forza. Della disperazione. L’incarnazione stessa di quelle parole, conficcate nella mia anima. Tracciate con il sangue sulla mia carne, simbolo perenne della mia colpa…

“Ci sono cose per cui vale la pena morire”

L’ho visto stramazzare al suolo, con un rivolo di sangue che gli attraversava la fronte, gli occhi che lentamente si spegnevano e le labbra che tremolanti formavano un solo pensiero, diretto a me: proteggi mio figlio.

Non l’ho ascoltato. Come non ho ascoltato le grida di Lily nell’altra stanza, quando il mio signore si è occupato di lei.

“Ti prego, risparmia mio figlio”

Sono state le ultime parole che ha pronunciato. Non pietà per sé stessa. Non un tentativo di salvare la sua vita, ma quella del figlio. Di Harry. Di quel bambino che ho visto addormentarsi tra le braccia di James, seduto sotto al porticato, con i capelli scompigliati dalla brezza estiva.

“Ci sono cose per cui vale la pena morire”

Poi fu la volta di Sirius.

L’ho visto combattere. L’ho visto diventare più grande…più impetuoso di quanto potessi immaginare. E ancora per quel bambino. Per Harry. L’ho visto scomparire oltre il velo. Non c’era sangue. Non c’erano grida. C’era solo sbigottimento. Non poteva morire…tra tutti i Malandrini, Sirius sembrava immune alla morte. Era troppo scanzonato. Troppo incosciente. Troppo pazzo…troppo Sirius per morire.

Eppure anche la fiamma ardente del suo sguardo si è spenta.

Credo che Sirius sia stato contento di morire a quel modo. Diceva sempre che non voleva ritrovarsi vecchio, costretto a letto con il corpo in decadimento.

Sirius ha messo in pratica quello che gli ho sentito dire una sera…quella stessa sera in cui divenni il Custode Segreto dei Potter…

Ricordo il suo sguardo deciso. La sua mano salda posata sulla mia spalla. Non sembrava il ragazzo dai capelli riccioluti che sgattaiolava fuori da Hogwarts nel pieno della notte per incontrarsi con qualche bella ragazza, a cui avrebbe immancabilmente spezzato il cuore. Sembrava un uomo. Sembrava forte. Sembrava tutto quello che io non sarei mai stato in grado di essere.

“Ci sono cose per cui vale la pena morire, Peter”

E lui è morto. È morto da eroe. E’ morto come si è sempre augurato di morire. Non flaccido e piegato dalla vecchiaia, ma giovane, forte…è morto per colui che amava come un figlio. Per Harry.

Ancora Harry.

E poi Remus. Il caro, paziente Remus.

Il Remus che lottava contro la sua parte selvaggia. Il Remus che aveva sempre una parola gentile per tutti.

Il Remus steso qui a pochi metri da me, nel fango. Il suo corpo è martoriato, coperto di sangue e ferite, ma il suo viso è sereno. Sembra quasi che le rughe siano svanite, che gli affanni del tempo e del dolore siano scomparsi. Sembra di nuovo il Remus che ho conosciuto a Hogwarts. Quel Remus che mi diceva : “non preoccuparti, Peter, andrà meglio la prossima volta”, quando non riuscivo per la milionesima volta a effettuare la trasformazione in animagus.

“Ci sono cose per cui vale la pena morire”

Anche Remus è morto. E come James e Sirius è morto come avrebbe sempre voluto. Si è sacrificato per qualcosa d’importante. Si è sacrificato per Harry. Ancora Harry.

L’ho visto esitare solo per un attimo…il tempo necessario per capire che cosa sarebbe successo, prima di fare da scudo con il suo corpo al ragazzo. La Maledizione senza Perdono lo ha investito in pieno, sbalzandolo fra le braccia di Harry. Remus lo ha guardato per un lungo istante negli occhi e incredibilmente gli ha sorriso di quel suo sorriso dolce e sempre un po’ triste. Solo che non c’era tristezza questa volta. È andato dove sono anche tutti gli altri. E’ tornato a Hogwarts…all’Hogwarts di quando eravamo ragazzi, dacché se esiste davvero un paradiso deve avere quella forma e dimensione.

Le grida di Harry hanno squarciato l’aria. Il suo furore ha incendiato i suoi occhi…gli occhi di Lily. E mentre Remus cadeva al suolo e la vita lasciava il suo corpo, come un filo di fumo da un fuoco morente, io ho ripensato alle parole di Sirius…

“Ci sono cose per cui vale la pena morire”

Mi sono inginocchiato di fianco al mio vecchio amico, incurante della pioggia, del fango, dello scontro che si svolgeva intorno a me e che faceva fremere la terra e scuotere il cielo per la sua potenza, e ho preso la mano del mio caro Remus tra le mie.

“proteggi nostro figlio”

Sono state le sue ultime parole.

Nessuna recriminazione. Nessuna richiesta di aiuto per sé stesso.

La sua mano ha lasciato lentamente la mia. La vita ha abbandonato il suo corpo.

Nostro figlio…Harry è nostro figlio. Non solo di Lily e James. Non solo di Sirius che è morto per lui. Non solo di Remus che è morto per lui. Ma anche per me che morirò per lui.

Harry è terra. Disarmato. I suoi occhiali rotondi riflettono il bagliore del lampo. Ha dato tutto. Può dare soltanto la sua vita per difendere i suoi amici e forse anche il mondo intero…chissà.

Ma non glielo permetterò.

Il mio signore lo torreggia. La bacchetta alzata pronta a vibrare il colpo fatale. Colpo che non arriverà mai.

Corro incontro al mio signore urlando.

Piangendo.

Trovando nella morte, nel sacrificio la redenzione.

Trovando nella morte quella felicità che ho inseguito un po’ per tutta la vita. Quella felicità a cui avevo voltato le spalle per salvarmi al vita.

Non avevo compreso, amici miei.

Io non avevo capito.

Mai.

Non avevo mai capito che cosa significassero le parole di Sirius. Non capivo come si potesse sacrificare la cosa più importante che ci è stata concessa, la vita. Non capivo come si potesse sacrificare sé stessi per qualcuno…

Ora ho capito.

Ora so cosa vuol dire…amare. Io amo Harry. Io amo voi tutti,amici miei e la mia vita in confronto a questo amore così grande, così totalizzante, sembra così misera e meschina.

Il mio signore mi guarda frastornato.

Harry mi guarda frastornato, mentre le mie urla riempiono l’aria. Mentre mi scaglio sul mio signore. Mentre lancio un incantesimo così potente da spezzare la sua vita e la mia.

Gli occhi verdi di Harry sono l’ultima immagine che la mia mente cattura.

Gli occhi verdi di Harry.

Gli occhi verdi di Lily.

Ma anche quelli scuri di James.

Quelli ambrati di Remus.

Quelli vivaci e irriverenti di Sirius.

Sono tutti lì…come se si fossero cristallizzati nelle iridi di Harry.

Ora ho capito…ho capito…

“Ci sono cose per cui vale la pena morire”

 

 

FINE

 

 

Nota: Stavo rileggendo alcuni passi di Harry Potter e l’Ordine della Fenice e mi è caduto l’occhio su una scena che non ricordavo…forse perché ho letto il libro soltanto in inglese e molte cose mi sono sfuggite.

Il signor Weasley è appena stato aggredito dal serpente e i gemelli, Ron, Ginny ed Harry vengono portati a casa di Sirius, il quartier generale dell’Ordine.

Il dialogo è questo:

<> urlò George.

<> anche Sirius alzò la voce. <>

 

Da qui ho cominciato a pensare che forse Peter Minus non odiava veramente i suoi amici. Non li aveva traditi per una sorta di vendetta ai loro danni. Forse Peter era rimasto un ragazzino spaventato e come Fred e George non poteva capire che cosa significasse sacrificare la vita per gli altri. Forse, però, come per Il Signore degli Anelli, anche lui dovrà ricoprire un ruolo importante prima della fine…Harry, nel terzo libro, ha impedito a Sirius di uccidere Peter, come Bilbo e poi Frodo avevano risparmiato la vita a Gollum. Forse per Peter c’è ancora speranza. Forse anche lui riuscirà a capire che ci sono cose per cui vale la pena morire…

 

Come al solito devo ringraziare una canzone che mi ha accompagnato nella stesura di questa fanfic, ed è TEARS OF THE DRAGON di Bruce Dickinson.

 

Ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia.

   
 
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