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Autore: redRon    30/05/2007    32 recensioni
“[...]acchiappa quel gatto e sbattilo fuori!”.
Hermione rivolse a Ron un’occhiataccia fulminante e, preso il gattino, si diresse verso la porta con l’intenzione di uscire da quella stanza.
“Dolcezza, ho detto che deve uscire il gatto, non tu”.
A quella frase, Hermione si irrigidì diventando di tutti i colori.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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one-shot stewe

Dedico questa ff a valeria18, una ragazza dolcissima, adorabile e simpaticissima, che me l’ha inconsapevolmente ispirata dopo avermi parlato del suo micetto Stewe.

GRAZIE, TI VOGLIO BENE ^^

Ma, dico, Grattastinchi non ti bastava?

Ronald Weasley era una di quelle persone che pensavano che lo stare a poltrire a letto senza alzarsi, anche se si era svegli da un pezzo, era ancora più rilassante dello stesso dormire. Tenere gli occhi chiusi, stare con braccia e gambe spalancate a pancia in giù, il lenzuolo aggrovigliato tra le gambe, i raggi del sole mattutino che battevano sulla pelle provocando una gradevole sensazione di benessere…erano questi i piaceri della vita.

E poi quel solletico al naso era così piacevole…

Un momento! Cosa mai poteva solleticare il naso di Ron?

Il ragazzo si sforzò di non pensare alla ragazza che quella notte – come tutte le altre notti – aveva popolato i suoi sogni di adolescente.

Non poteva essere Hermione a giocherellare col naso di Ron, anche se lui lo pregò con tutte le sue forze.

Si sforzò di aprire un occhio e di capire cosa stava accadendo.

Quello che l’occhio di Ron vide fu un visino nero, peloso, adornato di orecche a punta e baffetti.

Spalancò anche l’altro occhio e la creaturina di fronte a lui lo salutò con un dolcissimo: “Miao!”.

“AAAAAAHHHHH!!!!”.

Ron cacciò un urlo da fare invidia al più bravo tenore e rotolò all’indietro, portandosi appresso anche il lenzuolo aggrovigliato alle sue gambe.

Il risultato fu che cadde rovinosamente a terra.

“Ahia…”, fece lui.

“Ron, accidenti, tutto bene?”, chiese una graziosa vocina.

“Io si…il mio fondoschiena un po’ meno…”, rispose, tentando di alzarsi in piedi.

Quando constatò che le sue gambe erano ancora in grado si reggerlo, cercò di togliersi di dosso il lenzuolo, il quale finì poi sul letto gettato sul gattino.

“Oh, Ron!”, disse di nuovo quella voce, ma con un tono più da rimprovero.

“Hermione!!???!!”, esclamò lui, maledicendosi per essersi tolto il lenzuolo di dosso.

“Cosa???”, disse lei, alzando gli occhi su di lui, ma pentendosi successivamente di averlo fatto.

Davanti a lei stava Ron appena sveglio, a petto nudo, che indossava solo un paio di miseri boxer, il suo solito abbigliamento estivo per la notte. Immediato fu il rossore sulle guance di Hermione.

Nel frattempo, il delizioso gattino tentava in tutti i modi di liberarsi del lenzuolo.

“Che diavolo ci fai in camera mia?”, chiese Ron, sconvolto.

Lei si sforzò di guardarlo negli occhi e di non scendere a conteplare gli addominali e i pettorali scolpiti di lui.

“Ehm…”, fu l’unico pensiero che seppe formulare.

“Non è una risposta valida!”.

“Non avevo risposto, infatti!”.

“Ti do il permesso di rispondere, allora!”.

Hermione aiutò il gattino a liberarsi e lo prese in braccio.

“Come spieghi quel coso lì?”, domandò Ron, indicando il batuffolo peloso tra le braccia di Hermione.

“Questo non è un coso! È un gatto, si chiama Stewe! Impara a dare i nomi propri alle cose!”.

“Se non altro il nome è decente, non come quell’altra palla al piede…”.

“Perché, cos’ha di strano il nome Grattastinchi?”, chiese rabbiosa lei.

“Se non lo sai tu che sei l’intellettuale della situazione…comunque sia, cosa ha portato te e…Stewe in camera mia?”.

“Ginny questa mattina ha trovato due gattini e uno l’ha dato a me. Poi mi è scappato e si è intrufolato nella tua stanza, che aveva la porta socchiusa”, spiegò, guardando in tutte le direzioni pur di non soffermarsi su Ron mezzo nudo, “Io sono entrata ed ho visto Stewe che ti annusava, ho cercato di prenderlo ma tu ti sei svegliato prima”.

Lui la guardava a braccia incrociate, come se non gliela raccontasse giusta.

Hermione aspettava che lui le dicesse di andarsene e portarsi con sé quella palla di pelo, o roba simile.

“Scusa, mi vuoi dire che adesso hai due cose pelose che gironzolano per casa?”, chiese, sconvolto, pensando che adesso Grattastinchi sarebbe stato aiutato dalla new entry Stewe a compiere la missione che si era prefissato da quando era stato comprato da Hermione: farlo inciampare a tutto spiano.

“Si”, rispose secca lei.

“Ma, dico, Grattastinchi non ti bastava?”.

“Oh, dai, guardalo! È così tenero!”.

Hermione gli mise il gattino davanti agli occhi, che miagolava incessantemente.

“Ci vuole chi bada a lui…”, disse Ron, toccando con un dito il musetto del micino.

“Ci bado io!”, rispose risoluta Hermione, come se le avessero affidato una missione di particolare importanza.

“Come no! Sbaglio o sono io che porto i croccantini a Grattastinchi per non farlo morire di fame, anche se l’idea mi allietta molto?”.

“Assassino!”.

“Assassino sarei se avessi davvero compiuto il tragico atto. Ma siccome so che tu tieni tanto a quell’ammasso di pelo rosso, tengo a bada i miei istinti omicidi”.

“Mi stai dicendo che lo fai per me?”, lei inarcò un sopracciglio.

“No, lo faccio per le nostre povere orecchie che sarebbero costrette a sopportare i tuoi piagnistei”, le fece la linguaccia.

Lei gli rispose con una sonora pacca sulla spalla, anche se sapeva che non l’aveva smosso minimamente, grande e grosso com’era.

Nel frattempo, Stewe si stava divertendo col cuscino di Ron.

“Ehi, tu! Giù le zampe da Alippio!!!”, escalmò lui, cacciando il povero micino.

Alippio??? Cosa mai potrebbe avere un nome tanto assurdo?”, chiese Hermione, sconvolta.

“Alippio non è un nome assurdo! È il mio cuscino, ce l’ho da quando avevo cinque anni ed è una cosa a cui tengo molto! Quindi, acchiappa quel gatto e sbattilo fuori!”.

Hermione rivolse a Ron un’occhiataccia fulminante e, preso il gattino, si diresse verso la porta con l’intenzione di uscire da quella stanza.

“Dolcezza, ho detto che deve uscire il gatto, non tu”.

A quella frase, Hermione si irrigidì diventando di tutti i colori.

Lentamente, si voltò verso Ron, che la guardava ancora con le braccia al petto e un sorrisetto furbo.

Hermione deglutì e non si accorse d stringere troppo il gattino, che scappò via dal suo abbraccio.

Ron le fece segno col dito di avvicinarsi e lei si vide costretta a sottomettersi al suo comando. Hermione si fermò a parecchi metri da Ron, ma lui continuava ad incitarla ad avvicinarsi sempre di più.

Quella faccenda non le piaceva affatto…o forse si?

Ormai la distanza che li divideva era incalcolabile.

Lui si avvicinò al suo volto e lei potè sentire le sue labbra sfiorarle l’orecchio.

“Adesso tu…”, sussurrò, “…mi aiuterai a rifare il letto!”.

Hermione spalancò bocca e occhi.

“Perché fai quella faccia?”, disse lui, “Cosa pensavi che volessi dirti?”.

“Ronald Bilius Weasley, sei solo uno stupido!”, urlò Hermione, come avrebbe fatto qualsiasi altra ragazza di fronte all’immane stupidità dei ragazzi.

Ron iniziò a ridere e afferrò l’ammasso di lenzuolo buttandolo su Hermione.

Lei, furiosa, lo scaraventò a terra.

“Dammi anche un solo motivo per cui io debba aiutarti a sistemare la tua stanza!!!”, esclamò all’indirizzo di Ron che, nel frattempo, poggiava Alippio su di una sedia.

“Mmh…”, fece Ron, con un dito sotto al mento, “Un motivo potrebbe essere il fatto che hai portato un gatto nella mia camera, e tu sai benissimo che mia madre odia gli animali in camera da letto”.

“Se però le dico la verità, ovvero che Stewe mi è scappato, stai certo che crederà a me!”.

Ron, era comprensibile, non sarebbe mai riuscito a battere Hermione Granger in un duello verbale, quindi l’unica cosa che poteva utilizzare erano i gesti. Infatti si diresse verso la porta, la aprì e fece segno alla ragazza di uscire.

“Vattene”, disse serio.

Hermione lo guardò scioccata, ma non si mosse dalla sua posizione.

“Ho detto vattene!”, insistette Ron.

“No, mio caro! Adesso, per soverchieria, io ti aiuterò a rifare il tuo dannato letto!!!”.

Ron richiuse la porta e, con un veloce scatto, si gettò a peso morto sul letto.

Hermione lo guardava sempre con quell’espressione sconvolta, Ron era proprio strano in tutto ciò che faceva. Lei gli si avvicinò e si sedette sul letto accanto a lui, prendendo ad accarezzargli i capelli.

Ron, che aveva la testa voltata nella direzione opposta, non seppe se scappare a gambe levate o lasciarsi torturare a quel modo.

La mano di Hermione vagava tra la fulva chioma del ragazzo.

“Ron?”, lo chiamò dolcemente.

“Mmh?”, le rispose lui monosillabico, dato che in quella situazione non sarebbe stato in grado di far uscire dalla bocca una frase di senso compiuto.

“Mi spieghi come faccio a rifare il letto…”, continuò con quella voce melodiosa, “…SE TU TI CI SEI BUTTATO SOPRA?????”.

L’ultimo pezzo di frase fu urlato, e la mano di Hermione che prima gli accarezzava dolcemente i capelli, li afferrò con forza facendolo gemere di dolore.

“Ahiaaaaaa!!!”, gridò lui.

“Fa male, vero?”, disse sadica Hermione, tirandogli ancora i capelli.

“Hermione, lasciami!!! Mi fai un male cane!”.

Lei mollò la presa. Poi si alzò e andò a raccattare il lenzuolo che ormai aveva fatto del pavimento la sua dimora.

Ron si tastò i capelli, poi guardò Hermione che stava cercando di piegare l’enorme lenzuolo e, senza che lei ebbe il tempo di accorgersene, le si avventò e la prese in spalla senza nessuno sforzo.

“Ron!!!”, urlò, “Lasciami scendere!!!”.

“Eh, no! Adesso me la paghi! Mi ha fatto malissimo!!!”.

“Perdonami, non lo farò più. Però adesso fammi scendereee!”, lo implorava.

Nel frattempo, Stewe aveva raggiunto Alippio, l’amore della sua vita, che era adagiato sulla sedia, e ci saltellava sopra miagolando, come se si stesse divertendo ad assisstere alla simpatica scenetta con protagonisti Ron e Hermione.

Hermione stava con le braccia penzoloni sulla spalla di Ron, che le teneva le gambe con un braccio.

“Ron, se mi fai cadere giuro che mi farò vendicare da Grattastinchi” lo minacciò.

“Non ti lascerò cadere…ma solo perché potresti sfondare il pavimento e finire nel piano di sotto! Mamma non sarebbe contenta”.

“Idiota!!!”, Hermione cominciò a battere i pugni sulla schiena del ragazzo.

Lui la scaraventò sul letto e le tenne entrambi i polsi sopra la testa con una mano sola.

Se Hermione poteva batterlo con le parole, lei di certo non poteva mai e poi mai batterlo con l’esigua forza di cui disponeva.

Ron se la rideva di gusto mentre guardava la faccia imbronciata di Hermione sotto di lui. Poi, non seppe come la mente lo portò a voltarsi verso la sedia su cui stavano Alippio e Stewe…la sua espressione cambiò radicalmente. Liberò i polsi di Hermione, che lo guardò scettica.

“Ron?”, lo chiamò, ma lui sembrò non rispondere, bloccato com’era a guardare quella sedia.

Hermione voltò la testa verso il punto a cui Ron era tanto interessato e vide la causa del suo mutismo. Stewe stava maciullando Alippio con le unghiette e i denti, il tutto sotto lo sguardo inerme di Ron.

Quel che rimase di Alippio fu un ammasso di piume che fuoriuscivano dalla stoffa consumata. E Stewe si divertiva come un matto a giocarci.

“Alippio…”, mormorò Ron, che scese dal letto avvicinandosi al luogo del misfatto.

“E-era ormai consumato, no? Te ne serviva uno nuovo…”, provò a consolarlo Hermione, ma inutilmente.

“Hermione, il tuo gatto ha distrutto Alippio…era il mio cuscino…”, piagnucolò.

“Mi dispiace”, si scusò lei.

Ron allungò una mano per prendere le piume del suo, ormai, inutilizzabile cuscino. Ne prese un pugno e poi le rilasciò. Continuò a farlo per un bel pezzo, mentre Hermione lo guardava senza sapere cosa dire. In fondo anche a lei era capitato il tragico episodio in cui un cane le aveva divorato il suo coniglietto, non poteva di certo biasimare Ron.

Più che altro, però, temeva per la sorte di Stewe. Ron lo avrebbe massacrato.

Una volta stava per affogare Grattastinchi per avergli mangiucchiato pantofole, calzini, pigiama e una bellissima maglietta dei Cannoni di Chuddley a cui lui era profondamente affezionato.

Lo cercò con lo sguardo, ma non riuscì a trovarlo.

Ron stava ancora a piangere sulla tomba del suo amato Alippio, ucciso spudoratamente da quell’essere demoniaco con le unghia e i baffi, apparentemente inoffensivo.

“Ron…”, Hermione gli si avvicinò, allungando una mano verso la sua spalla.

Lui però si voltò di scatto e le soffiò in faccia le piume del cuscino, riprendendo a ridere. Lei aveva tutti i capelli cosparsi di piume, com’era buffa!

“E’ così che tratti il tuo defunto Alippio, Ron?”, gli disse in tono di finto rimprovero.

“Ormai non si può più tornare indietro”, le rispose, gettandole addosso delle altre piume.

Stewe, che nel frattempo si era nascosto, era uscito da sotto il letto di Ron e cercava di acchiappare con le zampette anteriori le piume che cadevano a terra.

Hermione decise di contrattaccare acciuffando un pugno di piume e soffiandolo in faccia a Ron, come lui aveva fatto con lei.

Ripresero a giocare come prima, sotto gli occhietti di Stewe che li guardavano divertiti.

Ron prese delle altre piume e le infilò nella maglietta di Hermione.

“Ah!”, esclamò lei, “Pervertito, questo non dovevi farlo!”, protestò, cercando di levarsi le piume da dentro la sua maglietta.

Ron rideva come un pazzo, ma Hermione contrattaccò infilando delle piume dentro ai suoi boxer.

“Nooo, Hermione!!!”, esclamò lui sorpreso, “Tra di noi la più pervertita sei tu!”, anche lui cercò di scrollarsi di dosso le piume, ma in una maniera più difficoltosa.

“Ben ti sta!”.

“Preparati perché adesso ti ammazzo!!!”, la minacciò, puntandole un dito contro.

Lei continuava a ridere e, quando vide Ron precipitarsi per acchiapparla, lei cacciò un urlo spaccatimpani e cominciò a correre per la stanza.

Ron non fece in tempo a raggiungerla che si ritrovò spalmato sul pavimento con la faccia a terra. Le risa cristalline di Hermione risuonavano per tutta la stanza.

“Scommetto che è stato Stewe!”, asserì il bel rosso, facendo leva sulle braccia per alzarsi, “Non bastava Grattastinchi a farmi cadere? Adesso anche Stewe ce l’ha con me…vorrei solo sapere perché…”.

Ron si alzò definitivamente e acchiappò Stewe, che fu incapace di sfuggirgli.

“Ron, non gli fare niente!”, disse Hermione.

“Tranquilla, non gli torcerò un baffo”, la rassicurò, gettandosi nel letto e posizionando il gattino sul suo torace.

Hermione, incuriosita, si avvicinò a lui, che sembrava stesse interrogando Stewe.

“Perché sto così antipatico a te e a Grattastinchi? Mh?”, gli domandò, come se Stewe avesse potuto rispondergli.

Hermione si intenerì di fronte a quella scena e, senza sapere con quale coraggio, si distese sul letto accanto a Ron, poggiando la testa sulla sua spalla nuda. Stewe faceva su e giù per il torace di Ron, che nel frattempo era in preda a tachicardia a causa della vicinanza di Hermione. Lui accarezzò la testolina del micino e così fece anche Hermione.

“’Mione, perché Stewe non mi risponde?”, chiese scioccamente Ron, anche se Hermione sorrise di fronte alla genuinità del ragazzo.

“Perché non conosce l’uso della parola”.

“Non è vero! Guarda che la stessa domanda la faccio a Grattastinchi ogni volta che tenta di uccidermi e lui, anche se non mi risponde a parole, lo fa a gesti”.

“E cosa vorrebbe dirti?”.

“Ogni volta che ti nomino, soffia indispettito. Come se gli desse fastidio anche il solo fatto che ti parlo”.

“Stai insinuando che Grattastinchi è geloso di te???”.

“Non lo insinuo, lo so per certo! E a anche Stewe è geloso”.

Hermione sorrise di nuovo. Era così tenero Ron quando faceva discorsi che non avevano né testa né piedi!

Ron infilò il braccio sotto la testa di Hermione, per permetterle di stare più comoda. Stewe battè una zampina contro il petto di Ron, come se non avesse sopportato che il ragazzo l’aveva avvicinata ancora di più a sé.

“Hai visto, Hermione???”, le domandò il ragazzo, mentre Stewe gli afferrava il dito.

“Cosa?”, inutile dire che Hermione era incapace di intendere e di volere.

“Stewe non sopporta che io ti stia vicino!”.

“Ma piantala! È solo un gatto”.

“Se non mi credi, guarda tu stessa”.

Ron tolse il dito imprigionato tra le zampette di Stewe e avvolse completamente Hermione con l’altro braccio.

Lei, dal canto suo, sentiva che stava andando a fuoco.

Stewe, come prevedibile, si aggrappò al braccio di Ron come se lo volesse togliere di dosso a Hermione.

“Vedi che ho ragione?”, disse Ron, tornando, purtroppo per entrambi, alla posizione di prima.

“Forse…”, lei non era del tutto convinta, anche se quel giochetto non le dispiaceva affatto.

“Beh, prova tu, allora”, le propose.

Stewe li guardava corrucciato e, quando vide Hermione avvicinarsi a Ron per dargli un bacio sulla guancia, lui si issò sulle quattro zampette e risalì il petto di Ron, allungando il musetto verso il viso di Hermione. Forse anche lui voleva un bacino da lei.

“Ormai è chiaro e lampante!”, le fece notare Ron, “I tuoi gatti non mi sopportano, ti vogliono tutta per loro. Ma ‘Mione è solo mia, uffa!”, Ron fece la linguaccia a Stewe, mentre lui, indifferente, tornava ad accoccolarsi sul suo vasto torace.

Hermione sorrise inconsciamente e si strinse ancora di più a Ron. Poi si allungò dandogli un altro bacio sulla guancia. Ron voltò la testa verso di lei, incredulo ma contento del bel gesto. Forse ci stava prendendo gusto.

“Ammetto che forse hai ragione tu…”, mormorò Hermione, “Ho cercato di darti un bacio in modo che Stewe non se ne accorgesse…e infatti non se n’è accorto davvero”, disse guardando il gattino che sembrava stesse dormendo.

“Vedi che alla fine non era una sciocchezza?”, sussurrò lui, poggiando le sue calde labbra sulla fronte di Hermione, con molta discrezione in modo che Stewe non si avventasse contro il ragazzo.

Hermione rise, baciando per la terza volta la guancia di lui.

Lui si rigirò completamente dalla parte di Hermione, facendo ruzzolare giù sul letto il povero Stewe, che venne destato dal suo sonnellino e scosse la testolina indispettito.

La grande mano di Ron era posata sul viso di Hermione, e lui continuava a baciarle la fronte, gli zigomi, la punta del naso, per poi risalire.

Anche lei portò la sua mano dietro la nuca di Ron, ricambiando ogni bacio.

Stewe cominciò a conficcare le unghie sul materasso, quella scena non gli piaceva per niente.

Ron smise di tracciare su Hermione la sua scia di baci e la guardò negli occhi. Lei era semplicemente adorabile con quelle guance rosse…sapeva di stare usando la scusa del gattino geloso per baciarla. E lei era affascinata da quel bellissimo ragazzo con le orecchie delle stesso colore dei capelli e gli occhi di un azzurro intenso, quasi neri. In quegli occhi si leggeva un crescente desiderio, lo stesso che provava lei. Lui chinò lo sguardo sulle sue labbra per una frazione di secondo e lei sfiorò le sue con un dito.

Avvicinarono ancora di più i loro volti fino a fare incontrare le loro labbra in un bacio dolcissimo. Ron si portò sopra di lei continuando a baciarla con passione crescente. Lei le circondò il collo con le braccia per avvicinarlo ulteriormente.

Avevano completamente dimenticato che su quel letto esisteva uno Stewe super arrabbiato che non vedeva l’ora di conficcare le sue unghiette nella carne di qualcuno.

Hermione liberò un gemito di piacere nella bocca di Ron, quando lui insinuò una mano sotto la sua maglietta

Era tutto così perfetto…mai avrebbero potuto immaginare che una semplice giornata come quella si sarebbe trasformata in qualcosa di più, ed era tutto merito di Stewe.

Ma, come prevedibile, quel momento idilliaco ebbe presto un’atroce fine.

“Ahiaaaaaa!!!!”.

Ron si staccò da Hermione urlando di dolore, mentre lei era rimasta con la bocca socchiusa e gli occhi chiusi, non essendosi ancora ripresa da quel bacio mozzafiato made in Ron Weasley.

Quando la ragione riprese possesso di Hermione, lei si alzò e vide Ron soffiarsi il fianco, con un enorme lacrimone che gli penzolava da un occhio.

“Ma cosa è successo?”, chiese Hermione.

“E’ successo che quel tuo gattaccio mi ha graffiato!”, esclamò lui, ancora dolorante, “Guarda che razza di ferita orribile che mi ha lasciato!”.

Ron mostrò a Hermione il suo fianco su cui si estendeva un enorme graffio, che aveva l’aria di bruciare parecchio.

“Ma dai, non è niente! È solo un graffio…”, disse, sfiorando la ferita.

“Solo un graffio??? Hermione, questo è peggio di un Sectumsempra!”.

“Esagerato!”.

“Te l’ho detto che Grattastinchi e Stewe mi odiano a morte perché voglio stare con te!!!”, si lasciò sfuggire inconsapevolmente.

Hermione rimase piacevolmente sconvolta da quella rivelazione. Ron arrossì in zona orecchie e si voltò a guardare Hermione, anche lei con le gote rosse.

Si sorrisero e Ron si chinò lentamente verso di lei per baciarla, ma Stewe si frappose tra lui e le labbra di Hermione, facendo si che il ragazzo andasse a baciare il suo musetto.

Hermione rise nel vedere Ron ritrarsi schifato.

“Prorpio Grattastinchi non ti bastava, eh?”, le domandò di nuovo.

Lei scosse la testa continuando a ridere.

“Beh, almeno qualcosa di buono l’ha fatta, Stewe”, aggiunse lui.

Ron tentò di nuovo di baciare Hermione, ma stavolta non trovò alcuno ostacolo.

Stewe scese dal letto e uscì dalla stanza, magari Grattastinchi lo stava cercando…

The End

Beh, ammetto che non è tutto questo granché, è un pò stupidotta, ma ci ho provato.

Ovviamente il giudizio spetta a voi^^

Fatemi sapere, ok?

Grazie mille ^^

Baci

  
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