Dedico questa ff a valeria18, una ragazza dolcissima, adorabile e simpaticissima, che me l’ha inconsapevolmente ispirata dopo avermi parlato del suo micetto Stewe.
GRAZIE,
TI VOGLIO BENE ^^
Ma,
dico, Grattastinchi non ti bastava?
Ronald
Weasley era una di quelle persone che pensavano che lo stare a poltrire a letto
senza alzarsi, anche se si era svegli da un pezzo, era ancora più rilassante
dello stesso dormire. Tenere gli occhi chiusi, stare con braccia e gambe
spalancate a pancia in giù, il lenzuolo aggrovigliato tra le gambe, i raggi del
sole mattutino che battevano sulla pelle provocando una gradevole sensazione di
benessere…erano questi i piaceri della vita.
E
poi quel solletico al naso era così piacevole…
Un
momento! Cosa mai poteva solleticare il naso di Ron?
Il
ragazzo si sforzò di non pensare alla ragazza che quella notte – come tutte le
altre notti – aveva popolato i suoi sogni di adolescente.
Non
poteva essere Hermione a giocherellare col naso di Ron, anche se lui lo pregò
con tutte le sue forze.
Si
sforzò di aprire un occhio e di capire cosa stava
accadendo.
Quello
che l’occhio di Ron vide fu un visino nero, peloso, adornato di orecche a punta e
baffetti.
Spalancò
anche l’altro occhio e la creaturina di fronte a lui lo salutò con un
dolcissimo: “Miao!”.
“AAAAAAHHHHH!!!!”.
Ron
cacciò un urlo da fare invidia al più bravo tenore e rotolò all’indietro,
portandosi appresso anche il lenzuolo aggrovigliato alle sue
gambe.
Il
risultato fu che cadde rovinosamente a terra.
“Ahia…”,
fece lui.
“Ron,
accidenti, tutto bene?”, chiese una graziosa vocina.
“Io
si…il mio fondoschiena un po’ meno…”, rispose, tentando di alzarsi in
piedi.
Quando
constatò che le sue gambe erano ancora in grado si reggerlo, cercò di togliersi
di dosso il lenzuolo, il quale finì poi sul letto gettato sul
gattino.
“Oh,
Ron!”, disse di nuovo quella voce, ma con un tono più da
rimprovero.
“Hermione!!???!!”,
esclamò lui, maledicendosi per essersi tolto il lenzuolo di
dosso.
“Cosa???”,
disse lei, alzando gli occhi su di lui, ma pentendosi successivamente di averlo
fatto.
Davanti
a lei stava Ron appena sveglio, a petto nudo, che indossava solo un paio di
miseri boxer, il suo solito abbigliamento estivo per la notte. Immediato fu il
rossore sulle guance di Hermione.
Nel
frattempo, il delizioso gattino tentava in tutti i modi di liberarsi del
lenzuolo.
“Che
diavolo ci fai in camera mia?”, chiese Ron, sconvolto.
Lei
si sforzò di guardarlo negli occhi e di non scendere a conteplare gli addominali
e i pettorali scolpiti di lui.
“Ehm…”,
fu l’unico pensiero che seppe formulare.
“Non
è una risposta valida!”.
“Non
avevo risposto, infatti!”.
“Ti
do il permesso di rispondere, allora!”.
Hermione
aiutò il gattino a liberarsi e lo prese in braccio.
“Come
spieghi quel coso lì?”, domandò Ron,
indicando il batuffolo peloso tra le braccia di Hermione.
“Questo
non è un coso! È un gatto, si chiama
Stewe! Impara a dare i nomi propri alle cose!”.
“Se
non altro il nome è decente, non come quell’altra palla al
piede…”.
“Perché,
cos’ha di strano il nome Grattastinchi?”, chiese rabbiosa
lei.
“Se
non lo sai tu che sei l’intellettuale della situazione…comunque sia, cosa ha
portato te e…Stewe in camera
mia?”.
“Ginny
questa mattina ha trovato due gattini e uno l’ha dato a me. Poi mi è scappato e
si è intrufolato nella tua stanza, che aveva la porta socchiusa”, spiegò,
guardando in tutte le direzioni pur di non soffermarsi su Ron mezzo nudo, “Io
sono entrata ed ho visto Stewe che ti annusava, ho cercato di prenderlo ma tu ti
sei svegliato prima”.
Lui
la guardava a braccia incrociate, come se non gliela raccontasse
giusta.
Hermione
aspettava che lui le dicesse di andarsene e portarsi con sé quella palla di
pelo, o roba simile.
“Scusa,
mi vuoi dire che adesso hai due cose pelose che gironzolano per casa?”, chiese,
sconvolto, pensando che adesso Grattastinchi sarebbe stato aiutato dalla new
entry Stewe a compiere la missione che si era prefissato da quando era stato
comprato da Hermione: farlo inciampare a tutto spiano.
“Si”,
rispose secca lei.
“Ma,
dico, Grattastinchi non ti bastava?”.
“Oh,
dai, guardalo! È così tenero!”.
Hermione
gli mise il gattino davanti agli occhi, che miagolava incessantemente.
“Ci
vuole chi bada a lui…”, disse Ron, toccando con un dito il musetto del
micino.
“Ci
bado io!”, rispose risoluta Hermione, come se le avessero affidato una missione
di particolare importanza.
“Come
no! Sbaglio o sono io che porto i croccantini a Grattastinchi per non farlo
morire di fame, anche se l’idea mi allietta molto?”.
“Assassino!”.
“Assassino
sarei se avessi davvero compiuto il tragico atto. Ma siccome so che tu tieni
tanto a quell’ammasso di pelo rosso, tengo a bada i miei istinti
omicidi”.
“Mi
stai dicendo che lo fai per me?”, lei inarcò un
sopracciglio.
“No,
lo faccio per le nostre povere orecchie che sarebbero costrette a sopportare i
tuoi piagnistei”, le fece la linguaccia.
Lei
gli rispose con una sonora pacca sulla spalla, anche se sapeva che non l’aveva
smosso minimamente, grande e grosso com’era.
Nel
frattempo, Stewe si stava divertendo col cuscino di Ron.
“Ehi,
tu! Giù le zampe da Alippio!!!”, escalmò lui, cacciando il povero
micino.
“Alippio??? Cosa mai potrebbe avere un
nome tanto assurdo?”, chiese Hermione, sconvolta.
“Alippio
non è un nome assurdo! È il mio cuscino, ce l’ho da quando avevo cinque anni ed
è una cosa a cui tengo molto! Quindi, acchiappa quel gatto e sbattilo
fuori!”.
Hermione
rivolse a Ron un’occhiataccia fulminante e, preso il gattino, si diresse verso
la porta con l’intenzione di uscire da quella stanza.
“Dolcezza,
ho detto che deve uscire il gatto, non tu”.
A
quella frase, Hermione si irrigidì diventando di tutti i
colori.
Lentamente,
si voltò verso Ron, che la guardava ancora con le braccia al petto e un
sorrisetto furbo.
Hermione
deglutì e non si accorse d stringere troppo il gattino, che scappò via dal suo
abbraccio.
Ron
le fece segno col dito di avvicinarsi e lei si vide costretta a sottomettersi al
suo comando. Hermione si fermò a parecchi metri da Ron, ma lui continuava ad
incitarla ad avvicinarsi sempre di più.
Quella
faccenda non le piaceva affatto…o forse si?
Ormai
la distanza che li divideva era incalcolabile.
Lui
si avvicinò al suo volto e lei potè sentire le sue labbra sfiorarle
l’orecchio.
“Adesso
tu…”, sussurrò, “…mi aiuterai a rifare il letto!”.
Hermione
spalancò bocca e occhi.
“Perché
fai quella faccia?”, disse lui, “Cosa pensavi che volessi
dirti?”.
“Ronald
Bilius Weasley, sei solo uno stupido!”, urlò Hermione, come avrebbe fatto
qualsiasi altra ragazza di fronte all’immane stupidità dei
ragazzi.
Ron
iniziò a ridere e afferrò l’ammasso di lenzuolo buttandolo su
Hermione.
Lei,
furiosa, lo scaraventò a terra.
“Dammi
anche un solo motivo per cui io debba aiutarti a sistemare la tua stanza!!!”,
esclamò all’indirizzo di Ron che, nel frattempo, poggiava Alippio su di una
sedia.
“Mmh…”,
fece Ron, con un dito sotto al mento, “Un motivo potrebbe essere il fatto che
hai portato un gatto nella mia camera, e tu sai benissimo che mia madre odia gli
animali in camera da letto”.
“Se
però le dico la verità, ovvero che Stewe mi è scappato, stai certo che crederà a
me!”.
Ron,
era comprensibile, non sarebbe mai riuscito a battere Hermione Granger in un
duello verbale, quindi l’unica cosa che poteva utilizzare erano i gesti. Infatti
si diresse verso la porta, la aprì e fece segno alla ragazza di
uscire.
“Vattene”,
disse serio.
Hermione
lo guardò scioccata, ma non si mosse dalla sua posizione.
“Ho
detto vattene!”, insistette Ron.
“No,
mio caro! Adesso, per soverchieria, io ti aiuterò a rifare il tuo dannato
letto!!!”.
Ron
richiuse la porta e, con un veloce scatto, si gettò a peso morto sul
letto.
Hermione
lo guardava sempre con quell’espressione sconvolta, Ron era proprio strano in
tutto ciò che faceva. Lei gli si avvicinò e si sedette sul letto accanto a lui,
prendendo ad accarezzargli i capelli.
Ron,
che aveva la testa voltata nella direzione opposta, non seppe se scappare a
gambe levate o lasciarsi torturare a quel modo.
La
mano di Hermione vagava tra la fulva chioma del ragazzo.
“Ron?”,
lo chiamò dolcemente.
“Mmh?”,
le rispose lui monosillabico, dato che in quella situazione non sarebbe stato in
grado di far uscire dalla bocca una frase di senso
compiuto.
“Mi
spieghi come faccio a rifare il letto…”, continuò con quella voce melodiosa,
“…SE TU TI CI SEI BUTTATO SOPRA?????”.
L’ultimo
pezzo di frase fu urlato, e la mano di Hermione che prima gli accarezzava
dolcemente i capelli, li afferrò con forza facendolo gemere di
dolore.
“Ahiaaaaaa!!!”,
gridò lui.
“Fa
male, vero?”, disse sadica Hermione, tirandogli ancora i
capelli.
“Hermione,
lasciami!!! Mi fai un male cane!”.
Lei
mollò la presa. Poi si alzò e andò a raccattare il lenzuolo che ormai aveva
fatto del pavimento la sua dimora.
Ron
si tastò i capelli, poi guardò Hermione che stava cercando di piegare l’enorme
lenzuolo e, senza che lei ebbe il tempo di accorgersene, le si avventò e la
prese in spalla senza nessuno sforzo.
“Ron!!!”,
urlò, “Lasciami scendere!!!”.
“Eh,
no! Adesso me la paghi! Mi ha fatto malissimo!!!”.
“Perdonami,
non lo farò più. Però adesso fammi scendereee!”, lo
implorava.
Nel
frattempo, Stewe aveva raggiunto Alippio, l’amore della sua vita, che era
adagiato sulla sedia, e ci saltellava sopra miagolando, come se si stesse
divertendo ad assisstere alla simpatica scenetta con protagonisti Ron e
Hermione.
Hermione
stava con le braccia penzoloni sulla spalla di Ron, che le teneva le gambe con
un braccio.
“Ron,
se mi fai cadere giuro che mi farò vendicare da Grattastinchi” lo
minacciò.
“Non
ti lascerò cadere…ma solo perché potresti sfondare il pavimento e finire nel
piano di sotto! Mamma non sarebbe contenta”.
“Idiota!!!”,
Hermione cominciò a battere i pugni sulla schiena del
ragazzo.
Lui
la scaraventò sul letto e le tenne entrambi i polsi sopra la testa con una mano
sola.
Se
Hermione poteva batterlo con le parole, lei di certo non poteva mai e poi mai
batterlo con l’esigua forza di cui disponeva.
Ron
se la rideva di gusto mentre guardava la faccia imbronciata di Hermione sotto di
lui. Poi, non seppe come la mente lo portò a voltarsi verso la sedia su cui
stavano Alippio e Stewe…la sua espressione cambiò radicalmente. Liberò i polsi
di Hermione, che lo guardò scettica.
“Ron?”,
lo chiamò, ma lui sembrò non rispondere, bloccato com’era a guardare quella
sedia.
Hermione
voltò la testa verso il punto a cui Ron era tanto interessato e vide la causa
del suo mutismo. Stewe stava maciullando Alippio con le unghiette e i denti, il
tutto sotto lo sguardo inerme di Ron.
Quel
che rimase di Alippio fu un ammasso di piume che fuoriuscivano dalla stoffa
consumata. E Stewe si divertiva come un matto a giocarci.
“Alippio…”,
mormorò Ron, che scese dal letto avvicinandosi al luogo del
misfatto.
“E-era
ormai consumato, no? Te ne serviva uno nuovo…”, provò a consolarlo Hermione, ma
inutilmente.
“Hermione,
il tuo gatto ha distrutto Alippio…era il mio cuscino…”,
piagnucolò.
“Mi
dispiace”, si scusò lei.
Ron
allungò una mano per prendere le piume del suo, ormai, inutilizzabile cuscino.
Ne prese un pugno e poi le rilasciò. Continuò a farlo per un bel pezzo, mentre
Hermione lo guardava senza sapere cosa dire. In fondo anche a lei era capitato
il tragico episodio in cui un cane le aveva divorato il suo coniglietto, non
poteva di certo biasimare Ron.
Più
che altro, però, temeva per la sorte di Stewe. Ron lo avrebbe
massacrato.
Una
volta stava per affogare Grattastinchi per avergli mangiucchiato pantofole,
calzini, pigiama e una bellissima maglietta dei Cannoni di Chuddley a cui lui
era profondamente affezionato.
Lo
cercò con lo sguardo, ma non riuscì a trovarlo.
Ron
stava ancora a piangere sulla tomba del suo amato Alippio, ucciso spudoratamente
da quell’essere demoniaco con le unghia e i baffi, apparentemente
inoffensivo.
“Ron…”,
Hermione gli si avvicinò, allungando una mano verso la sua
spalla.
Lui
però si voltò di scatto e le soffiò in faccia le piume del cuscino, riprendendo
a ridere. Lei aveva tutti i capelli cosparsi di piume, com’era buffa!
“E’
così che tratti il tuo defunto Alippio, Ron?”, gli disse in tono di finto
rimprovero.
“Ormai
non si può più tornare indietro”, le rispose, gettandole addosso delle altre
piume.
Stewe,
che nel frattempo si era nascosto, era uscito da sotto il letto di Ron e cercava
di acchiappare con le zampette anteriori le piume che cadevano a
terra.
Hermione
decise di contrattaccare acciuffando un pugno di piume e soffiandolo in faccia a
Ron, come lui aveva fatto con lei.
Ripresero
a giocare come prima, sotto gli occhietti di Stewe che li guardavano
divertiti.
Ron
prese delle altre piume e le infilò nella maglietta di
Hermione.
“Ah!”,
esclamò lei, “Pervertito, questo non dovevi farlo!”, protestò, cercando di
levarsi le piume da dentro la sua maglietta.
Ron
rideva come un pazzo, ma Hermione contrattaccò infilando delle piume dentro ai
suoi boxer.
“Nooo,
Hermione!!!”, esclamò lui sorpreso, “Tra di noi la più pervertita sei tu!”,
anche lui cercò di scrollarsi di dosso le piume, ma in una maniera più
difficoltosa.
“Ben
ti sta!”.
“Preparati
perché adesso ti ammazzo!!!”, la minacciò, puntandole un dito
contro.
Lei
continuava a ridere e, quando vide Ron precipitarsi per acchiapparla, lei cacciò
un urlo spaccatimpani e cominciò a correre per la stanza.
Ron
non fece in tempo a raggiungerla che si ritrovò spalmato sul pavimento con la
faccia a terra. Le risa cristalline di Hermione risuonavano per tutta la
stanza.
“Scommetto
che è stato Stewe!”, asserì il bel rosso, facendo leva sulle braccia per
alzarsi, “Non bastava Grattastinchi a farmi cadere? Adesso anche Stewe ce l’ha
con me…vorrei solo sapere perché…”.
Ron
si alzò definitivamente e acchiappò Stewe, che fu incapace di
sfuggirgli.
“Ron,
non gli fare niente!”, disse Hermione.
“Tranquilla,
non gli torcerò un baffo”, la rassicurò, gettandosi nel letto e posizionando il
gattino sul suo torace.
Hermione,
incuriosita, si avvicinò a lui, che sembrava stesse interrogando
Stewe.
“Perché
sto così antipatico a te e a Grattastinchi? Mh?”, gli domandò, come se Stewe
avesse potuto rispondergli.
Hermione
si intenerì di fronte a quella scena e, senza sapere con quale coraggio, si
distese sul letto accanto a Ron, poggiando la testa sulla sua spalla nuda. Stewe
faceva su e giù per il torace di Ron, che nel frattempo era in preda a
tachicardia a causa della vicinanza di Hermione. Lui accarezzò la testolina del
micino e così fece anche Hermione.
“’Mione,
perché Stewe non mi risponde?”, chiese scioccamente Ron, anche se Hermione
sorrise di fronte alla genuinità del ragazzo.
“Perché
non conosce l’uso della parola”.
“Non
è vero! Guarda che la stessa domanda la faccio a Grattastinchi ogni volta che
tenta di uccidermi e lui, anche se non mi risponde a parole, lo fa a
gesti”.
“E
cosa vorrebbe dirti?”.
“Ogni
volta che ti nomino, soffia indispettito. Come se gli desse fastidio anche il
solo fatto che ti parlo”.
“Stai
insinuando che Grattastinchi è geloso di te???”.
“Non
lo insinuo, lo so per certo! E a anche Stewe è geloso”.
Hermione
sorrise di nuovo. Era così tenero Ron quando faceva discorsi che non avevano né
testa né piedi!
Ron
infilò il braccio sotto la testa di Hermione, per permetterle di stare più
comoda. Stewe battè una zampina contro il petto di Ron, come se non avesse
sopportato che il ragazzo l’aveva avvicinata ancora di più a
sé.
“Hai
visto, Hermione???”, le domandò il ragazzo, mentre Stewe gli afferrava il
dito.
“Cosa?”,
inutile dire che Hermione era incapace di intendere e di
volere.
“Stewe
non sopporta che io ti stia vicino!”.
“Ma
piantala! È solo un gatto”.
“Se
non mi credi, guarda tu stessa”.
Ron
tolse il dito imprigionato tra le zampette di Stewe e avvolse completamente
Hermione con l’altro braccio.
Lei,
dal canto suo, sentiva che stava andando a fuoco.
Stewe,
come prevedibile, si aggrappò al braccio di Ron come se lo volesse togliere di
dosso a Hermione.
“Vedi
che ho ragione?”, disse Ron, tornando, purtroppo per entrambi, alla posizione di
prima.
“Forse…”,
lei non era del tutto convinta, anche se quel giochetto non le dispiaceva
affatto.
“Beh,
prova tu, allora”, le propose.
Stewe
li guardava corrucciato e, quando vide Hermione avvicinarsi a Ron per dargli un
bacio sulla guancia, lui si issò sulle quattro zampette e risalì il petto di
Ron, allungando il musetto verso il viso di Hermione. Forse anche lui voleva un
bacino da lei.
“Ormai
è chiaro e lampante!”, le fece notare Ron, “I tuoi gatti non mi sopportano, ti
vogliono tutta per loro. Ma ‘Mione è solo mia, uffa!”, Ron fece la linguaccia a
Stewe, mentre lui, indifferente, tornava ad accoccolarsi sul suo vasto
torace.
Hermione
sorrise inconsciamente e si strinse ancora di più a Ron. Poi si allungò dandogli
un altro bacio sulla guancia. Ron voltò la testa verso di lei, incredulo ma
contento del bel gesto. Forse ci stava prendendo gusto.
“Ammetto
che forse hai ragione tu…”, mormorò Hermione, “Ho cercato di darti un bacio in
modo che Stewe non se ne accorgesse…e infatti non se n’è accorto davvero”,
disse guardando il gattino che sembrava stesse dormendo.
“Vedi
che alla fine non era una sciocchezza?”, sussurrò lui, poggiando le sue calde
labbra sulla fronte di Hermione, con molta discrezione in modo che Stewe non si
avventasse contro il ragazzo.
Hermione
rise, baciando per la terza volta la guancia di lui.
Lui
si rigirò completamente dalla parte di Hermione, facendo ruzzolare giù sul letto
il povero Stewe, che venne destato dal suo sonnellino e scosse la testolina
indispettito.
La
grande mano di Ron era posata sul viso di Hermione, e lui continuava a baciarle
la fronte, gli zigomi, la punta del naso, per poi
risalire.
Anche
lei portò la sua mano dietro la nuca di Ron, ricambiando ogni bacio.
Stewe
cominciò a conficcare le unghie sul materasso, quella scena non gli piaceva per
niente.
Ron
smise di tracciare su Hermione la sua scia di baci e la guardò negli occhi. Lei
era semplicemente adorabile con quelle guance rosse…sapeva di stare usando la
scusa del gattino geloso per baciarla. E lei era affascinata da quel bellissimo
ragazzo con le orecchie delle stesso colore dei capelli e gli occhi di un
azzurro intenso, quasi neri. In quegli occhi si leggeva un crescente desiderio,
lo stesso che provava lei. Lui chinò lo sguardo sulle sue labbra per una
frazione di secondo e lei sfiorò le sue con un dito.
Avvicinarono
ancora di più i loro volti fino a fare incontrare le loro labbra in un bacio
dolcissimo. Ron si portò sopra di lei continuando a baciarla con passione
crescente. Lei le circondò il collo con le braccia per avvicinarlo
ulteriormente.
Avevano
completamente dimenticato che su quel letto esisteva uno Stewe super arrabbiato
che non vedeva l’ora di conficcare le sue unghiette nella carne di qualcuno.
Hermione
liberò un gemito di piacere nella bocca di Ron, quando lui insinuò una mano
sotto la sua maglietta
Era
tutto così perfetto…mai avrebbero potuto immaginare che una semplice giornata
come quella si sarebbe trasformata in qualcosa di più, ed era tutto merito di
Stewe.
Ma,
come prevedibile, quel momento idilliaco ebbe presto un’atroce
fine.
“Ahiaaaaaa!!!!”.
Ron
si staccò da Hermione urlando di dolore, mentre lei era rimasta con la bocca
socchiusa e gli occhi chiusi, non essendosi ancora ripresa da quel bacio
mozzafiato made in Ron Weasley.
Quando
la ragione riprese possesso di Hermione, lei si alzò e vide Ron soffiarsi il
fianco, con un enorme lacrimone che gli penzolava da un
occhio.
“Ma
cosa è successo?”, chiese Hermione.
“E’
successo che quel tuo gattaccio mi ha graffiato!”, esclamò lui, ancora
dolorante, “Guarda che razza di ferita orribile che mi ha
lasciato!”.
Ron
mostrò a Hermione il suo fianco su cui si estendeva un enorme graffio, che aveva
l’aria di bruciare parecchio.
“Ma
dai, non è niente! È solo un graffio…”, disse, sfiorando la
ferita.
“Solo
un graffio??? Hermione, questo è peggio di un
Sectumsempra!”.
“Esagerato!”.
“Te
l’ho detto che Grattastinchi e Stewe mi odiano a morte perché voglio stare con
te!!!”, si lasciò sfuggire inconsapevolmente.
Hermione
rimase piacevolmente sconvolta da quella rivelazione. Ron arrossì in zona
orecchie e si voltò a guardare Hermione, anche lei con le gote rosse.
Si
sorrisero e Ron si chinò lentamente verso di lei per baciarla, ma Stewe si
frappose tra lui e le labbra di Hermione, facendo si che il ragazzo andasse a
baciare il suo musetto.
Hermione
rise nel vedere Ron ritrarsi schifato.
“Prorpio
Grattastinchi non ti bastava, eh?”, le domandò di nuovo.
Lei
scosse la testa continuando a ridere.
“Beh,
almeno qualcosa di buono l’ha fatta, Stewe”, aggiunse lui.
Ron
tentò di nuovo di baciare Hermione, ma stavolta non trovò alcuno ostacolo.
Stewe
scese dal letto e uscì dalla stanza, magari Grattastinchi lo stava
cercando…
The
End
Beh,
ammetto che non è tutto questo granché, è un pò stupidotta, ma ci ho provato.
Ovviamente
il giudizio spetta a voi^^
Fatemi
sapere, ok?
Grazie
mille ^^
Baci