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Autore: imnotfine    12/11/2012    1 recensioni
La mia prima one-shot.
Il racconto di una scena che non credevo avrei mai visto nella mia vita.
Parlo di me e di quello che ho pensato durante questo aneddoto.
Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Credo che ormai la rabbia faccia parte di me.
Certo, fa un po' parte di tutti, ma per me è diventata qualcosa di essenziale, qualcosa che mi caratterizza.
Quando l'ho capito? Meno di un'ora fa.
Ci ho riflettuto spesso, ma l'ho capito solo poco fa.
Vedere mia madre che viene picchiata, non forte da provocare segni, pur sempre picchiata da quell'uomo, 
quell'uomo che ormai non fa più parte della sua vita se non quella lavorativa, 
quell'uomo che un tempo era stato importante, quasi fondamentale per lei, me lo ha fatto capire.
Quel primo schiaffo sulla nuca me lo ha fatto capire.
Quando poi hanno cominciato a lottare ne ero sicura.
Ed è a quel punto che ho deciso di mettermi in mezzo. Di mettere a rischio me stessa per difendere mia madre.
Quell'azione è stata dettata dalla rabbia e dall'amore per mia madre. 
Rabbia che remprimevo da davvero molto tempo.
Mi sono messa in mezzo e tenevo sia lui che mia madre a turno.
Sono rimasta sbalordita dal fatto che mentre lo tenevo, lui non avesse reagito. 
Come minimo mi aspettavo uno schiaffo, o un pugno perlomeno.
E invece no, si è trattenuto. Segno di bontà? O semplicemente preferisce le donne adulte?
Già, perchè nei miei quattordici anni per lui sono ancora una bambina.
Ma del suo giudizio non mi importa più.
Quell'uomo è morto per me.
Ha picchiato mia madre davanti ai miei occhi.
Neanche M. l'aveva mai fatto. M., lui si che preferiva picchiare i bambini.
Proprio lui, che credevo fosse la persona più violenta del mondo, non ha mai alzato le mani a mia madre.
E chi l'ha fatto? Lui.
Quale razza di mostro picchia una donna davanti a sua figlia?
E in tutto ciò, affermava di farlo in nome di Dio. 
Come può una persona credere in Dio, dopo aver visto tali cose?
La cosa divertente è che quando mi sono messa in mezzo, e tra le lacrime urlavo 'Smettetela! Mamma basta! Mimmo finiscila, vattene!',
lui mi ha fatto pesare per l'ennesima volta il fatto di non avere un padre.
Ma non come le altre volte, è stato diverso. C'era odio nei suoi occhi, non compassione.
Mi ha rinfacciato che mio padre se n'è andata come se fosse stata colpa mia, come se io avessi rovinato la vita a lui e non viceversa.
Mi ha rinfacciato che da quando mio padre se n'è andato, lui ci aiuta economicamente.
Ed è in quel momento che io mi sono alterata, è in quel momento che ho smesso di avere rispetto per quell'uomo,
che ho smesso di tenermi dentro tutte le risposte e i pareri che tenevo dentro da anni.
Solo perchè lui ci aiuta, lui è un uomo autoritario, lui è Mimmo.
In quel momento, ho smesso di piangere per lo shock ed ho iniziato a piangere dalla rabbia.
All'ennesimo 'Da quando se n'è andata tuo padre!' ho risposto con un bel 'E tu devi farmelo pesare?'.
L'ho ripetuto un paio di volte, credo.
Dopo di che è arrivata Sami, mia sorella. O è arrivata prima? Non ricordo bene, anche se tutto questo è successo un'ora fa.
Fatto sta che Sami è arrivata, e io, sempre piangendo, le ho chiesto di fermare suo padre, di porre fine a tutto ciò.
 
 
Dopo circa mezz'ora mi sono ritrovata sul mio letto con mia sorella.
Eravamo sole in casa, abbracciate, a piangere.
Lei mi ha ripetuto che non ce la faceva più, che voleva scappare.
Io so che non ce la fa più. Perchè in diciannove anni ha sopportato cose che non si vedono in una vita intera.
Lei è sempre stata quella che vedeva le cose in modo chiaro, ma a cui nessuno credeva.
Persino quando M. è entrato a fare parte della sua vita, lei aveva capito che non avrebbe portato nulla di buono. E aveva cinque anni all'epoca.
E mentre piangevamo insieme, su quel letto, ho capito quanto lei sia fondamentale nella mia vita.
Con due padri diversi, abbiamo subito le medesime cose. Le abbiamo sempre superate insieme.
E lo faremo sempre, insieme.
  
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