2. La casa degli amici
Arrivati
in paese, parcheggiammo le auto nella piazza principale [non
c’erano altre
auto. La gente andava in giro in calesse, forse…] e
scendemmo ad ammirare il
paese.
Avete
presente quei paesi stile ‘800, tipo “Nome della
rosa”, con le chiese antiche e
tutto in pietra? Le avete presenti? Uguale… Persino la
chiesa nella piazza,
datata 1820 [Pensavate che scherzassi?].
Ovviamente,
neanche una mezza persona in giro [parlo di persone vive,
perché di spiriti
credo ce ne fossero]. Era talmente depressivo e solitario quel paese,
che
potevi notare le formiche chiedere l’autostop per il prossimo
paese (vivibile).
L’Amico
(che ci aveva accompagnato) ci spiegò che nel palazzo di
fronte [Palazzo? Era, sì
e no, alto come lo scivolo della piazza comunale] ci abitavano gli
studenti per
studiare in riposo [L’unico “riposo” era
quello eterno dei morti dell’800,
altrochè! E, comunque, non vedemmo alcuno studente, nel
tempo che fummo lì. Anzi, non vedemmo alcuno... Stop!].
Dopo,
l’Amico andò via, mentre noi andammo a vedere le
case.
Vi
descrivo prima la casa dei nostri amici e poi quella della nostra
famiglia.
La
casa degli amici: Per arrivarci
dovevi oltrepassare mezzo paese, tra vicoli ciottolosi ed isolati.
Passavi accanto
a qualcosa che doveva essere o una chiesa sconsacrata, o un cimitero
vivente. Poi,
finalmente, dovevi svoltare a destra e passare sotto un passaggio
angusto, con
il tetto ad arco [sembravamo Indiana Jones alla ricerca del Santo
Graal]. Si…
Sembrava una catacomba!
Quando,
alla fine del corridoio dannato arrivavi nella casa, scoprivi, molto
elegantemente, che questa, in precedenza, era stata una cantina dove ci
lasciavano
i salami ad invecchiare. E forse anche il vino. Infatti, il piano di
sotto era
un grande stanzone, con i ganci sul tetto e un odore di paglia e
d’antico che è
tutto un programma. Era stata allestita, con poca cura, a cucina, con
un tavolo
che era in piedi per miracolo e 2 sedie.
Il
resto doveva sedersi sui gradini che portavano al piano di sopra.
Salite le
scale, trovavi una porta di legno scorrevole che divideva piano terra
al piano
superiore.
Il
piano superiore era formato da un ingressino [4m x 4] che dava su un
balcone
[1m x 0,5], il quale donava una bella vista sulle catacombe. Le stanze
per dormire
erano 2 [piccolissime] e la cosa più bella era il bagno. 3m
x 2, aveva [molto
intelligentemente] il WC di fronte ad una finestra [che non si poteva
chiudere]
che dava sul balcone.
Donammo
il premio Pulitzer all’architetto!
Ma
per quanto fosse orrenda, era abbastanza vivibile. La cucina [cantina]
era
comunque grande e ci si poteva arrangiare. E le stanze da letto, visto
che si
doveva solo dormire, erano sufficienti.
Chi
andò male fummo noi [ovviamente!]…