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Autore: Lady Cheshire    12/11/2012    3 recensioni
Leggendo su questo fandom ho letto molte storie in cui Ikuto è un pirata e Amu una ragazza, una principessa o via discorrendo. Così mi sono chiesta come sarebbe se a essere il Capitano fosse Amu e non Ikuto... ed ecco che è nata questa storia, che spero vi piacerà!
Sulle onde del mare naviga un veliero, dalle vele rosso sangue, qual'è il segreto della Bloody Rose? Quale mistero avvolge l'imponente veliero e la sua ciurma? Da cosa nasce la tristezza negli occhi del suo Capitano?
Spero di ricevere numerosi commenti, positivi o negativi che siano :) il mio ennesimo esordio su EFP!!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA CIURMA DELLA BLOODY ROSE- La ragazza capitano?


Non era ancora l’alba quando qualcuno aveva bussato alla pesante porta di ebano scuro.
 «Ikuto, svegliati, hanno attraccato qui di fronte! Sbrigati»
«Si, grazie signora, grazie di tutto»
 «Ma figurati caro, è stato un piacere. Fai solo attenzione, sono pirati, non abbassare mai la guardia»
«Si…» Questo ragazzo dai capelli scuri e gli occhi color ametista è Ikuto Tsukiyomi, ha 19 anni e sta per salire sul famigerato veliero Bloody Rose, la nave dalle vele color sangue. Si affacciò alla finestra di quella piccola stanza che è stata sua in quei giorni mentre aspettava uno dei rarissimi attracchi della nave. La locanda dava direttamente sul porto, e tutto era avvolto dalla leggera bruma mattutina, di quelle destinate a lasciare spazio alla piacevole brezza marina. L’odore della salsedine gli irrorava le narici, infastidendo il suo olfatto parecchio sensibile.
-Mi ci devo abituare a questo odore- pensò il ragazzo prendendo la sacca con la sua roba e scendendo dalle scale. Una volta uscito dalla locanda, non gli era stato difficile individuare la meta. Un imponente vascello in mogano si stagliava nella nebbia, le sue vele vermiglie risaltavano in tutto quel grigiore…grigio il cielo, il mare, le nuvole. Nessuno aveva mai visto la ciurma della Bloody Rose, a parte qualche mercante che vendeva loro i rifornimenti e le armi, ma tutti dipingevano il Capitano come una figura spietata, per cui provare timore e reverenza. A quel pensiero il ragazzo deglutì rumorosamente mentre era arrivato davanti alla passerella della nave, dove stava seduto un ragazzo, più o meno della sua stessa età, dai capelli castano chiaro e gli occhi verde smeraldo che sembravano risplendere nella foschia. Aveva una fascia rossa intorno alla fronte e un orecchino all’orecchio destro, una camicia bianca e dei pantaloni scuri infilati negli stivali di cuoio.
   «Tu sei quello che si voleva unire a noi giusto?» gli chiese mentre si avvicinava alla nave, con un sorriso spavaldo.
«Si, sono io, mi chiamo Ikuto»
   «Piacere Ikuto, sono Kukai, il vice-capitano! Quanti anni hai?»
«19» aveva risposto lui sintetico
   «Hai la mia stessa età… Come mai ti vuoi unire a dei pirati, se posso chiedertelo?»
«Perché…»
    «Kukai quando smetterai di ficcanasare i giro? Piuttosto, vieni qui e dacci una mano!» aveva urlato una voce alle sue spalle. Sembrava una voce…femminile
   «Si, si. Arrivo Rima» aveva detto lui con tono scocciato, agitando la mano con noncuranza e avviandosi verso di lei.
«Rima? Ma non portava sfortuna avere una donna a bordo?»
   «Se la pensi così sei messo male amico» aveva detto lui prendendo le varie buste della ragazza
    «Già, siamo ben tre ragazze in tutto» aveva detto lei. Una ragazza piuttosto bassa, con dei lunghi capelli biondi raccolti con un nastro rosso e gli occhi color del tramonto, un oro splendente e vivo. Indossava un abito verde corto fino alle ginocchia e delle scarpette verdi.
    «Io sono Rima, ho 18 anni. Sei il nuovo arrivato?»
«Si sono io, piacere» -Tre donne…che ciurma singolare- aveva pensato lui mentre altri tre ragazzi scendevano dalla nave per dare una mano. Uno aveva dei lunghi capelli neri e gli occhi color legno, con una camicia bianca, pantaloni neri e una cintura rossa. L’altro era una ragazzo dai capelli scuri, gli occhi verde intenso coperti da un paio di occhiali, portava una camicia rossa senza maniche e pantaloni marroni infilati negli stivali. Poi era entrata in scena la seconda ragazza del gruppo, una ragazzina dai capelli castani, legati con due fiocchi rossi, una specie di casacca rosa e dei pantaloni bianchi… doveva essere la più giovane di tutti.
    «Ehi invece di stare li a poltrire dacci una mano!» aveva detto Rima, indicandogli una delle casse li vicino…dovevano essere i rifornimenti. Una volta portati nella stiva tutti i vari oggetti, buste e casse si erano presentati gli altri.
Il ragazzo con gli occhiali si chiamava Kairi, e aveva 18 anni. La ragazza coi codini si chiamava Yaya, aveva 18 anni ed era la sua ragazza. Il ragazzo coi capelli lunghi si chiamava Nagihiko e ne aveva 19 come noi.
  «Bene!» esordì Kukai dopo aver finito l’inventario della stiva «Siamo a posto, manca solo il capitano»
«Scusa una domanda, avevate detto che c’erano tre ragazze a bordo, ma qui ce ne sono due…» tutti lo guardarono confusi, poi iniziarono a sogghignare, cosa aveva detto di così strano. Capì tutto quando senti dei pasi leggeri alle sue spalle, e voltandosi si era ritrovato faccia a faccia con una ragazza dai capelli color confetto e degli stupendi occhi color del miele, parzialmente coperti dal cappello nero, da dove partiva una lunga piuma vermiglia. La camicia bianca, che le stava grande e le faceva da casacca, era fasciata da un bustino di velluto rosso fuoco, i pantaloni color mogano fasciavano perfettamente le gambe snelle per finire in un paio di stivaletti marrone chiaro. Sul decolté, non proprio inesistente, svettava un medaglione con una rosa di corallo rosso sangue.
    «E tu saresti?» Aveva chiesto la ragazza, guardando Ikuto con uno sguardo di ghiaccio
«Sono Ikuto, volevo iniziare a viaggiare con voi»
    «Mhhh… Vediamo un po’ che sai fare» aveva risposto lei mettendosi in posizione di combattimento
«Stai scherzando vero?»
    «Ho la faccia di una che scherza?» disse mostrando uno sguardo non glaciale, di più
«Non esattamente… Ma tu sei una ragazza, non combatto con le don-» non aveva fatto in tempo a finire la frase che si era ritrovato a terra, con i torso bloccato tra le ginocchia della ragazza e le mani bloccate sopra la testa dalla mano sinistra del capitano, mentre con la destra lei gli sollevava il mento.
    «No, no. Non si fa così, devi portare più rispetto per il tuo capitano» aveva detto lei, con un tono dolce e un sorriso inquietante, per poi rialzarsi e aiutarlo.
    «Sulla mia nave ci sono delle regole, che sei tenuto a rispettare, chi non le rispetta…» disse assottigliando gli occhi «…lo azzanno alla gola! Prima regola della Bloody Rose: Mai, e dico mai, sottovalutare il nemico, o in questo il tuo capitano, nemmeno se è una ragazza…E’ tutto! Kukai, mostragli la stanza, Rima al timone, Kairi, Nagi l’ancora, si riparte! Yaya, portami l’inventario della stiva»
   «Agli ordini Capitano!» risposero tutti in coro, per poi prendere le postazioni assegnategli. Kukai lo aveva condotto in una stanza normalissima, con un grande letto matrimoniale dalle lenzuola bianche.
   «Fiuuu, avevo paura che ti facesse fuori» disse Kukai sospirando
«Chi?»
   «Come chi? Il Capitano, Amu odia chi la sottovaluta solo perché è una donna… fossi in te eviterei, l’ultimo che l’ha fatto non è finito bene» disse lui voltando il viso per non incrociare lo sguardo del ragazzo
«E-e come sarebbe finito?»
   «E chi lo sa? Fidati, quella è una donna con cui è meglio non scherzare»
«Ah… » -Chissà perché sento come un brivido su per la schiena- «Come hai detto che si chiama?»
   «Amu, Amu Hinamori. Ma non ti conviene chiamarla per nome»
«E perché?»
   «Solo io posso chiamarla per nome, e solo in determinate occasioni… Ikuto, posso darti un consiglio da amico?»
«Spara»
   «Lei è come una fiamma… se ti avvicini troppo a lei, rischi di bruciarti! Poi fa come vuoi, ma io ti ho avvertito, meno hai a che fare con noi e con lei, meno rischierai di farti del male» e detto questo se ne era andato, lasciando Ikuto confuso e, a dirla tutta, anche un po’ spaventato. Come poteva quella ragazzina dai capelli rosa essere tanto terribile? Una volta sistemate le sue cose era risalito sul ponte principale e si accorse che molta gente si era radunata al porto, soprattutto agenti della marina. Il suo sguardo corse ad Amu, Che se ne stava appesa ad una delle corde per ammainare le vele ed agitava il cappello con la piuma rossa e intanto urlava:
     «Arrivederci marina, ve l’abbiamo fatta per l’ennesima volta! Non ci prenderete mai, noi siamo gli inafferrabili della Bloody Rose, non ci avrete mai! Ne vivi, ne morti!»
-E’ pazza… Sfotte la marina, è pazza!-Pensò il ragazzo, guardando con gli occhi strabuzzati la ragazza che sorrideva giuliva mentre sventolava il cappello e guardava i colpi di fucile dei soldati andare a vuoto, perché ormai eravamo troppo lontani. Mentre gli uomini gli imprecavano contro, le donne che si erano radunate la incoraggiavano, le dicevano di continuare così… non riusciva a capire come delle donne di un paese, tutte  casa e chiesa, potessero incoraggiare un pirata. A rispondere alle sue domande interiori ci aveva pensato Kairi.
      «La incoraggiano perché lei si è ribellata, non è diventata la classica ragazza che a 18 anni si sposa e comincia a mettere su una famiglia. Le altre donne la ammirano, perché lei a mandato tutto a quel paese, soldi, fortuna, famiglia…tutto! Sono stato esauriente?» Chiese infine sistemandosi gli occhiali e sorridendo.
«Molto… Ma perché l’ha fatto?» doveva ammettere di essere curioso, quella ragazza aveva in se qualcosa di…accattivante. Non si erano accorti che il soggetto della loro discussione era sceso dall'albero maestro e si era avvicinato a loro, intervenendo con acidità.
   «Primo, non sono affari tuoi quello che faccio della mia vita, passata o futura che sia. Secondo, ti sembro una che appena raggiunta l’età si mette a sbavare dietro a uno e a sfornar figli? Ma per favore! Bene, appena raggiunta la rotta cominceremo gli allenamenti»
«A-Allenamenti?»
   «Ovvio, devi imparare a tirare di scherma, pensi davvero che la marina sia sempre così docile? A proposito, cosa sai fare con la spada?»
« Definisci docile…Ma li hai visti? Erano armati, un metro in meno di distanza e affondavamo!»
   «Pensi che la mia Bloody Rose si scalfisca per così poco? Ma per piacere! Allora? Rispondi alla mia domanda, che sai fare con la spada?»
«Conosco le basi, ma non mi è mai servito più di tanto» aveva risposto lui sincero, mentre lei si portava le mani alle tempie con fare esasperato.
   «Ma perché mi doveva capitare proprio un incompetente del settore? Cosa ho fatto di male?»
    «Maltrattato gente, torturato agenti della marina, assalito navi, rubato, spiato, ferito…devo continuare?» aveva chiesto ironico Kukai, mentre lei gli rispondeva un acidissimo “No, grazie” facendo scoppiare tutti in una fragorosa risata… Per Ikuto si prospettavano giorni divertenti, questo era sicuro! Ma era anche vero che aveva notato una cosa, quella ragazza non aveva riso davvero con gli altri, il sorriso che aveva increspato le sue labbra non aveva raggiunto gli occhi, che avevano il colore del miele caldo, ma erano freddi come schegge di ghiaccio, velati di una tristezza nascosta… Ma per questo c’era ancora tempo, in fondo erano solo all’inizio!

Ho fatto le dovute correzzioni, e a proposito colgo l'occasione per ringraziarvi, ed esortarvi a segnalarmi ancora nuovi errori, grazie! Al prossimo capitolo gente^^                                                    -Minori_san-
  
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