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Autore: brendy    12/11/2012    7 recensioni
“Se ti chiedessi di baciarmi, che cosa faresti?”
Lei gli regalò uno strano sguardo, mentre con una mano, tracciava delle linee sul braccio del ragazzo.
“Perché?”
“Rispondi e basta”
“Ti bacerei”
“Non ne avresti paura o che so, non ti pentiresti?”
“Per quale motivo dovrei, scusa?”
“Non so era per chiedere.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Farewell. 



Dire che se ne stava seduto su quella sedia da qualche ora era assurdo dato che, ci aveva passato quasi sicuramente l’intera giornata. Il foglio, ancora bianco, era davanti a lui e con una penna stretta tra le dita, il ragazzo non faceva altro che cercare le parole giuste da scrivergli.
Non sapeva come le cose fossero finite o meglio se le ricordava solo, si aspettava che finissero in un modo diverso e di certo non così.Un leggero sospiro uscì dalla bocca ormai secca del ragazzo, mentre i suoi occhi stanchi iniziavano a bruciare; aveva bisogno di staccare, anche solo per pochi secondi ma temeva che poi la concentrazione sarebbe sparita e le parole giuste non sarebbero mai arrivate.
Il telefono vibrò per la ventesima volta da quando, pochi minuti fa, lo aveva acceso .
Erano per lo più messaggi di Harry e Liam, qualche chiamata di Louis e una minaccia di morte nel caso non avesse risposto da parte di Zayn, sul volto del ragazzo si aprì un sorriso sforzato e raggiungendo la cucina si meravigliò del fatto che fosse già buio; non si era nemmeno accorto di essere stato tutto il giorno chiuso in camera.
Aprì la finestra e sentì l’aria fredda colpirgli il viso, rabbrividì. Prese un muffin al caramello, di quelli che piacevano tanto anche a lei e ignorando la strana fitta alla bocca dello stomaco ritornò vicino alla scrivania.
Sunshine, o per gli amici semplicemente Sun, era questo il nome da collegare al viso che adesso, come ogni giorno, occupava i suoi pensieri.
Era la prima volta che entrava in una libreria, non le erano mai piaciute in realtà ma Liam aveva insistito così tanto che alla fine gli aveva ceduto e una mattina di Settembre lo aveva finalmente accompagnato.Lei era seduta su una poltroncina e i capelli castano scuro, erano raccolti in dei dreadlocks che attiravano decisamente l’attenzione delle persone nella sala, compresa la sua eppure lei sembrava ignorare gli sguardi, i commentini che ogni tanto uscivano dalla bocca di qualche ragazzo per via della canottiera che ritraeva un semplice ‘fuck you’ o per via dei pantaloni stracciati che lasciavano intravedere alcune parti delle sue gambe esili, sarà stato per via di quegli anfibi allacciati in malo modo, per il leggero trucco che aveva sul viso e che le donava una strana aria da bambina o forse, semplicemente, perché quella era la ragazza più bella che Niall avesse mai visto in vita sua.
Non la conobbe subito, anzi, ci mise decisamente troppo tempo eppure non rimpiange niente di quello che ha fatto e per quanto adesso si sente a pezzi, lui lo sa che rifarebbe tutto, magari tentando invano di riparare le crepe che si creavano ogni qualvolta loro due si avvicinavano.Posò il muffin accanto al foglio e prendendosi la testa tra le mani, si lasciò cadere sul letto.
Ricordò la fatica che aveva fatto la prima volta che le aveva parlato, il cervello gli si era svuotato e le mani sudavano, per non parlare del suo cuore che sembrava volesse uscirgli dal petto e allo stesso tempo sprofondare.
“E’ libero?” le aveva chiesto un giorno, stanco di aver passato più di un mese in quella biblioteca e di averla vista solamente tre volte, non si sarebbe fatto scappare l’occasione di conoscerla.Lei non aveva risposto subito, anzi, aveva alzato la testa permettendogli così di incontrare quegli occhi azzurri quasi ghiaccio, un pozzo senza fondo, aveva detto la sua mente.
Gli aveva risposto un semplice ‘si’ prima di tornare ad ignorarlo per concentrarsi sulle pagine del libro di fotografie che aveva tra le mani.
Niall la studiò; studiò la pelle candida come il latte che ogni tanto dava cenno di tingersi di rosso, studiò il naso alla francese e gli zigomi pronunciati, rimase incantato dalle labbra piene e colore anguria che si mordeva nervosamente quando qualcosa la interrompeva dal libro, osservò il mento e la fronte, le sopracciglia e le ciglia lunghe che volumizzava con del mascara e più i giorni passavano, più Niall si innamorava del profilo di quella sconosciuta.
Era dicembre quando le chiese di uscire per la prima volta.
Erano due mesi che si vedevano costantemente nella libreria, in quelle poltroncine in fondo allo scaffale dei Gialli, due mesi che passavano ore l’uno accanto all’altra e due lunghissimi mesi in cui si lanciavano sguardi e ogni tanto qualche parola sussurrata o troppo velocemente o troppo timidamente per poter creare una vera discussione tra i due.
Niall sorrise al ricordo dell’espressione che comparve sul suo viso quando le disse: “Vado a prendere qualcosa da mangiare, vieni con me?” e non era un vero e proprio invito, non saprebbe definire nemmeno lui stesso quello che è successo dentro di lui quando lei gli sorrise e accettò.

 

 “Sunshine”
“Come scusa?”
“Il mio nome. Il mio nome è Sunshine”
Lei si strinse maggiormente nella felpa mentre prendeva un lungo sorso dalla tazza di caffè.
Niall le sorrise e: “Bello” commentò, non sapendo bene che cosa dire.
Fu allora che la sentì ridere, era sicuramente il suono più bello che avesse mai sentito.
“Fa schifo e puoi benissimo dirlo, non mi offendo mica”
“No, insomma è particolare, ma bello”
Le sorrise un’altra volta prima che il silenzio ebbe la meglio eppure nessuno dei due si sentì fuori luogo, anzi, furono gli sguardi che seguirono a parlare per loro. 


 

Era una mattina di Gennaio quando lei si presentò in ritardo al loro solito bar, per il loro solito caffè e per la loro solita chiacchierata che non era mai invadente ma ne troppo superficiale, era particolare, come la definiva Sunshine, particolare come il suo nome e particolare come il rapporto che si era creato tra loro.Non sapeva quasi niente di lei, eccetto le cose basilari insomma.Aveva 17 anni, una voce armoniosa, un sorriso che era in grado di fargli venire la tremarella alle ginocchia, un modo di parlare decisamente coinvolgente e uno sguardo, in cui rischiavi di affogare ed era convinto di questo.
Niall lo diceva a tutti.
Lo diceva ad Harry quando gli chiedeva che cosa preferisse di lei, lo ripeteva in continuazione a Liam che non sapeva ancora se doveva ringraziare per averlo trascinato in quel posto o se strozzare perché adesso si trovava in uno stato pietoso, lo  narrava perfino a Zayn che ormai stanco, fingeva di ascoltarlo e lo diceva a Louis, che continuava a domandargli  il perché di tutto quell’interessamento per dei semplicissimi occhi azzurri.
Azzurri, ghiaccio, diamante, cristallo.
Era così che li vedevano gli altri ma per lui quegli occhi erano diversi, contenevano un intero mondo.
Erano intriganti, spietati, tenebrosi, curiosi, felici, tristi, malinconici e molte altre cose che non riusciva a spiegare e molto probabilmente non ci sarebbe mai riuscito, come non riesce a farlo adesso in quella stanza, sdraiato su quel letto mentre gli occhi si inumidiscono lentamente. 

 

“Sun, che cosa ti piacerebbe fare adesso?”
La ragazza si guardò intorno e: “Andiamo al Luna Park” disse con entusiasmo per poi smettere di sorridere: “Sempre se non ti dispiace, ovviamente” aggiunse osservando il viso di Niall.
“Speravo che lo dicessi”
E non aggiunse nient’altro.
Trascorsero l’intera nottata su varie giostre e fecero parecchi giri sulla ruota panoramica, perché come diceva Sunshine, era una delle vere cose belle che c’era in quei parchi d’attrazione.


 

“Stronza”
Bofonchiò con il suo accento irlandese mentre cercava di mantenere la voce normale, dato che Zayn lo stava chiamando e lui era troppo coinvolto nei suoi ricordi per permettersi di subire le domande che poi gli avrebbe fatto nel caso avesse capito che qualcosa non andava.
Aspettò qualche minuto prima di premere il tasto verde.
“Zayn”
Disse calmo, respirando a pieni polmoni l’ossigeno che c’era nella stanza.
“Niall si può sapere perché diamine non rispondi al telefono? È tutto il giorno che ti cerchiamo, si può sapere che cazzo di fine hai fatto?’
Trattenne una mezza risata nervosa: “Mi sono appena alzato scusami” mentì, immaginandosi l’amico scuotere la testa “non penso che stasera vi raggiungerò, ho alcune cose da fare, cose da concludere” aggiunse semplicemente, sapendo che Zayn non era stupido, che lui avrebbe capito.
“Va bene amico, ci si vede domani”
“Certo”
“Niall..”
“Si?”
“Ti voglio bene”
Il biondo annuì, consapevole che l’amico non avrebbe mai potuto vederlo e aspettò che la chiamata finisse prima di lanciare il telefono, che colpendo lo specchio, fece cadere a terra diversi cocci di vetro.Accese lo stereo lasciando che una stupidissima canzone depressa degli Oasis, nonché gruppo preferito di Sun, gli inebriasse la mente rendendo tutto ancora più difficile. 


 

“Sei bello, Niall”
Se ne uscì così, un giorno come tutti, mentre con il sorriso sulle labbra, addentava la sua ciambella.
Lui invece non riuscì a restare calmo, si irrigidì.
Non che nessuno non glielo avesse mai detto solo che sentirselo dire dalla sua voce, capire che quel complimento era uscito da quelle labbra, lo metteva in agitazione.
“Anche tu”
Guardò le sue guance colorarsi di rosso e la trovò ancora più sexy di quanto già fosse.


 

“Solo parole, ecco cos’erano, tutte parole”
Rabbia, dentro di se ne aveva troppa.
Rabbia mentre ricordava il suo accento canadese quando gli parlava, quando gli raccontava la sua giornata o mentre ricordava il suono della sua risata.Rabbia al ricordo della sua voce melodiosa mentre intonava ‘wonderwall’ , che secondo lui sapeva cantarla meglio del cantante stesso. Provava rabbia anche al ricordo di quanto l’ha desiderata, di quante notti è rimasto sveglio a sognarla, di quante mattine l’ha pensata e di tutta l’ansia che aveva ogni volta che entrava nella biblioteca per paura che lei non ci fosse. 


 

“Se ti chiedessi di baciarmi, che cosa faresti?”
Lei gli regalò uno strano sguardo, mentre con una mano, tracciava delle linee sul braccio del ragazzo.
“Perché?”
“Rispondi e basta”
“Ti bacerei”
“Non ne avresti paura o che so, non ti pentiresti?”
“Per quale motivo dovrei, scusa?”
“Non so era per chiedere.”
Non si spiegava perché gli avesse fatto quella domanda, in fin dei conti non importava  se erano passati quasi sei mesi, se entrambi sapevano che tra di loro c’era più di un’amicizia semplicemente, glielo aveva chiesto perché con una ragazza così era difficile nasconderle ciò che gli passava nella testa.
“Senti Sun, per quello che ti ho appena detto, ecco dimenticalo perché non so magari ti ho messo a disagio e quindi..”
“Niall, baciami.” 


 

Si toccò le labbra, meravigliandosi di sentirci sopra ancora il suo sapore.
Fresco, sapeva di zucchero filato, dolce.
E’ sicuro che non se ne libererà mai, che se lo porterà dappertutto perché lo ha marchiato, perché dopo quella giornata, il loro primo bacio, ne seguirono tanti altri, ne seguirono così tanti che ha perso il conto ma sa che il nodo allo stomaco, il batticuore e i ripetuti brividi che gli percorrevano tutto il corpo con il tempo erano solo aumentati, si erano approfonditi. Niall se le ricordava quelle labbra.
Quelle labbra che ha morso più volte mentre facevano l’amore, mentre i loro corpi combaciavano alla perfezione facendoli diventare una cosa sola. Labbra che aveva baciato con passione, con gentilezza dopo un intero week-end che non si vedevano, con tristezza quando aveva scoperto che la maggior parte del tempo la passava da uno stupido strizzacervelli, con amore.
Le aveva accarezzate, assaporate in qualsiasi momento della loro storia e avrebbe continuato per un tempo indefinito perché non ne era mai sazio. 


 

“Credo di amarti, Sunshine”
Sputò velocemente una mattina di Maggio.
Il sole era alto nel cielo ma non faceva caldo, loro due se ne stavano sotto un albero di ciliegie mentre lei giocava con le dita delle sue mani.
“E’ un sentimento forte l’amore”
“Lo so”
“Ed è anche così fottutamente complicato, egoista, ingenuo, tremendamente spaventoso, crudele, insaziabile, elettrizzante, malvagio, dolce. L’amore è tante cose Niall, come fai ad essere sicuro di credere di amarmi?”
Niall trattenne il respiro, non sapeva che cosa aspettarsi da lei, ne sapeva se volesse conoscere la sua risposta ma di certo non si aspettava quelle parole.
“Lo sento, qui” e si indicò il cuore “e anche qui” indicò poi la mente. Le prese il viso tra le mani e: “Lo sento in ogni parte del mio corpo, il mio amore per te è ovunque. Sun, lo puoi sentire nell’aria,  quando piove,  come sottofondo al chiacchiericcio della gente, quando c’è il vento, lo senti sempre”
“Ma non lo percepisco; non posso toccarlo, non posso vederlo, come faccio a sapere che c’è?”
“Lo senti, Sun, lo senti”
Lei scosse la testa e senza dire una parola in più, gli lasciò un veloce bacio sulla fronte e prendendo la sua borsa a tracolla, se ne andò.



 

 Si alzò dal letto consapevole che quell’immersione nei ricordi non faceva altro che farlo sprofondare.
Tornò a sedersi su quella sedia ormai scomoda e fissando la busta color verdino, guardò la luna dalla finestra. 


 

Quella sera pioveva.
Era passato un mese e dopo quella conversazione le cose erano apparentemente identiche.
Passavo forse persino più tempo del solito insieme, quasi come se non potessero far altro che stare insieme, come se fossero ossigeno, qualcosa in grado di tenerti in vita.
“Niall,  devo dirti una cosa”
Dalla finestra entrò uno spiffero di aria fredda, che fece rabbrividire la schiena nuda della ragazza. Niall la strinse maggiormente a sé e coprendosi meglio con il piumone, continuò a baciarle teneramente i capelli che, nonostante l’intera notte avevano passato a fare l’amore, per più volte, senza mai stancarsi, continuavano a profumare di pulito.
Perché Niall ne era certo, il suo profumo era inimitabile.
Era come il sapore di una torta di mele calda, appena fatta. Come la cioccolata ricoperta di panna d’inverno, era come il rossetto alla pesca che ogni tanto ricopriva le sue labbra,  era il profumo della felicità.
Perché cristo, Sunshine era la felicità, era l’amore in persona.
“Ti ascolto”
“Io devo andare”
“Pensavo ti saresti fermata ma tranquilla, ci vediamo domani?”
Lei scosse la testa, era sicura che non avrebbe capito perché Niall era ingenuo, tenero, fragile.
“No, io devo andare via”
“Come sarebbe via? Dove devi andare?”
“Il mio strizzacervelli dice che non sto più bene qui, che se per caso questa felicità che sto provando sparisse di colpo non so come potrei reagire, dice che è meglio spezzare il legame prima che diventi più forte”
E lui continuava a non capire.
Sun gli aveva raccontato ogni cosa di lei, sapeva tutto.
Sapeva del padre alcolista, sapeva che più volte aveva picchiato la madre e sapeva anche che alcune volte, aveva abusato di lei e al solo pensiero la voglia di riempirlo di pugni si faceva largo dentro di lui, la consapevolezza che le aveva rovinato la vita la aumentava, ma davvero non riusciva a capire.
Perché doveva andarsene?
Lui non l’avrebbe abbandonata, lui l’amava in un modo che andava persino oltre il normale, il loro amore era sempre di più a qualsiasi altra cosa ma evidentemente, questa volta non sarebbe bastato.
“E se non volessi che tu te ne andassi?”
“Me lo lascerai fare lo stesso”
“Mi stai dicendo addio?”
“Ti sto ringraziando Niall, per tutto. Ti ringrazio perché mi hai fatto passare i due anni più belli di tutta la mia vita, ti sto ringraziando per avermi fatta sentire importante come se valessi qualcosa, per davvero. Niall ti sto ringraziando perché mi hai fatta sentire viva”
Alcune lacrime rigarono il volto dell’irlandese che non fece niente per nasconderle, non fece niente per cancellarne anche solo la traccia, le lasciò scivolare su tutto il viso in modo da rigare i suoi lineamenti fino a farle cadere sulla pelle nivea della ragazza, lasciando un segno anche a lei.
Si ribaciarono, si unirono ancora fino all’alba, fino a quando sfiniti non si stesero l’uno affianco all’alto guardandosi negli occhi.
“Niall, dovresti dormire, sei stanco”
Ed era la verità.
Le palpebre gli pesavano, gli occhi gli facevano male per tutte le lacrime silenziose e non, che aveva liberato quella sera.
“Non posso”
“Certo che puoi, devi”
“Tu non capisci, se chiudo gli occhi anche solo per un secondo sono sicuro che tu scomparirai, che non ci sarai più ed io non saprò mai se tutto questo è un sogno, se ti ho mai avuta per davvero”
Sun lo baciò dolcemente e: “Dormi Nialler, al tuo risveglio sarò qui” sussurrò dolcemente sulle sue labbra.



 

 “Non ti avrei mai ferita e tu questo lo sapevi ma te ne sei andata, non hai voluto rischiare. Hai avuto paura dell’amore, hai avuto paura di noi, perché Sun?”
Patetico.
Si disse nella sua testa, ci mancava altro che parlasse con se stesso. Si accorse di star piangendo quando notò la vista appannarsi e la gola bruciare.
“Non adesso, non ora”
Sussurrò.
Erano passati altri tre anni e lui non aveva pianto.
Non aveva nemmeno versato una lacrima quando Sun gli aveva detto una data diversa dal giorno della sua partenza, non aveva smesso di scriverle nonostante lei non rispondesse nemmeno a uno dei suoi messaggi, non aveva nemmeno mai smesso di pensarla o di smettere di provare dei sentimenti per lei anche se ad Harry e Liam continuava a ripetere che stava bene, anche se fingeva di essersela dimenticata quando per sbaglio Louis finiva su quel discorso e fingeva di interessarsi ad una ragazza che Zayn gli aveva presentato un po’ di giorni fa, ma era più forte di lui, proprio non ce la faceva. 

 

Ricevette  un cd il giorno della sua partenza.
Apparteneva allo psicologo di Sunshine, conteneva una breve traccia, di pochi minuti.
Non sapeva il perché la sentì, forse lo fece per sentire la sua voce ancora una volta, perché nonostante tutto era curioso di sapere cosa contenesse, cosa fosse così urgente da convincere una persona che dovrebbe stare zitta a spedirgli un cd con una confessione di una sua paziente, sta di fatto che lo inserì nel computer e aspettò.
“Allora Sun, come vanno le cose?”
“Non tanto bene Steve”  La voce era quasi inudibile, dovette alzare il volume per sentirla bene.
“Successo qualcosa di particolare?” probabilmente annuì perché l’uomo proseguì: “Me ne vuoi parlare?”
Silenzio.
E quel silenzio era nervoso, lo poteva capire perché per quanto odiasse ammetterlo, conosceva quella ragazza più di quanto conosceva se stesso.
“Ho incontrato questo ragazzo” prese fiato. “Era entrato sicuramente non di sua spontanea volontà nella biblioteca vicino a casa mia, quella in cui mi piace andare di solito e caspita, era il ragazzo più bello che io avessi mai visto. Niente in lui era sbagliato, era semplicemente perfetto” Gli raccontò il loro primo incontro, ogni minima cosa, forse anche meglio di quanto lui potesse fare.
La sentì ridere al ricordo del bagno nella fontana, della partita di golf, del cinema, sentì nella sua voce la dolcezza con cui parlava di loro e allora credette davvero di voler morire.
Di voler trovare un posto in cui potesse stare bene senza che il ricordo di quegli occhi gli facesse mancare il respiro.
“E come mai è finita?”
“Perché se non avessi chiuso ogni cosa, se fossi rimasta sarei finita con l’amarlo davvero”
“Non lo amavi?”
“Sono innamorata di lui, sarò sempre innamorata di Niall ma amarlo sarebbe stato difficile perché io sono complicata, io sono un caso irrisolto. Sono rotta, non sono in grado di essere aggiustata e magari lui adesso non se ne è accorto ma se succedesse? Se lui capisse  che non sono quella per lui, che non faccio altro che complicargli la vita mi abbandonerebbe e io non so se sono pronta a rimanere da sola. E’ finita Steve, perché lui ha bisogno di qualcuno che lo ami pienamente, che lo ami in modo puro perché lui è puro, lui è magnifico, non ha bisogno di una persona che lo trascini sul fondo”
“Come sei convinta di fare tu?”
“Già.” 


 

Un singhiozzo più acuto degli altri lo fece tornare alla realtà.
Era inutile che si sforzava di dimenticare, Sunshine era presente nella sua vita, non se ne andava nemmeno se lui avesse provato ad allontanare il ricordo; sarebbe rimasta.
Sunshine, era il raggio di sole di ogni cosa buia che c’era nella sua vita.Era semplicemente tutto, peccato solo che lui non gliel’abbia mai detto apertamente  e che lei, se ne sia andata prima di capire che aveva trovato la persona giusta.
Niall continuò a piangere poi, prendendo la penna osservò il foglio.


 

 Sono innamorato di te e proprio per questo, ti sto lasciando andare.
N.


 

Piegò il foglio e lo mise dentro la busta, dove c’era segnato un semplice indirizzo, che si era fatto dare dopo diverse ore, da quel tizio, Steve.
Sigillò la lettera e si avvicinò alla finestra.
La mente di Niall era piena di pensieri, di domande a cui probabilmente, mai avrebbe dato una risposta, per il semplice fatto che non ne sarebbe stato in grado, perché lui sa di essere incerto, di essere dubbioso con il destino e no, lui non crede in queste cose eppure ogni giorno si trova a chiedersi che cosa fosse successo se quel giorno avesse declinato per la milionesima volta la proposta di Liam di accompagnarlo, se fosse rimasto a casa, probabilmente a guardare la tv, dove sarebbe adesso e magari con chi.

Si mise una felpa e arrivò fino alle poste, infilò la lettera nel contenitore e sorrise.
Sorrise perché sentì di averle appena lasciato ogni cosa di lui in quelle poche righe.Sorrise al mondo perché diamine, non aveva importanza se lei si fosse fatta una vita, se magari camminando per strada avesse trovato un ragazzo che le sarebbe piaciuto, lui lo sapeva, nessuno l’avrebbe mai fatta sentire nel modo in cui la faceva sentire lui. Sorrise, perché sapeva che sarebbe rimasta l’unico ricordo che gli sarebbe mancato come l’aria, che non avrebbe mai più sentito quel senso di pienezza che provava anche con un suo semplicissimo ‘ciao’ , ora che non l’avrebbe più rivista, sapeva tante cose in quel momento ma l’unica cosa che gli importava era sapere che  magari in un’altra vita, si sarebbero appartenuti.
Perché per una volta Niall Horan credette al destino, credette al fatto che se non fosse stato quel giorno, in quella libreria, l’avrebbe conosciuta comunque perché loro due non avrebbero fatto altro che appartenersi, sempre, anche se per adesso il mondo li voleva distanti. 






 

  
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