Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: shevaara    12/11/2012    0 recensioni
Arrivi a quel punto in cui desideri così ardentemente di smettere questa guerra che ogni soluzione è lecita. Perché disertare non basta, solo il tuo corpo si allontana dal fronte, la tua mente ci rimane come avesse piantato radici.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giornalino della scuola ha dato un input, io ho risposto così

Memorie di guerra
Diario personale di un soldato



La missione era semplice: entrare nel loro nascondiglio e iniziare a sparare senza pietà, uccidendo più ribelli possibili. Nessun sopravvissuto, nessuna prova, distruzione del bunker.
Vicino a me un ragazzo, un novellino, trema appena, il respiro veloce, tradendo visibilmente l'ansia e la paura che lo scuotono.
Mi chiedo cosa lo abbia spinto ad arruolarsi.
La guerra è orribile. Una guerra di sterminio come questa lo è ancor di più.
Solo una macchina, solo una persona ormai senza cuore, immune a paure e dolori, può combatterla senza impazzire e marcire, come una pianta bagnata a lungo da cascate di sentimenti così dirompenti e violenti da farla annegare.
Molto di noi sono macchine ormai, molti di noi sono morti, non tutti per mano nemica.
Arrivi a quel punto in cui desideri così ardentemente di smettere questa guerra che ogni soluzione è lecita. Perché disertare non basta, solo il tuo corpo si allontana dal fronte, la tua mente ci rimane come avesse piantato radici.
Io mi sono fermato prima di quel limite estremo. Semplicemente temo la morte quanto temo la vita, ovvero ben poco, e non mi importa e non mi importerà se sarà il mio nemico a morire o se, sfortunato caso, una pallottola mi trapasserà il cranio per farmi finalmente morire.
Morire, cadere a terra come mosche, gli occhi sbarrati dal terrore, come molti dei ribelli, come alcuni dei miei commilitoni. Eppure mi chiedo il perché di quella paura.
Forse anche a me, quando morirò, l'ultimo respiro si disegnerà nel mio volto come uno sguardo spaventato. Perché quando sei qua da tanto tempo, quand'è così, che tua sia ribelle o soldato, la morte non è che una dolce liberazione.
Ci porta via da questo schifo, ci allontana dal sangue scarlatto che ti schizza in faccia ad ogni sparo, lontano da ordini insensati, massacri ormai compiuti, cuori marci pieni d'alcool e ogni sorta di cosa che qua puoi trovare...
Per finire dove non lo so. Troppi dei, troppe religioni, troppi dannati aldilà, ognuno al suo, ognuno spera di finire insieme ai buoni, ognuno sa che probabilmente non sarà così.
Io no, non credo più in nessun Dio “misericordioso”, non credo più in nessun Dio così imperfettamente umano.
Io no, non voglio un aldilà. Voglio oblio.
Ogni sera, nel buio della tenda, qualcuno prega. Prega e prega, scusandosi. A volta sembra sincero, a volte no, spero abbia quel che chiede, mi a rotto le palle così a lungo ogni notte che se non finisse per ottenere almeno qualcosa mi arrabbierei.
Io non prego nessuno. Io li lascio in pace e loro lascino in pace me. Voglio oblio.
Il giorno in cui davvero morirò, per mano nemica o per mano mia, voglio oblio, voglio buio infinito, voglio il nulla, voglio dimenticare tutto ciò d'orribile che i miei occhi hanno visto, voglio smettere di sentire pensieri miei e altrui.
Per il resto dell'eternità.

Memorie di guerra
diario personale di un soldato

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: shevaara