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Autore: Allegoria    31/05/2007    3 recensioni
Dopo il lungo viaggio verso ovest, qualcosa s'è spezzato tra Goku e Sanzo riducendo entrambi in posti lontani da non potere nemmeno pensarsi. Piccola 3x9.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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°°§The Beach§°°

°°§The Beach§°°

 

Chiamatemi Saruko. I primi giorni passati nel tempo, ricordo ero solo un continuo maremoto di bonzi che correvano di qua e di là, impartendo ordini, sputando sentenze a destra ed a manca e cercando di mostrare sempre tutto in perfetto ordine come per dosare a pieno la netta differenza tra l’ingresso e parte di tutto il monastero, ed un corridoio.

 

Buio come la pece ricordo soltanto di notte la sensazione che esso fosse infestato dai fantasmi, anche perché i bonzi davano modo di crederlo visto il modo in cui ne stavano spesso lontani, incitando i giovani come noi a non camminarvi mai, anche se a volte si sentivano urla, vetri che si rompevano. Era severamente vietato mettere piede lì.

Ma non avevano in effetti di che preoccuparsi. Non che l’idea di incontrare un fantasma mi preoccupasse, ma tanto l’idea di incontrare uno spirito, qualcosa con tanta rabbia e disperazione da emettere simili urla.

 

Erano le urla che facevano rizzare i peli. Quelle durante la notte, come a testimonianza che anche da morto quello spirito ancora ruggiva il suo dolore. Un dolore grande tanto da non smettere di ricordarlo dopo la morte. Eppure un pensiero in me saliva sin dalla prima volta in cui avevo udito le urla ed avevo saputo del fantasma. Perché non esorcizzare la stanza, se era davvero così terribile questo fantasma?

 

Accadde poche settimane dopo il mio arrivo che uno degli anziani chiese la mia presenza nel suo ufficio. Si guardava più volte intorno, come terrorizzato in caso qualcuno o qualcosa l’avesse udito. Mi parlò frettolosamente e mi accorsi stesse sudando freddo.

 “Avete presente il corridoio a est, no?”

Annuii senza indugio alla domanda, forse la mia curiosità, che come spesso in passato mi aveva portato in strani luoghi, come in fondo anche lo stesso monastero, ora reclamava più informazioni.

 “Sicuramente saprete già le condizioni precarie in cui si ritrova il bonzo che riposa nell’ultima stanza…”

Come un pugno nello stomaco ascoltai il suo dire. Un bonzo? Ed ecco che tutto si svela, quasi mi sarei dato dello stupido per avere creduto alle parole dei bonzi soltanto da quest’anno non più novizi. Un fantasma. Tsè!

“No, ad essere sincero sapevo fosse infestato dai fantasmi…” Ecco a volte è meglio spiattellare ciò che viene spiattellato.

“Che eresie!” Lo sguardo di lui si fece improvvisamente infuriato ma subito dopo mutò in un espressione più dolce, quasi languida, come se per lui fosse prova di grande dolore lo spiegare chi vi era in quel corridoio. “Nell’ultima stanza del corridoio est, purtroppo, è da un paio di mesi a questa parte che riposa o comunque cerca di riposare, un giovane bonzo… ma chiuso in quella stanza, e mangiando a stento ormai ha preso ad ammalarsi.” Seriamente dispiaciuto il tono e un sospiro mi ritrovai a riscontrare.

“E io… in tutto questo cosa c’entro.” Domanda più che logica la mia. Non riuscivo a capire perché adesso l’anziano mi stesse dicendo ciò. Io in fondo non ero che un novizio alle prime armi, anche a volte un po’ disubbidiente.

“In te… ho visto qualcosa di buono e gentile, e vorrei che fosti tu a portargli da mangiare per cercare almeno di fare balenare in lui una speranza. La speranza che anche se tutto ormai è perduto e spesso i cari vanno per perdersi, non bisogna mai arrendersi.

Mi propose un sorriso stentato. Come per incoraggiarmi.

Sinceramente ero in combutta con me stesso.

 

Passai tutta la notte successiva nell’intento vago di dormire e di riflettere allo stesso tempo. L’idea di intrufolarmi in quel corridoio per scoprire chi era che tutte le notti urlava dal dolore, mi incuriosiva, ma allo stesso tempo mi impauriva. Un lato di me chiedeva di non avvicinarmi di non conoscere questa persona, solo per il pure ed egoistico motivo di non volere conoscere un dolore così grande. Ma mi presi in giro io stesso.

Addirittura uno dei bonzi anziani era a venuto a chiedermi simile richiesta ed io non potevo rifiutarla.

Così decisi in quell’ora che prima di avere un approccio con quel bonzo chiuso nella sua stanza, per lo meno avrei dovuto sbirciare dentro. Dentro la camera e forse anche dentro di lui.

Scesi da letto in punta di piedi ed attraversato nel silenzio più totale tutto il monastero mi ritrovai di fronte al corridoio. Ancora più buio a causa della notte. Le urla adesso si udivano forti e tenaci. Ed un rumore di vassoi rotti e vetri frantumati, quasi mi trapanava il cervello.

Stranamente però un improvviso moto di rabbia s’intrufolò dentro di me. Strinsi i pugni e mi venne in mente come tutti quelli che in quel momento sapevano la verità, riuscissero a dormire. Che schifo. Sicuro adesso di stare facendo la cosa giusta avanzai piano lungo il corridoio. Non vi era l’ombra di una candela o di una fiaccola. Ma ancora non mi scoraggiai. Silenzioso come mai ero riuscito, mi ritrovai di fronte la porta scorrevole. E proprio quando stavo per allungare una mano verso la porta, mi resi conto che era piombato il silenzio più totale. Forse dopo tanto urlare finalmente si era calmato. O comunque così credetti nella mia beata ingenuità.

Serrai la mano sul bordo di un anta e piano la spinsi così da farla scivolare senza rumore. Gli occhi saettavano nella stanza, e quasi sconvolto fui quando non vidi nessuno. Che mi avessero preso in giro? Che in realtà esistesse davvero un fantasma?

 

Avanzai ancora. Completamente vuota, i porta candele erano per terra, cicche di sigarette ovunque ed accartocciata in un angolo stava una tonaca. Quella che sarebbe dovuta essere bianca e pura, adesso era sporca, macchiata anche di sangue rappreso. La riconobbi subito, impossibile non riconoscerla, e ne rimasi schiacciato dall’importanza. Le immagini viste in televisione tempo addietro mi lasciarono sconvolto. Avevo udito di un monaco di uno delle più alte cariche impazzire del tutto a causa della perdita di un suo amico.

E’ maleducazione entrare senza permesso…” La voce rauca mi arrivò senza tempo di voltarmi del tutto poi solo un dolore lancinante alla fronte. Persi i sensi subito.

 

 

Ed eccomi tornata alla riscossa con una fiction tutta nuova, con le mie solite disperazioni in giro =__= ma che ci volete fare, mi piace studiare il dolore… ghghg me sadica, scherzo.. insomma spero vi piaccia ed attendo commentucci ^__^

 

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