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Autore: Nori Namow    13/11/2012    9 recensioni
La verità è difficile da accettare.
Anche se ti si para di fronte, a volte semplicemente non siamo capaci di ammetterlo.
Noi siamo schiavi delle dolci bugie, e allontaniamo ogni amara verità per paura di ferire i nostri sogni, e quello che rimane della speranza straziata.
Ma prima o poi, ogni anima, anche il cuore più testardo, dovrà arrendersi.
Con amore, Elena.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Look after you.

 







La verità è difficile da accettare.
Anche se ti si para di fronte, a volte semplicemente non siamo capaci di ammetterlo.
Noi siamo schiavi delle dolci bugie, e allontaniamo ogni amara verità per paura di ferire i nostri sogni, e quello che rimane della speranza straziata.
 
Ma prima o poi, ogni anima, anche il cuore più testardo, dovrà arrendersi.
Con amore, Elena.
 
Ricordo ancora il giorno in cui ho trovato quella breve lettera. Lei l' aveva lasciata sul mio comodino, per poi scomparire dalle nostre vite.
Non sapevamo perché, non siamo mai riusciti a spiegarcelo.
Semplicemente se ne era andata, lasciandoci in balia dei dubbi e del dolore.
L' avevamo cercata, in quei sette anni. Non avevamo smesso di sperare nemmeno per un attimo, nel suo ritorno.
Ma lei non c'è, e continua a non esserci.
Come ogni giorno, leggo quella lettera e mi viene da piangere, mentre, per l' ennesima volta, mi chiedo perché l' abbia fatto.
Sento un rumore di passi, e poi una porta chiudersi alle mie spalle.
So già chi è, ma non mi volto, troppo occupato a nascondere l' unica cosa che mi rimane di lei.
-Damon, stai ancora leggendo quel biglietto?- mi domanda lui, per l' ennesima volta.
Non ha capito che io non smetterò mai di farlo, perché ho bisogno di ricordarla, in ogni momento. Ricordare quanto l' abbia amata, e quanto l' ami tuttora.
-Sì, Stefan. E ora vedi di non farmi la morale, non ne ho bisogno.- bevo l' ultimo sorso di liquore dal mio bicchiere, e metto il biglietto nel cassetto, per poi aprire l' anta sinistra del mio armadio, e aggiungere alla ‘bacheca’, un indirizzo. L' ennesimo da controllare.
Non mi arrenderò. La cercherò sempre, utilizzando tutte le risorse che possiedo.
Avverto che mio fratello sospira rassegnato, per poi affiancarsi a me.
Lui si è arreso tempo fa, io non lo farò mai.
-Dovresti smetterla di cercarla. Se ne è andata, non vuole farsi trovare, e deve aver avuto i suoi buoni motivi.- mi poggia una mano sulla spalla, ma io mi volto bruscamente, arrabbiato perché non se l' è ricordato.
-Oggi è il suo compleanno. Se fosse rimasta umana, oggi avrebbe compiuto 25 anni.- lo vedo sbiancare, e capisco che finalmente si è reso conto che la sta dimenticando troppo in fretta. Perchè si è arreso troppo in fretta.
-Io non mi arrendo, Stefan. Andrò a Phoenix, a questo indirizzo, e la cercherò per l' ennesima volta, come ho sempre fatto.-
Corro a riaprire il cassetto, estraendone quel maledetto pezzo di carta consumato dal tempo e dalle lacrime.
Lo metto in tasca, assieme a quell' indirizzo sconosciuto, dove un uomo mi aveva detto di averla vista.
Non do nemmeno il tempo a Stefan di rispondere, che sono già in auto, diretto verso Phoenix, probabilmente l' ennesima delusione.
L' ennesima verità che non voglio accettare.
 
Parcheggio a circa cento metri dalla casa indicata, e mi fermo ad osservarla, da lontano.
Davvero sono pronto ad affrontare un' altra speranza svanita?
Poi guardo una foto di Elena, quando era ancora umana, e quel misero pezzo di lettera.
Io amo Elena, e sarei disposto a morire cento volte, anche solo per sapere se sta bene, se è felice.
Se fuggire da Mystic Falls l' abbia resa felice, perché io non lo sono stato di certo.
Improvvisamente, osservando quella calligrafia tonda e precisa, quasi da bambina, sento gli occhi pizzicare, e capisco che ho bisogno di sfogarmi.
Comincio a piangere a dirotto, prendendo la testa fra le mani e singhiozzando.
Mi sento così stupido.
Oh, ma io lo so perché se ne è andata, in fondo, solo che non ho il coraggio di ammetterlo a me stesso.
Lei non ce la faceva più.
Era stanca di quella continua lotta tra cuore e mente, che viveva ogni giorno.
Era semplicemente stanca di me, dei miei sorrisi sghembi, dei miei occhi azzurri, dei miei capelli corvini, delle mie frecciatine, dei guai che combinavo.
Era stanca di non poter amare Stefan come avrebbe desiderato, perché c'ero io, a ricordarle che amava anche me, che io l' aspettavo e l' avrei aspettata per sempre, se fosse stato necessario.
Sono le dieci di sera, e ho finalmente smesso di piangere.
Alzo lo sguardo portandolo sulla casa, e credo di aver avuto un' allucinazione.
Perchè non può davvero essere Elena Gilbert, la mia Elena, quella ragazza che cammina a passo spedito verso l' auto bianca, con un sorriso felice e sereno.
Non può essere la stessa ragazza che anni prima, si apprestava a scrivere in fretta e furia quelle poche righe, per poi buttare nella sua auto le valigie con tutti i suoi ricordi, e scomparire senza lasciare traccia.
L' osservo meglio, e il mio cuore si riempie di gioia. È proprio lei, la riconoscerei fra mille.
Mette in moto l' auto, per poi andare via, e capisco cosa devo fare.
Esco dall' auto, e mi dirigo velocemente in quella che dovrebbe essere casa sua.
L' osservo meravigliato, è una casa bellissima e arredata con stile e poi salgo le scale, cercando la sua camera e trovandola pochi secondi dopo.
Ha le pareti color salmone, e un letto a due piazze riempie la stanza.
Alla sua destra, c'è una scrivania bianca, con sopra dei fogli e una penna.
Mi avvicino, e comincio a scriverle una risposta, una lettera che ci ha impiegato sette anni ad arrivare.
 
 
La verità è che l' essere umano, quando trova delle difficoltà che non può affrontare, semplicemente fugge, senza pensare al vuoto che lascia nelle persone amate.
È un vuoto che non riesci a riempire con nulla, se non con la speranza di aprire la porta, un giorno, e trovarti lì sorridente, urlando che sei tornata, e che non te ne andrai mai più.
Ti sei persa tante cose, in questi anni.
Matt e April si sono sposati e hanno una figlia di un anno. Si chiama Elena Jenna Donovan.
Bel modo per ricordarti, vero?
Jeremy sta studiando per diventare professore di storia, proprio come Alaric.
Parla raramente di te, come tutti, del resto.
Ma sei nei nostri pensieri in ogni momento della giornata.
Caroline è andata via con Klaus, che ha rinunciato a creare ibridi a destra e a manca, perchè ha trovato qualcuno che ama e che ricambia.
Lo invidio molto, sai?
E Tyler? Lui è diventato sindaco, ed è fidanzato con Alis, una tipa strana.
E la strega, che tu solitamente chiamavi Bonnie, si è sposata con un ragazzo di Londra, e ora vive lì.
Alcuni sono andati avanti, ma io no.
Ti sei persa tante, troppe cose.
Stefan sta dando un' altra possibilità a Katherine.
Sì, quella Katherine, la doppelganger, stronza manipolatrice, Pierce.
E sono felici, tirano avanti. Tutti, tranne me.
Io ho passato gli ultimi anni a cercarti, a chiedermi perché te ne sei andata senza preavviso.
E ti ho trovata, finalmente. Ho visto che stai bene, che sorridi, che sei andata avanti.
Scommetto che sei diventata la maniaca dell' auto controllo, perfetta come sei.
E volevo parlarti, davvero, ma osservandoti da lontano ho capito, finalmente.
È inutile piombare di nuovo nella tua vita, come se nulla fosse.
Tu sei andata avanti, facendo quello che era più giusto per noi, e per te.
E sorridi, Elena. Sorridi spensierata, e ciò mi basta per capire che è giunto il momento di uscire dalla tua vita, e lasciarti la serenità che meriti.
Ma c’è un’ ultima cosa, che voglio scriverti.
Io ti amo, Elena, e non smetterò mai di farlo.
E se un giorno vorrai tornare, saprai dove trovarmi.
Sono sempre lì.
Con amore, Damon.
 
Poggio la penna nell’ esatto punto in cui si trovava prima. Se non fosse stato per quelle poche righe scritte, era come se non ci fosse stata nessuna traccia del mio passaggio.
Forse lei aveva un ragazzo, dei nuovi amici, una nuova vita. E io semplicemente non potevo distruggere la campana di vetro che si era creata.
Però avevo quel disperato bisogno di scriverle, farle capire che io c'ero.
Sento la porta dell’ ingresso sbattere e la voce di Elena, che si appresta a salire le scale.
Spaventato, mi nascondo nel suo armadio, cercando di non stropicciare i vestiti e di non fare rumore.
-Sarah, sicura che la tua sciarpa sia qui?- chiede parlando al telefono, mentre si guarda intorno.
-Ma era quella verde? Perché qui non… Ti richiamo.- chiude la telefonata e si blocca davanti alla scrivania, facendomi capire che ha visto la lettera.
Con le mani tremanti la prende, mentre si butta sulla sedia, spaventata.
Comincia a leggerla, lo capisco dal modo in cui i suoi occhi color cioccolato accarezzano il foglio.
Improvvisamente, si porta una mano sulla bocca e comincia a piangere disperatamente, riempiendo quel foglio di lacrime.
Il suo corpo è scosso dai singhiozzi e vorrei tanto correre da lei, abbracciarla, sussurrarle che io ci sarò sempre.
Ma so che non posso farlo, non ho più questa esclusiva. Il cuore di Elena non mi apparteneva più, era solo l’ ombra di un ricordo.
È incredibile come ci aggrappiamo ai ricordi pur di non morire di nostalgia, vero?
Elena prende freneticamente il cellulare, componendo un numero. Si morde le unghie con furia, mentre prende a camminare avanti e indietro.
Il cellulare nella tasca sinistra del mio jeans squilla freneticamente, e mi maledico mentalmente.
Ho dimenticato di spegnerlo, dannazione!
Ma Elena stava chiamando me, non aveva dimenticato il mio numero di cellulare. E questo mi riempì il cuore di gioia.
Elena si blocca, fissando con terrore l’ armadio dalla quale proveniva quel rumore.
Con uno scatto, apre le ante e sbarra gli occhi, non aspettandosi di trovare Damon Salvatore, dopo sette anni, nel suo armadio.
Esco con timidezza, pronto ad andarmene, ad uscire dalla sua vita, come lei vorrebbe.
-D…Damon?!- chiede allarmata, e mi accarezza una guancia con timore, quasi come se avesse paura di toccarmi.
È questione di attimi, e sento le sue labbra sulle mie. Sono morbide, profumate, le stesse labbra che avevo desiderato per anni.
Ricambio il bacio con trasporto, per poi abbracciarla forte.
-Mi sei mancata.- riesco a sussurrare, prima che lei mi asciughi una lacrima, l’ ultima versata a causa della sua assenza.
 



SCIAO BELE.
Oh, eccomi con una OS Delena, perchè loro sono troppo dolci e io li adoro.
Inoltre sto scrivendo una ff One Direction/The Vampire Diaries (per chi non lo sapesse) e in alcuni capitoli c'è anche Damon. E Matt :3
Diciamo che io sono Kathefan e Delena, non so. È come se l' affetto che Kath ha per Stefan (l' unica forma di affetto, credo), la renda ancora più credibile, ai miei occhi.
E boh, recensite, fatemi sapere cosa ne pensate.
with love,
@hypnoticdust
   
 
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