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Autore: Rose_97    13/11/2012    2 recensioni
Dal Testo
Nel bosco il silenzio regnava sovrano; i raggi del sole penetravano dolcemente nelle parti più fitte della boscaglia. Vicino al ruscello principale una donna dai capelli corvini si rinfrescava.
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Ad un paio di metri di distanza un uomo correva tra gli alberi nella speranza di seminare i banditi sempre più vicini.
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-Merlino, ma in che guai vai a cacciarti!- si rimproverò il giovane
***
Che cosa devo fare per farmi liberare?- domandò scocciata Morgana.
- È semplice, devi aiutarmi a trovare la Coppa della vita e distruggerla.-
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Morgana, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Morgana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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The darkness to your light

Nel bosco il silenzio regnava sovrano; i raggi del sole penetravano dolcemente nelle parti più fitte della boscaglia. Vicino al ruscello principale una donna dai capelli corvini si rinfrescava; un tempo era una delle dame più rispettate di Camelot, ora è ridotta ad essere una fuggitiva.
Ad un paio di metri di distanza un uomo correva tra gli alberi nella speranza di seminare i banditi sempre più vicini. Più il mago andava avanti verso il ruscello,più la strega andava contro il giovane e i suoi inseguitori, inconsapevole della loro presenza.
-Merlino, ma in che guai vai a cacciarti!- si rimproverò il giovane voltandosi per controllare che gli uomini lo stessero seguendo o se era riuscito a seminarli. La conferma che l’inseguimento continuava arrivò quando un’ascia si conficcò nel tronco appena superato dal mago.
Intanto Morgana continuava ad andare avanti, assorta nei suoi pensieri. Ciò che più l’assillava da giorni era il pensiero della sua vita quando era ancora Lady Morgana; quando non era temuta, ma amata; quando era felice; quando poteva dire di avere una vita perfetta e quando aveva degli amici su cui contare. Ora era senza una famiglia, degli amici e un posto dove stare al sicuro. La donna camminava senza meta, mentre Merlino continuava a correre nella direzione della strega. Un altro gruppo di banditi apparve alla sua sinistra, come se non bastasse erano tutti armati di balestre. Iniziarono a scoccare frecce una dopo l’altra, alcune si conficcarono tra gli alberi, altre andarono perse nel grande manto verde, ma una riuscì ad andare a segno nella gamba sinistra della strega. Subito dopo un’altra ancora colpì Morgana nell’anca destra, dopo pochi secondi la donna si accasciò al suolo ansimante attendendo che un altro colpo mettesse fine alle sue sofferenze. Ma invece che sentire dolore, un dolce calore l’abbracciò. Un bagliore argenteo si espanse, poi silenzio. L’unica cosa che si poteva udire era il canto degli usignoli. La fortuna girava dalla parte della strega. Due braccia calde la sollevarono dal terreno freddo e sporco e la portarono in una casa che un tempo doveva appartenere ad un forestiero. Quando venne posata dolcemente sul letto, Morgana aprì gli occhi e scorse Merlino indaffarato a portare una tinozza piena d’acqua e delle pezze.  La donna non fece in tempo a parlare che le palpebre si chiusero facendola cadere in un sonno profondo. Il mago tolse le frecce dal corpo di Morgana e con una pezza iniziò a fasciarle le ferite.

***

-Morgana.- Merlino provò a richiamarla dal sonno, ma con scarsi risultati.
-Morgana Le Fay.- ritentò,  riuscendo a destarla.
-M… Merlino?- aprì gli occhi e provo a sedersi, ma le ferite glielo impedivano.
-Perché mi stai aiutando?- continuò con un filo di voce.
-Perché ho bisogno di voi, e da morta non potreste aiutarmi.- rispose tranquillamente il ragazzo sedendosi di fianco al letto.
-E perché io dovrei aiutarti?- ritentò di sedersi, ma il dolore la fermò per la seconda volta.
-Siete debole, riposate. Domani parleremo di ciò che potete fare.- così il mago si alzò prese una coperta e si mise comodo su una sedia e dopo poco si addormentò.
Quando i primi raggi del sole illuminarono la casa la donna si svegliò in preda agli incubi. Un piccolo urlo le si bloccò in gola quando si accorse che il giovane mago dormiva ancora beatamente. Morgana pensò che quello fosse il momento giusto per andarsene via e lasciare quello sciocco da solo, così si alzò dal letto dolorante e quando fece per allontanarsi notò che una piccola catenella argentata le cingeva il polso destro legandola alla gamba del letto.  Ma appena tentò di romperla, la catenella fece il rumore di tante piccole campanelle, così facendo Merlino si svegliò trovando Morgana ancora intenta ad armeggiare per rompere il piccolo filo metallico.
-Non potete romperla. È impossibile riuscire a romperla.- spiegò il mago spaventando la strega.
-Che cosa devo fare per farmi liberare?- domandò scocciata Morgana.
- È semplice, devi aiutarmi a trovare la Coppa della vita e distruggerla.- Morgana sgranò gli occhi al solo pensiero di ciò che le era appena stato richiesto di fare.
-Mh… e da quando chiedi aiuto agli stregoni? Pensavo che Camelot e i suoi sudditi fossero contrari alla magia.- lo sfidò Morgana sfoderando un sorrisetto malizioso.
-Io e gli stregoni abbiamo molte cose in comune, più di quanto tu possa immaginare, Morgana. E a Camelot la magia è praticabile, Artù è un Re diverso da suo padre.-
-E io cosa ci guadagno dalla distruzione della Coppa?-
-Un favore da parte mia. Nulla di più- il silenzio calò per un paio di minuti finché la strega non rispose.
-Va bene, ma ti dovrai fidare di me. Altrimenti non ti aiuterò.- concluse la strega.
Così i due uscirono dalla vecchia casa e si diressero verso il ruscello per rinfrescarsi e per mettere qualcosa sotto i denti.

***

Appena riuscirono a bere, Morgana si cambiò le fasciature e ricordandosi di quanto aveva fatto Merlino poche ore prima, si avvicinò a lui, si sedette di fianco e stette a guardare il paesaggio che le si parava davanti.
-Merlino.- cercò di sembrare il più gentile possibile.
-Si?- rispose sorpreso dalla gentilezza dimostrata dalla donna.
-Volevo… ringraziarti per avermi salvata.- la risposta che Merlino ottenne lo sorprese ancora di più.
- Bhè diciamo che ti stavo cercando, quindi…- si interruppe per via dei lamenti che la sua pancia stava provocando a causa della fame.
-Meglio se vado a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.- così Merlino si alzò e si diresse verso il cuore del bosco.

***

Passò una buona mezzoretta e del mago neanche l’ombra. Morgana iniziò a preoccuparsi visto che non era ancora tornato e lei doveva ancora guarire dalle ferite, quindi non poteva difendersi da eventuali attacchi. Per fortuna non dovette aspettare ancora molto dato che Merlino si fece vivo con un bel po’ di bacche dai colori viola e rosso.
-Ci hai messo un bel po’. Cominciavo a pensare che fossi morto.- disse Morgana.
-Stai tranquilla, prima distruggo la Coppa e poi posso morire tranquillamente.- scherzò Merlino iniziando a mangiare una delle bacche raccolte.
-Sei sicuro che non sono velenose?. Chiese la donna girandosi tra le dita una di quelle palline dal gusto dolce.
-Più che sicuro. Quando ero piccolo andavo a raccoglierle per mia madre e poi lei le schiacciava e le spalmava su una fetta di pane.-
-Mmh… se lo dici tu.- poco convinta ne mangiò una.

***

Molte bacche dopo i due, sazi, si misero in cammino per trovare un villaggio dove poter comprare due cavalli.
-Il villaggio più vicino è a tre ore di cammino da qui. Arriveremo al tramonto.- affermò convinta la strega.
-Bene allora sbrighiamoci. Non vorrei mai rimettermi a correre inseguito da un gruppo di banditi.- ma non furono i banditi a sorprenderli, bensì due belve con il corpo da leone, una testa serpentina e le zampe d’aquila, che apparvero dopo un’ora di cammino, quando i due stregoni erano quasi a metà strada. Morgana e Merlino non si accorsero subito della loro presenza, ma dopo pochi minuti le due fiere gettarono degli urli agghiaccianti e iniziarono a correre verso di loro.
-Diamine!- imprecò il giovane.
-Merlino! Non posso correre!- disse Morgana cercando goffamente di stare dietro a Merlino. Non riuscendo a correre si girò verso le belve e alzando un braccio verso di loro si preparò per lanciare un incantesimo, ma poco prima di pronunciare la formula venne spinta a terra da Merlino. I due erano uno sopra l’altro, con neanche pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro.
Merlino cercò di rimproverarla -Volevi farti uccidere?-.
-No, ma se non ti sposti mi uccidi tu. Ti ricordo che sono ferita e schiacciarmi non credo che sarà molto d’aiuto.- lo sbeffeggiò la strega.
Così il mago si alzò, tese una mano che venne subito stretta da quella della donna. Per fortuna quelle bestie sembravano non aver visto dove erano caduti e il loro olfatto sembrava molto limitato. Ma bastò un attimo a dimostrare che avevano sbagliato; infatti dopo neanche due passi, tornarono correndo verso di loro, questa volta però molto più velocemente di prima. Per fortuna un pensiero balenò nella mente di Merlino.
“Forse quelle due belve possono essere controllate come i draghi!” così si girò e iniziò a recitare le solite parole. Ma prima di ubbidire, le belve sputarono due specie di frecce intrise di veleno. Una colpì il tronco di un albero, mentre una sfiorò il braccio sinistro del mago, provocandogli una ferita. Ma quando stavano per sferrare un altro attacco vennero fermate dalla voce del signore dei draghi che li richiamava all’ordine.

***

Non sapeva nemmeno il perché lo stesse facendo, ma Morgana stava aiutando Merlino ad arrivare al villaggio più vicino che trovarono. Quando arrivarono, andarono subito nella taverna per affittare una camera, dato che due separate non potevano permettersele. La donna portò Merlino nella stanza e lo adagiò sul letto, gli fece togliere la maglia e con una benda presa da una vecchia cassa abbandonata gli fasciò la ferita. Prima che il ragazzo si addormentasse riuscì a chiedere a Morgana un favore.
-Potresti dormire con me per questa sera?- così chiuse gli occhi e aspettò che la donna si sdraiasse di fianco a lui. Non dovette attendere più di pochi minuti, poi si addormentarono tutti e due sfiniti dalla fuga di quel pomeriggio.
Quando si  svegliarono si ritrovarono l’uno abbracciato all’altro, tutti e due avevano passato una notte tranquilla anche se un po’ dolorosa per via delle ferite che tutti e due avevano.
 Morgana aveva passato una notte senza incubi, per quanto la cosa la potesse sorprendere e Merlino dormì abbastanza serenamente anche se aveva ancora del veleno in corpo. Per fortuna la strega ne aveva fatto fuoriuscire gran parte prima di andare a dormire, così che la ferita non si infettasse facendo morire il mago in poche ore.
Quando tutti e due si svegliarono decisero si andare a comprare i cavalli che gli sarebbero poi serviti per andare a distruggere la Coppa della vita.
-Non mi hai ancora detto perché vuoi distruggere la Coppa.- disse Morgana aspettando che Merlino finisse di cambiarsi la fasciatura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti, prima di iniziare con il lancio dei pomodori o di qualsiasi vegetale abbiate scelto vi dico in mia difesa che questa è la prima storia su Merlin che io abbia mai scritto. E si, è una Mergana. comunque fatemi sapere che ne pensate lasciandomi una recensione :3
Al prossimo capitolo.
Ciau ciau :) :) 

 

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