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Autore: Saradream    31/05/2007    1 recensioni
Piove, sul trendo che porta a Parigi Maddalena si lascia andare al ricordo di un amore diverso,maturo e profondo, che però necessitava di una scelta... con un po'di malinconia e un po' di speranza bisogna guardare al futuro, aspettando l'eterno ritorno...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ETERNO RITORNO

 

Una goccia scivolava piano, piano, lentamente, sul vetro del finestrino del treno.

Maddalena la fissava intensamente, desiderando di perdersi in quella scia trasparente di acqua, mentre il dondolio traballante del treno la cullava piano.

 

Il paesaggio era stranamente sublime, sembrava quasi uno di quei quadri romantici in cui sullo sfondo di nubi enormi e presagi di tempeste l’uomo si perde nella contemplazione della natura.

Il cielo  basse e grigio era attraversato qua e là  da timidi raggi di sole e da un piccolo arcobaleno, mentre i campi immensi gialli, verdi e  rossicci si susseguivano vorticosamente.

 

Con la testa appoggiata al finestrino spostò lo sguardo dal cammino della goccia di pioggia per guardare fuori, e per la prima volta in quel giorno si sentì un po’ meglio.

 

Le piaceva immensamente perdersi nel sublime del mondo, guardare le nuvole prendere una forma familiare e poi abbandonarla poco alla volta, cercare di memorizzare gli alberi scossi dal vento, che chissà quanti treni avevano visto passare, guardare le casette dei paesini sconosciuti, chiedendosi come fosse la vita di chi le abitava, sentire il rumore della pioggia.

 

Si sentiva come se alla fine nient’altro avesse più importanza, come se non fosse fatta che per osservare, guardare lo spettacolo del mondo, capire l’essenza vera delle cose.

Non le importava più della gente seduta accanto a lei, della distanza da casa, dei suoi problemi  e dei suoi pensieri,  era un lungo e profondo viaggio con sé stessa.

 

Non era né triste né felice, non voleva pensare più di tanto, per il momento si accontentava di lasciarsi sballottare sommessamente, mentre il attraversava un posto nuovo e sconosciuto, che non le apparteneva affatto, che si sarebbe impresso nella sua mente e poi sarebbe stato piano piano sommerso da altri luoghi e immagini, fino a svanire totalmente, un po’ come succede alle gocce di pioggia sul finestrino.

 

Sapeva benissimo che quel viaggio non era altro che una fuga, una specie di non pensatoio, una lunga sala d’attesa per evitare di spostare il pensiero su ricordi tristi, una scusa per immergere la mente in immagini estranianti: gli alberi, la pioggia,  il paesaggio, le aspettative per un posto nuovo e pieno di cose da fare.

 

Però era una fuga necessaria, era la scelta migliore, l’unica possibile del resto.

 

Sospirando estrasse il cellulare leggermente demodé e aprendolo fissò il display tristemente privo di messaggi o chiamate.

Meglio così, pensò, forse un po’ per autoconvincersi , ma si affrettò a rimettere il telefono nella borsa a tracolla, quasi pentendosi di averlo mai controllato.

 

Sorrise tra sè quando si rese conto che anche le gocce di pioggia le ricordavano lui, e senza un motivo particolare, tra loro non c’era mai stato niente di tanto banale e pseudoromantico come un bacio sotto la pioggia, magari subito dopo essersi riappacificati, si forse lo avrebbe anche desiderato, ma questo è un altro discorso.

 

Probabilmente la pioggia le ricordava lui solo perché il suo tentativo di non pensarlo non durava più del tempo che impiegava la goccia a scorrere lentamente lungo tutto il finestrino e a mescolarsi con altre le gocce.

Sul treno erano tante le coppie chiaramente felici, che leggevano la stessa rivista, si tenevano la mano, si sorridevano.

 

Se Maddalena le osservava la consapevolezza della sua solitudine la sommergeva di colpo, rinfacciandole tutto quello che non aveva potuto avere e magari avrebbe meritato.

Ma non poteva farsene una colpa, e non poteva nemmeno incolpare lui.

 

La colpa era un po’ del caso  e un po’ del destino: il caso li aveva fatti incontrare quando il destino li aveva già posti su  strade diverse, che non avrebbero mai potuto incontrarsi, ma era un peccato perché sarebbero stati felici, molto felici.

 

Maddalena ripensò inevitabilmente ai momenti belli, perché ne avevano passati tanti insieme, niente di eccezionale o terribilmente cliché, momenti semplici e quotidiani che le mancavano come mai avrebbe potuto pensare.

 

Le chiacchierate, i baci, le risate e le passeggiate, i gelati, le gite improvvisate, le confidenze profonde, i suoi occhi che le si erano conficcati a fondo nel petto.

 

Con lui si era sentita a casa per la prima volta, si era sentita bella e amata.

Per troppo tempo aveva pensato di essere diversa e  si sentiva spaesata:  troppo vecchia per la sua età ma troppo piccola agli occhi di chiunque altro.

Con lui era stato diverso, aveva potuto essere semplicemente sé stessa, senza dover dimostrare niente a nessuno, nemmeno a sé stessa.

 

Lui era tutto quello che aveva cercato e si, era davvero una storia impossibile, ora lo capiva.

 

Lui è troppo grande, lui è sposato, lui ti considera una bambina… era questo che tutti , genitori, amici e parenti avevano pensato fin dall’inizio, guardandola con una sottesa disapprovazione e compassione, un sicuro preludio di quello che sarebbe successo.

Ma Maddalena sapeva quanto si sbagliavano, si sbagliavano così tanto che non aveva nemmeno voglia di contraddirli.

 

Certo, le loro motivazioni erano fondate, ma lei semplicemente sentiva che si sbagliavano.

 

Lui era più grande, era sposato, ma l’amava e la vedeva per quello che era.

Per la prima volta aveva trovato l’amore come lo diceva lei: quel riconoscimento istintivo e profondo di due anime che non lascia spazio a banali giochi di conquista, di supremazia, di gelosia e seduzione, che troppe volte vogliono spacciarsi per amore.

 

In quei pomeriggi in cui camminando incontro al sole si tenevano la mano e parlavano di tutto e di niente lei aveva riconosciuto la sua anima gemella, e allo stesso tempo sapeva che era uno strano scherzo del destino quell’incontro.

 

Anche se si erano riconosciuti, non avrebbero potuto evitare di separarsi.

Facevano parte di due mondi distinti, nemmeno contrapposti, ma lontani, e la vita li aveva avvicinati nel momento in cui era necessario che le loro strade si allontanassero.

 

Come quando alla stazione si intravede tra la folla un vecchio amico e lo si vuole salutare, ma il fischio del treno richiama inesorabilmente alla realtà, e bisogna salire di corsa in carrozza, accontentandosi di un saluto fugace, o uno sfioramento di mani, nella speranza di rincontrarsi in un occasione migliore.

Più o meno era quello che era successo a loro.

Nessuno dei due ormai poteva rinunciare a salire sul treno, non sarebbe stato giusto, non li avrebbe resi felici, anche se avrebbe dato loro l’impressione contraria.

 

 Se davvero fosse permesso di prendere e partire per non esistere più per nessuno, di andarsene lontano, fondersi con la natura  e dimenticarsi di ogni legame e ogni razionalità, allora sarebbero stati davvero molto felici, ma non era così e non lo sarebbe mai stato.

 

Il paesaggio cambiava forma e colori man mano che il viaggio proseguiva, il cielo rimase però di quel grigio luminoso che in fondo piaceva a Maddalena, sembrava donare un certo tono epico o romanzesco alla vicenda.

 

“Una fuga in treno dall’amore, mentre fuori imperversa la tempesta,  e il mio cuore si strugge e si sublima nella natura, nemmeno Goethe avrebbe saputo trovare un eroina migliore. ” pensò sinceramente divertita dal pensiero.

 

In realtà non c’era tragedia o strazio in quella separazione, c’era solo un persistente e fastidioso languore alla bocca dello stomaco, una diffusa malinconia che al più stupido segnale rischiava di farle inumidire gli occhi, perché le mancava davvero.

 

Andarsene senza salutarlo, una mattina come le altre, non era stato facile, ma era necessario, lo aveva capito anche lui, e la prova era il triste silenzio del suo cellulare.

Alla fine del lungo viaggio la  attendeva Parigi, il suo sogno, la sua strada, lo sapeva, e una parte di lei  era stranamente contenta della scelta compiuta, come forse una parte di lui sarebbe stata stranamente contento di svegliarsi accanto a sua moglie per vivere la vita quotidiana.

 

Maddalena, anche senza volerlo ammettere, era una ragazza irrimediabilmente romantica, e cresciuta leggendo Cime tempestose, Jane Eyre e Piccole donne, aveva sperato fino all’ultimo secondo in una scontatissima rincorsa alla stazione, ad un giuramento eterno, ad una supplica di restare, ad un gesto pazzo e sconsiderato.

 

Le sue fantasie erano tragicamente fuori moda, se ne rendeva conto, ma per quanto imbarazzata, non aveva potuto evitare di sperarci almeno un po’.

Sospirò scuotendo la testa, era veramente un caso disperato.

 

Del resto, quando ormai era chiaro che lui non si sarebbe unito alla folla di parenti e amici accorsi a

salutarla, aveva solo avuto la conferma che era la sola cosa da fare.

E con un sorriso triste era salita sul treno.

 

Non pioveva più da un po’ quando Maddalena si accorse di essere in dirittura d’arrivo, la campagna aveva lasciato posto a squallidi accenni di periferia urbana, e raccogliendo le sue cose, si fece coraggio.

Una nuova avventura, una nuova vita, fatta per lei la attendeva scendendo dal treno.

Una vita di libri, studi, conoscenze, esperienze, emozioni e sicuramente altri amori.

Non poteva rimpiangere il passato.

In qualche modo credeva nell’eterno ritorno dell’immobile, ogni esperienza avrebbe rivelato il suo scopo un giorno, e i suoi ricordi le sarebbero serviti da indelebile archivio di felicità.

Un giorno se lo avesse rivisto, gli avrebbe detto quanto lo aveva amato.

 

Maddalena non seppe mai che lui era arrivato in stazione pochi minuti prima della partenza del treno, triste e affannato.

Non seppe che lui avrebbe voluto  raggiungerla e prometterle qualcosa che non sapeva bene nemmeno lui, per non perderla, per tenerla con sé.

Non lo seppe perché non lo fece mai, rimase dietro una colonna, osservandola mentre si preparava a partire, guardando il suo sorriso e la sua vaga eccitazione: la borsa in mano, tanta speranza negli occhi, tanto futuro davanti a lei, amici che non erano i suoi.

 

Guardando l’orologio capì che non poteva fare altro che lasciarla andare, e scoprì dentro di sé una strana voglia di tornare a casa, da sua moglie, che amava di un altro tipo di amore, voglia di immergersi di nuovo nel suo mondo, per la sua strada.

 

Un giorno, se l’avesse rivista, le avrebbe detto quanto l’aveva amata.

  
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