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Autore: _Daylight_    13/11/2012    2 recensioni
Un fratello più giovane stanco e confuso, un fratello più vecchio drogato e con una commozione cerebrale e un angelo con un regalo.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Titolo: Gifts from Heaven
Traduttore: bacinaru
Autore: Daylight
Link originale: Qui
Personaggi: Sam, Dean, Castiel.
Rating: Verde
Avvertimenti: Oneshot
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Riassunto: Un fratello più giovane stanco e confuso, un fratello più vecchio drogato e con una commozione cerebrale e un angelo con un regalo.
Note: La traduzione appartiene al

Translations Supernatural





Gifts from Heaven







Un sorriso stanco apparve sul volto di Sam come finalmente vide gli occhi del fratello aperti. Vitrei e vaghi, lampeggiarono lentamente, poi sembrò che vagassero a caso intorno alla stanza prima di stabilirsi definitivamente sul volto di Sam.
“Ehi” disse Dean, la sua voce debole e anche più rauca del solito.
“Hey” rispose Sam, il suo sorriso sempre più ampio.
Gli occhi di Dean iniziarono a girare per la stanza ancora una volta. “Ospedale?”
“Già. Ospedale, di nuovo.” Sam trovò i comandi per il letto e lentamente sollevò Dean, prima di consegnargli un bicchiere di carta contenente dell’acqua e una cannuccia piegata.
“Co…?” Dean domandò piuttosto incoerentemente prima di prendere un piccolo sorso d’acqua. Il bicchiere traballante in mano.
Sam prese il bicchiere e lo mise sul comodino prima che Dean versasse accidentalmente dell’acqua su tutto. “Troll, ricordi? Stava terrorizzando quella piccola città appena fuori Flagstaff. Abbiamo trovato la sua tana, ma è caduto su di te, letteralmente, buttandoti giusto sulla parete di una scogliera.”
Dean diede un piccolo cenno col capo e poi fece una smorfia, sollevando una mano per il livido viola maculato che gli caratterizzava la fronte. “Stupide rocce sgranocchianti, dovrebbero attenersi a mangiare le capre,” mormorò. “Avremmo dovuto schiacciargli il viso con della senape piccante.”
Sam aggrottò la fronte. Questo suonava un po’ strano anche per Dean. “Dean, stai…”
“Lo hai preso?” Dean interruppe guardando suo fratello, i suoi occhi brillavano un po’ troppo vivaci.
“Sì, l’ho preso, poco prima di trascinare il tuo culo in ospedale con una commozione celebrale. Stai bene?”
Dean fissò il suo corpo. Diede un colpetto al IV infilato nel dorso della mano. Esaminò un grosso livido sul braccio destro. Agitò le dita dei piedi. Sbirciò sotto la coperta che lo stava coprendo e toccò la fasciatura sul suo stomaco.
“Non lo so. Sto bene?” chiese con un tono un po’ stordito.
“Stai bene,” disse Sam lentamente e con attenzione. “Hai un trauma cranico minore e c’era un’emorragia interna, ma i chirurgi si sono presi cura di questo.”
“Oh, hanno lasciato una cicatrice fresca?” Dean sollevò la coperta di nuovo e cominciò a togliere le bende dal suo stomaco.
“Smettila.” Sam spinse lontano le mani di suo fratello e tirò su di lui la coperta.
“Per fortuna, o forse non tanto per fortuna, Dean fu distratto da qualcos’altro. Guardando suo fratello, improvvisamente scoppiò a ridere. “Capelli da cucciolo con le orecchie penzolanti,” riuscì a dire tra le risatine.
Sam sospirò e si ripromise di chiedere all’infermiera che tipo di antidolorifici stavano dando a Dean. Sperando, questo era solo una combinazione di troppi farmaci e gli effetti di una commozione celebrale.
“Sam Sam Sam Sammy. Ho un grande piccolo fratello,” Dean borbottò. “Il grande uomo dei marshmallow. Sei l’uomo dei marshmallow!” Indicò Sam e poi scoppiò a ridere di nuovo.
“Certo, sono l’uomo lecca-lecca.” Sam non era sicuro se avrebbe dovuto essere infastidito, preoccupato o divertito. Non aveva mai visto Dean così fuori di testa nemmeno quando era ubriaco come una merda.
Ci fu uno svolazzare di piume e all’improvviso una figura familiare era in piedi accanto al letto d’ospedale di Dean.
“Grande uccello!” Dean gridò.
Dean aveva distolto l’angelo da qualsiasi cosa stesse per dire e Castiel rimase lì con la bocca semiaperta.
“Non preoccuparti, Cass.” Sam lo rassicurò. “Dean è a posto. E’ solo un po’ drogato…”
La bocca di Castiel si chiuse lentamente in una smorfia, ma annuì. “Mi dispiace di non essere riuscito a venire prima, ma ero fuori dalla mia zona di copertura. Ho appena ricevuto il tuo messaggio.”
“A parlare di nuovo con i pinguini in Antartide, eh?”
“Le orche del Pacifico,” rispose Castiel con perfetta serietà.
Sam alzò le sopracciglia, ma decise che era meglio non chiedere. Aveva già abbastanza stranezze nella sua vita.
“Ho portato un regalo,” continuò Castiel e Sam notò per la prima volta l’oggetto tenuto nelle mani dell’angelo. “Ho capito che è una cosa tradizionale da fare in queste circostanze.”
Sam poteva solo guardare.
“La donna al negozio di souvenir mi ha assicurato che questo sarebbe stato opportuno,” spiegò Castiel porgendo il dono.
Era un orsacchiotto di peluche.
Un orsacchiotto nero con un fiocco verde al collo.
Sam guardò Dean, aspettandosi sicuro di vedere l’espressione di disgusto sul volto del fratello. Invece, trovò Dean prendere il dono offerto con uno sguardo pieno di stupore.
“Non è adorabile?” Disse Dean come prese l’orsacchiotto da Castiel e gli diede un abbraccio. “Penso che lo chiamerò Ulrich, orso Ulrich. Grazie, Cass.”
“Prego, Dean”
Messo il volto tra le mani, Sam emise un suono che era per metà una risata, per metà un gemito. Si chiese se avrebbe dovuto cercare di salvare la brutta reputazione di Dean o seguire i suoi istinti da fratello minore e sfruttare questo per tutto quello che valeva. Fu molto difficile ignorare i suoi istinti da fratello minore, soprattutto mentre Dean era lì a coccolare di nuovo il suo orsacchiotto.
Alzando gli occhi dal suo dono, Dean fissò Sam accusatorio. “Come mai non mi hai preso qualcosa?”
“Uhm… non ho avuto tempo,” rispose Sam. “Forse più tardi.”
La faccia di Dean si rattristò. “Tu non mi vuoi più bene.”
“Cosa? No.” All’improvviso, non era più così divertente. “Certo che ti voglio bene,” Sam insisté, anche se sembrava strano sentire quelle parole dette ad alta voce.
“No, non è vero.” Le lacrime cominciarono a trapelare lentamente sul viso pallido di Dean.
“Dean...”
“Cass mi vuole bene. Lui mi ha preso Ulrich.”
Sam guardò Castiel e trovò l’angelo che lo fissava accusatorio come se Sam stesse volutamente facendo piangere il fratello.
“E’ solo il mio migliore amico,” Dean continuò tra i singhiozzi. “E lui si comporta come un cazzo la metà del tempo. Tu sei mio fratello!”
“Io ti voglio bene, Dean. Davvero,” disse Sam disperato per fermare il pianto. “E ti ho preso qualcosa.” Fece un sondaggio della stanza e cercò nelle sue tasche, che si sono dimostrate fastidiosamente vuote. Infine, con un sospiro, si tolse la camicia e la porse a Dean. “Qui.”
Dean lo guardò, gli occhi spalancati dallo stupore, le lacrime miracolosamente sparite. “Mi stai dando la tua camicia?”
Esitante, Sam annuì.
Dean strinse la camicia a sé, coccolandola allo stesso modo che aveva fatto con l’orsacchiotto. “Odora come Sam,” sussurrò. Si rivolse a Castiel. “Voglio bene a mio fratello. Lo sapevi questo? Lui è fantastico.”
“Sì, lo so,” rispose Castiel.
Dean si rannicchiò giù nel letto tenendo sia l’orsacchiotto sia la camicia vicini a lui. “Il miglior fratello di tutto il mondo,” mormorò, con la voce sempre più pesante dal sonno e gli occhi che cominciavano a chiudersi. “Voglio bene al mio Sammy.”
La vista di Dean lì nel letto d’ospedale a coccolare i suoi regali fece venire a Sam voglia di ridere, ma per qualche ragione, sentì le lacrime bruciargli gli occhi, invece.
“Starà bene,” disse Castiel.
Sam non era sicuro se fosse un’affermazione o una domanda, ma lui rispose comunque. “Sì, andrà tutto bene. Dovrebbe tornare alla sua solita testardaggine per il momento che si risveglia.”
Sentendo il frullo d’ali, Sam si voltò e trovò che lui e Dean erano di nuovo soli. L’angelo non c’era più. Sam tirò su col naso e si asciugò l’acqua ribelle dagli occhi prima di sedersi di nuovo sulla sedia vicino al letto di Dean.
Dean era profondamente addormentato e già russava leggermente, il viso ancora colorato dai lividi, ma per una volta, sembrava davvero in pace. Con un sorriso sul volto, Sam si appoggiò allo schienale e si mise a vigilare sul fratello addormentato ancora una volta.

  
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