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Autore: LadyTargaryen    13/11/2012    4 recensioni
Loki e Thor. Fratelli, fratellastri. Diversi come il giorno e la notte. Divisi dal potere, dall'odio, dalla gelosia. Eppure, c'è stato un tempo in cui giocavano assieme, studiavano assieme, ridevano assieme. Sull'orlo del precipizio, appeso al Ponte dell'Arcobaleno, Loki ricorda tutto questo. Ma non sempre ricordare basta.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Com’eravamo
 

 
 
 
 
 
 
 
- Avanti Thor! Ti spicci sì o no? –   
 
La voce del maggiore, un ragazzo robusto di circa dieci anni - in precario equilibrio su una torre di sedie e sgabelli e con mezzo busto incastrato all’interno di una credenza-, giunse attutita: - Fosse facile qua dentro… - Si udì un confuso e disordinato rovistare, poi il biondo tornò a fare capolino con la testa, per rivolgere uno sguardo al fratellino, ai piedi della sua improvvisata “macchina d’assedio”. – Come va là fuori piuttosto? - . – Ancora nessuno in vista – rispose Loki, più piccolo di qualche anno, sbuffando. – Per ora! - aggiunse poi, come a voler dire: “Insomma, muoviti!”
 
Erano già dieci minuti buoni che si erano introdotti nelle cucine del Palazzo, e in ogni momento potevano essere sorpresi da uno dei servi…O da loro padre.
 
Prospettiva decisamente poco allettante; infatti Loki si stufò di fare “il palo”: abbandonò la propria postazione di guardia al corridoio e andò ad aiutare il maggiore per dimezzare i tempi, non senza lamentarsi per la sua lentezza.
 
- Ma stai cercando dei biscotti o costruendo un nuovo Ponte dell’Arcobaleno? Hai intenzione di metterci tutta la vita? -  
- E’che c’è tantissima roba qua dentro. – si giustificò Thor scrollando le spalle con un mezzo sorriso colpevole. – E’ difficile scegliere! -. Loki mormorò qualcosa tra i denti, con tutta l’intenzione di rinchiuderlo giù nella ghiacciaia, assieme ai cinghiali appesi nell'attesa di trasformarsi in arrosti o salsicce se non si fosse dato una mossa.
 
Quando ebbero ammucchiato abbastanza dolciumi sul tavolo, Thor spiccò un salto giù dalla sua costruzione e atterrò in piedi sul pavimento…Mentre le due sedie e lo sgabello a tre gambe ammassate per aiutarsi nella scalata rovinarono per terra.
 
- Che disastro… - commentò il maggiore, contemplando lo spettacolo leggermente preoccupato per le possibili conseguenze. – Te l’avevo detto che dovevo prenderli io i biscotti e non tu! – lo rimbeccò il ragazzino moro, le tasche già mezze piene di biscotti. – Ma se sei più piccolo di me! -. – Sì ma sono anche più magro! Tu invece, caro fratello, sei un grande e grosso… -
 
Non poté finire la frase perché d’improvviso udirono entrambi delle voci provenire dall’esterno. I due fratelli si fissarono negli occhi e dissero all’unisono: - Via! –
 
Una volta fuori, corsero a perdifiato per il corridoio adiacente alle cucine, quello che portava al Salone. Da qui avrebbero imboccato uno dei passaggi segreti che avevano scoperto curiosando qua e là qualche anno prima, e in un batter d’occhio si sarebbero ritrovati all’esterno. Un piano perfetto…Peccato per…
 
- Thor! Loki! Dove vi siete cacciati? -
 
- Nostro padre! – mugolò Loki, frenando all’improvviso la corsa dietro ad una delle gigantesche colonne che sostenevano la volta del Salone. Thor, poco più avanti di lui, tornò frettolosamente indietro e insieme vi si strinsero dietro, cercando disperatamente di farsi piccoli piccoli. Ma ci sarebbe voluto un miracolo.
 
Effettivamente, sgusciare via di nascosto dalle loro camere (dove il Padre di Tutti li aveva “rinchiusi” a studiare la lezione del giorno successivo) non era stata una trovata esattamente geniale…Ma quando la pancia chiamava, neppure un dio Asgardiano poteva nulla. E poi, come si poteva resistere alla tentazione di sgranocchiare biscotti in pace distesi sull’erba con una così bella giornata? Specie se l’alternativa era lo studio.
 
- Ed ora che si fa? - 
- Lo chiedi a me? Sei tu quello delle strategie! - lo rimbeccò il biondo. – E tu sei quello forte dei due! Non potresti, che ne so… -.
 
Non finì neppure di formulare il pensiero che un’idea improvvisa gli balzò in testa. In quattro parole la spiegò al fratello, poi gli domandò: - Allora hai capito? Ora io e te ci mettiamo a correre… -. – Fino alla porta, lo so. Ma come farà Padre a non vederci ? - . Ad Odino mancava un occhio, certo, ma se si trattava delle bravate dei figli aveva una vista degna di Heimdall. E di punizioni per aver rubacchiato in cucina o saltato le lezioni ne avevano già scontate fin troppe. Lo sapevano bene che non avrebbero dovuto farlo, ma il gusto del proibito esercitava su di loro un fascino troppo grande per farli rinunciare.
 
Che potevano farci loro due, se i biscotti rubati erano più buoni ? O se quei vecchi volumi polverosi erano tanto noiosi?
 
Loki sospirò: a volte il fratello lo faceva proprio impazzire. – Tu fidati di me e ne usciremo senza problemi. Sei con me ? -. Thor sorrise. – Sempre. - . – E allora…Andiamo!! –
 
Schizzarono fuori dal loro nascondiglio, lanciandosi di corsa verso il portone del Palazzo. I due si avvicinarono ad Odino, ancora davanti all’entrata.
 
Erano a tre metri, ora due, uno…
 
E d’un tratto si ritrovarono fuori dal Palazzo, a correre sull’erba d’un rugiadoso verde chiaro di Asgard.
 
Thor si voltò verso il fratellino, incredulo. – Ma com’è possibile ? Eravamo ad un niente da Padre e… - Il minore gli fece cenno di seguirlo e lo condusse al loro rifugio preferito, un giovane castagno solitario su cui si arrampicavano spesso. Thor, più veloce, saltò subito fino ai rami più bassi su cui sempre si mettevano seduti con le gambe penzoloni. Una volta su, allungò la mano per aiutare Loki a salire. Dopo che si furono divisi il “bottino”, Thor disse:
 
- Ora mi spieghi come hai fatto. –
- D’accordo, d’accordo. Beh, che dire…Ho fatto un incantesimo. -  
 
Thor strabuzzò gli occhi, stentando a crederci. – Un incantesimo? - . – Esatto, fratello. – sorrise fiero il minore, tra un morso di biscotto e l’altro. – Un piccolo, semplicissimo incantesimo di mimetismo. Più potente è il mago, più a lungo dura l’incantesimo. -. – Questo vuol dire che…- . – Che eravamo praticamente invisibili, esatto. – concluse Loki, orgoglioso.   
 
Era già da qualche anno che si esercitava con la magia, e poco a poco, con grande soddisfazione del ragazzino, i suoi poteri stavano crescendo. Anche Odino ne era felice, e questo rallegrava Loki più di qualunque altra cosa.     
 
- Caspita…Sei stato fantastico fratello! – si congratulò Thor, allungandosi per dare all’altro una pacca sulla spalla che per poco non gli incrinò qualche osso. - M’insegneresti ? -.
 
Loki sogghignò.
 
- Neanche per sogno. -
- Cosa ? E perché? –
- Perché il quel caso conosceresti i miei trucchi e sapresti come battermi. -
 
Il ragazzo biondo incrociò le braccia facendo il broncio, ma sapevano entrambi che non faceva sul serio: Thor era incapace di prendersela davvero con il fratello.
 
- D’accordo, tieniti pure i tuoi trucchi. Tanto sei capace di vincere solo con quelli! – borbottò infine, con l’intenzione di fingersi offesissimo. – Disse lo scimmione tutto muscoli e niente cervello… - lo prese in giro Loki, felice come non mai di poter punzecchiare il fratello più grande su qualcosa che lui sapeva fare e Thor no.
 
- C’è chi usa la forza e chi usa i trucchetti da femminuccia, fratello! –
- E tu cosa usi, che non sei capace con nessuna delle due? -    
- E’ così eh? E allora…All’attacco!!- e ululando un grido vagamente guerresco Thor saltò addosso al minore, facendolo cadere giù dal ramo dell’albero. 
 
- No! No! Il solletico non vale! – tentò di dire Loki, ma l’altro fu implacabile. Si rotolarono sull’erba, ridendo come pazzi, finché Thor non lo lasciò finalmente andare.  I due ragazzini si lasciarono cadere a terra, continuando a ridere. Poi si guardarono con un mezzo sorriso e il moro propose: - Sfida ? -. Sfida. - . – Chi arriva ultimo alle stalle fa anche i compiti dell’altro. -. – Ci sto. Uno…Due…Tre!! -. – Ehi! Fermo! Torna subito qui! Non ho ancora dato il via! -.
       
Thor corse via in preda alle risate. Fece una decina di metri…Poi crollò a terra.
 
- Aaaah Loki!! Non vale appesantire gli stivali con la magia! - 
- Ne discutiamo dopo fratello! Ci si vede! - 
 
E schizzò via. Il piccolo Dio del Tuono si tolse gli stivali e in poche falcate lo raggiunse.
 
- Arrenditi, fratello! –
- Mai! –
 
Corsero, corsero e corsero, fianco a fianco. Erano a pochi metri dall’entrata delle scuderie, mancava solo un passo…
 
…Quando due mani forti li afferrarono entrambi per il colletto, allo stesso modo in cui si prendono dei cuccioli disobbedienti per la collottola.
 
- Ah mascalzoni! E’ così che studiate? – tuonò Odino, scuotendo i figli come se fossero sacchi pieni di patate. – Avanti, di chi è stata l’idea di “evadere” questa volta? -
 
I due si scambiarono uno sguardo. Loki scrollò il capo: sapeva già come sarebbe andata a finire. Dato che nessuno dei due avrebbe parlato, si sarebbero entrambi beccati il doppio dei compiti dal precettore. Solo che quelli di Thor sarebbero stati molto più facili dei suoi: era il preferito di tutti, lui…
 
- Sono stato io, padre. –               
 
Loki si voltò verso il maggiore, rimanendo senza parole.
 
- E’ stata colpa mia. – continuò Thor. – Ho convinto io Loki ad assecondarmi. Lui non l’avrebbe mai fatto. Credimi. –
 
Odino soppesò le parole del primogenito per un po’, poi li lasciò andare entrambi e decretò: - D’accordo, ti credo. Niente compiti extra per questa volta. Ma guai a voi se vi ritrovo a saltare le lezioni, sono stato chiaro? - . – Chiarissimo, padre. -. Risposero i figli, in un ubbidiente (e meditato) coretto. 
 
- E sia. Ora, via su, andate a giocare. – E il Padre di Tutti sorrise. In fondo, pensò Loki, anche lui era stato bambino…Tanto tempo prima!
 
Thor e Loki non se lo fecero ripetere due volte e imboccarono rapidamente la strada per il Palazzo.
 
Erano ancora sulla scalinata quando il moro afferrò il ragazzo più grande per una spalla e lo fermò. – Thor, perché lo hai fatto ? -. – Perché ho mentito ? -. – Sì. Non era vero che l’idea era stata tua. Perché non hai detto la verità? –
 
Thor sorrise, e posò una delle sue già grandi mani sulla spalla minuta del fratellino.
 
- Perché per un fratello, Loki, questo e altro. –
 

 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
“Perché questo ricordo? Perché ora??”
 
Erano passati anni da quello spensierato pomeriggio.
 
Era trascorsa una vita, da com’erano in quei tempi.  
 
Eppure in quel momento ogni dettaglio nella sua mente era più vivido che mai.
 
Il furto dei biscotti, l’incantesimo per ingannare loro padre, la corsa…
 
E le parole di Thor.
 
“Per un fratello, Loki, questo e altro.” 
 
Thor.
 
Suo fratello.
 
Quel fratello che amava e detestava in ugual misura, che aveva fatto esiliare da Asgard, che aveva provato ad eliminare.
 
Quel fratello che, quando Bifrost era esploso, l’aveva afferrato poco prima che precipitasse giù nel mare del nulla. 
 
Quello stesso che era venuto a fermarlo, che l’aveva combattuto ma senza mai mirare ad ucciderlo, un tempo era stato suo compagno di giochi e di marachelle.
 
Loki alzò lo sguardo, e i suoi occhi verdi incontrarono quelli azzurri del Dio del Tuono, all’altro capo della lancia di loro padre, sospesi entrambi sul baratro: vi lesse paura, una sterminata paura di perderlo.
 
Guardò più su, e vide Odino, che li reggeva entrambi.
 
Il primo anello di quella catena di bugie, il primo che gli aveva mentito…Eppure era lì, era venuto a salvarlo, a salvarli tutti e due.
 
Nonostante tutto lo considerava suo figlio.
 
Eppure…
 
- Ci sarei riuscito padre!! – gridò Loki, per sovrastare il boato del mare sotto di lui, che si gonfiava sempre di più. – Ci sarei riuscito! Per te…Per tutti noi!! - 
 
Non lo gridava solo a suo padre, ma anche a Thor, ad Asgard, a tutti i Nove Mondi.
 
Ce l’avrebbe fatta, sì, ce l’avrebbe fatta.
 
L’aveva desiderato per una vita, il momento in cui suo padre gli avrebbe messo le mani sulle spalle, gli avrebbe sorriso e gli avrebbe detto: “Sono fiero di te, Loki. Sono fiero di te, figlio mio.”
 
L’aveva sognato da ragazzino, quando correva con Thor, sempre un passo più indietro.  
 
L’aveva sognato da adulto, muovendosi tra le ombre del Palazzo degli Aesir.
 
Per una vita, non aveva avuto altro obiettivo se non quello di poter rendere orgoglioso suo padre, di potergli dimostrare di meritare il suo affetto, di non essere da meno di Thor.
 
Per tutta una vita aveva semplicemente cercato la sua approvazione.
 
- No, Loki. –
 
Il Padre degli Dei lo guardò tristemente, senza l’ombra di un sorriso, senza un cenno di comprensione.
 
Allora, non aveva capito nulla.
 
Nulla.
 
Ed era stato tutto inutile.
 
La sua mano sudata scivolò giù, lungo l’asta dorata di Gungnir, verso l’abisso.
 
- Loki no!! - provò ad urlare Thor, ma era troppo tardi.
 
Con un ultimo sguardo di rimpianto, il Dio delle Malefatte si lasciò cadere.
 
 
 
 
 
 
 

 
FINE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autrice: Ciao gente, felice di vedervi! Forse qualcuno di voi mi conosce come rakymatsuri 94, state tranquilli, son sempre io XD ! Che posso dire? Io adoro Loki da quand’ero piccola, quando un po’ giocando ad Age Of Mitology un po’ leggendo “Thor” mi incuriosii e chiesi a mio padre di raccontarmi qualche leggenda nordica, e devo dire che sono rimasta veramente colpita dal film: oltre ad essere un gran bel ragazzo (che non guasta mai *-*) Tom Hiddleston è anche un fantastico attore. Il “suo” Loki mi è piaciuto tantissimo, rende l’idea del fratello minore che sarà sempre il secondo, che non riesce ad amare il maggiore senza anche odiarlo un po’. In fondo, tra fratelli la gelosia e le ripicche sono naturali, chi ha fratelli o sorelle mi darà ragione: io ho un fratellino che adoro e detesto allo stesso tempo, ma senza di lui…Beh, non so come farei. E credo che per Thor e Loki sia la stessa cosa ^^.
Vi saluto gente! Spero vi piaccia!

 
E se lasciate un commentino ino ino ino mi farete felicissima ;)
 
#Raky94    
 
 
  
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