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Autore: Pando91    31/05/2007    6 recensioni
Daniel rimane esterrefatto. È arrivato il momento, il momento in cui rompeva l’amicizia con Emma, il momento in cui finalmente avrebbe smesso di mentire. Prende un respiro e poi, con un coraggio che neanche Harry avrebbe avuto, pronuncia quella parola.
“Si”
Le labbra di Emma si trasformano in un sorriso. E senza pensarci due volte esprime la sua profonda “opinione”.
“Anche io”
Il cuore di Dan si sgonfia improvvisamente, come un palloncino. Un sospiro di sollievo e una felicità che da tempo non lo prendeva in possesso.
“Sei mia, quindi”
Mia fan fiction..la prima su Daniel e Emma..spero che vi piaccia...e che la commentiate(anche negativamente) in tante!
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daniel Radcliffe, Emma Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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=Ricordo che è una one-shot=
Il pronome che lega due anime!








“Dan..Dan?”
Uno scossone lodistoglie dall’infinito dei suoi pensieri.
Guarda con sguardo irritato l’amico che mangia con goffaggine un pezzo troppo grosse di pane.
“Cosa vuoi Rupert?”
Gli risponde malamente, anche se non è sua intenzione. Già solo dire il nome dell’amico per intero significa che non è di buon umore.
“Ehi, cosa fai, mi rispondi male?”
La sua voce è scherzosa anche se non tralascia un po’ di irritazione.
“Si”
Ancora una volta la voce di Dan risulta infastidita. Il suo piatto è ancora pieno di varie cibarie.
Sposta lo sguardo a destra.
“Senti invece di rispondere male perché non mi dici cos’ hai?”
Daniel si alza, dà un ultimo sguardo verso destra e prima di andarsene risponde al rosso.
“Non sono affari tuoi”
Rupert cerca di controbattere, ma quando far per aprire bocca il moro è già scomparso dietro la porta della mensa.
Una smorfia di rabbia dipinge il volto del rosso.
Si volge nel punto in cui prima Daniel aveva gli occhi puntati.
Sorride alla vista di una ragazza che incuriosita aveva osservato tutta la scena.

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Daniel si butta con insofferenza sul letto del suo camerino. Infila la testa sotto il cuscino e se lo preme sopra. Respira il forte odore di sonno. Ascolta il suo respiro veloce che risuona nel silenzio della stanza, oppresso dal cuscino. Quando diventa corto e affannato si mette a pancia in su, osservando il soffitto. Delle piccole stelle adesive sparse sul soffitto della stanza lo fissano. La luce è spenta ma questo non basta per avvolgere la camera nell’oscurità. Non è una di quelle ore della giornata dove il buio predomina, questo è normale. Ma alla fine quando è che una cosa è normale? È normale innamorarsi della propria migliore amica? Forse si..in fondo succede, a volte. Sbuffa cercando smettere di farsi del male. Un cosa difficile, purtroppo.
Il bussare della porta lo scuote da quello stato di torpore. Ascolta quel fastidioso ticchettio, finché una voce calda si impone sulla stanza.
“Dan?”
Il suo cuore ha un tuffo. È lei. Stanco, si dirige verso la porta e la apre. Una ragazza lo fissa con sguardo accusatorio. Mette le mani sui fianchi. Sbuffa.
“Finalmente!Ero preoccupata. Pensavo ti fossi sentito male”
Lui non risponde. Lei entra nella stanza senza neanche chiedere il permesso: non ce n’è bisogno.
Al suo passaggio Daniel odora il suo profumo che sa di pesca. Quello però è mischiato all’aria stantia della camera. Lei storce il naso, e accende la luce.
Si dirige verso la finestra, chiusa. Il passaggio che separa quella dalla porta è corto, ma difficile. Oggetti di ogni tipo sono sparsi per il pavimento, vari indumenti e anche il suo amato mp3 che si ricordò di aver buttato in un momento di pura ira. Daniel ha l’accuratezza di vergognarsi un po’ per quell’immenso disordine. Lei non se ne preoccupa. Sposta con delicatezza ogni cosa, e arrivata alla finestra la apre. Così facendo un venticello entra nella stanza, dove per giorni era regnato l’odore del sonno e dei suoi calzini sporchi. L’odore dei fiori si introduce con timidezza nella camera, fa fatica a stanziarvi dentro eliminando pian piano il vecchio odore. I capelli della ragazza sono scossi dal leggero vento. Daniel si appoggia allo stipite della porta, sorridendo quasi.
La ragazza si sposta poi verso le coperte, le prende e le scuote. La luce che filtra nell’aria lascia intravedere la povere che scaturisce dalle lenzuola. Lei si porta una mano davanti alla bocca, tossicchiando. Daniel le si avvicina, prende ciò che ha in mano e le butta per terra.
“Bisogna lavarle”
Le dice, quasi ridendo.
Lei risponde un “Ah, ok” quasi dispiaciuta per non poter aiutare oltre.
La sua vicinanza scaturisce in Dan un moto di agitazione mai provato.
Lei, per peggiorare la situazione, gli prende la mano e se lo trascina dietro. Lui richiude la porta della camera, speranzoso di tornare e trovarci ancora il suo dolce profumo.
Il contatto con la mano della bruna gli fece salire dei brividi sulla schiena. Dopo essersi ripreso da quell’emozione mai provata con nessuno si accorge di aver già attraversato diversi corridoi.
“Emma..dove stiamo andando?”
Ma lei non risponde. Daniel si mette il cuore in pace e aspetta di arrivare a destinazione. Riconosce osservandola, il suo passo fiero e concitato. Si attacca febbrilmente alla mano di Emma, con più forza, come se fosse l’unico appiglio dove appoggiarsi. Usciti dall’edificio, ci girano attorno e poi fanno pochi passi prima di arrivare ad un altro albero. A dir la verità, l’unico della zona. Daniel si accorge di non aver mai guardato bene il faggio. Non capisce però il perché di quella visita all’albero.
Lei gli lascia la mano e si siede sotto alla piante.
Appoggia la mano sul corto prato verde, invitandolo a sedersi. Non capisce ancora.
“Vedi, io quando sono triste o devo pensare vengo qui”
Il cuore del ragazzo dà un sospiro di sollievo.
“Bè..pensavo che dato che non parli con nessuno da mesi, potevi venire qua, quando ti sentivi solo”
Si imbarazza un po’ mentre parla.
“Non ho bisogno di aiuto, Em”
La sua voce, dopo un attimo di esitazione, ritorna dura.
“Perché non mi dici cosa ti succede?”
Emma lo incalza a rispondere ma questo non ne vuole sapere.
“Non ne posso parlare con nessuno, tanto meno con te”
Le parole gli escono senza chiedere il permesso. Quando si accorge dell’errore fatto si domanda se era venuto il momento di smetterla di mentire.
Il tono di Emma diventa a un incredibile velocità priva di sentimento.
“Perché tanto meno con me?”
Dan apre la bocca per rispondere, ma da questa fuoriesce solo un piccolo respiro. Non deve farlo, se no addio tutto.
“Niente”
Si alza, maledicendosi. Vuole scappare da quella situazione. Si incammina verso l’edificio, ma una mano lo blocca. Cerca invano, con il cuore a mille, di farsi lasciare dalla quella presa. Ma Emma non molla.
“Rispondi Dan”
Il soprannome dolce, usato con voce dura, stona tra le parole che vengono pronunciate dalla bruna.
“No, non posso”
Cerca in tutti i modi di allontanarsi, ma la sua stretta continua imperterrita a rimanere salda.
“Allora rispondi a questa di domanda”
Daniel si gira, deve affrontare quella situazione, in qualche modo. Senza aspettare la risposta del ragazzo Emma pronuncia due piccole parole.
“Mi ami?”
La sua voce è sottile, quasi avesse paura delle conseguenze.
Daniel rimane esterrefatto. È arrivato il momento, il momento in cui rompeva l’amicizia con Emma, il momento in cui finalmente avrebbe smesso di mentire.
Prende un respiro e poi, con un coraggio che neanche Harry avrebbe avuto, pronuncia quella parola.
“Si”
Le labbra di Emma si trasformano in un sorriso. E senza pensarci due volte esprime la sua profonda “opinione”
“Anche io”
Il cuore di Dan si sgonfia improvvisamente, come un palloncino. Un sospiro di sollievo e una felicità che da tempo non lo prendeva in possesso.
“Sei mia, quindi”
Non riflette neanche, è sua, sua e basta. Il pronome più bello della terra: Mia.
“Sono tua”
Le loro labbra si incontrano. Il loro profumo si confonde, le loro mani si confondono, i loro occhi si intrecciano tra loro, le loro anime formano un cuore.
Quando si staccano il rumore che il battito dell’organo più importante del corpo produce è forte come il vento. Il vento quando si trasforma in bufera.
“Sei mio, quindi”
Emma pronuncia quelle parole con un sorriso.
Daniel non può far altro che risponderle.
“Sono tuo”
Suo.
Un pronome, un pronome che fa sentire importante, un pronome che lega due anime in una.

  
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