Silenzio
Il peso della certezza
è il dimenticarsi come respirare
Lei avrebbe voluto l'oblio
di una lunga notte insonne
Stretta al suo corpo
per poter sentire più calore possibile
- il bagnoschiuma all'albicocca-
le labbra e il naso nella piega tra il suo collo e la spalla
Quello sterile addio durava da giorni
Nella veglia della mente
lui era poco più che uno sconosciuto
ma nella noia della sera
diventava indispensabile
Lui non voleva ferirla
ma lei era così languido miele
e lui era così sanguinante
- e solo -
schiavo di sbagli che amava
legato a una donna che desiderava libertà
E mentre lei diventava puttanella ingenua
- solo per lui-
perdeva di vista la fine del gioco
e chiusa nel suo unico orgoglio rimasto
- il silenzio -
quasi schiacciata dalla sua stessa ipocrisia
- l'umida tristezza di lui nel cuore -
non riusciva a desiderare che l'altra
sparisse
Un grazie alle persone che hanno commentato le mie precedenti poesie...