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Autore: WordsEnchantress    14/11/2012    0 recensioni
I lividi sono peggio delle botte, lui questo lo sa bene.
Ma il mondo ha davvero perso colore?
Sì, si ripete nel buio. Allora perché lei sembra così... Splendente?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che la vidi stava piovendo.

Era una pioggia dolce, accogliente ma fresca, d’inizio autunno.

Stava danzando, come se il mondo fosse sparito. Il resto le volteggiava intorno e lei rideva felice… Era incantevole.

Me ne andai via, sorridendo di quel pensiero, appena notai che non era sola.

Un ragazzo affascinante le teneva la mano e ballava con lei, ridendo sereno e godendosi la pioggia al suo fianco.

Ancora non sapevo avrebbe fatto presto parte del mio Futuro.

 

Due giorni dopo mi trovavo al parco per godermi quell’aria rilassata di alberi spogli immersi in una tela di pennellate oro e cremisi.

Le foglie scricchiolavano al mio passaggio, ed io mi godevo la musica che creavano, dirigendomi verso una panchina.

Ma era occupata.

Una figura tutta raggomitolata stava singhiozzando e tremando incontrollata.

La riconobbi subito e mi sentii pervadere da un brivido profondo, sedendomi al suo fianco.

Nonostante le lacrime le solcassero il viso, rimaneva sempre bellissima. Come se la pioggia le fosse entrata nel cuore, fino a colmarlo, e ora volesse uscire.

“Hey… Ciao.”

Singhiozzo. “Ciao…”

“Cosa c’è che non va?”

Ok, sembrerà paradossale, e, effettivamente, lo è. Ma sconosciuto o meno che fossi, lei aveva bisogno di parlarne ed io avevo bisogno d’ascoltarla; così mi raccontò.

“Si tratta di Shane.”

“Il tuo ragazzo?”

“Come? Ragazzo? Oh… No, certo che no. Shane è omosessuale, ma in primo luogo è il mio migliore amico da quando abbiamo tre anni.”

Ah, fantastico, ottimo inizio.

“Comunque; due giorni fa ci siamo visti come al solito, abbiamo fatto gli scemi e danzato sotto la pioggia, abbiamo riso e poi l’ho salutato. Doveva passare una serata con il suo ragazzo ed io gli avevo organizzato tutto. Ma… La gente ha paura del diverso, nonostante il progresso.

Un gruppo di ragazzi li ha visti baciarsi e, finita la serata, hanno seguito Shane. Beh…

Ora è in ospedale, per l’intervento d’urgenza.”

Tutto si gelò e sentii lo stomaco torcersi.

Si può arrivare a tanto?

“Stai gelando, qui vicino c’è una buona cioccolateria. Vieni, devi scaldarti e distrarti un po’.”

Non aveva bisogno di dire altro, si capiva, e lessi nel suo sguardo la gratitudine per non aver insistito su quel racconto. Era tutto così surreale.

 

Il luogo era tiepido e accogliente, ci sedemmo in un tavolino appartato per evitare fastidi e ordinai due cioccolate con panna.

“Mi chiamo Mattias” dissi sorridendo.

“Emily, piacere” disse lasciando che i suoi occhi s’illuminassero.

La osservai bene, non era una bellezza da rivista ma uno splendore semplice e naturale, acqua e sapone, e i suoi occhi erano magici. Castani come i capelli lunghi, brillanti come il suo sorriso timido, in contrasto con la pelle candida e le labbra morbide.

Parlammo piacevolmente del più e del meno per circa una mezz’oretta, poi tornammo al discorso iniziale. A quanto pareva sarebbe rimasto in sedia a rotelle, per sempre.

Ora ne parlava con più calma, come se avesse accettato l’idea.

“Sai Shane è un ragazzo straordinario, quando gli hanno detto a cosa andava in contro ha accettato la sua sventura con una forza incredibile. Non avrei dovuto piangere così, non ne ho motivo, perché so che lui è al sicuro ora. Ma dovevo sfogare la tensione di questi giorni.”

“Sei stata molto coraggiosa a stargli accanto, e hai fatto bene a sfogare quello che provavi. Davvero devi essere fiera di te.”

A quelle parole mi strinse la mano con un sorriso, e per la prima volta sentii la sua fredda pelle delicata contro di me.

 

Dal Diario di Emily Swan.

Mattias è proprio carino. Quei capelli scompigliati e neri, lucidi. Il suo profumo invitante e la voce calda. Gli occhi scuri e profondi, lo guardo intenso. Le mani grandi.

È stato molto gentile con me, così senza neppure conoscermi.

 

Emily era una ragazza particolare. Innanzi tutto teneva un piccolo diario accanto a se in cui descriveva l’aspetto e gli atteggiamenti delle persone che incontrava.

Le descriveva come se dipingesse dei quadri, accuratamente e artisticamente, ma senza storpiarne mai la vera natura.

Poi si sorprendeva e stupiva per tutto, anche le cose più piccole riuscivano ancora a commuoverla e incantarla, a intenerirla. Perciò amava anche le sorprese.

Adorava tutto ciò che riguardava la musica e le piaceva leggere e scrivere e guardare i film.

Era piena d’interessi e vivace, ma timida.

Era strana e affascinava. Era, in un suo modo particolare, sensuale…

Eppure non aveva un ragazzo.

Ma la cosa che più mi colpì di lei era ciò che costituiva la sua intera essenza.

Scoprii quel lato di lei qualche settimana dopo.

Ci eravamo trovati così bene che la cioccolateria era diventato un appuntamento fisso e ormai avevamo parlato molto. Un giorno mi chiese di accompagnarla in libreria.

Andammo in libreria e passammo ore a sfogliare libri e tuffarci nelle pagine di mondi lontani.

Finimmo per caso nel reparto bambini, dove c’erano parecchi esserini esagitati che rivoltavano i libri come fossero calzini e, tra di loro, una bimba mora e riccioluta.

Delle grandi lacrime pesanti le rotolavano sulle guance rosee e paffutelle.

Emi le prese la manina e l’accompagnò verso uno scaffale… Non so bene cosa si dissero, ma, a un certo punto, era seduta su una seggiola a leggerle una fiaba, imitando le voci dei personaggi e i rumori dello scenario improbabile, facendo delle facce buffe.

Ben presto anche gli altri bimbi le sia avvicinarono affascinati e cominciarono a ridere della strana storia.

Quando uscimmo l’aria pungente intrise i nostri visi e gli occhi si riposarono alla vista del cielo scuro.

“Sai, piangeva perché lei ancora non sa leggere e gli altri la prendevano in giro.”

Lo disse di colpo, e poi sorrise soddisfatta.

“Ma tu fai sempre così?”

“No… Solo quando me lo dice il cuore.”

“Oh. Il cuore dice un mucchio di fesserie.”

“Cosa?! – s’infervorò – Devi fidarti di lui. È la tua guida più fedele e sincera, non smettere mai di affidarti a lui.”

“Arriva un punto in cui smetti di farlo, nel momento in cui il mondo perde colore.”

Capì a cosa mi riferivo e si zittì.

 

Dal Diario di Emily Swan.

Da un po’ di giorni Mattias ed io ci frequentiamo. Abbiamo molti interessi in comune, ma non siamo così uguali come si potrebbe pensare. Con lui mi sento come se fossimo Yin e Yang.

Mattias non crede più nel suo cuore da quando è stato ferito da una ragazza di cui era molto innamorato, da allora il mondo per lui ha perso colore. A volte mi ferisce pensare che io non sia riuscito a restituirglielo. Ma non mi aspettavo diversamente…

 

Passava soave il tempo, a volte correndo, altre passeggiando, e il rapporto con Emily si stringeva. Avevo imparato ad aspettare con ansia di potermi lasciare inebriare dal profumo dei suoi capelli soffici, dalla sua risata cristallina a dal suo respiro tiepido contro il mio petto, quando l’abbracciavo. Il solo vederla arrivare da lontano mi scuoteva, e il mio cuore cominciava a battere, come se si fosse svegliato solo in quel momento.

Bastava un tocco e lei si schiudeva come un fiore, il più bello.

Sembrava una rosa rossa. Così delicata da volerla proteggere, così bella da volerla possedere,  ma faceva così paura da avere le spine.

Era ormai sopraggiunto l’inverno. La neve scendeva quieta dal cielo, in un’atmosfera accogliente e candida.

Entrati in casa mia l’aiutai a scrollarsi la neve dai capelli, mentre lei rideva deliziata. Aveva deciso così, d’improvviso, che voleva fare un Angelo nella neve… In men che non si dica mi ero trovato catapultato per terra, rotolando con lei.

Mentre ci sedevamo la guardai, era così carina con quel maglioncino.

“Sai, proprio non so cosa regalarti per Natale.” Dissi in tono supplichevole.

Lei respirò piano, un respiro spezzato e raggiunto a fatica.

Prese coraggio e con tono dolce canticchiò sottovoce:

“I don’t want a lot for Christmas      (Non voglio molto per Natale)

There’s just a thing I need              (C’è una sola cosa di cui ho bisogno)

I don’t care about the presents        (Non m’importa dei regali)

Underneath the Christmas Tree       (Sotto l’albero di natale)

I just want you for my own             (Voglio solo te, per me)

More than you could ever know       (Molto più di quanto avrei mai creduto)
Make my wish come true                (Realizza il mio desiderio)
All I want for Christmas… Is You”    (Tutto ciò che voglio per Natale… Sei Tu)

Rimasi immobile un istante, prima che il mio cuore esplodesse. Prima di avvicinarmi lentamente a lei e baciarla, prima dolcemente e poi con più passione. Mordevo il suo sapore.

Solo in quel momento mi resi conto di quanto la desideravo.

 

Come ben presto mi ritrovai a ricordare, Emily era una ragazza, non una fata. Quindi dovetti confrontarmi dopo breve con i suoi difetti e i suo bisogni di donna. E, ovviamente, fu lo stesso per lei nei miei riguardi.

Io permaloso e lei troppo impaurita al pensiero di perdermi.

Come tutte le ragazze, inoltre, presto sentii il bisogno di sentirsi sicura, equilibrio che io non ero pronto a darle. Non ero pronto a una nuova storia, in quanto ancora non riuscivo ad abbandonare del tutto i ricordi delle ferite che avevo già subito.

Lei non pensava che giocassi, ma si sentiva persa perché era tutto così… Precario.

Come tutti i traumi, mi erano rimasti parecchi lividi.

 

Dal Diario di Emily Swan.

Mattias è un enigma. Io so quello che sento per lui, ed è tanto immenso che a volte vorrei piangere. Piangere perché ci sono troppi blocchi in lui. Tutti il lividi del suo passato lo bloccano.

A volte passeggio per la città e vedo i ragazzi che son così dolci con le proprie ragazze. Sento innamorati che si scambiano frasi che sciolgono il cuore, che non hanno paura di viversi.

Vedo ragazzi spontanei, prender la mano della ragazza e fare una follia così, solo per poterla veder felice.

Vedo persone così naturali tra di loro e mi chiedo come potrò mai arrivare al cuore di Mattias, troppo occupato dalla paura di Amare, per poterlo fare davvero.

Mi dice che prova qualcosa di forte, ma non son necessarie le parole.

Io invece lo sento scivolar via dalle mani, perché a volte è così distante.

Sto proprio male.

 

Con Emily passavo delle giornate splendide e memorabili. Piccole fiabe personali e vere.

Con la sua dolcezza infinita e con le sue continue sorprese mi sentivo vivo e volevo stringerla forte a me. A questi splendidi giorni, però, si alternavano giornate buie e litigiose.

Avevamo ragione e torto a seconda dei casi, ognuno con le proprie idee.

Era diventata una certezza, e forse quello fu uno dei miei sbagli più grandi.

La diedi per scontato.

A poco a poco ci stavamo staccando, senza accorgercene veramente. Poi cominciai a sentirmi soffocato dal suo bisogno di sicurezze e dalla sua paura. Mi sentivo senz’aria per il suo bisogno così forte che io mi comportassi con lei così apertamente nel mio dimostrarmi innamorato.

E poi il dolore fu quando la vidi e il mio cuore non corse più. Non sentii alcun brivido, non provai alcun fremito. Era solo una ragazza carina, arrivata chissà come sul mio cammino.

Quella notte pianse davvero, e piansi anch’io.

Era la mia dolcezza e ora… Era tutto finito.

 

Dal Diario di Emily Swan.

Il mondo ha perso colore. Le persone sono tutte uguali, inutile descriverle.

L’amore è una bugia e il cuore…

Il cuore non è che il bugiardo.

 

Una settimana passò nel grigiore e nel freddo.

Mi resi conto che il mondo, prima, non aveva mai veramente perso colore.

Perché lei glielo aveva donato, e l’aveva fatto a modo suo.

I colori che aveva usato erano così lucidi e sgargianti, così belli e invitanti, che tutto era infinitamente più bello. Cos’avevo fatto?

La pioggia era passata e poi andata, in quel nuovo autunno solitario, lasciando il parco bagnato e spento.

Camminando mi sembrava di vedere i momenti passati con lei, li vedevo ovunque.

Poi raggiunsi la panchina dove iniziò tutto e mi sedetti, stanco come non mai.

Lì al mio fianco c’era l‘ombra di una figura rannicchiata e singhiozzante.

Una lacrima mi sfuggì, sorprendendomi a tal punto che sobbalzai, alzando lo sguardo.

“Hey, ciao Mattias.”

Un ragazzo in sedia a rotelle si era avvicinato cauto.

“Oh, ciao Shane.”

“Giornata no?” adesso mi tira un pugno, pensai. L’aveva detto con un tono tranquillo, ma io avevo osato toccargli Emi, e questo lui non lo perdonava.

“Mi… Io… Credo… Sono un coglione.”

Mi sorprese infinitamente vederlo sorridere.

“Sì, sei un coglione. Capita a tutti di esserlo, ogni tanto. Ti manca?”

“Oh Dio… Sì. Sì, cazzo, mi manca da impazzire. Lei come sta?”

“Come sta? Non mangia. Non sorride. Non ascolta musica. Però se ti fa stare meglio respirare, respira.”

“Cazzo.”

“Già… Sai non è arrabbiata. Dice che non le avevi mai promesso nulla.”

“Shane, puoi darmi una mano? Devo fare qualcosa.”

“Oh, ragazzo mio… Prima di fare devi pensare. Proporrei una passeggiata nel parco. Ti dico la mia e vediamo come si può risolvere questa faccenda.”

E così il pugno non me lo tirò.

Mi consegnò le piccole pagine di diario che Emily aveva scritto su di me e poi strappato. In alcuni punti erano sbiadite, le lacrime avevano cancellato in parte l’inchiostro, senza però rendere il tutto illeggibile.

Poi Shane cominciò a spiegarmi.

“Partiamo dal presupposto che gli errori gli avete fatti entrambi. Lei lo sa e li ammette, e li ha già ammessi spesso anche di fronte a te.

Queste cose le avete già affrontate e riaffrontate e accettate… Beh… Tu più o meno, a quanto si è visto…

Comunque, ciò che devi superare è quella paura di una cosa naturale.

Tu pensi che così sia vivere?

Cazzo Mattias, guardati in giro. Guarda le persone che sono attorno a te.

Non quelle fasulle ma quelle sincere, osserva un po’ il mondo. Non giudicare i film d’amore stupidi. Non pensare che un ragazzo possa dire certe frasi solo sotto suggerimento di una donna o solo se pensa come lei. Non stereotipare le frasi. Perché se la dicono in tanti non significa che per te non può più avere valore.

Segui il tuo cuore con intelligenza. Sì, lei a volte lo segue troppo incondizionatamente.

Io ti dico di farlo con saggezza ma seguilo!

Leggi la frase della terza pagina che ti ho dato. Rileggila e poi rileggila ancora.

Sei così occupato ad aver paura di Amare che non riesci ad Amare veramente.

E ora rimane solo questo da decidere. Sei pronto per amarla?”

“Ma io già provo qualcosa di forte per lei… Sono già pronto.”

“E allora cazzo urla! Urlalo al mondo! Urlalo, cantalo, ballalo, sognalo, vivilo, dillo… A lei.

Ma senza inibizioni, senza nasconderlo dietro altri modi di dire, dietro muri fragili.

Guardami, costretto su questa sedia per aver amato… Eppure…

IO AMO MATTEW CON TUTTO ME STESSO!”

Lo urlò con tutto il fiato che aveva in gola, lo urlò col sorriso e con sincerità.

Eravamo arrivati in cima a una piccola collinetta e la vista era speciale. Il suo grido rimbombò.

“Io Amo Emily” sussurrai…

“Che idiota… Io AMO EMILY! Io… Sai dov’è adesso?”

Shane sorrideva, era felice, lo era sinceramente.

“Gira voce che sia in una libreria a leggere fiabe ai bambini…”

“Shane, grazie. Grazie, grazie, grazie.”

“Corri ragazzo pazzo.”

 

E così corsi.

Correvo e basta, la mente vuota. Solo il battito accelerato del mio cuore che mi rimbombava nelle orecchie.

Ma quando arrivai se n’era già andata.

Di getto tornai fuori, mentre sentivo male dentro, avevo paura.

Correvo senza sapere bene dove, si faceva buio e l’aria diventava frizzante.

Finalmente la trovai, seduta sul muretto, la vidi di spalle. Aveva la testa buttata indietro e guardava la luna.

Feci un ultimo sforzo e corsi verso di lei, la quale, al suono dei miei passi, si girò di colpo e rimase un attimo senza parole nel vedermi.

Mi sedetti accanto a lei premendole delicatamente il dito indice sulle labbra.

“Ti Amo! Ti amo, ti amo… Ti Amo.”

Con un leggero tocco della mano allontanò il mio dito dalle sue labbra.

“Mattias…”

“Sì?”

“Bastava una volta sola” disse con un sorriso, il sorriso più dolce del mondo. Poi mi baciò.

Il suo bacio, suo e di nessun’altra.

“Ti Amo, angelo mio.”

   
 
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