Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: _Sherazade_    14/11/2012    4 recensioni
Una giovane coppia riceve in dono per una buona azione un pezzo di cera, non sapendo che in realtà questa cera è magica. Quando l’uomo, che è un abile fabbro, ricava una statuina, raffigurante una piccola ballerina, questa si anima, diventando così la figlia tanto cercata.
Tra tanta gioia e felicità però, purtroppo, una triste realtà sta per abbattersi sulla nuova famiglia della ballerina.
5^ classificata al contest "Segui il Matto!" sul forum EFP
Storia partecipante a "The Seasons Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.

--- Storia revisionata nel mese di Agosto 2015
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storia partecipante a "The Seasons Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
Stagione: Autunno
Prompt: scelta libera - Gabbia dorata
 

 
La piccola ballerina di cera


C’era una volta tanto tempo fa, una giovane coppia molto innamorata.
L’uomo era un noto artigiano in tutto il regno, apprezzato per le sue rare doti.
Riusciva a creare piccole opere d’arte con qualsiasi materiale: metallo, legno, cera, creta, ceramica… insomma, era davvero molto abile.
La giovane moglie lo aiutava nel suo lavoro, e come la maggior parte delle altre donne del villaggio, si occupava della casa.
Desideravano tanto un figlio o una figlia, ma questo non arrivava mai.
Dopo molti anni finalmente la donna si scoprì incinta, e ne era certa, si trattava di una bambina.
La coppia visse la maternità con molta trepidazione, ansia ed eccitazione. Il padre decise così di fare lui stesso dei piccoli doni per la bambina in arrivo, fra cui un bellissimo carillon con una ballerina in legno ricoperta da un sottile strato di cera, quel tanto che bastava per farla sembrare quasi vera: una bambolina in miniatura.
Lui e la moglie non potevano certo sapere che quella cera altro non era che il dono di una maga.
Non molto tempo prima, la moglie dell'artigiano, rimasta a casa da sola, prestò soccorso a una signora anziana che si accasciò sull’uscio della loro piccola abitazione. La accolse, le preparò un pasto caldo e la invitò a fermarsi per la notte. Questa rifiutò però, dicendole che aveva un lungo viaggio da compiere, e che non poteva permettersi di sostare oltre.
La ringraziò di tutto cuore, e le lasciò in regalo quella cera.
La giovane donna non sapeva come utilizzare quella bella cera, così la diede al marito in attesa che lui trovasse il modo per sfruttarla al meglio, dato che era di ottima qualità.
Il carillon era meraviglioso, e riproduceva una melodia dolce e malinconica, come tutti i carillon del resto.


Finalmente arrivò il giorno tanto atteso, ma la sfortuna era in agguato. A causa di alcune complicazioni la donna morì, e purtroppo anche la piccola creatura se ne andò con lei.
L’uomo addolorato e distrutto pensò di farla finita, per potersi ricongiungere nell’aldilà con l’amata moglie e con la figlioletta mai conosciuta.
Prese una corda dalla bottega e si diresse di corsa a casa, posizionò una sedia sotto una delle travi sporgenti del soffitto e vi avvolse la corda, pronto per compiere quel disperato gesto. Ma una vocina gli intimò di fermarsi.
“ Fermo” gridò la voce, “Non farlo, ti prego! ”.
L’uomo si guardò attorno, ma non vide nessuno. Fra sé e sé pensò che forse era lo spirito della moglie, e questo consolidò la suo intenzione. Non voleva più vivere in quel mondo senza di lei. Preparò il cappio, e prima che se lo legasse al collo quella vocina lo richiamò ancora e finalmente l’uomo vide da dove proveniva: la ballerina del carillon. Era viva!
Scese dalla sedia, abbandonando così i suoi tristi pensieri e si avvicinò alla sua piccola creazione.
“ E tu chi sei? ” chiese sbalordito.
“ Sono la ballerina di cera che tu hai creato. La cera che hai usato apparteneva a una maga. Tua moglie non ha aiutato una semplice viandante, ma una maga molto potente e buona. Usando la cera sulla bambolina che avevi intagliato nel legno le hai permesso di prendere vita, ed è così che sono nata io. Padre.” Lo aveva chiamato padre. In un certo senso lo era davvero. Quella avrebbe potuto diventare davvero sua figlia, anche se era solo una bambolina di cera, non più alta di dieci centimetri.


Cominciò così la loro vita insieme, inizialmente la piccola bambolina non usciva mai dalla stanza, si limitava a ballare sulle noti del carillon, o di tutti i suoni che provenivano dall’esterno della casetta. Le sue piccole danze allietavano le serate del fabbro, che sentiva moltissimo la mancanza dell’amata moglie. Quel piccolo prodigio gli aveva salvato la vita.
Però, però qualcosa stava cambiando.


Come ogni giorno lei mi aspetta sempre lì, grazie a lei non cado nel baratro ma ci son giorni e ancora giorni in cui vorrei non esser qui. Se lei non ci fosse che ne sarebbe di me? ” pensava l'artigiano quando rientrava a casa dalla bottega. Giorno dopo giorno però si accorgeva che pian piano lei voleva uscire, voleva vedere e fare… stava crescendo come essere umano, come persona voleva imparare e accrescere le conoscenze.
Ma lui non voleva, non poteva lasciarla andare: lei era tutto quello che aveva.
Lei gli diceva che voleva vedere tante cose e viaggiare, ma spaventato lui le diceva sempre che il mondo là fuori era pericoloso e che l’unica cosa che poteva fare era restare a casa con lui se non voleva farsi male.
Ogni giorno avvisava la ballerina che mai e poi mai avrebbe dovuto lasciare la casa. Mai!
E ogni volta lei lo rassicurava.


Un giorno però lei disubbidì, perdendo così la fiducia del padre tanto amato.
Quel giorno in casa entrò un gattino, era la prima volta che lei ne vedeva uno e sentiva che voleva conoscerlo meglio, e senza accorgersene, seguendolo si ritrovò fuori casa, disubbidendo ai voleri del padre. Quando si accorse di essere all'esterno, il suo primo pensiero fu quello di fare ritorno a casa, ma la sua curiosità prese il sopravvento.
“Per una sola volta non credo che farò male ad alcuno” pensò la piccola ballerina di cera.
Tutti gli abitanti del villaggio la conoscevano, così come conoscevano suo padre l'artigiano. Molti la salutarono, e si fermarono a parlare con lei, sorpresi nel vederla in giro da sola.
Girò indisturbata per il villaggio, evitando con cura la zona della bottega per non essere scoperta.
C’erano anche degli stranieri, ascoltò nuove melodie da dei bardi, e nuove notizie da altri paesi che nemmeno sapeva che esistessero.
Il mondo era grande, e lei voleva sapere cosa c’era aldilà delle mura della sua casetta, aldilà del villaggio e del regno.
La piccola ballerina di cera non era una semplice statua che parlava, si muoveva, ballava o cantava, aveva una vera anima, come qualsiasi altro uomo o donna.
Mentre era persa nei nuovi pensieri e nelle nuove fantasie, attraversò la strada senza prestare attenzione a quello che le accadeva intorno.
Era ora del rientro per i lavoratori, e proprio in quel momento arrivò l'artigiano che si arrabbiò moltissimo scoprendo che la piccola gli aveva disubbidito.
Decise così che mentre lui sarebbe stato fuori casa per lavoro, la ballerina sarebbe rimasta chiusa in una gabbia per uccelli, era abbastanza grande per lei, ma era pur sempre una piccola prigione.
Ogni giorno lei gli chiedeva di lasciarla libera, che avrebbe fatto attenzione, che non avrebbe mai fatto nulla di male e che non gli avrebbe mai più disubbidito, ma a nulla valsero le sue suppliche. L'artigiano non voleva sentire ragioni.
La ballerina non voleva rinunciare ai propri sogni proprio quando aveva avuto un assaggio di libertà. Capiva il padre, il fatto che voleva proteggerla, ma non poteva in alcun modo permettere che i pregiudizi di lui le impedissero di vivere.
L’unica cosa che le era rimasta da fare durante quelle lunghe ore rinchiusa nella gabbia, era la danza, ballava da mattina a sera, immaginando di trovarsi in posti esotici e misteriosi, alla corte del re, o in un bel bosco.
Anche quella mattina chiese al padre di lasciarla libera, e anzi, gli propose di fare un viaggio insieme, anche breve. Ma come ogni giorno l'artigiano le rispose di no.


Nel regno, da qualche anno, imperversava una dura e sanguinosa guerra che aveva già mietuto parecchie vittime. Il loro villaggio però, nascosto e remoto, era al riparo… o così credevano gli abitanti.
Uno degli avamposti vicini a loro, aveva ceduto sotto l’attacco nemico e così anche il loro villaggio venne scoperto, diventando il nuovo bersaglio.
L'artigiano, che era nella sua bottega come ogni altro giorno, cadde sotto la lama di uno dei guerrieri e il suo ultimo pensiero fu per la moglie che avrebbe presto raggiunto, per la figlioletta mai conosciuta e per la piccola ballerina di cera. Il buon artigiano si pentì per averla trattata in quella maniera, privandola di una delle cose più importanti nella vita: la libertà.
Anche se lei non era umana come lui, era viva, aveva un'anima e un cuore.
“ Ti ho persa per sempre, senza dirti neanche addio. Perdonami se ti ho fatta soffrire. Grazie per tutto quanto. ” Quelle parole gli morirono sulle labbra.
I guerrieri non risparmiarono la sua bella casa, mettendola sottosopra in cerca di oggetti preziosi. La bambolina, temendo che le facessero del male rimase ferma immobile, passando inosservata nella gabbia di scarso valore.
Nel saccheggiare l’abitazione ribaltarono il tavolo dove era poggiata la gabbia, che, così facendo, cadde, deformandosi. Si aprì la porticina, e la ballerina fu finalmente libera. Attese pazientemente che quegli orribili uomini lasciassero il suo villaggio, prima di uscire dalla sua piccola prigione.
Quella prigione che però l'aveva salvata. Se quegli uomini avessero scoperto la sua esistenza, nessuno poteva sapere cosa avrebbero fatto di lei.


La piccola ballerina cominciò a piangere di fronte all'orribile spettacolo lasciato dai guerrieri. Il suo bel villaggio era un cumulo di macerie. Si mise alla ricerca del padre, quelle lacrime che ora scioglievano la cera di cui era ricoperta. Più piangeva e più capiva che l’incantesimo si affievoliva, perdeva di mobilità, i movimenti si facevano sempre più difficili.
Doveva calmarsi per trovarlo. Si fermò un attimo per riacquistare la calma e ripartì. Aveva sperato di poterlo trovare ancora vivo, aveva sperato di poterlo soccorrere, ma quando lo trovò era troppo tardi.
L’uomo che aveva amato come un padre era oramai morto.
E lei non aveva nemmeno potuto salutarlo.
Pianse, non le importava se la morte avrebbe preso anche lei. Che senso aveva vivere se l'unica persona che aveva mai amato non c’era più?
“ Sai, lui vorrebbe che tu vivessi!” la bambolina si girò, e vide la maga. Anche se all’epoca era una massa informe di cera, era comunque viva. Sapeva, sentiva e vedeva tutto quello che aveva intorno, tutto quello che accadeva lei lo sapeva.
“ Si è pentito del fatto di averti reclusa, voleva solo proteggerti… e non perdere di nuovo qualcuno che amava.” la piccola ballerina capiva, e per questo amò ancora di più il padre.
“ Ti sei comportata bene e per questo esaudirò il tuo desiderio più grande: diventerai umana, viaggerai, ti innamorerai, continuerai a ballare. Magari pure alla corte del re. Avrai tutto quello che hai sempre voluto e sognato. ” La ballerina sorrise entusiasta asciugandosi le lacrime, ma la maga smorzò tutta quell'allegria: “ Tutto questo però ha un prezzo: dimenticherai tutto, ti darò dei finti ricordi, questa vita verrà cancellata dalla tua mente. Accetti le mie condizioni? ” la ballerina non esitò un attimo nel risponderle.
“ Cara maga, ti ringrazio per l’opportunità che mi hai dato, ho potuto vivere una vita bella, anche se purtroppo non ho potuto conoscere il mondo. Avrei voluto fare tanto, ma questo non mi è stato possibile. Sono comunque stata felice, e questo non lo posso negare. La gente del villaggio è sempre stata gentile nei miei confronti, e mio padre mi ha donato tutto l’amore possibile. Non voglio dimenticare. So che presto mi scioglierò, perché sento che le forze mi stanno abbandonando.
Grazie per la possibilità di scelta, ma io sto bene così. Morirò felice, coi ricordi reali di quello che ho vissuto!” la maga sorrise.
“ Brava, questa è una risposta degna! “ con un gesto la maga trasformò la ballerina in una donna. Sbalordita questa le chiese come mai.
“ Hai dimostrato di avere buon cuore, hai anteposto i tuoi ricordi, quello che hai vissuto a prospettive allettanti, ma che avrebbero cancellato il tuo percorso. Non ti sei fatta corrompere, anche se questo significava mettere da parte il tuo sogno. Ora sei davvero libera, vai e sii felice” la maga scomparve, lasciando la ballerina di stucco.
Non poteva credere al fatto di essere finalmente diventata umana. Una parte di lei l'aveva sempre sognato, ma mai aveva pensato che un giorno, quel sogno, avrebbe potuto realizzarsi. Prima di poter lasciare il villaggio, la ballerina aveva ancora un compito da svolgere: aveva infatti deciso di dare una degna sepoltura al padre e a tutti gli abitanti. Ci sarebbe voluto qualche giorno, ma la ballerina sentiva che era la cosa giusta da fare.


Quando finì, sentì che quello era il tempo degli addii e si fermò davanti alla tomba del padre e lo ringraziò per tutto quello che lui aveva fatto per lei.
Stava per andarsene quando un giovane a cavallo le andò incontro. Lei non aveva mai visto quel ragazzo, inizialmente si spaventò alla vista dello sconosciuto cavaliere, ma sentì che lui non le avrebbe fatto del male. Sentiva che non era come gli uomini armati che avevano distrutto il loro villaggio giorni prima.
Lui le disse che non aveva nulla da temere, e che lui era il principe del regno. Le chiese di raccontargli cosa fosse successo e chi fosse.
La giovane non poteva dirgli che prima era una ballerina di cera, così disse che semplicemente era la figlia dell'artigiano e che era riuscita a salvarsi perché nel momento del saccheggio era fuori dal villaggio. Una volta tornata aveva deciso di seppellire tutti quanti per dar loro un sereno riposo.
Il principe, colpito dalla giovane, le disse che oramai avevano sconfitto gli invasori, e che la pace sarebbe presto tornata nel regno. Lei lo ringraziò di tutto cuore, sentendo una leggera fitta al cuore, lo aveva appena conosciuto, ma qualcosa dentro di sé le diceva che lui era speciale.
“ Ma, siete rimasta tutta sola? Cosa farete? Dove vivrete?” le chiese lui preoccupato, lei gli disse che voleva viaggiare e conoscere tante cose nuove, e che se ne stava proprio per andare dal villaggio.
Il giovane principe non era il primo figlio del re, colui il quale un giorno avrebbe ereditato il regno, per questo era libero di viaggiare, non solo per il regno, ma anche per il suo stesso piacere.
Anche lui, come la ragazza, aveva sentito quel qualcosa nel cuore, dal momento stesso in cui l'aveva vista. Nonostante fosse piuttosto timido con le donne, le propose di viaggiare insieme, e la ragazza, dopo qualche titubanza, accettò. La piccola ballerina di cera, ora diventata donna, lasciò così il villaggio e il padre tanto amato, pronta a vivere quella nuova vita che si era scelta.


Giorno dopo giorno il sentimento fra i due crebbe. Avevano visitato tanti luoghi, conosciuto molte genti e culture, imparato tante danze, e scoperti nuovi sapori. Ma anche quel lungo viaggio finì: per il principe era giunto il momento di tornare a casa.
Poco prima di arrivare al castello il principe si dichiarò alla giovane, che nel frattempo gli aveva rivelato la sua vera storia. Lui, qualche notte prima, aveva sognato una maga, che gli aveva mostrato la vera storia della fanciulla. Lui non le disse nulla, fino a che lei, un giorno non decise di raccontargli del suo vero passato, e il principe capì che quel sogno gli aveva in realtà mostrato la verità.
Quando parlò alla giovane del suo sogno, lei gli disse che la maga del suo sogno era di certo la stessa che aveva donato quel pezzo di cera incantato al suo caro papà.
I due si giurarono amore eterno e giunti a palazzo annunciarono il loro fidanzamento, accolti con gioia dal re e della regina, che oltre a festeggiare il rientro del loro amato figlio, avevano da festeggiare anche la nuova figlia che presto sarebbe entrata nella loro famiglia.
Il giorno del matrimonio in tutto il regno si fecero grandi festeggiamenti, il principe e la ballerina vissero per sempre felici e contenti, amandosi ogni giorno, ed viaggiando così come avevano sempre sognato di fare.




Morale della favola: nella vita spesso troveremo sul cammino chi ci impone dei compromessi volti a celare il nostro passato, a farci dimenticare chi siamo. Per i sogni bisogna sempre combattere, ma non bisogna mai dimenticare chi si è e quale è la nostra storia. Non si può costruire un buon futuro senza delle solide basi.



 
L'angolo di Cendri/Shera^^

Dopo anni partecipo a un contest, e questo è quello che ne è uscito, la mia prima favola.
Ci ho lavorato tutta la sera (e forse anche per questo ho gli occhi fuori dalle orbite XD, dormito di cacca e litigato con mio fratello stamattina =_=" vabbè, lasciamo stare, che dire, questa è la prima oneshot, credo che creo quest'anno, e mi piace ^^
5^ Classificata al contenst "Segui il matto!" indetto da MedusaNoir sul forum di EFP.
Avrei potetuto ottenere di più, ho fatto errori stupidi, tuttavia sono comunque contenta.
Non vedo l'ora di partecipare al loro prossimo contest.

Spero piaccia anche a voi, un beso ;*

Se volete leggere il risultato cliccate qui


Edit: Versione aggiornata 2015
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: _Sherazade_