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Autore: _Sherazade_    14/11/2012    3 recensioni
Raccolta di One-Shot, Flash fiction e Drabble originali legate dal filo conduttore della stagione più calda dell'anno: l'Estate.
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Questa Raccolta partecipa a "The Seasons Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
"Sinfonia Estiva", partecipa al contest " War of Drabbles " indetto da Alexalovesmal
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Genere: Romantico, Sentimentale
Capitoli: One shot
Tipo di coppia: Het
Categoria: Storie originali - Fantasy
Rating: Verde

Storia partecipante a "The Seasons Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
Stagione: Estate
Prompt: scelta libera - Luna
 



 
Dancing in the moonlight




Guardai il lago davanti a me.
Era così calmo... ne ero ipnotizzata, soprattutto dal riflesso della Luna.
Il mio sguardo cercò allora l’astro che brillava alto nel cielo, sembrava fissarmi. All'inizio ebbi quasi l'impressione che si stesse beffando di me, poi, però, riconobbi lo sguardo amorevole e materno dell'astro, mio protettore.
Amavo e odiavo al tempo stesso la Luna.
E ancora una volta il mio cuore era diviso in due: da una parte c’era il dovere, dall’altra Silke.
- Lo so che ti diverti lassù, mia cara. Ma è grazie a te che sono in questa situazione; mi hai messo te questo marchio! – dissi indicando la voglia a forma di luna all’altezza del chakra del cuore.
Mi voltai, dirigendo lo sguardo verso il paese, dal quale provenivano gli schiamazzi per la grande festa della Luna Blu, aspettandomi quasi di vederlo apparire. Silke, il mio grande amore da sempre. Anche se lui non lo sapeva, io lo amavo, e non riuscivo a soffocare questo forte sentimento.
Ma il mio era un amore che non potei mai rivelare, quello che per alcuni era un dono, per me si era rivelato una maledizione.
Fin dalla nascita il mio destino era stato segnato, non c'era niente che potessi fare per evitare quello che i numi avevano scelto per me.
Nata in Luglio, sotto il segno del Cancro e dell’influsso della Luna.
E poi quel segno divino, la voglia a forma di luna. Senza contare quella dannata premonizione di mia madre, quella visione.
Aveva incontrato la Dea Selene in un sogno, poco dopo avermi concepita. La Dea le disse che ero una predestinata, e che la mia vita sarebbe stata legata al tempio a lei dedicato. Un giorno sarei diventata sacerdotessa.
A soli sei anni venni affidata alle cure delle sacerdotesse del tempio, e da lì cominciò il mio addestramento. Avevo dovuto abbandonare tutto: la famiglia, le amicizie e Silke. Eravamo cresciuti insieme, e anche se aveva qualche anno più di me, eravamo sempre andati d’accordo.
Sono passati quindici anni da allora, e sono quello che volevano: la grande sacerdotessa del tempio.
Amata e riverita da tutti.
Ma non era questo ciò che volevo.


Le sacerdotesse devono vivere in funzione del tempio e della Dea. Non possono avere relazioni, non possono sposarsi o vivere storie d’amore, devono rimanere pure, intatte.
Ogni volta mi sforzavo di tenere dentro di me il mio dolore di quella solitudine.
Ma riuscire a nascondere agli altri quel profondo turbamento, era addirittura peggiore.


Vorrei solo essere normale.


Ogni volta che potevo, andavo a rintanarmi nel mio guscio, lontana da sguardi indiscreti o, come dice spesso Ashlin, la mia migliore e unica amica, ergevo un muro invalicabile attorno a me. Uno di quei muri con tanto di torrette e vedette che non lasciano passare proprio nessuno.
Giocherellai come sempre con la collana che mi era stata donata il giorno in cui venni promossa come sacerdotessa madre del tempio, a soli quattordici anni.
Fu in quell’occasione che potei rivedere tutti i cari che avevo perso, compreso Silke.
La collana era in argento e aveva un ciondolo fatto con la pietra di luna. Avrei voluto odiare quello che era il segno della mia costrizione: entrambi rimandavano alla Dea e al mio dannato segno. Il mio legame con loro era molto forte, più di quanto avessi voluto.
Non potevo però odiarlo. Ricordo le parole di Silke il giorno in cui mi rivide: - Sei bellissima, Aleara, e questa collana riesce a renderti giustizia!
Ricordo che cominciai a balbettare per l'emozione, e ancora oggi il cuore batte all'impazzata quando mi rifugio in quel lontano ricordo.
Riuscivo a sentire in lontananza le risate, la gioia per la festa. E pensavo a Silke, che di sicuro stava ballando con una delle tante ragazze che sognava e sperava di essere scelta dal bel guerriero come sua sposa.
Vi avevo partecipato all’inizio solo perché rientrava nei miei doveri, ma non riuscivo a reggere la vista di tutte quelle persone che si divertivano. Non sopportavo vedere le fresche spose, che quella sera avevo unito in matrimonio coi fortunati sposi.
Quella era la sera dell'anno in cui era più propizio sposarsi, e io, in quanto sacerdotessa, ero tenuta a celebrare quelle unioni.
Li invidiavo, e non potevo sopportare di vedere la loro felicità, quando la mia era stata negata.


Ciò che sento non riesco a gestirlo, e perché diamine devo piangere?


Mi asciugai in fretta le lacrime.
Mi sarebbe piaciuto essere un Leone, o un Acquario. Segni forti, che non imponevano marchi a caso a ignari infanti.
Invece ero stata concepita per essere un sacerdotessa lunare. Per essere una cancerina sensibile, lunatica, suscettibile… incarnavo perfettamente i difetti del mio segno.
L’unica cosa buona ereditata dal segno, era quella corazza che mi impediva di crollare.


Continuai a fissare il lago e il riflesso azzurro dell'astro luminoso; d’impulso mi ci buttai. Volevo farmi una nuotata, per potermi lavare via tutto quello che sentivo, tutto quello che avevo dentro. Avevo bisogno di sfogarmi e di annegare il dolore.
Nuotai a lungo e finalmente riuscii a trovare un po’ di serenità. Nuotare aveva quell'effetto catartico su di me.
Corsi verso il tempio e, senza farmi scorgere da nessuno, raggiunsi le mie stanze per mettermi addosso qualcosa di asciutto.
Cercai di tornare all'ingresso del bosco, ma qualcuno mi stava aspettando.
Dietro al tempio trovai Silke sui gradini.
- Che fine avevi fatto? – mi chiese prima ancora che potessi passargli accanto.
- Mi stavo annoiando... - mi giustificai, - e poi il mio compito l’ho portato a termine. La mia presenza non era più necessaria. – cercai di tagliare corto, non avevo voglia di parlare del motivo che mi aveva portata ad allontanarmi.
- Ti posso assicurare che ci sei mancata. – disse lui con la solita dolcezza che mi stringeva il cuore. Si avvicinò a me, ma d'istinto mi ritrassi.
- Non sarei stata di compagnia, avevo… altri pensieri per la testa. – non potevo certo dirgli che m’infastidiva vederlo attorniato da tutte quelle belle ragazze.
Feci per andarmene quando lui mi afferrò la mano. Rimaneva sempre qualche scalino più in basso, non si avvicinava, mi teneva semplicemente stretta così.
- Davvero non capisci ciò che intendo? Devo forse intendere che non capisci ciò che provo? – il cuore mi era balzato in gola. Batteva così forte che avevo paura che lui lo sentisse.
Non riuscivo a parlare, ero felice e nello stesso tempo sorpresa. Poi però mi arrabbiai, di certo stava scherzando, non poteva essere vero ciò che diceva.
- Non prenderti gioco di me Silke. Non farlo! – dissi con rabbia.
- Non mi sto prendendo gioco di te, io ti… - gli tappai la bocca con la mano.
- Non osare dirlo. - ero arrabbiata, ero triste ed ero amaramente felice. - Sai bene che non possiamo. Anche se io provassi quel qualcosa per te, sarebbe impossibile. – la mia voce divenne un flebile sussurro. Avrei voluto abbracciarlo, ma forse era meglio così.
- Siamo nati sotto gli astri sbagliati, Silke. Forse non dovremmo più vederci... - dissi col cuore che mi si stava per spezzare.
Feci per andarmene quando sentii una lieve spinta, che mi fece cadere tra le sue braccia.

 
Siate felici insieme


La collana che portavo al collo si spezzò, e la voglia scomparve.
Io e Silke ci guardammo negli occhi, e arrossimmo.
Il vento portò fino a noi le dolci note di un lento, Silke mi prese per mano conducendomi così verso il lago, mentre la musica sembrava seguirci.
Attorno a noi si erano riunite una moltitudine di lucciole.
- Vuoi ballare? – mi chiese lui.
- Solo se questo sarà il primo di molti altri.
Sorridendo, ballai con lui fino al mattino, e mentre il sole sorgeva e il lago rifletteva non solo il suo riflesso, ma anche quello mio e di Silke. Finalmente insieme.



 
  L'angolo di Shera ♥

Dopo parecchi anni, ecco che riprendo questa storia, dandole qualche ritocchino, perché comunque, a volte un'ulteriore revisione non fa male.
Il succo della storia è sempre quello, ho giusto aggiustato quel qualcosa che non mi convinceva del tutto :D
Ho convertito questa OneShot, da semplice Storia singola e Raccolta. Probabilmente diventerà una raccolta disomogena, nel qual caso, apporterò le dovute modifiche, facendo il capitolo indice, ma fino ad allora, terrò le cose esattamente così come sono :D



A presto

Shera♥

 
  
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