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Autore: Lonely soul    14/11/2012    6 recensioni
La magia nera è vietata. Si dice che non esista, che sia solo un frutto della malata mente umana, ma nessuno ha il coraggio di verificare che ciò sia vero o meno, abbiamo tutti paura delle conseguenze.
Ma Jennifer decide di rischiare, perché fare una bambolina voodoo non le porterà troppi problemi... o no?
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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VOODOO DOLLS

 



 

Le sue mani si muovevano impacciate sulla piccola bambolina, ancora poco e l’avrebbe finita.
Stava attaccando il piccolo cuoricino rosso sulla parte sinistra del petto, insieme al capello di quella persona.
Era già all’interno del cerchio, aveva già recitato le formule e una volta finito di cucire il piccolo organetto sulla bambolina la magia si sarebbe avverata.
Quando aveva deciso di costruire una bambolina voodoo non sapeva che avrebbe dovuto imparare tutto quel rituale, di solito si dice che basti mettere un capello su di essa e infilarci degli spilli, ma non era così. Lei lo sapeva, si era informata. Sapeva che dopo avrebbe dovuto mettere sul capo della bambolina una goccia del suo sangue, di modo che funzionasse solo con lei, e poi avrebbe dovuto fare un’offerta. Più l’offerta era grande e più la bambolina sarebbe stata funzionale, immediata e duratura. Non aveva intenzione di giocarsi l’anima, questo no, aveva optato per il gusto. A che serviva sentire i sapori? Era un senso inutile! Ma essendo comunque uno dei cinque sensi era comunque molto ben accetto per quelle pratiche.
Era fatta. Fece un piccolo nodo e tagliò il filo con i denti. Usò poi l’ago per pungersi un dito. Subito fuoriuscì una stiletta di sangue. Guardò il puntino rosso allargarsi sempre di più sul dito, fino a sembrare una bollicina rossa. Era così bello…
Pensò ancora a quanto stava facendo, e se qualcosa fosse andato storto? I film le insegnavano che non era affatto buona cosa praticare la magia nera, ma per una sola bambolina….
Le vennero in mente i soprusi che quella troietta aveva fatto al suo caro Denny. Si era comportata così da stronza! Gli aveva spezzato il cuore, e lui non se lo meritava. Certo, adesso forse si sarebbe accorto di lei, ma non le andava bene che una persona tanto crudele, che si era macchiata di un tale crimine la passasse liscia.
Tirò su col naso e si sistemò gli occhiali, che le stavano scendendo.
Poggiò allora il dito sulla fronte della bambola e ripeté il nome della ragazza.
Quando tolse il dito notò che la bambolina non era affatto macchiata del suo sangue.
Gli occhietti di questa scintillarono per un attimo, o era stata solo una sua impressione?
Le candele poste alle estremità delle punte del pentacolo si spensero per un attimo.
Jennifer teneva stretta tra le mani la piccola bambolina, iniziava veramente a ripensare a quanto stava facendo, ma andò avanti.
Infilò la testa della bambolina in bocca e pensò intensamente al sacrificio che aveva intenzione di fare.
Le candele si spensero di nuovo, stavolta non si sarebbero riaccese.
Jennifer corse ad accendere la luce della sua camera, dimenticandosi della bambolina nella sua bocca, solo quando sentì la mascella indolenzirsi si ricordò di lei.
La tirò fuori dalla bocca e la guardò: sembrava identica a prima, avrebbe funzionato?
 
Il giorno dopo Jennifer portò a scuola con sé la piccola Cristy. Durante la ricreazione si sarebbe messa dietro un albero del cortile, dove la vera Cristy non avrebbe potuto vederla, e avrebbe provato il suo nuovo “giocattolo”.
Non appena infilò uno spillo nella bambolina Cristy si piegò.
-Tutto a posto?- Le chiesero preoccupate le sue amiche, piegandosi su di lei.
-Si, ho avuto solo una fitta allo stomaco…-
-Sicura che non fosse il fegato? Te l’ho detto che secondo me bevi troppo…- Ipotizzò Tiffany.
-Secondo me sei rimasta incinta, hai la più pallida idea di chi sia il padre?- Chiese Sara.
-Secondo me invece è solo una colica… capita!- tentò Hellen
-Siete delle stronze! Non bevo troppo, e non sono tanto scema da rimanere incinta, e poi di chi, scusa? Denny?- Le ragazze scoppiarono a ridere.
Come si permetteva di prendersi gioco così del suo Denny?
Infilò nuovamente lo spillo nella bambolina, nel medesimo punto.
Cristy si piegò nuovamente.
-Sicura che sia tutto a posto?-
-Secondo me dovresti farti controllare da un medico-
-Secondo me dovresti andare un attimo al bagno!-
Cristy diede un’occhiata agli sguardi preoccupati delle amiche - Non è nulla, è la prima volta che mi prende!-
Fu allora che Denny accorse, vedendo la sua ex ragazza a terra, e le sue amiche che le stavano piegate attorno.
-Che è successo?- Chiese preoccupato.
Ma quello lo scansarono in malo modo,e Cristy lo mandò a quel paese.
Questo era troppo.
Jennifer lanciò la bambolina a terra per la rabbia. Cristy cadde e batté la testa.
Coma.
 
-Come sta?-
Jennifer si sentiva terribilmente in colpa e, dopo aver messo sotto chiave la bambolina voodoo perché troppo pericolosa, andò a trovare Jennifer all’ospedale, dove incontrò Denny.
-Scusa, ci conosciamo? Comunque sta male… ha dato una botta in testa.. oggi.. mentre era a scuola ed è finita in coma. I dottori non assicurano che si risvegli…- Denny era seduto su una delle sedie in sala d’attesa, testa tra le mani e occhi lucidi.
-Io… Sono Jennifer, andiamo a scuola insieme, non ti ricordi?-
Denny guardò la ragazza, poi sorrise appena, un sorriso forzato, sia perché non era affatto felice in quel momento sia perché non aveva la più pallida idea di chi fosse quella persona.
Jennifer allora lasciò la sala d’ospedale arrabbiata, senza nemmeno vedere in che condizioni era Cristy.
Come poteva quel idiota non sapere chi era LEI? E dire che LEI aveva fatto tutto ciò per LUI!
Accecata dalla rabbia la ragazza si chiuse in camera, con le lacrime agli occhi.
Le mani si muovevano ora con maggiore esperienza e nell’arco di un’ora finì la nuova bambolina.
Di nuovo fece quel rituale spaventevole, e abbandonò l’uso dell’olfatto. Addio odoracci sui mezzi pubblici, addio fame causata dal profumo di cibo che tanto l’aveva resa grassa e brufolosa. Addio.
Prese poi la bambolina voodoo di Cristy.
-Addio anche a te-
La ragazza fece fare alla testa della bambolina un giro completo.
-E adesso tocca a te-
Disse poi rivolgendo la sua attenzione anche sull’altra bambolina.
Andò in cucina e mise una pentola sui fornelli, e la bambolina nella pentola.
 
Quando andò a trovare Denny in ospedale il ragazzo dormiva. Aveva riscontrato bruciature serie su tutto il corpo, ma i dottori non riuscivano a spiegarsi come potesse essere successo.
Per quanto riguardava Cristy… La ragazza era stata trasferita in obitorio poche ore prima.
-Non volevo farlo.. giuro!- Sussurrò Jennifer, prendendo una mano del ragazzo. –Giuro che non volevo…- Una lacrima rigò il volto della ragazza.
Denny aprì gli occhi e la osservò attraverso le bende, che stava farneticando quella matta?
-Sai… Quando ho cominciato a fare questa bamboline non pensavo che sarebbe finita tanto male… Io volevo solo… che tu mi amassi come io amo te… Io ti amo da sempre! Dal primo giorno che ti ho visto io mi sono innamorata di te, ma tu non ti sei mai accorto di me. Sei stato tu a farmelo fare…- Continuava la ragazza.
Fu allora che un brivido percosse Denny.
Jennifer si accorse così che il ragazzo era sveglio. Il suo sguardo passò dallo stupore al terrore.
Da quanto era sveglio? Aveva sentito tutto?
Subito la ragazza lasciò la sua mano e frugò nella borsa.
A nulla valsero i mugugnii  del poveretto, i suoi tentativi di fermarla. Le scottature gli impedivano qualsiasi movimento, e le bende impedivano al suono di uscire chiaro dalle sue labbra.
Fu necessario un solo affondo dello spillo nel cuore della bambolina.
Arresto cardiaco.
 
Jennifer era chiusa in camera, le sue bamboline la guardavano, se n’era accorta. La fissavano, e la fissavano, e la fissavano.
La notte era nera più del solito, e sua madre era fuori per lavoro. Era sola a casa. Era sempre sola a casa.
Il temporale contribuiva a rendere l’atmosfera da incubo e Jennifer si accucciò in posizione fetale ad un angolo della stanza.
Suonò il campanello.
Jennifer aveva paura. Aveva moltissima paura. Ma andò comunque ad aprire.
Erano due poliziotti che le volevano fare delle domande sul decesso di Denny e sulla sua presunta “autocombustione” in quanto lei era stata l’ultima persona a vederlo prima della sua morte.
La ragazza offrì loro del te’ e poi, con la scusa di andare un attimo in bagno, andò su in camera sua, con le tazze.
Accuratamente prelevò della saliva dalle tazze dei poliziotti e la usò come surrogato dei capelli. Ormai aveva tre bamboline già pronte, doveva solo renderle bamboline voodoo. Ne prese due.
Quei poliziotti di sicuro sapevano qualcosa, e lei ci sarebbe andata di mezzo.. ne era certa.
Non ci pensò due volte a sacrificare altri due dei tre sensi rimasti: vista e udito.
Girò le teste di tutte e due le bamboline e si buttò a terra. Era sola, era sperduta, era triste… era un mostro…

Stringeva ancora tra le mani l’ultima bambolina che le rimaneva quando si accorse di non essere sola… lo sentiva, non era sola in casa. La ragazza agitò le mani all’impazzata, cercando di strappare all’altra persona un capello, o graffiarla per trovarsi le sue cellule morte sotto le unghie o di metterle un dito in bocca per poter usare la sua saliva per potersi salvare. .
Nello scontro con questa persona, la ragazza, riportò più lividi e finì per farsi anche del male da sola.
Riuscì a prendere però un capello.
Lo tenne stretto accanto alla bambolina e recitò delle parole.
-Ti do l’anima! Che la mia anima sia per sempre dannata all’inferno alla mia morte se adesso fai funzionare questa bambolina senza tutto quel fottutissimo rito! Ti prego! Tieni! Tieni! Basta il suo capello, no? Basta il suo capello!- Così dicendo rigirò la testa dell’ultima bambolina. Efficace. Efficacissima se si sacrifica la propria anima. Immediata.
Non sentì più nulla.

 
 

- Vi giuro che quando sono arrivata ho trovato tutto così. Mi sono preoccupata e… e.. sono salita al piano di sopra e…. e lì c’era la mia piccola Jennifer…. Lei… lei diceva cose senza senso io… io ho provato a fermarla, ma è come se non mi sentisse, né mi vedesse e… lei era impaurita e agitava le braccia e poi… poi… d’improvviso si è fermata e… ed era… era…-  La povera donna scoppiò in lacrime.



 


 
 

  
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