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Autore: None to Blame    14/11/2012    4 recensioni
Stava per ribattere con ironia, sarcasmo – come d'abitudine, perché altrimenti Artù avrebbe davvero capito che qualcosa non andava – quando il motivo del suo turbamento si materializzò in carne, ossa e lama affilata poco lontano da lui.
No, vicino a lui.
Sopra.
Sopra?
« MERLINO! »

*
Una figura misteriosa nel bosco di Camelot.
Una mente appesa ad un filo.
Una battuta di caccia finita male.
La vita di Merlino scivola via, tra le mani di Artù.
Genere: Angst, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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There's a shadow just behind me,

shrouding every step I take.

Sober - Tool

 




Era una notte gelida e pungente, la luna trafiggeva l'oscurità, una lama sottile incastonata nel cielo. La flebile luce si piegava docilmente sulle chiare pietre di Camelot, i merli del palazzo la catturavano e le ombre la invocavano.

Solo la foresta la rifuggiva. Rami come sentinelle attente e foglie che stendevano veli oscuri sul terreno. Nessuno – non un uomo, non un animale – osava inoltrarsi nel bosco a quell'ora se non per assoluta necessità.

E forse proprio per quel motivo una figura accendeva un fuoco fra due alberi poco frondosi – rami deboli che lasciavano entrare nel buio un confortante spicchio di luce.

Un giovane uomo dalla bocca sottile e capelli troppo lunghi, una profonda cicatrice che si accartocciava attorno all'occhio sinistro. Le mani gli tremavano convulsamente ed appiccare il fuoco a quei pochi sterpi rinsecchiti che aveva raccolto sembrava un'impresa quasi impossibile. In un moto di rabbia, scagliò via la pietra focaia, emettendo un grugnito insofferente.

Si portò una mano alla cintura ed estrasse una spada corta con la lama a foglia di salice, conficcandola nel terriccio alla sua destra. Quindi, si lasciò cadere a terra, stendendosi alla buona sul fogliame secco. Abbassò le palpebre, ma il tremore si era ormai diffuso in tutto il corpo e la pelle gli bruciava.

Non doveva cedere.

Non poteva cedere, non quando era così vicino alla fine. Era la carne che lo tentava, una debolezza che gli sussurrava parole suadenti, gli solleticava l'orecchio, tentandolo.

No, quella volta non avrebbe ceduto.

Le sue dita raggiunsero la sottile corda che aveva al collo. Cercavano freneticamente qualcosa – e lo trovarono.

Il corpo dell'uomo cessò di vibrare quando la mano si strinse possessiva attorno ad una piccola boccetta di vetro.

Riuscì ad abbandonarsi al silenzio, sospirando una promessa ripetuta troppe volte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caccia.

Non solo l'attività era insensata e deprecabile, ma qualcuno gli aveva affibbiato un nome davvero ridicolo e che non promette proprio nulla di buono.

A cominciare dall'occorrente.

Merlino aveva ormai imparato a preparare il suo padrone per duelli e combattimenti, per festeggiamenti o missioni fatali, ma continuava a dimenticare il necessario per le giornate di caccia.

Quel giorno, dopo che Artù ebbe magistralmente catturato – a detta di qualche Cavaliere; selvaggiamente massacrato era l'espressione che il mago preferiva – un grasso fagiano, il distratto servitore si ritrovò a corto di scuse per giustificare l'assenza di corde e/o contenitori.

 

« Sei un idiota! Come credi che porterò questa roba fino a palazzo? »

 

« Le porterò io! In mano.. »

 

« Spero di uccidere un cervo, allora. »

 

Merlino sollevò le sopracciglia.

Stava per ribattere con ironia, sarcasmo – come d'abitudine, perché altrimenti Artù avrebbe davvero capito che qualcosa non andava – quando il motivo del suo turbamento si materializzò in carne, ossa e lama affilata poco lontano da lui.

 

No, vicino a lui.

Sopra.

 

Sopra?

 

« MERLINO! »

 

Il dolore fisico è strano. Ti acceca la mente, abbagliandoti i sensi, ti riempe e svuota.

 

Ed il giovane mago cadde dalla sella.

 

Si toccò il ventre.

Sangue.

 

C'era luce, il riflesso del sole su una lama corta e larga, qualche risata ed un urlo. Atroce, lancinante, urlo doloroso.

 

Poi forse venne il buio.

Ma lui non se ne accorse.

 

 







NdA

Ascoltare i Tool quando hai la febbre e dovresti essere in facoltà NON FA BENE. Mi è venuta in mente questa storia mentre ascoltavo Sober (da cui il titolo). E l'ho scritta ascoltando Disposition, Prison Sex e Opiate. Però considero più Sober come sountrack di questa fanfiction.

( ecco il link al Tubo per chi non la conosce --> 
http://www.youtube.com/watch?v=GqmRDV0a_70 )

Dunque.
Sarà una cosa breve (cinque capitoli al massimo).
Nella mia mente è bella che pronta, perciò dovrei aggiornare con una certa frequenza. 

Spero che quest'inizio vi piaccia! Potrebbero, come al solito, esserci errorini di distrazione. Chiedo perdono!
Alla prossima!

Accetto critiche costruttive e distruttive!
 

   
 
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