‘Ciao coglione.’
Mi girai di scatto e incontrai due occhi azzurro oceano che mi scrutavano, e quella classica smorfia alla Tomlinson.
‘Ciao stronzo, ti è passata l’incazzatura di ieri?’
Si avvicinò e mi toccò i ricci distrattamente.
‘Sai che non riesco a restare arrabbiato con te per più di un giorno.’ Fece scivolare il dito delicatamente fra l’incavo del mio collo. ‘Scusa, Harry. Scusa davvero per ieri.’
Si avvicinò lentamente al mio viso. Le nostre labbra si incontrarono, quel bacio prese il posto di tante parole inutili che ci saremmo detti.
La sera prima avevamo litigato, sempre per la stessa storia, Eleanor.
Non riuscivo a contenere la rabbia quando li vedevo insieme, esplodevo.

*flashback*
Aprii la porta di casa, sentendo la risata di Louis.
rientro a casa perfetto.
Ma appena varcai la soglia, li vidi. Eleanor con la camicetta sbottonata per metà, che baciava Louis. Lui sorrideva guardandola negli occhi.
Lo stesso sguardo che rivolgeva a me.
Il mio cuore ebbe un sussulto, poi fu come se si rompesse in tanti piccoli pezzi, e fosse lasciato lì a esalare i suoi ultimi battiti. Lasciai cadere per terra il sacchetto della pasticceria con dentro le brioches al cioccolato per me e Lou. Loro sentirono il tonfo e si girarono. Eleanor sorrise, Louis arrossì imbarazzato, e mollò di scatto la presa sulle cosce di Eleanor.
Ma ormai era troppo tardi.
Trattenendo a stento le lacrime scivolai per il corridoio e mi chiusi violentemente la porta alle spalle.
Mi buttai sul letto e sentii Louis che si scusava con Eleanor, salutandola e chiudendo la porta. Sentii lo schiocco delle loro labbra che si univano, e lì le lacrime cominciarono a uscire, inondando il cuscino.
Perchè era tutto così difficile? Perché non potevo prenderlo per mano senza che qualcuno ci guardasse storto? Perché potevo baciarlo e accarezzarlo solo di nascosto, come due criminali? Cosa c’era di male in noi?
Sentii la porta che lentamente si apriva, e le vans colorate di Louis avanzarono fino al mio letto.
Mi prese il mento, e mi disse ‘Harry.’
‘Cosa vuoi?’ gli risposi freddamente sottraendomi in modo brusco alla sua presa.
‘Harry no, guardami.’
Lo guardai, e sputai fuori tutto quello che mi ero tenuto dentro fino a quel momento, con un sorriso amaro che mi spuntava sulle labbra.
‘Cosa dovrei fare Louis? Guardarti mentre baci lei invece che me? Vuoi che venga in viaggio di nozze con voi quando vi sposerete? Se vuoi faccio anche da baby sitter ai vostri bambini! Quanti ne volete, tre? Quattro? Cinque? Magari lei potrà darti quei bambini, Louis, ma nessuno, nessuno potrà mai amarti come lo faccio io.’
Mi guardò, e i suoi occhi tradirono il tono autoritario e controllato che assunse mentre mi rispondeva.
‘Pensi che sia facile, Harry? Pensi che sia facile fingere? Dover sforzarmi di chiamarla ‘El’ perché sulle labbra ho sempre il tuo nome? Pensi che sia facile? Beh, NON LO E’, e non lo sarà mai. Ma non possiamo, lo sai.’
‘Fottiti Louis, non possiamo perché tu non vuoi.’
‘Harold Edward Styles’ disse avvicinandosi a me con rabbia ‘ti amo più della mia stessa vita, e non c’è niente che mi farà cambiare idea, ti basta questo?’
Lo guardai, e sorrisi esasperato.
‘Lo sai che non mi basta Louis. Esci, per favore’
‘Vaffanculo harry, sei solo un bambino.’
Gli sbattei la porta in faccia, e sussurrai ‘Stronzo’.