VERDE COME LA SPERANZA
Il solito campo. Il solito spiazzo d'erba.
Una giornata come tante, direte voi. E invece no! Oggi c'è la cerimonia di
diploma alla Raimon Junior High, e per salutarsi i nostri amici hanno deciso di
giocare un'ultima partita, proprio in quel campo dove tutto è cominciato. La
brezza fresca fa volare nell'aria i petali dei ciliegi, che volteggiano
nell'aria, danzando come piccole fate. Urla di gioia, acclamazioni e poi il
silenzio. I 90 minuti sono terminati. È ora di dire ciao a quegli amici, a quei
compagni che hanno condiviso tutto per 3 anni.
Silvia si incamminò, sospinta dalla brezza leggera, lungo il sentiero
ombreggiato da due file di ciliegi che conducevano fuori da quel 'piccolo
paradiso'.
«Hai intenzione di non dirgli nulla nemmeno oggi?» La ragazza trasalì e si
voltò, riconoscendo la voce della sua amica Nelly.
«A cosa servirebbe? Non ci rivedremo più per molto tempo, Nelly. Non avrebbe
senso.»
La castana sospirò. «Silvia, Mark ti piace da ancora prima che ci conoscessimo,
te ne rendi conto? Sono più di tre anni che gli stai vicino come amica e basta.
Non hai voglia di dirgli finalmente ciò che senti?» La bruna emise un sonoro
sbuffo. «A parte il fatto che ne parli come se fosse una tragedia alla 'Romeo e
Giulietta'... Io non gli interesso, Nelly. Punto.»
«Come fai a dirlo? Dammi una sola ragione!» esclamò Nelly, mettendosi le mani
sui fianchi, a mo' di sfida. «Beh... In tutti questi anni non l'ho mai visto
veramente interessato a nessuna... Il suo unico interesse è il calcio. Prima
pensavo che tu gli interessassi, però poi Victoria gli ha dato quel bacio... E
poi è arrivata Camelia, e hanno passato tanto tempo insieme durante i
mondiali... Penso che sia lei la ragazza che preferisce» concluse, chinando la
testa, improvvisamente giù di corda. «Sì, però non scordiamoci che tu sei stata
la prima ragazza dello staff ad essere sua amica... Voi due avete ridato vita
alla Raimon. Poi, quando Erik è tornato a trovarti e ti ha abbracciata l'ho
visto sgranare gli occhi sorpreso ma anche piuttosto... Non so, preoccupato. E
ai mondiali, quando ti ha portata a cavalluccio fino alla festa?» chiese Nelly,
con un piccolo sorriso sulle labbra. Un sorriso che si allargò quando scorse
sul volto dell'amica un vago rossore. «Dici che gli piaccio?» mormorò,
sorridendo. «L'unico modo per scoprirlo è vedere la sua reazione!» Silvia non
fece nemmeno in tempo a rispondere che Nelly prese a tirarla per un braccio
lungo la strada, dirette verso lo spogliatoio.
Rimasero soli, l'uno di fronte all'altra, perfettamente in silenzio, mentre il vento continuava la sua danza. Silvia temporeggiava, spostando il peso da una gamba all'altra, e Mark per la prima volta non sapeva cosa dirle. «Tu... E Nelly stavate venendo qui. Perché?» chiese alla fine il ragazzo, interrompendo l'opprimente silenzio. «I-Io... Dovevo parlarti. Dirti una cosa.» Mark trasalì, e incrociò lo sguardo con quello della ragazza. «Cosa dovevi dirmi?» La sua voce aveva preso quella sfumatura piena di curiosità che già tante volte aveva sentito. Sorrise timidamente. "Non cambierà mai" si disse. Ma in fondo andava bene così. Senza il suo sorriso e la sua allegria non sarebbe stato più lui. «Volevo salutarti un'ultima volta prima di andare, e ho pensato...» Si interruppe. "Non posso credere a quel che sto per dire." «... Che forse ti andava di fare due tiri.» Concluse la frase ridendo. La bocca di Mark si curvò automaticamente all'insù. «Ma certo! Però... Se riesco a parare tre dei tuoi tiri voglio un premio!» esclamò il ragazzo, avviandosi di corsa verso il campo, seguito a ruota da Silvia. Corsero fino al ponte, al vecchio campetto dove si allenavano i bambini delle elementari, e quando si fermarono Silvia si piegò in due. Mark rise di gusto. «Hai già il fiatone! Mi chiedo come farai a segnare» disse, andando a mettersi nella sua solita posizione, pronto a difendere la porta. La ragazza prese il pallone e cominciò a palleggiare, incerta. "È da quando sono piccola che non gioco... Bah, speriamo."
Tirò la prima volta, e fu un fiasco: il ragazzo la prese senza alcun problema. «Ed è una!» esclamò infatti, rilanciando il pallone alla ragazza. Aveva una strana luce negli occhi, o almeno così pensò Silvia, mettendosi in posizione, pronta a tirare ancora. Un'altra parata. "Uffa!" «Due!» la canzonò Mark, rilanciandole di nuovo il pallone. «Non cantare vittoria così presto, tu! Manca ancora un tiro.» Poggiò per l'ennesima volta il pallone sullo sterrato del campo e prese un bel respiro. Alzò lo sguardo quel tanto che bastava per inquadrare la posizione del portiere, e poi tirò con quanta forza aveva. Mark si buttò di lato e avvolse il pallone con le sue braccia, lasciandolo roteare furiosamente, finché non si bloccò definitivamente. "No, non può essere!" Silvia rimase a guardare il pallone stretto fra le braccia del ragazzo, con aria afflitta.«Ho vinto io!» esclamò Mark, spiccando un balzo. «Bene, a questo punto devo cominciare a preoccuparmi?» chiese Silvia, sorridendo. « No, non credo che sia poi una cosa così orribile... Però, dal momento che sono una brava persona, lascio scegliere un premio anche a te» rispose Mark, con aria noncurante. La ragazza annuì, poi indicò il pallone, rimasto nella porta. «Volgio che mi abbracci, proprio come hai stretto il pallone prima.» Mark strabuzzò gli occhi, poi si lasciò scappare un risolino, scuotendo la testa. Si avvicinò alla bruna e, senza troppe cerimonie, la strinse a sé. La ragazza affondò il viso nell'incavo della spalla del ragazzo, mentre le sue mani cercavano di stringerlo un po'. Quando lui la lasciò, i loro sguardi si incrociarono nuovamente. In quello di Silvia, curiosità. In quello di Mark, malizia mischiata alla sua solita aura allegra.«Direi che a questo punto tocca a te ritirare il premio, no? » Il ragazzo sorrise, e le carezzò una guancia. Poi, con molta delicatezza, posò le labbra sulle sue. Fu solo qualche secondo, ma per entrambi sembrò un'eternità. Quando Mark tornò al suo posto, Silvia chinò la testa. "Non posso credere che proprio credere di aver aspettato così tanto tempo." «Che ne dici se domani andiamo a fare una passeggiata, eh?» Non rispose nemmeno. Lo prese per mano e cominciò a camminare verso il paese. Entrambi sorridevano, spensierati e finalmente insieme.
ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! *cri cri cri* Hmm, ok. Allora... Molto probabilmente non è quello che vi aspettavate. Questo fandom è prevalentemente shonen, shonen-ai e yaoi, e le storie "etero" scarseggiano parecchio xD Non ho nulla in contrario, semplicemente volevo far sapere al mondo (?) che i sostenitori della AkixEndo non sono defunti :D
Detto questo... Mi vergogno profondamente di quello che ho scritto, perché è, non so... Ad alto contenuto di zuccheri. I personaggi (a parer mio) sono OOC .
Ringrazio profondamente SleepingWithGhosts.
Senza il tuo aiuto non avrei mai notato certi errori (per non dire orrori) quindi... Arigato Gozaimasu!!!
Chiunque sia riuscito a leggere fin qui senza provare l'impulo di uccidermi, meriterebbe un trofeo alla pazienza xD
Ciao Ciao ^^
Fri x3