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Autore: tatefra    01/06/2007    0 recensioni
Questa brevissima oneshot è nata un pomeriggio mentre cercavo di immaginare cosa avrei provato se JKR deciderà di uccidere un certo lupo, così ho scritto la verità, perchè il lupo non può morire
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo si mosse irrequieto sulla poltrona “Ma non è giusto!” L’amico lo ascoltava tranquillo e un po’ rassegnato comodamente seduto sulla poltrona accanto “Non fingere che non sia tua la responsabilità di tutto questo” rispose senza distogliere lo sguardo dalla Gazzetta del profeta. L’uomo chiuse il libro e sbottò “E va bene forse in parte sarà anche colpa mia, ma non è certo colpa mia se quella donna è una pazza furiosa!” si alzò per avvicinarsi alla porta finestra. L’amico sorrise fra se “Vorresti forse dire che non sei stato tu a farle una corte spietata quando l’hai incontrata per sbaglio per le vie di Londra?” “Si bhe certo ma …” tentò di replicare l’uomo. “E che non sei stato tu a coinvolgerla in una folle storia d’amore che sapevi benissimo di non dover nemmeno pensare di iniziare?” incalzò l’amico tenendo sempre aperta la Gazzetta del profeta. “E va bene lo riconosco però …” “E che non sei stato tu a portarla in quel locale quella sera, dopo averla voluta presentare a tutto il gruppo di amici, proprio quel locale babbano, come lei del resto, in cui vi siete ubriacati a tal punto da farvi sbattere fuori?” insistette l’amico con assoluta tranquillità ed una punta di divertimento. “D’accordo, d’accordo! Sono stato io ma tu lo sai che non …” “E non sei mica stato tu che hai caricato la tua bella gabbana, ignara di tutto, sulla tua moto volante per portarla ad Hosgmead a farvi un ultimo goccetto in santa pace? E una volta giunto lì non hai usato la tua bacchetta per procurarle una poltrona più comoda, perché, disgrazia, tutte le seggiole del bar erano occupate?” concluse l’amico sorridendo e abbassando il giornale. “Va bene.” Disse in un sospiro Sirius Black “Hai ragione, ho fatto una cavolata dietro l’altra lo riconosco Remus” Remus si alzò per avvicinarsi a Sirius “E’ si amico mio lo hai proprio fatto” commentò continuando a sorridere all’amico. “Ma ero giovane ed incosciente, cosa volevi che capissi a quell’età. Ero appena uscito da scuola e mi sentivo così sicuro di me e …” “Così assurdamente Don Giovanni” completò la frase Remus. “Già” disse con disappunto Sirius “Ero come uno stallone in calore alla continua ricerca di una femmina” Remus si rimise seduto “Non prendertela Sirius capita a tutti di commettere un errore” affermò con benevolenza ma trattenendo una piccola risata. “Come se non sapessi che ora tutti nel mondo magico ridono di me” disse sconsolato Sirius. “Lascia che ridano” rispose Remus. “E già facile per te. Tu ne esci pulito da questa storia, ne esci da eroe buono, non come me” sottolineò Sirius. “Ne esco stecchito per la precisione.” Fece notare Remus con la massima tranquillità. “Ma perché se l’è presa anche con te? Non lo capisco” chiese Sirius “Perché fui io ad avere l’ingrato compito di dissuaderla dal venirti a cercare, io e Silente dopo di me. Le parlammo a lungo, non fu facile convincerla a non parlare, ma poi si convinse che se avesse raccontato la verità sarebbe stata considerata pazza” spiegò per l’ennesima volta Remus. “Quella è pazza” disse Sirius con rabbia. “No era solo una giovane donna infatuata che non ha sopportato di vedere lo stallone che l’aveva ammaliata circuire sotto i suoi stessi occhi la sua migliore amica” precisò Remus. Sirius chiuse gli occhi “Ti prego non me lo ricordare” “Ma è così che è andata mio caro amico” “Ma come ho potuto essere tanto stupido!” scaglio il libro a terra e si volse verso Remus. “Però devi ammettere che scrive molto bene. Ha avuto un grande successo nel mondo babbano, come è che si intitola l’ultimo libro?” chiese tirandosi un po’ su. “Harry Potter and the deathly hallows” rispose tetro Sirius. “Quello in cui tiro le cuoia. Bhe pazienza. La sola cosa che non capisco è come le sia venuto in mente di mettermi accanto una compagna così disastrosa. Mha” Dalla stanza accanto provenì un rumore di vetri rotti e una voce sottile di donna che imprecava. “Non starà mica cucinando??” chiese Sirius. “Temo di si” rispose Remus un po’ preoccupato. “E l’hai lasciata da sola in cucina?!?!?” insistette Sirius. “Già” rispose Remus mentre si alzava. La porta si aprì ed entrò una donna graziosa, indossava un grembiulino con una vistosa macchia fresca di pomodoro. “Remus amore non sai che cosa è accaduto, non so come, ma mentre tentavo di aprirla, una bottiglia di pomodoro è scivolata e si è rotta. Credi che sia stata incantata?” chiese la donna con la massima ingenuità dipinta sul volto. “Temo di si tesoro. Ora perché non vai a cambiarti, mi è venuta voglia di cucinare, preparo io la cena per i nostri ospiti.” “Come sei premuroso amore. Allora io mi cambio se proprio insisti” e così dicendo uscì. “Già e soprattutto se vogliamo salvare la cucina” disse sottovoce Sirius. “Non dire così. E’ solo che ogni tanto si distrae” rispose Remus. “Solo perché ti sei sposato una sorta di cataclisma vivente” rispose ghignando Sirius Black. “Vogliamo ricominciare a parlare della tua storia con J. K. Rowling? Quella che ha scritto una saga di 7 sette libri solo per fartela pagare di averla tradita con la sua migliore amica?” incalzò Remus. “Ok, lasciamo perdere” disse scuro Sirius e insieme all’amico si avviò a preparare la cena.
  
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