Solo, in uno stadio che può contenere migliaia di persone. Solo, su quel palco che fino a pochi attimi prima ospitava altre cinque persone. Stà lì, al centro, dritto come l'asta del suo microfono, come in ascolto di qualcosa. In attesa, forse. Il viso, immerso nella penombra creata dal gioco di luci, che da concentrato si rilassa impercettibilmente di secondo in secondo, come fosse in pace con sè stesso.
Probabilmente l'adrenalina del concerto è ormai scemata, lasciandogli quella sensazione di appagamento e spossatezza ormai familiari. Come dopo aver fatto l'amore.
Non lo fa tutte le volte, Chester, di fermarsi in uno stadio ormai vuoto. Ogni tanto però sente come un'energia che lo chiama, irresistibile, allora torna sul palco, dove i suoi passi rimbombano e il suo cuore accellera come fosse sotto sforzo. Ed è in quei momenti in cui è solo sul palco silenzioso che il suo cuore si riempie di pace grazie all'energia lasciata dai fan.
Li ringrazia silenziosamente nella sua mente, li ringrazia  perchè grazie a tutti loro lui può continuare la sua vita come l'ha sempre desiderata. La sua realtà è il palco. Non potrebbe essere altrimenti. Spera non sarà mai altrimenti. Con questa speranza nel cuore si gira e se ne va. Un'altra città lo aspetta, un altro palco pronto ad accoglierlo. Non vuole farlo attendere troppo.



Ultima nota: non lo so, perciò non chiedetemelo. So solo che volevo scrivere di Chester e dei LP. Corta, lo so. Senza senso? Mi sa di sì, eppure mi piace (modesta se non altro). Se avete qualche opinione a riguardo ben lieta di leggere i vostri commenti.

Lily.