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Autore: Fredyck    02/06/2007    19 recensioni
" -Puoi contarci. Allora ci si vede, Ka…- qui si fermò, con aria pensosa.
Il suo interlocutore gli gettò un’occhiata incuriosita, chiedendosi come mai si fosse interrotto.
Vegeta esitò per qualche istante e poi riprese: -Allora ci si vede… Goku.- "
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiamami Kakaroth

Vegeta si sentiva in pace con se stesso.

Era una sensazione nuova per lui, quasi impalpabile, eppure la poteva percepire, quella serenità che mai avrebbe creduto di poter provare. Il furore Saiyan che aveva in petto si era finalmente placato, i rimpianti del passato erano stati momentaneamente messi da parte.

Erano passati ormai due anni dall’ultimo Torneo Mondiale di Arti Marziali, da quando aveva dato sfogo a tutta la sua rabbia repressa permettendo a un folle mago di liberare la sua parte malvagia; lo spettacolare combattimento contro Kakaroth era servito ad appianare le loro divergenze, come solo fra due Saiyan può avvenire. Ormai provava rispetto per il suo rivale e aveva smesso di biasimarlo per aver rinnegato le sue origini.

Quella mattina, il Principe si era svegliato all’alba con l’intenzione di allenarsi; eppure, in procinto di entrare nella camera gravitazionale, si era reso conto di non avere alcuna voglia di passare in quella sterile, bianca stanza la sua intera giornata. Non gli era mai capitato qualcosa di simile prima di allora, ma aveva deciso di non farci caso e di cercare un luogo idoneo per il suo allenamento.

Dopo aver sorvolato città e oceani, era giunto in una zona montuosa dove aveva scorto una piccola valle riparata fra due alte pareti rocciose e circondata da un boschetto di cipressi; soddisfatto della sua scelta, era atterrato dolcemente sull’erba ancora bagnata di rugiada.

Stava per iniziare con gli esercizi di riscaldamento, quando aveva notato un laghetto appartato presso l’imboccatura della valle, all’ombra dei cipressi. Spinto dalla stessa indefinibile emozione che l’aveva portato a rinunciare alla camera gravitazionale, si era spogliato per poi immergersi nella limpida e cristallina acqua di montagna. Un normale essere umano non si sarebbe mai tuffato in un’acqua così fredda; ma del resto, Vegeta era tutto fuorché un normale essere umano.

Galleggiando dolcemente, mentre l’acqua lo lambiva trasmettendogli una piacevole sensazione di freschezza, il Principe aveva chiuso gli occhi e si era sentito come purificato, lasciando scivolare lontano passato e futuro, godendosi quel raro momento di quiete e armonia.

Dopo qualche tempo, molto lentamente, era emerso dall’acqua e si era sdraiato all’ombra di un albero, appoggiando la schiena contro il tronco e assopendosi.

Ora Vegeta si era appena risvegliato; il sole era ormai alto in cielo. Aveva sognato di pianeti sconosciuti, dalla natura cupa e lussureggiante; nessun combattimento, nessun incubo. Si concesse un fugace sorriso, non essendo ancora abituato a quella sensazione di pace interiore.

Rimase lì fermo per un’altra ora; era ormai in procinto di alzarsi, quando avvertì una presenza familiare alle sue spalle.

-Vegeta…-

Si trattava ovviamente di Kakaroth: del resto quelle erano le sue montagne, avrebbe dovuto aspettarselo. Stranamente però la sua presenza non lo infastidiva, né riusciva a scalfire la singolare armonia che lo pervadeva.

Il salvatore del pianeta lo stava guardando con aria incuriosita:

-Vegeta, cosa ci fai qui?-

-Mi alleno.- rispose il Principe, con un guizzo d’ilarità negli occhi.

Goku sorrise, sorpreso e compiaciuto per l’umore insolito di colui che considerava un amico.

-Sai, Vegeta, qualche volta vengo anch’io qui a meditare. Che tu ci creda o no, ritengo che sia davvero un allenamento utile, per la mente e per lo spirito.-

-Hmm.- commentò il suo interlocutore, lapidario come al solito, eppure senza quella vena di sarcasmo che di solito lo caratterizzava nelle sue conversazioni con Kakaroth. Era un dettaglio quasi impercettibile, eppure entrambi se ne accorsero, e ne rimasero sorpresi.

Dopo un momento di riflessione Goku si sedette al suo fianco, contemplando il cielo insieme a lui, che di nuovo si sorprese di non essere infastidito da quella che normalmente avrebbe considerato una grave invasione del suo spazio personale.

Rimasero così per qualche minuto, finché Goku non ruppe il silenzio: -Ormai è da molto che non combattiamo…mi mancano i nostri scontri, sai? Dovremmo allenarci insieme qualche volta.-

-Forse hai ragione…ma non oggi. Oggi…non ho voglia di combattere.- rispose Vegeta, esitando nel dare ragione al suo rivale e nell’affermare qualcosa di tanto insolito per lui.

Goku lo osservò per qualche secondo e poi gli sorrise.

-Sei cambiato, Vegeta.-

Questo scrollò le spalle.

-Può darsi.-

Dopo qualche altro minuto di silenzio, Goku si alzò in piedi.

-Ora devo proprio andare al fiume a pescare qualcosa per pranzo…altrimenti chi la sente poi Chichi!- esclamò –Mi accompagni, Vegeta?-

-Puoi scordartelo.- rispose il Principe, con aria vagamente divertita –Non sono cambiato così tanto.-

-Hehe, già; forse ho un po’ esagerato…- disse Goku, leggermente imbarazzato –In ogni caso ricorda quello che ti ho detto prima…aspetto con ansia il nostro prossimo confronto.-

Vegeta gli rivolse qualcosa che assomigliava in modo sospetto a una contrazione in su degli angoli della bocca…un minuscolo accenno di sorriso.

-Puoi contarci. Allora ci si vede, Ka…- qui si fermò, con aria pensosa. Il suo interlocutore gli gettò un’occhiata incuriosita, chiedendosi come mai si fosse interrotto.

Vegeta esitò per qualche istante e poi riprese: -Allora ci si vede…Goku.-

Quest’ultimo lo guardò incredulo. Era già capitato che il Principe dei Saiyan si rivolgesse a lui con il suo nome terrestre, ma mai con questa…premeditazione. Se da un lato la cosa gli dava una grande gioia, dall’altro…

-Come mi hai chiamato?-

-Goku. Mi sembrava di aver capito che fosse il tuo nome da terrestre…mi sbaglio forse?- replicò Vegeta ironico.

Goku rifletté per qualche tempo, e poi rispose, con tono lento e pacato:

- Vegeta…non sai che piacere mi faccia sentirti pronunciare questo nome. Significa che hai capito chi sono e che hai cominciato ad accettarmi. Eppure…per favore, continua a chiamarmi Kakaroth. So che può sembrarti strano, ma sebbene all’inizio non potessi sopportarlo, col tempo mi sono abituato a questo appellativo. Non perché si tratta del mio nome Saiyan... ma perché mi evoca adrenalina, battaglie e mi ricorda ciò che abbiamo passato insieme. Se qualcun altro mi chiamasse così mi arrabbierei, ma con te è diverso…in fondo condividiamo lo stesso destino, siamo gli unici due superstiti della razza Saiyan e ci siamo costruiti una nuova vita qui sulla Terra. Sei stato il mio avversario migliore, l’unico che abbia saputo sempre tenere il passo con me e mettermi in difficoltà anche quando credevo di essere diventato invincibile…per questo devi continuare a chiamarmi Kakaroth, finché continueremo a combattere insieme. –

Vegeta rimase colpito dalle sue parole velate di malinconia, sebbene non lo diede a vedere. Rivolse al rivale il suo solito sorriso beffardo, nei suoi occhi ardeva nuovamente il fuoco Saiyan. Vi era però anche una nuova, indefinibile sfumatura, come di comprensione.

-Come preferisci…Kakaroth. Ma non credere di passarla liscia la prossima volta che ci scontreremo…ho un paio di nuovi assi nella manica. Faresti meglio a stare in guardia.-

Goku replicò, nello stesso tono e con lo stesso sguardo: -Puoi scommetterci! Ora devo andare. Data e luogo li decideremo in seguito…non vedo l’ora di battermi con te!-

-Allora ci si vede…Kakaroth.- disse Vegeta per la terza volta.

I due Saiyan si voltarono e ognuno andò per la sua strada, riflettendo su ciò che era appena stato detto.

Diretto verso casa, Vegeta sorrideva fra sé.

“Questa volta sarò io il vincitore, Kakaroth…te lo posso assicurare. Ma oggi non mi allenerò. Questa strana pace che mi pervade…penso che dovrei passare la giornata con la mia famiglia. Solo per oggi, non sarò un Principe, ma un padre. Per quanto riguarda quella valle…sicuramente ci tornerò. Grazie a questa serenità riuscirò a oltrepassare il mio limite e a raggiungere il tuo livello, per poi superarlo…”

Quella notte, Vegeta sognò.

Salve a tutti…questa è la prima storia che pubblico, spero che vi sia piaciuta. Ho cercato di rendere al meglio questi due personaggi per come li vedo io. Voi che ne dite?

  
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