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Autore: Michy90    02/06/2007    3 recensioni
Come Sao Feng entrò in possesso delle Carte nautiche, la rotta ai Confini del Mondo? E chi è in realtà Mira, la spregiudicata ladra ed assassina che lui ha assoldato? E cosa c'entra con loro un gioiello chimato "La Stella D'Oriente"? Prima dell'avventura che lo porterà ai Confini del Mondo, tra colpi di spada e tempeste in mezzo ai mari più insidiosi, Sao Feng dovrà confrontarsi anche con una misteriosa leggenda, indissolubilmente legata al suo destino e a quello di Mira...
Storia in via di revisione
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sao Feng
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 1 (La Tigre e Drago)

 

~ Capitolo 5 ~

 

 

Appostato fuori dal locale dove Mira aveva appena compiuto il suo omicidio, Feng la guardò uscire dalla porta, trascinando letteralmente il cadavere, che teneva saldamente per il colletto della giacca. Fortunatamente non si notava che l’uomo fosse morto, e persino a Feng sembrò fosse addormentato.

Guardò Mira allontanarsi, fino a che non fu sparita dietro un angolo, e si avviò sul retro del locale, dove uno dei suoi uomini lo aspettava.

-Capitano- lo salutò quando Feng si fermò davanti a lui -Ordini?-

Feng si guadò intorno prima di parlare -Domattina tornerai a Singapore, mentre noi partiremo per la Costa del Diavolo…fà in modo di prendere più informazioni che puoi riguardo Mira…voglio sapere chi è, da dove viene, arriva fino in India, se necessario- disse sottovoce.

-Si, capitano- rispose quello, pronto.

-Bene, và pure- consentì Feng.

Fu solo quando il suo marinaio se ne fu andato che Feng fu preso da una strana, indescrivibile sensazione, quasi di…disagio.

Aveva detto a Mira di fidarsi di lei, ma voleva sapere cosa nascondesse; quella giovane donna lo incuriosiva e lo attraeva, sebbene lui fosse stato abbastanza abile da nasconderlo…Ma scavare nel suo passato gli sembrava improvvisamente una mancanza di considerazione nei confronti della ragazza.

D’un tratto si stupì di sé stesso: da quando si preoccupava di quello che avrebbero potuto pensare o provare gli altri a causa delle sue azioni? Non gli era mai capitata una cosa del genere, dopotutto non è nell’indole di un pirata l’impensierirsi per qualcosa, men che meno per i sentimenti di una donna, cosa che a lui non interessava affatto.

Ma fu solo allora, quando sentì quell’impercettibile disagio, che capì tutto: il comportamento di Mira con lui, e il suo stesso atteggiamento con lei.

Mira sentiva che Feng la stava cambiando e che, con la sua irruzione nella sua vita, i suoi principi erano crollati. Per questo era così restia ad averlo vicino: in un certo senso aveva paura che lui la trasformasse ancor più di quanto avesse già fatto.

E lui…lui sentiva che non avrebbe mai rincontrato una donna come lei, forte e combattiva, volubile ma bellissima. Non lo temeva, ma lo rispettava, seppure Feng vedesse quanto la soddisfacesse litigare con lui, confrontarsi a parole con qualcuno che fosse pari a lei per forza d’animo e spirito persuasivo. Quando aveva insinuato quelle cose su di lei, il giorno prima, sul ponte della sua nave, Feng aveva manifestamente percepito la forza repressa della ragazza, e aveva trovato in lei una tigre pronta a balzare, se solo le fossero state spalancate le porte del mondo. Cosa che ora lui avrebbe avuto occasione di fare.

Liberare Mira dalla prigione di cristallo in cui era chiusa, dalla vita ripetitiva che seguiva, sarebbe stato come osservare una creatura nuova rinascere dalle ceneri di quella vecchia: gli invisibili legami dai quali Mira era imprigionata si sarebbero rotti, liberando la sua indole guerriera e sovversiva, capace di stare al pari della sua.

Si ritrovò a pensare a quanto Mira fosse simile a lui: forte, severa, fiera, orgogliosa, combattiva e sicura di sé, ed era un piacere stare a contatto con lei, parlarle e provocarla, per osservare le sue reazioni. Lo soddisfaceva vedere come Mira avesse una risposta pronta per ogni sfida che lui le rivolgeva, e sentirla ribattere a sua volta era una grande soddisfazione per lui.

Senza togliere il fatto che alla sua intelligenza, la sua arguzia e la sua furbizia, nonché la sua straordinaria abilità con le armi, si univa una bellezza selvaggia.

Non c’era altro termine per definirla: selvaggia. Gli occhi nocciola, profondi, intensi e calcolatori, parlavano senza bisogno che lei proferisse parola, e con quel loro taglio tipicamente indiano, contornati di pigmento nero, sembravano trapassare da parte a parte.

In vita sua Feng aveva avuto numerosissime amanti, tutte bellissime, ma nessuna di loro poteva vantare il corpo perfetto di Mira, energico ma allo stesso tempo così delicatamente attraente e affascinante.

Anche lui la desiderava, almeno quanto aveva manifestato lei, ma non voleva che Mira fosse sua solo per una notte. Per questo l’aveva baciata in quel modo, la sera prima: voleva legarla a lui, voleva essere l’uomo che le avrebbe fatto capire quanto fosse sbagliata la sua vita. Perché lei, bellissima e incantevole, non poteva darsi al primo uomo che le capitasse: era sprecata per fare la prostituta. Un solo uomo avrebbe potuto averla, ed era l’uomo che Mira amava. E, Feng ne era sicuro, era a lui che Mira si stava lentamente ma inesorabilmente legando, e questo la ragazza l’avrebbe capito presto. Solo allora avrebbe compreso che tipo di vita avesse condotto fino ad allora, e se la sarebbe lasciata alle spalle per stare con lui.

Perché lui la voleva. La voleva, spasmodicamente, ineluttabilmente, da quando l’aveva conosciuta, da quando aveva capito quanto lei fosse diversa dalle altre. E da quando aveva, quasi  inconsciamente, cominciato a legarla a sé. Lei che, capace di tenergli testa, crudele ma bellissima, si accendeva di desiderio quando lui la baciava.

E Feng si rese conto che oltre ad aver legato a sé Mira, era stato anche lui a legarsi a lei: aveva voluto a tutti i costi coinvolgerla in quella missione, non solo per la sua abilità di ladra e assassina, ma anche, senza rendersene conto, o forse senza volerlo ammettere, per averla vicino, e continuare a desiderarla e farsi desiderare, per diventare così la persona di cui Mira non avrebbe più potuto fare a meno. E anche lui, presto, non avrebbe più potuto fare a meno di lei.

Da quando l’aveva conosciuta, infatti, aveva cominciato a trovare mille pretesti per rivederla. Ma se dapprima era solo la curiosità per quella ragazza a spingerlo a tanto, ora non più: la sua attrazione per lei andava al di là della curiosità…Era vero e proprio desiderio di averla vicino a sé, solo per guardarla, sentirla parlare, respirare, combattere.

Ma così facendo, anche lui aveva capito che non avrebbe più potuto contenere il desiderio che provava per lei, che prima o poi sarebbe impetuosamente esploso, coinvolgendoli entrambi, e formando un legame che non sarebbe stato facile sfaldare.

Sorrise. Si, Mira sarebbe stata sua, la sua donna...per sempre.

 

                                                      *                                      *

 

Il vento che soffiava furioso rendeva la tempesta ancora più violenta. La grandine colpiva la Luna Rossa con le sue gocce gelide, mentre gli uomini a bordo si davano da fare per resistere al vento rabbioso.

La mattina dopo l’omicidio compiuto da Mira, la Luna Rossa aveva fatto vela verso il luogo indicato dalla mappa che la ragazza aveva rubato: la Costa del Diavolo.

Feng e Mira, al riparo dalla tempesta, si trovavano nella cabina del capitano.

-E dove si trova questa Costa del Diavolo?- chiese Mira, seduta su una sedia di fronte a lui, quando Feng le ebbe spiegato dove si stessero dirigendo.

-Non so dove si trovi di preciso, non conosco un luogo simile- rispose il pirata accigliato, le mani posate ai lati del tavolo dove c’era, spiegata, la carta che Mira aveva rubato -Cercheremo di seguire la carta-

La ragazza l’osservò per un attimo, rimanendo quasi affascinata da quello sguardo così serio e autorevole, che la spinse a chiedergli:

-Perché desideri questa mappa? Hai detto che vale più della tua vita…- chiese Mira.

-Si, è vero, l’ho detto…- rispose Feng, ricordando quanto Mira si fosse stupita del fatto che per quel pezzo di pergamena fosse morta così tanta gente, e lui aveva ribadito come la considerasse più preziosa della sua stessa vita.

-Ma…perché? Cosa c’è ai Confini del Mondo?- domandò di nuovo Mira. Non si spiegava come un oggetto di tale risma, un semplicissimo foglio di carta, potesse essere tenuto in così tanta considerazione.

-I Confini del Mondo sono un luogo pericoloso e infido, in cui quasi nessuno può arrivare, senza quella mappa…- Feng rispondeva a monosillabi, conscio del fatto che a ogni parola da lui pronunciata, Mira pendesse sempre più dalle sue labbra: dai suoi occhi, il pirata poteva vedere un desiderio irrefrenabile di sapere, sebbene non lo mostrasse apertamente.

-Quasi nessuno?- disse Mira accigliata -Perché quasi?-

-È ai Confini del Mondo che le anime dei morti vanno per raggiungere l’aldilà- rispose Feng, sebbene vedesse, dall’espressione degli occhi di Mira, che lei riteneva alquanto inverosimile una cosa del genere -So che risulterà difficile da accettare- disse quindi -Ma è così-

-È semplicemente incredibile. Il luogo dove si trovano i morti è irraggiungibile dalla Terra- disse Mira scettica, incrociando le braccia  -È un luogo immateriale, non certo accessibile per vie così semplici-

-Non è affatto semplice, Mira- ribatté invece Feng -Mi stupisco della tua superficialità- la provocò con un sorrisetto maligno.

-Non sono superficiale, sono realistica- replicò Mira calma ma con tono piccato, lanciandogli uno sguardo di sfida -E mi stupisco della tua scarsa perspicacia…Come può un pirata come te confidare in queste credenze popolari?- gli rispose, pronta.

-Niente è incredibile o impossibile a questo mondo, Mira…Basta che tu ci creda davvero- rispose Feng, per niente stupito dalle opposizioni della ragazza, ancora una volta quasi come se lo aspettasse.

-E quindi basta crederci e arriveremo ai Confini del Mondo?- chiese Mira scettica, incrociando le braccia al petto -Usando anche quella mappa, naturalmente- aggiunse. Poi fece un cenno di diniego e sospirò, più a sé stessa che a lui -È impossibile..-

-Oh, si che lo è- affermò Feng serafico, con il suo solito sorriso, rispondendo a Mira -Ma basterà quella mappa per farti cambiare idea, credimi-

Mira era ancora molto scettica, ma non poté fare a meno di notare che il pirata aveva un tono tremendamente coscienzioso mentre parlava. Forse stava davvero dicendo la verità…

-E perché devi raggiungere i Confini del Mondo?- chiese Mira, ancora diffidente -Devi riportare in vita qualcuno?-

-Non si possono riportare in vita i morti- rispose il pirata. Fissò la ragazza, serio, si raddrizzò e la raggiunse, all’altro lato del tavolo -Ma grazie a quella mappa, potrei diventare il pirata più temuto e venerato dei sette mari…per sempre- disse piano, guardandola negli occhi.

-Nel…regno dei morti? E com’è possibile?- chiese Mira. In quel momento sembrava un bambina desiderosa di ascoltare il finale di una favola pericolosamente bella.

-Quella mappa non conduce solo ai Confini del Mondo, Mira- rispose Feng sostenendole il mento con un dito, gli occhi neri in quelli di lei -Ma anche a quello che tutti gli uomini desiderano di più-

-E cos’è questa cosa che anche tu, tra tutti gli uomini, desideri tanto, capitano?- chiese Mira alzandosi in piedi, mentre il pirata lasciava il viso della ragazza.

-L’immortalità…e l’eterna giovinezza… - sussurrò, a pochi centimetri da lei.

Mira sorrise sarcastica -E servirà la mappa che cerchiamo per ottenerle?- chiese piano, le sopracciglia sollevate in un’espressione scettica.

-Oh, si…- rispose Feng con ghigno, mitigato però dall’espressione dei suoi occhi, pieni di determinazione -Ed è anche grazie a te che sto per prenderla-

-Chi ti dice che ti aiuterò di nuovo?- chiese Mira con lo stesso tono di poco prima.

-La curiosità che scorgo nei tuoi occhi, ragazza mia- le rispose pronto lui, quasi come se si aspettasse quella domanda -Vedo che muori dalla voglia di avventurarti insieme a me in quest’impresa impossibile…-

Mira sorrise ancora, questa volta i suoi occhi si ingentilirono un po’ -Si, è vero, non ho mai avuto occasione di fare qualcosa di così curioso e azzardato- ammise -E certo non avrei mai pensato che un giorno mi sarei ritrovata su una nave pirata in cerca di un luogo sconosciuto e forse inesistente per trovare una mappa miracolosa…Ma mi piace- sorrise, sottile.

Feng si avvicinò di più a lei -Hai ragione da vendere- disse, guardandola negli occhi -È un’impresa quasi impossibile, ma vale la pena di tentare, credimi-

Mira sorrise serafica -Ho fatto cose che tu neanche immagini- gli sussurrò -Un’ azione avventata in più non farà molta differenza- 

-Mi piacerebbe approfondire l’argomento…- sogghignò lui.

-Un’altra volta, magari…- rispose Mira altera, rendendosi conto che si trovavano talmente vicini che le sarebbe bastato avvicinarsi di appena un millimetro per trovare le labbra di lui.

Deglutì impercettibilmente, per niente a disagio, mentre sentiva il desiderio impellente di coprire quella distanza che li separava. Anche Feng doveva averlo pensato, perché le sorrise e si chinò su di lei, le sue labbra che sfiorarono quelle carnose della ragazza, senza evolvere però un vero e proprio bacio. E la ragazza capì: aspettava lei.

Allora Mira si avvicinò ancora, coprendo quello spazio più corto di un respiro che ancora li divideva, come se, da quando lui l’aveva baciata, non avesse aspettato altro che sentire le labbra di lui di nuovo sulle sue, le sue forti braccia che la stringevano, il suo respiro unirsi a quello di lui...

Lentamente, Feng passò le mani sulle braccia della ragazza, provocandole dei piacevoli brividi, e appoggiandole poi sui suoi fianchi, abbracciandola. Si chinò su di lei, baciandola con calore, mentre la ragazza posava le mani sulle sue spalle e chiudeva gli occhi.

Come aveva potuto, solo due giorni prima, pensare di allontanarsi da lui? Quel pirata che così all’improvviso era entrato nella sua vita, nel suo passato, nelle sue certezze, sconvolgendo le sue convinzioni? Come avrebbe potuto separarsi da quei baci dolci e così delicati? Come avrebbe potuto abbandonare per sempre quel calore che aveva provato la prima volta che lui l’aveva baciata, e che sentiva anche ora? Quand’era con lui si sentiva un’altra. Non la prostituta, non la ladra né l’assassina...Solo Mira. Feng aveva saputo riscoprire il lato più sensibile dalla sua personalità, che lei aveva nascosto per ben sette anni sotto la maschera della seduttrice dissoluta, e l’aveva fatto rinascere.

L’abbraccio del pirata sui fianchi della ragazza si fece più deciso, e il contatto tra le loro labbra più profondo, tanto che Mira si lasciò sfuggire un gemito sommesso. Si alzò in punta di piedi per baciarlo meglio, ancora più in profondità, le loro labbra ardenti che si univano con desiderio sempre più crescente.

Tutto quello che Feng aveva compreso la sera prima, tutte le sensazioni provate, gli precipitarono addosso, e le sentì ancora più in profondità. La voleva, sentiva di non poter più resistere, bramava che tra loro ci fosse qualcosa di più concreto che un bacio rubato sul ponte di una nave.

Feng la strinse di più a sé, accarezzandole piano i fianchi nudi, e più in alto, fino alla schiena, fino alla fibbia del corpetto. Sentì il desiderio impellente di toglierlo per sfiorare finalmente quei seni così attraenti che aveva solo visto, ma un grido da fuori lo fermò:

-Capitano!-

Feng si separò lentamente da quel bacio che stava per trasformarsi in qualcosa di più profondo, apparentemente ignaro delle grida fuori, e rivolse a Mira uno sguardo che valeva più di mille parole.

-Capitano! Ci servite voi al timone!-

Ancora tra le braccia di Feng , Mira si scostò mentre il pirata le rivolgeva un ultimo sguardo prima di uscire dalla porta circolare e salire le scale che portavano al ponte. Prima di svoltare l’angolo si voltò e le disse:

-Aspettami-

Poi scomparve, diretto sul ponte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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