Appostato fuori dal locale dove Mira aveva appena
compiuto il suo omicidio, Feng la guardò uscire dalla porta, trascinando
letteralmente il cadavere, che teneva saldamente per il colletto della giacca.
Fortunatamente non si notava che l’uomo fosse morto, e persino a Feng sembrò
fosse addormentato.
Guardò Mira allontanarsi, fino a che non fu
sparita dietro un angolo, e si avviò sul retro del locale, dove uno dei suoi
uomini lo aspettava.
-Capitano- lo salutò quando Feng si fermò davanti
a lui -Ordini?-
Feng si guadò intorno prima di parlare -Domattina
tornerai a Singapore, mentre noi partiremo per la Costa del Diavolo…fà in modo
di prendere più informazioni che puoi riguardo Mira…voglio sapere chi è, da dove
viene, arriva fino in India, se necessario- disse
sottovoce.
-Si, capitano- rispose quello,
pronto.
-Bene, và pure- consentì
Feng.
Fu solo quando il suo marinaio se ne fu andato che
Feng fu preso da una strana, indescrivibile sensazione, quasi di…disagio.
Aveva detto a Mira di fidarsi di lei, ma voleva
sapere cosa nascondesse; quella giovane donna lo incuriosiva e lo attraeva,
sebbene lui fosse stato abbastanza abile da nasconderlo…Ma scavare nel suo
passato gli sembrava improvvisamente una mancanza di considerazione nei
confronti della ragazza.
D’un tratto si stupì di sé stesso: da quando si
preoccupava di quello che avrebbero potuto pensare o provare gli altri a causa
delle sue azioni? Non gli era mai capitata una cosa del genere, dopotutto non è
nell’indole di un pirata l’impensierirsi per qualcosa, men che meno per i
sentimenti di una donna, cosa che a lui non interessava
affatto.
Ma fu solo allora, quando sentì
quell’impercettibile disagio, che capì tutto: il comportamento di Mira con lui,
e il suo stesso atteggiamento con lei.
Mira sentiva che Feng la stava cambiando e che,
con la sua irruzione nella sua vita, i suoi principi erano crollati. Per questo
era così restia ad averlo vicino: in un certo senso aveva paura che lui la
trasformasse ancor più di quanto avesse già fatto.
E lui…lui sentiva che non avrebbe mai rincontrato
una donna come lei, forte e combattiva, volubile ma bellissima. Non lo temeva,
ma lo rispettava, seppure Feng vedesse quanto la soddisfacesse litigare con lui,
confrontarsi a parole con qualcuno che fosse pari a lei per forza d’animo e
spirito persuasivo. Quando aveva insinuato quelle cose su di lei, il giorno
prima, sul ponte della sua nave, Feng aveva manifestamente percepito la forza
repressa della ragazza, e aveva trovato in lei una tigre pronta a balzare, se
solo le fossero state spalancate le porte del mondo. Cosa che ora lui avrebbe
avuto occasione di fare.
Liberare Mira dalla prigione di cristallo in cui
era chiusa, dalla vita ripetitiva che seguiva, sarebbe stato come osservare una
creatura nuova rinascere dalle ceneri di quella vecchia: gli invisibili legami
dai quali Mira era imprigionata si sarebbero rotti, liberando la sua indole
guerriera e sovversiva, capace di stare al pari della sua.
Si ritrovò a pensare a quanto Mira fosse simile a
lui: forte, severa, fiera, orgogliosa, combattiva e sicura di sé, ed era un
piacere stare a contatto con lei, parlarle e provocarla, per osservare le sue
reazioni. Lo soddisfaceva vedere come Mira avesse una risposta pronta per ogni
sfida che lui le rivolgeva, e sentirla ribattere a sua volta era una grande
soddisfazione per lui.
Senza togliere il fatto che alla sua intelligenza,
la sua arguzia e la sua furbizia, nonché la sua straordinaria abilità con le
armi, si univa una bellezza selvaggia.
Non c’era altro termine per definirla: selvaggia.
Gli occhi nocciola, profondi, intensi e calcolatori, parlavano senza bisogno che
lei proferisse parola, e con quel loro taglio tipicamente indiano, contornati di
pigmento nero, sembravano trapassare da parte a parte.
In vita sua Feng aveva avuto numerosissime amanti,
tutte bellissime, ma nessuna di loro poteva vantare il corpo perfetto di Mira,
energico ma allo stesso tempo così delicatamente attraente e affascinante.
Anche lui la desiderava, almeno quanto aveva
manifestato lei, ma non voleva che Mira fosse sua solo per una notte. Per questo
l’aveva baciata in quel modo, la sera prima: voleva legarla a lui, voleva essere
l’uomo che le avrebbe fatto capire quanto fosse sbagliata la sua vita. Perché
lei, bellissima e incantevole, non poteva darsi al primo uomo che le capitasse:
era sprecata per fare la prostituta. Un solo uomo avrebbe potuto averla, ed era
l’uomo che Mira amava. E, Feng ne era sicuro, era a lui che Mira si stava
lentamente ma inesorabilmente legando, e questo la ragazza l’avrebbe capito
presto. Solo allora avrebbe compreso che tipo di vita avesse condotto fino ad
allora, e se la sarebbe lasciata alle spalle per stare con lui.
Perché lui la voleva. La voleva, spasmodicamente,
ineluttabilmente, da quando l’aveva conosciuta, da quando aveva capito quanto
lei fosse diversa dalle altre. E da quando aveva, quasi inconsciamente, cominciato a legarla a
sé. Lei che, capace di tenergli testa, crudele ma bellissima, si accendeva di
desiderio quando lui la baciava.
E Feng si rese conto che oltre ad aver legato a sé
Mira, era stato anche lui a legarsi a lei: aveva voluto a tutti i costi
coinvolgerla in quella missione, non solo per la sua abilità di ladra e
assassina, ma anche, senza rendersene conto, o forse senza volerlo ammettere,
per averla vicino, e continuare a desiderarla e farsi desiderare, per diventare
così la persona di cui Mira non avrebbe più potuto fare a meno. E anche lui,
presto, non avrebbe più potuto fare a meno di lei.
Da quando l’aveva conosciuta, infatti, aveva
cominciato a trovare mille pretesti per rivederla. Ma se dapprima era solo la
curiosità per quella ragazza a spingerlo a tanto, ora non più: la sua attrazione
per lei andava al di là della curiosità…Era vero e proprio desiderio di averla
vicino a sé, solo per guardarla, sentirla parlare, respirare, combattere.
Ma così facendo, anche lui aveva capito che non
avrebbe più potuto contenere il desiderio che provava per lei, che prima o poi
sarebbe impetuosamente esploso, coinvolgendoli entrambi, e formando un legame
che non sarebbe stato facile sfaldare.
Sorrise. Si, Mira sarebbe stata sua, la sua
donna...per sempre.
*
*
Il vento che soffiava furioso rendeva la tempesta
ancora più violenta. La grandine colpiva la Luna Rossa con le sue gocce gelide,
mentre gli uomini a bordo si davano da fare per resistere al vento
rabbioso.
La mattina dopo l’omicidio compiuto da Mira, la
Luna Rossa aveva fatto vela verso il luogo indicato dalla mappa che la ragazza
aveva rubato: la Costa del Diavolo.
Feng e Mira, al riparo dalla tempesta, si
trovavano nella cabina del capitano.
-E dove si trova questa Costa del Diavolo?- chiese
Mira, seduta su una sedia di fronte a lui, quando Feng le ebbe spiegato dove si
stessero dirigendo.
-Non so dove si trovi di preciso, non conosco un
luogo simile- rispose il pirata accigliato, le mani posate ai lati del tavolo
dove c’era, spiegata, la carta che Mira aveva rubato -Cercheremo di seguire la
carta-
La ragazza l’osservò per un attimo, rimanendo
quasi affascinata da quello sguardo così serio e autorevole, che la spinse a
chiedergli:
-Perché desideri questa mappa? Hai detto che vale
più della tua vita…- chiese Mira.
-Si, è vero, l’ho detto…- rispose Feng, ricordando
quanto Mira si fosse stupita del fatto che per quel pezzo di pergamena fosse
morta così tanta gente, e lui aveva ribadito come la considerasse più preziosa
della sua stessa vita.
-Ma…perché? Cosa c’è ai Confini del Mondo?-
domandò di nuovo Mira. Non si spiegava come un oggetto di tale risma, un
semplicissimo foglio di carta, potesse essere tenuto in così tanta
considerazione.
-I Confini del Mondo sono un luogo pericoloso e
infido, in cui quasi nessuno può arrivare, senza quella mappa…- Feng rispondeva
a monosillabi, conscio del fatto che a ogni parola da lui pronunciata, Mira
pendesse sempre più dalle sue labbra: dai suoi occhi, il pirata poteva vedere un
desiderio irrefrenabile di sapere, sebbene non lo mostrasse
apertamente.
-Quasi
nessuno?- disse Mira accigliata -Perché quasi?-
-È ai Confini del Mondo che le anime dei morti
vanno per raggiungere l’aldilà- rispose Feng, sebbene vedesse, dall’espressione
degli occhi di Mira, che lei riteneva alquanto inverosimile una cosa del genere
-So che risulterà difficile da accettare- disse quindi -Ma è
così-
-È semplicemente incredibile. Il luogo dove si
trovano i morti è irraggiungibile dalla Terra- disse Mira scettica, incrociando
le braccia -È un luogo immateriale,
non certo accessibile per vie così semplici-
-Non è affatto semplice, Mira- ribatté invece Feng
-Mi stupisco della tua superficialità- la provocò con un sorrisetto
maligno.
-Non sono superficiale, sono realistica- replicò
Mira calma ma con tono piccato, lanciandogli uno sguardo di sfida -E mi stupisco
della tua scarsa perspicacia…Come può un pirata come te confidare in queste
credenze popolari?- gli rispose, pronta.
-Niente è incredibile o impossibile a questo
mondo, Mira…Basta che tu ci creda davvero- rispose Feng, per niente stupito
dalle opposizioni della ragazza, ancora una volta quasi come se lo
aspettasse.
-E quindi basta crederci e arriveremo ai Confini
del Mondo?- chiese Mira scettica, incrociando le braccia al petto -Usando anche
quella mappa, naturalmente- aggiunse. Poi fece un cenno di diniego e sospirò,
più a sé stessa che a lui -È impossibile..-
-Oh, si che lo è- affermò Feng serafico, con il
suo solito sorriso, rispondendo a Mira -Ma basterà quella mappa per farti
cambiare idea, credimi-
Mira era ancora molto scettica, ma non poté fare a
meno di notare che il pirata aveva un tono tremendamente coscienzioso mentre
parlava. Forse stava davvero dicendo la verità…
-E perché devi raggiungere i Confini del Mondo?-
chiese Mira, ancora diffidente -Devi riportare in vita
qualcuno?-
-Non si possono riportare in vita i morti- rispose
il pirata. Fissò la ragazza, serio, si raddrizzò e la raggiunse, all’altro lato
del tavolo -Ma grazie a quella mappa, potrei diventare il pirata più temuto e
venerato dei sette mari…per sempre- disse piano, guardandola negli
occhi.
-Nel…regno dei morti? E com’è possibile?- chiese
Mira. In quel momento sembrava un bambina desiderosa di ascoltare il finale di
una favola pericolosamente bella.
-Quella mappa non conduce solo ai Confini del
Mondo, Mira- rispose Feng sostenendole il mento con un dito, gli occhi neri in
quelli di lei -Ma anche a quello che tutti gli uomini desiderano di
più-
-E cos’è questa cosa che anche tu, tra tutti gli
uomini, desideri tanto, capitano?- chiese Mira alzandosi in piedi, mentre il
pirata lasciava il viso della ragazza.
-L’immortalità…e l’eterna giovinezza… - sussurrò,
a pochi centimetri da lei.
Mira sorrise sarcastica -E servirà la mappa che
cerchiamo per ottenerle?- chiese piano, le sopracciglia sollevate in
un’espressione scettica.
-Oh, si…- rispose Feng con ghigno, mitigato però
dall’espressione dei suoi occhi, pieni di determinazione -Ed è anche grazie a te
che sto per prenderla-
-Chi ti dice che ti aiuterò di nuovo?- chiese Mira
con lo stesso tono di poco prima.
-La curiosità che scorgo nei tuoi occhi, ragazza
mia- le rispose pronto lui, quasi come se si aspettasse quella domanda -Vedo che
muori dalla voglia di avventurarti insieme a me in quest’impresa
impossibile…-
Mira sorrise ancora, questa volta i suoi occhi si
ingentilirono un po’ -Si, è vero, non ho mai avuto occasione di fare qualcosa di
così curioso e azzardato- ammise -E certo non avrei mai pensato che un giorno mi
sarei ritrovata su una nave pirata in cerca di un luogo sconosciuto e forse
inesistente per trovare una mappa miracolosa…Ma mi piace- sorrise,
sottile.
Feng si avvicinò di più a lei -Hai ragione da
vendere- disse, guardandola negli occhi -È un’impresa quasi impossibile, ma vale
la pena di tentare, credimi-
Mira sorrise serafica -Ho fatto cose che tu
neanche immagini- gli sussurrò -Un’ azione avventata in più non farà molta
differenza-
-Mi piacerebbe approfondire l’argomento…-
sogghignò lui.
-Un’altra volta, magari…- rispose Mira altera,
rendendosi conto che si trovavano talmente vicini che le sarebbe bastato
avvicinarsi di appena un millimetro per trovare le labbra di lui.
Deglutì impercettibilmente, per niente a disagio,
mentre sentiva il desiderio impellente di coprire quella distanza che li
separava. Anche Feng doveva averlo pensato, perché le sorrise e si chinò su di
lei, le sue labbra che sfiorarono quelle carnose della ragazza, senza evolvere
però un vero e proprio bacio. E la ragazza capì: aspettava
lei.
Allora Mira si avvicinò ancora, coprendo quello
spazio più corto di un respiro che ancora li divideva, come se, da quando lui
l’aveva baciata, non avesse aspettato altro che sentire le labbra di lui di
nuovo sulle sue, le sue forti braccia che la stringevano, il suo respiro unirsi
a quello di lui...
Lentamente, Feng passò le mani sulle braccia della
ragazza, provocandole dei piacevoli brividi, e appoggiandole poi sui suoi
fianchi, abbracciandola. Si chinò su di lei, baciandola con calore, mentre la
ragazza posava le mani sulle sue spalle e chiudeva gli
occhi.
Come aveva potuto, solo due giorni prima, pensare
di allontanarsi da lui? Quel pirata che così all’improvviso era entrato nella
sua vita, nel suo passato, nelle sue certezze, sconvolgendo le sue convinzioni?
Come avrebbe potuto separarsi da quei baci dolci e così delicati? Come avrebbe
potuto abbandonare per sempre quel calore che aveva provato la prima volta che
lui l’aveva baciata, e che sentiva anche ora? Quand’era con lui si sentiva
un’altra. Non la prostituta, non la ladra né l’assassina...Solo Mira. Feng aveva
saputo riscoprire il lato più sensibile dalla sua personalità, che lei aveva
nascosto per ben sette anni sotto la maschera della seduttrice dissoluta, e
l’aveva fatto rinascere.
L’abbraccio del pirata sui fianchi della ragazza
si fece più deciso, e il contatto tra le loro labbra più profondo, tanto che
Mira si lasciò sfuggire un gemito sommesso. Si alzò in punta di piedi per
baciarlo meglio, ancora più in profondità, le loro labbra ardenti che si univano
con desiderio sempre più crescente.
Tutto quello che Feng aveva compreso la sera
prima, tutte le sensazioni provate, gli precipitarono addosso, e le sentì ancora
più in profondità. La voleva, sentiva di non poter più resistere, bramava che
tra loro ci fosse qualcosa di più concreto che un bacio rubato sul ponte di una
nave.
Feng la strinse di più a sé, accarezzandole piano
i fianchi nudi, e più in alto, fino alla schiena, fino alla fibbia del corpetto.
Sentì il desiderio impellente di toglierlo per sfiorare finalmente quei seni
così attraenti che aveva solo visto, ma un grido da fuori lo
fermò:
-Capitano!-
Feng si separò lentamente da quel bacio che stava
per trasformarsi in qualcosa di più profondo, apparentemente ignaro delle grida
fuori, e rivolse a Mira uno sguardo che valeva più di mille
parole.
-Capitano! Ci servite voi al timone!-
Ancora tra le braccia di Feng , Mira si scostò
mentre il pirata le rivolgeva un ultimo sguardo prima di uscire dalla porta
circolare e salire le scale che portavano al ponte. Prima di svoltare l’angolo
si voltò e le disse:
-Aspettami-
Poi scomparve, diretto
sul ponte.
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