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Autore: Like an Undead    16/11/2012    2 recensioni
Questa One Shot parla del motivo per cui Hayato rifiuta tutte le ragazze che gli si dichiarano e del momento in cui ha conosciuto la "ragione della sua vita".
Spero vi piaccia e sarò felice di leggere e rispondere a tutte le vostre recensioni!
_Killer Shizuku_
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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LA PROMESSA DI HAYATO
 
Era il giorno di San Valentino ed Hayato Gokudera era, come sempre, ricoperto di cioccolato.
Durante l’intervallo gli si avvicinò una ragazza abbastanza alta, portava gli occhiali ed aveva i capelli neri a caschetto che disse con uno sguardo basso porgendogli un pacchetto: << s-scusami io volevo darti questo e dirti che tu mi piaci moltissimo da un sacco di tempo, amo il tuo modo di fare e la tua forza in tutti i tipi di situazioni e quindi volevo chiederti, per favore diventa il mio ragazzo! >>
Lui la guardò, aveva pensato che lei fosse davvero innamorata di lui, molto diversamente da tutte quella altre ragazze che gli regalavano il cioccolato guardando solo il suo aspetto, poi rispose: << scusami tu, vedi io prima di arrivare in Giappone dall’Italia ho fatto una promessa, una promessa che tutt’ora io ritengo uno dei motivi della mia esistenza e non posso accettare il tuo amore perché io sono legato ad un’altra persona… >>
Il ragazzo iniziò a raccontare di quando aveva conosciuto la “ragione della sua vita”…
 
*Flashback*
 
Al tempo avevo solo otto anni…era il mio compleanno e mio padre mi portò a vedere un concerto di piano insieme a mia sorella.
Io domandai: << Papà, papà, dove stiamo andando? >>
Lui mi rispose: << andiamo in un bel posto dove si può ascoltare il piano che ti piace tanto. >>
Io esultai: << che bello! Vero Bianchi-nee? >>
Bianchi disse: << si, sono felice anch’io! >>
Mio padre poi ordinò: << bene siamo arrivati…forza via le giacche, dobbiamo entrare! >>
Io e mia sorella in coro dicemmo: << si! >>
In quel locale, si stava tenendo un concorso di musica, accessibile solo a gente adulta a cui anche una ragazza, che io ammiravo tanto stava partecipando e per questo ci tenevo particolarmente ad assistere.
Io domandai: << Papà, papà, quella è la signorina che ci viene a trovare a casa vero? >>
Lui mi rispose:<< già, proprio così. >>
Io esclamai: << com’è brava a suonare il piano! Papà anch’io voglio diventare bravo come lei!! >>
Lui mi lodò: << sono certo che il tuo sogno si avvererà, e poi sei già molto bravo ora! >>
Io lo ringraziai contento.
Mentre tutti erano impegnati ad ammirare la bravura della giovane pianista, io mi accorsi che una bimba vestita con degli stracci, correva verso la cucina sul retro, ed allora istintivamente la seguii. 
Vidi che la piccola stava cercando di mettere in un sacco tutte le cibarie che potevano entrarvi.
Vedendola in difficoltà, l’aiutai e poi la feci fuggire dalla porta di servizio.
Una volta fuori dal locale, iniziammo a parlare.
Io dissi: << io mi chiamo Hayato e tu? >>
La bimba rispose: << Io…non ho un vero nome. >>
Io rimasi sorpreso da quelle parole e poi dissi:<< e allora il tuo papà e la tua mamma come ti chiamano? >>
Lei, con lo sguardo sempre più triste continuò: << io non ho neanche una famiglia, e quando qualcuno mi chiama usano nomi tipo, “ladra o piccola furfante”… >>
Io mi sentivo triste per lei, e allora  ribattei: << bè se non hai un nome ce lo dovremo inventare! Che ne dici di….mmh…Alexandra? >>
La bambina, provò a trattenersi dallo scoppiare a ridere come una matta, ma non ci riuscì:<< Alexandra?! Accidenti che brutti gusti! A questo punto preferisco ladra! >>
Feci una faccia imbronciata: << accidenti! Allora ti piace….Mariageltrude? >>
La piccola ladruncola, fece una faccia ancora più disgustata: << M-Mariageltrude???!!! >>
Io risposi:<< ho capito non ti piace nemmeno questo! Mmh…mmh… >>
Lei interruppe i miei pensieri per paura che mi inventassi un nome ancora più osceno: << senti facciamo così, tu ci pensi a casa tua, a casa tua, e poi me lo vieni  dire ok? >>
Io ribattei dicendo che non sapevo dove trovarla se fossi andato via, e lei mi rivelò il suo più grande segreto, quello che riguardava il posto in cui alloggiava all’insaputa del resto del mondo.
Abitava il un vecchio magazzino abbandonato, che però stava per essere demolito, e lei sarebbe finita di nuovo in mezzo alla strada.
Allora io domandai: << se q-questo posto viene demolito, avrai una casa dove stare? >>
Lei un po’ incerta e con un tono triste mi rispose: << chi lo sa? Non si può sapere qualcosa che non è ancora successa no? >>
Io esclamai tutto convinto una frase ad effetto: << Io lo so!! >>
Lei sorpresa mi domandò: << che vuoi dire? >>
Io dissi: << so dove puoi andare dopo che questo posto sarà demolito!!! Ci vediamo domani qui a quest’ora…mmh, ah, Killer. >>
La piccola: << cosa? >>
Io dissi: << da oggi ti chiamerai Killer, è deciso! >>
Lei pensava che fosse un nome strambo, ed effettivamente lo era, ma le piaceva: <>
Il giorno dopo ci incontrammo come stabilito e io portai la piccola Killer, in una vecchia casa abbandonata vicino alla mia, che era considerata bene nazionale, e che quindi non sarebbe stata mai demolita. Da quel giorno noi due ci incontrammo quasi sempre standoci accanto nei momenti difficili e in quelli belli.
Passarono sei anni e arrivò il momento di partire per venire a Namimori e il le promisi che ci saremmo ritrovati e che saremmo stati per sempre insieme.
 
*Fine Flashback*
 
Hayato disse: << Scusami ma non posso ricambiarti. >>
La ragazza disse:<< Capisco si vede che quella ragazza… >>
Si mise una mano sul capo e si tolse la parrucca lasciando liberi degli splendidi capelli rossi, poi continuò: si, si vede proprio che sono fortunata!
L’argenteo sgranò gli occhi nel vedere che quella ragazza altri non era che la sua Killer, allora le si avvicinò e la baciò in mezzo alla classe lasciando che tutte le mascelle dei compagni cadessero a terra dallo stupore, inclusa quella del suo amato decimo Tsuna…Takeshi si limitò a ridacchiare in modo stupido, ma quando non lo faceva?
Lui poi disse:<< ti avevo detto che sarei tornato perché non mi hai aspettato? >>
Lei rispose mettendogli le braccia intorno al collo: << era troppo doloroso stare senza di te, Hayato. >>
I due si unirono nuovamente in un bacio che sigillò così il loro amore eterno.

FINE

   
 
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