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Autore: Wemil    03/06/2007    29 recensioni
Autoconclusivo. Leonida e Paolo Rossi affrontano i Persiani alle Termopili: è guerra... ehm... senza pietà!
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il signor Paolo Rossi stava viaggiando per ore e ore a bordo della sua Cinquecento e non riusciva a trovare la strada di casa.
In quel mentre si stava trovando in una strana città fatta di templi marmorei e case vecchio stile.
Il signor Paolo Rossi si fermò a chiedere informazioni al primo passante di quel luogo.

Signor Paolo Rossi: Mi scusi. Questa è Pavia?

Leonida: Pavia? QUESTA... E'... SPARTAAAAA!!!

Dai creatori di "Star Wars XVI: l'impero rompe ancora" e "007 La morte può attendere piangendo in un angolino", arriva, a grande richiesta, un grande racconto autoconclusivo che diverrà un classico.

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Quella sera pareva come tutte le altre senonchè il comandante delle truppe spartane entrò con una terribile notizia.

Comandante di Sparta: Mio signore Leonida. Ho una brutta notizia da comunicarle.

Leonida: Parla ordunque!

Comandante di Sparta: I biscotti al cioccolato che cercava tanto all'IperFamila, n'è rimasto solo un pacchetto!

Leonida: La situazione è grave. Dovrò chiedere consiglio all'oracolo. Purtroppo nessuno può comprare un pacchetto di biscotti al cioccolato senza il consiglio dell'oracolo.

Comandante di Sparta: Ed inoltre le forze Persiane sono in procinto d'attaccarci.

Leonida: La situazione è grave. Dovrò chiedere consiglio all'oracolo. Purtroppo nessuno può iniziare una guerra senza senza il consiglio dell'oracolo.

E così Leonida iniziò a salire il gigantesco monte sopra il quale risiedeva il tempo dell'oracolo.
Era un monte estremamente aguzzo pieno di insidie e la salita era faticosa.
Ma Leonida non si perse d'animo e, nonostante le ventitre cadute e due mesi di coma che seguirono alla dodicesima caduta, riuscì a giungere al tempio.

Personaggio storpio: Salve Leonida. Ma perchè non hai preso la teleferica qua dietro per salire?

Leonida: DOH! Comunque chiedo consenso di vedere l'oracolo per preparare un attacco contro i Persiani alle Termopili.

Personaggio storpio: Ti sarà concesso. Vieni avanti. Ma non entrare in guerra; fra poco ci sono le Carneadi. Non è tempo di combattere, è tempo di fare baldoria con cubiste e Rave.

Leonida: Sciocchezze.

Leonida guardò i personaggi a guardia dell'oracolo.
Piccolo esseri orribili e insignificanti legati ad una tradizione inutile e becera, uomini presi dalla sfortuna eterna, ex-interisti boy scout votanti di Forza Italia che ora lenivano alle loro colpe stando a guardia di una donna bellissima che dava risposte criptiche e misteriose.
Pochi erano riusciti a capire le parole dell'oracolo e questi personaggi servivano per cercare d'interpretarle.

Leonida all'oracolo: Dimmi grande oracolo! Riuscirò a fermare i Persiani? Sopravviverò?

Oracolo: No. Morirai alla Termopili.

Leonida all'oracolo: Oracolo, le tue parole sono oscure. Spiegati meglio.

Oracolo: Mentre starai alle Termopili, combattendo per la difesa delle tue terre, inciamperai, sbatterai la testa per terra e morirai.

Leonida all'oracolo: NO! Non capisco! E' troppo complicato e criptico questo futuro. Oh aurispici, spiegatemi meglio cosa intende dire l'oracolo.

Personaggio storpio: Rispetta... le... Carneadi!

Leonida all'oracolo: E i biscotti al cioccolato?

Oracolo: Li ho finiti io.

Leonida al personaggio storpio: Traduci.

Personaggio storpio: Rispetta... le... Carneadi!

IL GIORNO DOPO

Leonida radunò un manipolo di trecento uomini e cominciò a parlare alle sue truppe.

Leonida: Soldati! La nostra città è in pericolo. Orde e orde di famelici Persiani stanno per avanzare contro di noi al soldo del crudele loro generale Serse. Noi non possiamo arrenderci come vili codardi. Noi dobbiamo combattere fino alla morte e per questo noi andremo.

Senatore Terrone: Ahò! Ma siamo impazziti. Ci sono le Carneadi. Festa e baldoria e birra gratis per tutti.

Leonida: Ahahahah... non farmi ridere! Credi che i valorosi soldati spartani preferiscano birra e donne al richiamo del sangue? SOLDATI COSA SCEGLIETE?!? Una morte gloriosa o degli sciocchi festini come le Carneadi?

Nel giro di 10 minuti tutti i 300 soldati di Leonida si allontanavano con il senatore Terrone facendo trenino con la musica di sottofondo di YMCA.

Leonida: Maledizione! Mi hanno abbandonato! Come farò ora a difendere Sparta dall'assalto Persiano.

In quel momento esatto il signor Paolo Rossi si avvicinò con la sua cinquecento a Leonida.

Signor Paolo Rossi: Mi scusi. Sono un turista e volevo un'indicazione. Quali attrazioni ci sono da queste parti?

Uno strano sorriso apparve sul viso di Leonida.

Leonida: Se mi fa salire in auto l'accompagnerò in un luogo fantastico. Si chiama Termopili.

E così Leonida e il signor Paolo Rossi giunsero in poco tempo alle Termopili chiaccherando del più e del meno.

Leonida: No! Quando io dico qualcosa tu devi rispondere "AU AU AU!!!", non "UA UA UA!!!". Chiaro?

Signor Paolo Rossi: AU AU AU!!!

Leonida: E ora preparati al combattimento. Moriremo in maniera gloriosa!

Signor Paolo Rossi: AU AU A... no... cosa combattimento? Ma mi avevi detto che alle Termopili c'era la sagra del Carciofo.

Leonida: Guarda di fronte a te!

Davanti alla cinquecento dove stavano Leonida e Paolo Rossi si estendeva l'enorme esercito persiano composto da miriadi e miriadi di uomini: cavalieri, soldati, fanti, paladini, ninja, assassini, elefanti, rinoceronti, arcieri, balestrieri, maghi, chierici, jedi, gohul, orchi, mutanti, vampiri, lupi mannari, robot gundam, Frankestain, l'EVA-02, l'intera squadra dell'Albino-Leffe, i disegnatori di Kiss Me Licia, i Teletubbies, l'oscuro signore dell'Apocalisse, Bat-Man, Ken Shiro, Holly e Benji e ovviamente Serse.

Signor Paolo Rossi: Ma... ma... sono un numero abnorme. Non riusciremo mai a batterli.

Leonida: Dipende dalla tattica che useremo. Se ci predisponiamo bene io e te potremo prenderli dai lati, accerchiarli e quindi ucciderli.

Signor Paolo Rossi: Ma... io tengo famiglia.

Leonida: Sciocchezze! Noi siamo qua per portare la libertà ai popoli oppressi e la democrazia dove non sussiste. [cit. da un discorso di G.W.Bush]

Signor Paolo Rossi: Preparati! Pare che abbiano mandato una delegazioni a parlarci.

La delegazione era formata da tre uomini di alta-bassa-media statura, con occhi sul chiaro-scuro, pelle chiara ma abbronzata, vestiti sobriamente in maniera elegante.

Persiano: Miao! Mai! MIAOooooooo...

Signor Paolo Rossi: Cos'ha detto? Non capisco.

Altro persiano: Scusate il mio compagno. Non parla il greco. Volevamo proporvi d'arrendervi.

Leonida estrasse la spada e disse le seguenti parole.

Leonida: Mai! Noi vi distruggeremo.

Nessuno dei tre della delegazione tornò da Serse.
Morirono tutti e tre dalle risate.

IL GIORNO DOPO

L'esecito Persiano decise di attaccare col grosso delle truppe.
Il grosso delle truppe era un tizio di nome Gianni, pesante 675 chili e vincitore dell'ultimo torneo di sumo alle olimpiadi di Atene.
Leonida e il signor Paolo Rossi lo stavano aspettando nella Cinquecento.

Leonida: Presto Paolo! Attacchiamo!

Signor Paolo Rossi: FATTO! Ora, per la nostra collezioni Panini di 300, ci manca solo la figurina di Serse.

Leonida: La troveremo, per SPARTAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!

Signor Paolo Rossi: AU AU AU!!!

Gianni, alias Grosso dei Persiani: Preparatevi a morire!

Leonida: Argh! Presto Paolo... fa qualcosa!

Signor Paolo Rossi: AU AU AU!!!

Il signor Paolo Rossi accese il motore della Cinquecento e mise in moto investendo il povero Gianni.
Gianni si rivide tutta la sua vita passargli davanti, prima di morire gli apparve l'immagine del suo caro amico dell'Euronics che gli diceva: "Gianni, l'ottimismo è il profumo della vita".

Ora il signor Paolo Rossi e Leonida avanzavano fra le truppe Persiane con la Cinquecento: avanzando e investendo chiunque si trovasse lungo la loro folle corsa.
Nessuno riusciva a fermare quella Cinquecento e tutti stavano cercando di scappare!
Morirono, investiti dalla Cinquecento, migliaia di Persiani tra cui anche il generale della quinta brigata, il secondo attendente delle orde dell'Apocalisse, il vice-aiuto-procuratore dello stato dello Zimbabwe e Vladimir Luxuria.

Serse, colpito dal coraggio degli Spartani (anche se in realtà Paolo Rossi era nativo di Gubbio), andò direttamente a parlare con Leonida.

Serse: Leonida, se ti inginocchierai a Serse diventerai re della Grecia, ti coprirò d'oro, vincerai tre Oscar, t'insegnerò a ballare il chachacha e avrai una folle notte d'amore con me.

A Leonida non parve vero: volle accettare subito.
Cercò d'inginocchiarsi ma l'imprevisto era sempre in agguato.

Leonida cercando d'inginocchiarsi: Azz... la mia artrite.

Serse: Quest'affronto ti costerà caro.

Leonida porgendo una Mastercard: NO! Aspetta... Accettate carte di credito?

Serse: Certo, ma non capisco una richiesta così assurda. Servo, accetta quella carta.

Il servo prese un ascia e divise a metà la carta di credito.

Serse: Addio! Domani ti ritroverai a girovagare nel tartaro?

Mentre Serse si allontanava, Paolo Rossi andò a consolare Leonida.

Signor Paolo Rossi: Fatti forza! Se vuoi io ho del Mentadent.

IL GIORNO DOPO

Leonida e Paolo Rossi ripresero le folle corsi con l'auto facendo stragi e lutti.

Leonida: Ahahah... PER SPARTAAAAAAAAAAaaaaaaaaa!!!

Signor Paolo Rossi: AU AU AU!!!

Dalla tenda, Serse guardava sconsolato quella strage.

Serse: Maledizione. Per salvarsi dalla furia della Cinquecento avremo bisogno di un miracolo.

E il miracolo, sottoforma di sciopero dei benzinai contro il decreto Urbani (alias "il traditore spartano"), apparve e la Cinquecento rimase senza benzina.
Proprio al centro dell'accampamento Persiano.
I vari soldati si avvicinarono in maniera violenta.

Leonida: Ehm... e ora cosa facciamo?

Signor Paolo Rossi: Potremmo proporgli uno scambio in cambio della vita.

Leonida: Giusto! Ma cosa?

Signor Paolo Rossi rivolgendosi prima a Leonida e poi ai Persiani: LO SO IO! Se non ci uccidete, io vi darò tutta la mia collezione di dischi dei Lunapop.

Leonida e il signor Paolo Rossi vennero distrutti e annientati senza pietà.
Ma il loro coraggio non fu dimenticato e la loro leggenda fu tramandata di generazione in generazione trasformandosi prima in leggenda, poi in mito, quindi in favola per bambini e infine in una squallida metafora raccontata male a Porta a Porta da Bruno Vespa per giustificare il caso di Cogne.

Per quanto riguarda l'avanzata di Serse: essi si fermarono e tornarono indietro presso la città di Nogara.
Dov'era stato indetto un raduno di Cinquecento.

  
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