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Autore: Virtual Deliverance    16/11/2012    1 recensioni
Un giovane videogiocatore trova un videogioco intitolato Abduction, che promette di essere ultrarealistico. Poco dopo, viene davvero rapito dagli alieni. E' stato il videogioco a chiamarli?
Questa storia è ispirata allo stile narrativo di R. L. Stine.
Genere: Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete mai sentito parlare di Polybius?

Si suppone che fosse un videogioco, creato da una software house chiamata Sinnesloschen, comparso in alcune sale giochi a Portland nel 1981. Era completamente diverso da qualsiasi cosa chiunque avesse mai provato, e la gente ci giocava per ore. Questo perché, si diceva, Polybius conteneva messaggi subliminali che costringevano i giocatori a diventarne dipendenti. Qualche tempo dopo, molte persone che avevano provato il gioco iniziarono a soffrire di incubi e convulsioni. Alcuni impazzirono, mentre altri si suicidarono. I cabinati arcade di Polybius furono poi portati via da misteriosi uomini vestiti di nero, e non furono mai più rivisti. Questo, finché un uomo di nome Gunther von Reisner fondò una nuova Sinnesloschen, che rilasciò una riproduzione moderna di Polybius che girava nativamente sui sistemi operativi Windows.

Quello era uno dei giochi freeware per PC che preferivo. Adoravo i colori lampeggianti e contrastanti della geometria dei livelli, e mi piacevano gli effetti sonori inquietanti. Quella sera mi era venuta voglia di fare una partita a Polybius, quindi lanciai l'eseguibile e mi preparai per una sessione di stimolazione visiva travolgente.

"Peccato che gli epilettici non siano in grado di apprezzarlo" pensai.

Dopo la partita, aprii il browser per visitare di nuovo il sito della Sinnesloschen, aspettandomi il familiare testo pubblicitario su Polybius. Con mia grande sorpresa, trovai una nuova pagina, con il logo di un nuovo gioco. Si intitolava ABDUCTION.

Sotto il titolo c'era una breve descrizione:

"I creatori di Polybius® sono orgogliosi di presentarvi il primo gioco commerciale della Sinnesloschen®! Abduction® metterà alla prova il vostro ingegno e la vostra sanità mentale, con un'esperienza che vi possiamo garantire che ricorderete per sempre. Non possiamo mostrarvi alcuno screenshot per una ragione che lasceremo scoprire a voi, ma vi assicuriamo che vi aspetta un'esperienza in vero stile Sinnesloschen®!"

Più in basso c'erano due pulsanti: SCARICA DEMO GRATUITA e ORDINA VERSIONE COMPLETA.
Cliccai sul primo pulsante e iniziai il download di un installer da 3 gigabyte.

Quando lo scaricamento finì, era già notte. Feci doppio clic sul file eseguibile e avviai l'installazione. Curiosamente, nemmeno la finestra di installazione aveva alcuno screenshot del gioco, solo il logo.
"Accidenti, devono proprio odiare gli spoiler" dissi tra me e me.

L'installazione si concluse correttamente e cliccai il pulsante "Esegui", pronto per il gioco. In quel preciso istante, il computer si spense da solo. Soffocando una parolaccia, premetti più volte il pulsante di accensione, senza alcun risultato. Che cosa era successo? Il gioco mi aveva rotto il computer?
Improvvisamente sentii tremare la stanza, mentre la luce si spense per un paio di secondi.
"C'è il terremoto! Scappa, mamma!" gridai, precipitandomi fuori dalla stanza. Pochi secondi dopo, una nuova scossa mi fece perdere l'equilibrio e caddi a terra, mentre tutte le luci della casa si spensero contemporaneamente. "Accidenti!" esclamai.

Mentre mi rialzavo, notai uno strano suono che proveniva dall'esterno e si faceva sempre più intenso, al punto che me lo sentivo risuonare dentro la cassa toracica. Non sembrava il rumore di un terremoto, era troppo regolare.
Brancolando nel buio, aprii la porta che dava sull'esterno, e subito tutta la casa fu immersa in un'intensa luce rossa. Fuori, il vicinato era immerso in un banco di nebbia rossa luminosa. Sopra la nebbia fluttuava un disco volante gigantesco, con la superficie inferiore che emanava luce come brace ardente. Il suono proveniva da lì.

Mi ci vollero un paio di secondi perché quello che stavo vedendo mi causasse una reazione. Ero così abituato a vedere astronavi aliene nei film e nei videogiochi che non mi sentii immediatamente spaventato. Invece, ne fissavo meravigliato il livello di dettaglio... finché non mi resi conto che questa volta era reale.
La scarica di adrenalina fu istantanea. Scattai fuori dal cortile e mi diressi in strada, in un disperato tentativo di scappare. Mentre correvo, iniziai a sentire l'elettricità scorrere dentro di me e mi si rizzarono i capelli, poi iniziai a salire, allontanandomi da terra e fluttuando verso il disco volante. Infine, un lampo bianco mi accecò, come se mi fossero appena esplose in faccia un milione di lampadine.
  
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