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Autore: giomez    16/11/2012    1 recensioni
hai presente i signori Payne? beh forse no, erano i nostri vicini quando abitavamo in Francia...starai da loro
Genere: Commedia, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Pronto, lei è Amanda Damon? >>
<> mi trovavo con degli amici a cena fuori, per festeggiare il mio 18essimo compleanno, avvenuto due giorni fa...
<< Qui è l'Hospital Gerold volevamo informarla che il signor e la signora Damon hanno avuto un incidente, e pregarla di venire per...>> Vuoto, non avevo più niente in mente solo il vuoto.
Il mondo mi è crollato addosso, è come se una mandria di bufali mi abbia investito.
> era Jesy a parlare, ma non riuscivo ad aprire bocca; presi velocemente la borsa e quasi iniziando a correre mi dirigo verso la mia macchina in direzione dell'ospedale.
La macchina, proprio quella che mi avevano regalato loro proprio due giorni fa, si erano fatti trovare fuori al porticciolo con un pacchetto in mano, quando lo sono andata ad aprire vi trovai dentro una chiave,
i loro visi erano un misto tra felicità (poiché la loro bambina diventava finalmente maggiorenne) e preoccupazione (perchè non sapevano a cosa andavano incontro regalandomi una macchina)
sapevano da quando volessi una macchina e proprio per il compleanno avevano deciso di farmi questa sorpresa, quando mi chiesero di dirigermi in garage con le chiavi non riuscivo a capire niente,
poi mio padre aprì la porta ed eccola lì. Era rossa a 4 posti con un fiocco abnorme blu sul tettuccio. Era il regalo più bello che mi potessero fare, li amavo ed ora sono lì su quel letto d'ospedale.
> avevo il fiatone mentre chiedevo alla segretaria dell'ospedale la loro stanza
> non ringraziai neanche,iniziai una vera e propria corsa in direzione del terzo piano della stanza che mi fu detta.
> un medico in camice bianco stava uscendo dalla porta infondo al corridoio dirigendosi verso di me
<< si, sono io. Mi hanno chiamato e sono corsa subito qui, i miei genitori dove sono? Stanno bene?>> lo vidi abbassare lo sguardo e lì capii che li avevo persi
<< mi dispiace, abbiamo fatto il possibile ma le ferite riportate erano troppe come le fratture, sua madre aveva questa lettera indirizzata a lei- mi porse una busta,classica bianca con scritto solo
“Per Amanda”- mi dispiace davvero>> finito di parlare si allontanò, lo vidi scomparire dietro un corridoio e in quel momento capì che in quel posto, avevo perso tutto.
 
 
 
Rientrai a casa bagnata. Fuori pioveva, e come se il cielo fosse felice di aver riacquistato due angeli, ma nel mio cuore c'era un altro tipo di diluvio.
Posai la borsa sul tavolo e con le poche forze che mi erano rimaste mi trascinai sul divano. Mi rigiravo tra le mani quella lettera, avevo paura ad aprirla. Perchè mi avevano scritto?
Cosa c'era dentro quella busta e soprattutto perchè i miei genitori sono morti? Una sola cosa poteva darmi le risposte: la busta.
L'apri molto lentamente, come se avessi paura che tra un momento o un altro poteva esplodere.
 
Amanda, so che odi essere chiamata in questo modo ma lo sai che a me piace troppo.
Forse ti starai chiedendo perchè ti sto scrivendo, e se hai questa lettera tra le mani vuol dire che noi non c'è l'abbiamo fatta. Ed è quello che volevamo. Non stai capendo niente vero?
Beh partiamo dall'inizio, ti ricordi quando al tuo quinto compleanno sono venute quelle persone vestite di nero? Io ti dissi che erano dei clienti di papà e in parte è vero. Però erano del secondo lavoro,
la verità è che io e tuo padre prima che tu nascessi lavoravamo come spie alla Cia, ma il giorno in cui sei venuta al mondo ci siamo rimessi. Non volevamo che facessero del male alla nostra bambina.
E se  hai ancora le idee confuse e credi di essere sciocca non è cosi. Quei signori erano venuti perchè volevano che tornassimo a lavorare per loro, ma noi abbiamo rifiutato... per te.
Tu sei l'amore della nostra vita, il miracolo che aspettavamo da anni e quando ci hanno detto che ero incinta di te, eravamo le persone più contente di questo universo.
Sapevamo che ci avrebbero continuato a cercare ed è per questo che ci siamo trasferiti in un'altra città. Ma ci hanno trovato anche qui, ed è per questo che abbiamo preso la decisione.
Ai tuoi 18 anni noi andremo andati via.-  non ci posso credere, avevano preferito il lavoro a me- so che stai pensando ed è no. Non abbiamo preferito il lavoro a te, ma in questo modo
tu sarai al sicuro.
E se ti stai chiedendo dove andrai non preoccuparti. Nella busta c'è un biglietto aereo per Londra, hai presente i signori Payne?
Beh forse no, eravamo vicini di casa quando vivevamo in Francia
e tu eri piccina. Comunque loro erano nostri colleghi quando eravamo alla Cia, dopo sono stati diciamo ricenziati e sono andati a Londra a vivere con i figli.
Hanno un figlio anche
della tua età, non è fantastico? Comunque starai da loro, fino a quando anche loro non saranno sicuri che tu sia al sicuro. Mi dispiace veramente per essere andati via,
ma tu ora prendi quell'aereo
 e ricomincia a vivere con la nuova famiglia. Ora devo andare, sta iniziando il nostro programma preferito, hai capito quale? Si brava, è esattamente CSI,
e mi stai chiamando
dal salone per venire a sedermi. E tuo padre ha iniziato a borbottare per qualche motivo che sa solo lui.
Sei la nostra vita, ricordalo sempre. 
   Ti amiamo 
Mamma & Papà “
 
<< il volo per Londra con partenza 15.30 da Chigago sta partendo, chiediamo di allacciarvi le cinture di sicurezza>>  il biglietto era per il giorno seguente, non potevo
crederci che avevano programmato tutto. Anche la loro morte. E ora dovevo andare da una famiglia di cui non avevo neanche la minima idea di chi fosse.
Avevo stranamente la valigia già pronta dovevo solamente finirla con i miei effetti personali; la casa l'avevo solamente chiusa a chiave, nella lettera non c'era scritto
cosa dovevo fare con la casa ma non volevo metterla in vendita, era l'unico ricordo che avevo di loro.
Senza accorgermene mi addormentai e alla sera sul tardi gli urli di alcuni bambini mi svegliarono.
Ero arrivata, stavo per iniziare  una nuova vita e non ne avevo neanche voglia.
Ho lasciato i miei amici e tutti senza dirli niente e mi sentivo tremendamente in colpa.
Scesi dall'aereo e dopo aver preso la valigia mi dirigei verso l'uscita dell'aeroporto, cercando qualcuno con almeno un cartello con scritto il mio nome ma non vedevo nessuno,
fino a quando lontano, nascoste tra la folla non vidi due ragazze con una donna con un foglio che riportava “Damon” in rosso. Mi avvicinai e vedendomi tutte e tre
mi vennero incontro 
<< sei Amanda Damon giusto?>> mi chiese la più anziana. Io annui 
<< non sei cambiata per nient. Dammi ti aiuto con le valige >> allungò una mano per aiutarmi col borsone, e anche se non volevo mi feci aiutare.
Ero troppo stanca.
<< andiamo, sarai stanca.  mi dispiace per quello che è accaduto >> mi disse mentre si incamminava verso un taxi
<< posso chiedere una cosa? Possiamo non parlare mai più di quello che è successo?  Per favore>> mi faceva male, avevano preferito andarsene.
E la scusa che era per me non la bevevo. 
<< certo scusami, comunque io sono Karen e loro sono Ruth e Nicole >> mi presentò le ragazze che per tutto il tempo non avevano preferito parola.
 
Arrivammo alla casa nell'arco di un'ora. Stava piovendo anche a Londra, ma penso che questo è normale. Le ragazze scesero dall'auto e corsero in casa.
Ad aprire la porta d'ingresso fù un ragazzo che ci venne incontro.
 il ragazzo prese il mio borsone, e si incamminò in casa.
Presi il mio trolley e feci la stessa cosa. Mi fermai all'ingresso, non sapevo dove andare. verso sinistra c'era il salotto con ilvano, una libreria e
tutto quello che solitamente c'è in un salotto; le bambine si erano piazzate a vedere i cartoni animati. mentre a destra c'era la cucina. e davanti a noi una rampa di scale 
Karen era appena entrata
si dirigeva verso le scale, e dopo aver percorso il corridoio posto alla fine delle rampe, mi guidò a l'ultima porta in fondo.era buio ma ero troppo stanca
per vedere come era fatta, mi buttai sul letto affondando il viso nel cuscino.
Liam provava a parlare ma lo interruppi
< per adesso non voglio sentire  di quello che è successo...sono stanca quindi vorrei solo dormire > Liam senza dire niente chiuse la porta, e
in lontananza sentivo i suoi passi farsi sempre più lontani.
non sono una di quelle persone che tratta male, ma dopo essere stata abbandonata ho le mie ragioni...
  
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