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Autore: happley    16/11/2012    3 recensioni
[ Midorima/Takao | Shonen-ai | Fluff/Slice of life | Rating Verde ]
Ciao! Eccomi di nuovo con un'altra MidoTaka ;)
Che dire?, amo questa coppia: è una delle mie OTP. Midorima, inoltre, è uno dei pg preferiti in KnB -ho un debole per gli tsundere, lo ammetto ♥
In questa oneshot il nostro caro Shinchan si trova a che fare con il "nemico" più pericoloso... un gatto!
xxx
Tutti i suoi sensi si erano messi all’erta all’improvviso (...)
Con una mano stretta allo stipite della porta, si voltò verso il suo compagno, ma solo leggermente, in modo da poter sempre tener d’occhio il nemico.
“Takao…”
“Mmh? Qualcosa non va, Shinchan?”
“…c’è un gatto sul tavolo.”
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tutti i suoi sensi si erano messi all’erta all’improvviso: si trovava in una situazione di pericolo.
Midorima s’immobilizzò sulla porta della cucina, mentre nella sua testa scoppiava il pandemonio. Non sapeva cosa fare, ma di certo non si sarebbe mosso. Un singolo movimento errato, in momenti come quello, poteva costargli la vita.  
Con una mano stretta allo stipite della porta, si voltò verso il suo compagno, ma solo leggermente,  in modo da poter sempre tener d’occhio il nemico.
“Takao…”
“Mmh? Qualcosa non va, Shinchan?”
…c’è un gatto sul tavolo.
 

The cat is on the table.

 
“Uh? Sì, certo.” rispose Takao, senza staccare gli occhi dallo schermo della playstation: stava per fare il suo nuovo punteggio record e non stava prestando la minima attenzione a Midorima.
Il ragazzo dai capelli verdi si voltò di nuovo verso l’animale dal bel pelo nero, che, seduto sul tavolo, era intento a stiracchiarsi. Quegli occhi brillanti si soffermarono su Midorima qualche secondo -durante i quali il ragazzo non osò nemmeno respirare- , poi il gatto tornò a poltrire placidamente.
“Takao…Perché c’è un gatto sul tavolo?” sibilò di nuovo il ragazzo.
“E’ un gatto, Shinchan. I gatti salgono sui tavoli.” gli fece notare Takao.
Il ragazzo dai capelli verdi sentì una vena d’incazzatura scoppiargli sulla tempia: ma certo, doveva aspettarselo che fosse tutta colpa di Takao, come al solito.
Takao.” disse, e nella sua voce c’era un tale dose di minacciosità che il compagno sentì un brivido corrergli lungo la schiena -Midorima era arrabbiato, molto arrabbiato.
Con un sospiro Takao mise in pausa il gioco e si alzò.
“L’ho trovato mentre vagava nel quartiere, era solo e affamato e quindi l’ho preso con me… E poi a me piacciono i gatti…” spiegò annoiato.
“Nee, Shinchan, si può sapere qual è il problema adesso?” si lamentò, facendo scrocchiare il collo e massaggiandoselo, perché gli faceva male dopo essere stato tanto tempo nella stessa posizione.
Quello è un problema. Fa’ qualcosa.” sibilò Midorima additando il tavolo.
“Perché? Non sta facendo nulla di male…” replicò Takao senza capire.
Nulla di male a parte attentare alla mia vita, vuoi dire pensò Midorima. Tirò un lungo sospiro, irritato, e si aggiustò gli occhiali.
Takao spostò lo sguardo da Midorima al gatto un paio di volte, poi scrollò le spalle.
“Okay… se ci tieni tanto, lo farò scendere…” Si inginocchiò a terra e stese la mano in avanti, mimando con le labbra piccoli baci.
Midorima lo guardò sconvolto. “C-che stai facendo?!” chiese sperando che la sua voce, nonostante quel ridicolo tremito, suonasse neutra. Maledisse mentalmente tutti i gatti del mondo e anche Takao, il quale ora lo stava guardando in modo strano.
“Nee, Shinchan… hai paura dei gatti per caso?” domandò con un sorrisetto divertito che a Midorima non piacque neanche un po’. Dannazione. Non era previsto che quel cretino carpisse il suo punto debole, nessuno a parte i ragazzi della Kiseki no Sedai doveva saperlo…
La sua espressione fu una risposta più che eloquente per Takao, che scoppiò a ridere.
“Ma davvero? Ma se sono così carini!” esclamò. “Tu… con quella faccia… che hai paura dei gatti…! Non ce la faccio, è troppo esilarante!” Ormai aveva le lacrime agli occhi.
“Tu, maledett—“ Midorima non finì l’insulto; richiamato da Takao, infatti, il gatto era sceso dal tavolo e stava venendo verso di loro e il ragazzo dai capelli verdi istintivamente arretrò fino a cadere seduto sul divano.
Takao gli lanciò un’occhiata di scorcio e si lasciò sfuggire un’altra risatina, poi prese il gatto fra le braccia e lo strinse al petto. “Aww, Shinchan, sei così carino!” osservò mentre il gatto faceva lunghe e vibranti fusa di soddisfazione.
Midorima trasalì.
“…hai chiamato quel coso col mio nome?” soffiò a bassa voce, incredulo e irritato al tempo stesso.
“Non è un coso.  Suona offensivo, sai.” rispose Takao scrollando le spalle. “Però forse si fa un po’ di confusione… già… Adesso quando chiamerò ‘Shinchan’  potreste venire tutti e due…”
“Levatelo. Dalla. Testa.” sibilò Midorima. “E non mi toccare mai più.” aggiunse, osservando disgustato il modo in cui Takao stringeva al petto quello stupido gatto.
“Aww, Shinchan, sei cattivo…” borbottò Takao. Tese le mani in avanti, avvicinando l’animale a Midorima, il quale fece un salto sul posto, indietro non poteva andare perché c’era lo schienale del divano. “Guardarlo. Non è adorabile? Non ci puoi proprio andare d’accordo?”
“NO!” sbottò Midorima con decisione.
Si alzò e sgusciò via da quello spazio angusto e si allontanò in fretta da quella stanza; aveva evitato il pericolo per un soffio e non ci teneva a rischiare di nuovo. Riempì la borraccia d’acqua, afferrò la propria borsa e si avviò alla porta.
“Vado agli allenamenti. Tu resta pure qui con quel coso, se vuoi.” Sbuffò e uscì.
“Eeeh?! Shinchan, aspettami!!” gridò Takao agitato, posò il gatto a terra e afferrò la propria borsa al volo mentre usciva di casa correndo.
 
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Nonostante il pessimo inizio di giornata, Midorima si sentiva abbastanza in forma: il suo segno non era fra i più fortunati, ma ciò non significava dover iniziare a preoccuparsi. Raddrizzò il capo, fece scrocchiare le dita delle mani e si preparò ad iniziare una nuova sequenza di tiri perfetti.
Il primo tiro entrò, ovviamente, producendo un suono meraviglioso  e ciò lo fece sentire subito meglio. Si apprestava al secondo quando un rumore metallico e un tonfo, cui fecero seguito le bestemmie di Miyaji, risuonarono in tutta la palestra.
“MIDORIMA!” ululò il biondo della Shuutoku. Veniva verso di lui con passo infuriato, strisciando un po’ il piede destro e muovendo le braccia in modo disarticolato, come preparandosi a fare a botte.
“Sei stato tu a lasciare quel giocattolo in giro, vero?!” strillò.
Midorima osservò l’aeroplano di metallo che Ootsubo teneva in mano e annuì.
“E’ il mio oggetto portafortuna di oggi. Spero che tu non me l’abbia rovinato, impara a guardare dove metti i piedi.” dichiarò indifferente e si aggiustò gli occhiali sul naso.
“I-io ti ammazzo, giuro!” replicò Miyaji, con voce leggermente isterica. Takao si frappose fra lui e Midorima e posò le mani sul petto del biondo spingendolo indietro.
“Dai, senpai, in fondo non ti sei fatto nulla! Non bisogna ricorrere alla violenza per così poco!” disse con un sorriso nervoso. Midorima sbuffò, scrollò le spalle e si rimise in posizione di tiro…
Un miagolio.
Quel verso sinistro risuonò nella palestra nello stesso istante in cui la palla lasciò le sue dita; nonostante fosse trasalito il tiro entrò, ma Midorima non si sentiva affatto contento.
Si girò verso la porta della palestra con estrema lentezza.
“Shinchan! Wow, ci hai seguiti fin qui?!” esclamò Takao correndo verso quello stesso punto che Midorima fissava con orrore: sulla soglia della palestra era apparso quello stupido gatto nero, che miagolava e girava su se stesso, come per cercare attenzione.
Mentre Midorima si allontanava il più possibile, al contrario gli altri membri della squadra seguirono Takao e in breve furono tutti accanto al gatto.
“Oh, che carino! E’ il tuo gatto, Takao?” chiese Kimura, mentre con il dito toccava il capo dell’animale; Takao annuì e iniziò a raccontare loro come l’aveva trovato e come si chiamava.
“Bleah, potevi trovargli un nome migliore. Questo micetto è mille volte più carino e simpatico di quel tipo laggiù…” commentò Miyaji con un ghigno.
Midorima lo fulminò con lo sguardo, si girò e raccolse un pallone da terra. Nel fare il movimento, però, non si accorse che il gatto si era avvicinato; solo quando fu in procinto di saltare avvertì il pelo strusciare contro le caviglie e un brivido lo percorse. Abbassò lo sguardo, tremante.
“Oooh, guarda, sembra che a Shinchan piaccia molto Shinchan.” Osservò Takao divertito.
Midorima sentì che i nervi stavano per saltargli del tutto.
“Non m’interessa! Tieni questo coso lontano da me, mi hai sentito?!” ringhiò irritato contro il compagno; si voltò bruscamente, spaventando così il gatto che fuggì via.
“Se n’è andato. Devi averlo spaventato.” commentò Miyaji. “Certo che tu sei antipatico proprio con tutti eh? Che male ti aveva fatto quel micetto?”
Midorima non replicò, ma si limitò a sbuffare. “Se avete tempo da perdere con queste sciocchezze, io tornerei ad allenarmi…” borbottò e riprese a fare le sue solite sequenze di tiro.
 
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“Awww, si è messo a piovere! Cavolo!”
Midorima lanciò uno sguardo distratto all’esterno. Takao, stranamente, aveva ragione: poco a poco la pioggia aveva cominciato a cadere.
“Mi chiedo se Shinchan abbia trovato la strada di casa… Si bagnerà tutto…” borbottò il ragazzo coi capelli neri, portandosi nervosamente una mano dietro la nuca.
“Non ti preoccupare, è un gatto selvatico dopotutto!” esclamò  Kimura. Takao annuì, ma Midorima notò che era poco convinto. Si voltò, seccato, non poteva credere che Takao si preoccupasse tanto per quello stupido gatto... Vedere Takao depresso per una cosa così stupida lo irritava, ecco –ma per com’era fatto di carattere ovviamente non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno a se stesso.
In breve la palestra fu abbandonata da tutti, e solo lui rimase in mezzo al campo, impegnato in un’ultima serie di tiri a canestro. I tiri entravano, uno dopo l’altro, tutti perfetti, ma Midorima non si sentiva soddisfatto: il volto depresso di Takao continuava a tornargli in mente.
“Tsk. Quello stupido.” Brontolò infastidito dai suoi stessi pensieri. Rimise il pallone nella cesta e si cambiò rapidamente per poi uscire; la pioggia batteva fittamente sul suo ombrello, scivolava giù e grondava come una cascata dai bordi, bagnandogli le scarpe.
Dopo poco però si dovette fermare sotto un porticato perché l’umidità gli aveva appannato le lenti degli occhiali. Le strade erano grigie e solitarie e si sentiva solo il rumore dell’acqua.
Midorima brontolò contro il brutto tempo mentre si asciugava le lenti con un lembo della maglietta.
Non vedeva l’ora di entrare a casa, ma proprio nel momento in cui stava per lasciare il porticato alle sue orecchie arrivò un miagolio familiare. Il ragazzo lasciò vagare per alcuni istanti lo sguardo nella strada, poi scosse il capo e si costrinse a muoversi dicendosi che non aveva il tempo di preoccuparsi per uno stupido gatto –c’era già Takao ad occupare inutile spazio nella sua testa, senza che lui lo volesse nemmeno.
Ah, Takao. Chissà se si stava preoccupando per lui quanto lo aveva fatto per il gatto…
Midorima si bloccò e guardò l’orologio da polso: si stava facendo tardi. Presto il cielo sarebbe stato ancora più buio, l’aria ancora più fredda e umida, e il gatto sarebbe rimasto nella strada… No. Non poteva credere di star pensando seriamente a tornare indietro per quel gatto.
Dannato Bakao[1], bestemmiò mentalmente contro il compagno, se lui non avesse portato a casa l’animale Midorima non si sarebbe mai trovato ad avere degli stupidi sensi di colpa. Di malavoglia tornò verso l’angolo della strada dal quale aveva sentito venire il miagolio e gettò uno sguardo tutt’intorno: il bel gatto nero se ne stava rannicchiato dentro un tubo di metallo abbandonato e arrugginito, appallottolato su se stesso. I suoi occhi s’illuminarono quando incrociarono quelli di Midorima e la sua bocca si aprì per miagolare di nuovo, scoprendo i denti.
Midorima si chiese se per caso non lo stesse incolpando di qualcosa, ma decise di buttare via quel pensiero terribilmente fastidioso.
“Ehi tu. Vieni qui subito, non ho tempo da perdere io...” Intimò minaccioso, ma s’interruppe. Se il gatto fosse uscito, cos’avrebbe fatto? Non amava per niente i gatti. Come l’avrebbe portato a casa? Urgeva trovare una soluzione… Un rombo di tuono in lontananza fece sobbalzare entrambi: il gatto si ritrasse ancora di più all’interno del tubo, mentre Midorima si riscosse.
Ma che diavolo sto combinando? Si chiese scuotendo il capo. Sospirò.
“E va bene, ascolta… Io e te non andiamo molto d’accordo… tu non mi piaci e non mi fido di te, capito?” Santo cielo, non poteva credere di star facendo un discorso serio ad un gatto. Si cocentrò sul calore della casa a cui fare ritorno e, senza che lo volesse davvero, un leggero sorriso gli stirò le labbra: Takao li stava aspettando. “Però… Però sembra che qualcosa, oltre al nome, ce l’abbiamo in comune. Entrambi vogliamo bene a quel tipo strano.”
Midorima si chinò sulle ginocchia e allungò la mano, tremante, imitando i gesti con cui Takao aveva chiamato a sé l’animale proprio quella mattina; dovette raccogliere tutto il suo coraggio per trattenersi dal fuggire quando il gatto mosse qualche passo verso di lui.
“Forza, vieni…” lo incoraggiò. Aveva il fiato corto, non osava muovere un muscolo per la paura. Il gatto gli annusò la mano, spingendo il muso contro le sue dita, poi s’infilò fra le sue gambe e si strusciò affettuosamente vicino alle sue caviglie. Midorima si meravigliò di quanto soffice potesse essere il suo pelo, anche se bagnato e intirizzito, e senza accorgersene si abituò lentamente alla presenza estranea, finché la paura non scomparve quasi del tutto.
“Torniamo a casa, stupido gatto.” Borbottò, ansimando. Permise al gatto di saltargli in grembo, assicurandosi che l’animale non tirasse fuori le unghie, e si alzò.
 
---

Quando rientrò a casa era molto tardi, ma la pioggia era cessata, Midorima infilò le chiavi nella toppa e aprì la porta, poi si chinò e lasciò scivolare il gatto a terra.
“Sta un po’ zitto.” Intimò all’animale che aveva iniziato a miagolare. Appese il giubbotto e mise fuori alla porta l’ombrello bagnato, accingendosi a togliere le scarpe; solo allora notò lo sguardo di Takao posato su di lui.
Il ragazzo era apparso da poco sulla porta del salotto: i capelli tenuti su disordinatamente da una fascia, gli occhi assonnati e il plaid a macchie arancioni in cui era avvolto fecero capire a Midorima che probabilmente si era addormentato sul divano mentre guardava la tv.
“Shinchan? Hai fatto tardi, fino a quanto sei stato in palestr—“ Si bloccò. Midorima si voltò, sbuffando, mentre Takao fissava sorpreso il gatto che si stava pulendo il pelo sul tappeto della cucina. “E’ tornato.” sussurrò il ragazzo dai capelli neri, visibilmente sollevato.
“Già.” Borbottò Midorima, terminando con uno starnuto.
“Ti sei raffreddato?” chiese Takao sorpreso. “Ma non avevi l’ombrello?”
“Sto benissimo, sono solo rimasto fuori un po’ troppo.” Tagliò corto Midorima, ma si accorse che l’altro continuava a fissarlo cercando di nascondere un gran sorriso.
“Che c’è?” chiese secco. Takao percorse in pochi secondi la stanza e lo abbracciò, affondando il viso nel suo petto. “Shinchan, sei pieno di peli neri.” ridacchiò divertito.
Midorima arrossì. “Stupidaggini.” Borbottò imbarazzato.
Takao rise di nuovo e alzò la testa, prendendo il viso del compagno fra le mani.
“Ti voglio tanto bene, Shinchan.” Disse e lo baciò prima che Midorima potesse picchiarlo o protestare. Quando si staccò, gli sfuggì una risatina.
“Andiamo a vedere la tv? Magari becchiamo la versione serale di Oha_Asa…” propose.
“Sì, ma se non ti togli quello stupido sorrisino dalla faccia sei morto.”
Si sedettero sul divano, avvolti nel plaid, e dopo pochi minuti anche il micio ci saltò sopra, accoccolandosi contro il fianco di Midorima. Takao lo guardò accigliato.
“Sono il suo padrone, ma sembra proprio che preferisca te.” Commentò, imbronciato, poi però gettò un’occhiata al volto del compagno.  “Shinchan… stai sorridendo?”
Midorima arrossì e si voltò di scatto. “Assolutamente no! Basta con queste sciocchezze!”
“Sì, sì, certo… come no…” mormorò Takao sarcastico, e il gatto sbadigliò docilmente.





**Una melaH rotola (?)**

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Midorima, inoltre, è uno dei pg preferiti in KnB -ho un debole per gli tsundere, lo ammetto ♥
Lo spunto per questa fic mi è venuto quando ho letto che Midorima ha pura dei gatti
-apparentemente, perché graffiano (?)- e l'ho trovato subito una cosa adorabile :'D
Insomma... immaginate la faccia di Midorima spaventato da un gatto, lol.
Il gatto che ho scelto di descrivere ha il pelo nero come i capelli Takao, però si chiama Shinchan (?) 
-ritengo probabile che Takao chiami così un qualsiasi animale che trovi per strada xD
Spero che la fic vi sia piaciuta, recensite per dirmi che ne pensate!
Baci,
Roby 
[1]Bakao = Baka + Takao. Soprannome molto gentile con cui Midorima appella l’amico (?).
  
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